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Autore: Gosp    23/02/2014    0 recensioni
Chi ha creato il per sempre dovrebbe essere preso a calci in culo.
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Mi hai sempre detto di non mollare, di continuare a credere in tutto, e ora che fai? Scappi!”. Urlò Louis bloccando Mary per i polsi e fissandola negli occhi. Gli stessi occhi in cui si perdeva ogni volta che li guardava, quegli occhi così profondi da farti estraniare dal mondo intero. Quegli occhi scuri, freddi, decisi ma allo stesso tempo insicuri e dolci. Quegli occhi che Louis tanto amava e che non riusciva a togliersi dalla testa.
“Basta Louis, ho già preso la mia decisione”. Disse Mary quasi in lacrime. 
Era da giorni che stava male, era da giorni che cercava di scacciare quel pensiero dalla testa, ed era da giorni che si ripeteva di essere una completa idiota. Non ci poteva fare niente, aveva provato di tutto, ma fu inutile. Ogni volta che vedeva Louis il suo cuore batteva a mille, le farfalle svolazzavano libere nel suo stomaco completamente indisturbate, i suoi occhi si bloccavano sul suo corpo incapaci di cambiare visuale, per non parlare poi di quando si salutavano, si abbracciavano o si scambiavano dei semplici baci sulle guance, il suo corpo veniva ricoperto di brividi, brividi di piacere.
Starete pensando: "Qual è il problema? Sono solo due ragazzi che si amano". Ma invece il problema c'è ed è estremamente importante. 
Louis e Mary sono fratello e sorella, di sangue. 
Adesso capite il problema? 
I due ragazzi si trovano ancora li, schiacciati  ad un muro a fissarsi negli occhi, il loro punto debole. 
“Perchè fai così? Che ti è successo Emme?”. Le chiese Louis.
A quelle parole Mary alzò la testa. Emme, l'aveva chiamata Emme. Le vennero in mente  i ricordi di quando erano dei bambini, di quando non facevano altro che giocare e divertirsi. Emme e Elle così si chiamavano.
“Ho bisogno di andare via, ti prometto che tornerò, ma ora devo andare”. - Gli disse.
A Louis cadde il mondo addosso. La stava perdendo, stava perdendo sua sorella, la sua migliore amica, la persona di cui si fidava, ma soprattutto stava perdendo colei che amava più al mondo. 
Ma come poteva dirglielo? Come poteva dirgli di essersi innamorato di lei? Tutto questo era un errore, uno sbaglio e lui lo sapeva. Molte volte si era ripromesso di farsi passare tutto, e ci aveva provato sul serio. Aveva provato a stare con altre ragazze, ad andare via di casa, aveva persino pensato di lasciarla per sempre sola, ma ogni volta che la guardava dentro di lui si scatenava il putiferio e tutto andava a farsi fottere.
“Non puoi andartene così, dimmi almeno il perché”.  L'implorò il ragazzo.
Mary non sapeva che fare, che dirgli. Di certo non poteva confessargli l'amore che provava per lui. Non poteva dirgli che se in questi giorni era stata così distante e fredda era  colpa sua, non poteva dirgli che il suo cuore stava andando in mille pezzi. No, non poteva farlo, ma allora che dirgli? 
“Io... io mi sono... mi sono ... “.  C'era quasi, glielo stava per dire, gli stava svelando tutto, ma poi come sempre si bloccò, la paura era troppa.
“Ti sei? ti sei cosa Mary?”. Louis si stava spazientendo, non c'è la faceva più, la tensione che si era creata fra i due era alle stelle. Entrambi sapevano che sarebbe finita male, a meno che uno dei due non si sarebbe dichiarato all'altro.
“Lasciami andare, tra poco verrà la mamma e lo sai, le non mi lascerà uscire”. Era la verità, Johanna era una donna forte e audace, non avrebbe mai lasciato la figlia da sola nelle mani di chissà quale persona. 
“Ragazzi sono tornata”.  Annunciò la voce di Johanna. 
I due ragazzi si guardarono negli occhi, di nuovo, Louis lasciò la presa e fece un sospiro di sollievo, sapendo che almeno per stasera la sua Mary sarebbe rimasta a casa nel suo letto.
Erano le 20:30 e la famiglia completa era a tavola a cenare. Louis e Mary non si rivolgevano parola, non avevano il coraggio nemmeno di scambiarsi uno sguardo, com'erano di solito fare quando erano nervosi.
Johanna si accorse  che le cose fra i suoi due figli  non andavano bene. Sapeva che questo giorno prima o poi sarebbe arrivato e aveva terribilmente paura delle conseguenze che si sarebbero create.
Aveva sempre saputo che tra i suoi figli c'era molto più che amore fraterno. Sin da piccoli tra i due si era creata una strana armonia. La cosa all'inizio non era grave, Johanna era più che  felice del fatto che andassero così d'accordo, che si difendessero a vicenda, ma col passare degli anni la cosa peggiorava, il loro rapporto diventava sempre più unito, per non parlare della bellezza dei due ragazzi che aumentava continuamente.
“E' successo qualcosa ragazzi?”.  Chiese sperando che fosse tutto come prima.
“No, niente”.Dissero entrambi più freddi del ghiaccio confermando le sue idee.
La cena finì e, nel silenzio più totale, Louis e Mary salirono nelle loro stanze. Entrambi erano nervosi, avevano paura, sapevano che per colpa del loro amore morboso tutto stava andando a rotoli. Eppure non riuscivano a trovare una soluzione, qualunque cosa ai loro occhi era inutile. 
Presi dai loro pensieri si addormentarono. 
Erano le 2:00 quando Mary, colpita da un brutto sogno, si svegliò. Era sudata e dalla paura le sue gambe tremavano. Si mise seduta a gambe incrociate, con la schiena appoggiata alla spalliera del letto, non riusciva a riprendere sonno, erano troppi i pensieri che ingombravano la sua mente. 
Alla fine prese una decisione: andare via di casa, ora!
Si vestì, scrisse una lettera per i suoi genitori, prese le valige che aveva preparato nel pomeriggio da sotto il letto e scese giù in salone. Poggiò la lettera sul tavolo e si avviò verso la porta d'ingresso.
Nello stesso momento Louis, preso da una sete improvvisa, aprì la porta della sua stanza e scese le scale che portavano al salone, sentendo dei rumori aumentò il passo ritrovandosi davanti sua sorella pronta per uscire.
“No, ferma!”.  Urlò ormai correndo per fermarla.
“Louis lasciami andare”.  Gli disse con rabbia Mary.
“Dimmi il perché, perché te ne vuoi andare”.  La strattonò ancora Louis.
“ Vuoi sapere il perché? Ora te lo dico! Perché mi sono innamorata, innamorata di te, Louis”.  Urlò Mary. 
Finalmente ci era riuscita, era riuscita a dirgli tutto. Si sentì più leggera, si era tolta un grosso peso da dosso. 
“Allora abbiamo un problema “. Le disse Louis. 
Mary abbassò la testa, delusa dalla sua risposta si girò prese le valige in mano e poggiò la mano destra sulla maniglia della porta, stava per aprire quando la voce di Louis ricominciò a parlare.
“Abbiamo un problema perché anch'io sono fottutamente innamorato di te”. Le disse avvicinandosi.
Mary lasciò cadere le valige per terra e si avvicinò di qualche passo a Louis. I due non parlavano, si guardavano negli occhi increduli delle parole appena pronunciate da entrambi. Senza nemmeno accorgersene i loro corpi si avvicinavano sempre di più, le loro labbra si sfioravano fino a colmare quel poco di distanza che li divideva, si baciarono. Un bacio cercato da entrambi, pieno  di desiderio, uno di quei baci che non si dimenticano facilmente. Passarono i secondi, minuti, ore nessuno dei due si accorgeva del tempo. Le loro labbra si divisero, per prendere fiato, si guardarono e si sorrisero come due stupidi che, dopo essersi a lungo cercati, si sono trovati.
Mary chiuse gli occhi sperando poi di non svegliarsi e capire che era tutto un sogno. Capisce che non lo è quando sente di nuovo le labbra di Louis appoggiarsi sulle sue. Sensazioni stupende nascono nella sua mente. 
“Penso che dovremmo parlare”. Le disse Louis staccandosi e prendendola per mano per poi portarla nella sua camera. Una volta entrati in stanza si andò a sedere il più lontano è possibile da Mary, pensando che questa fosse l'unica soluzione per essere calmo.
“Allora cosa devi dirmi”.  Domandò Mary agitata. 
Non si era mai trovata in una situazione simile, ed ora si sentiva in un tremendo imbarazzo.
A Louis passarono per la mente milioni di risposte da darle, ma nessuna di queste rappresentava quello che voleva dirle. Ma ci pensò , che senso aveva non dirle niente ora che finalmente sapeva che anche Mary provava i suoi stessi sentimenti. Quindi decise di provarci - o la va o la spacca- pensò nella sua mente per poi alzarsi e fare qualche passo verso lei fino ad arrivarle a pochi centimetri di distanza. 
“Al dire il vero non penso ci sia bisogno di parlare “. Le disse spostandole dietro l'orecchio un ciuffo ribelle.
Mary si sentì spaesata, si stava innervosendo, e anche tanto. 
Louis la guardò, era bellissima anche quando si arrabbiava. Senza darle neanche la possibilità di ribattere la baciò.
Mary fu travolta da brividi di sorpresa misti a quelle sensazioni che la mandavano letteralmente in confusione. Ricambiò immediatamente il bacio, accogliendolo come la miglior risposta che avesse mai ricevuto. 
Si sentì prendere per i fianchi per avvicinarla a lui e approfondire il bacio, non oppose resistenza, anzi il contrario. Le mani di lui salirono sul giubbotto che la ragazza aveva ancora indosso e lo sbottonarono. Non sapeva cosa stava facendo, sapeva che ne aveva abbastanza dei vestiti.
D'un tratto si ritrovò le labbra di Louis sul suo collo. Sentì il ragazzo ridere e poi spingerla verso la porta. 
La ragazza rabbrividì sentendo le mani di Louis girovagare per il suo corpo fino ad arrivare alla schiena sollevandole la maglia. Mary fece lo stesso con Louis. 
Con la forza lo costrinse a baciarla, perché lo voleva, voleva tutto di lui. Louis, quasi leggendole nel pensiero, le prese le mani e la condusse lentamente verso il letto. La osservò, vedendola come se non l'avesse mai vista, come la prima volta. E solo allora si accorse che avrebbe dovuto stare con lei dall'inizio, che lei non sarebbe dovuta essere sua sorella ma bensì la sua ragazza. Ma adesso non importava più, Mary era li, con lui. 
Ormai erano completamente nudi, stessi sul letto, dove i loro movimenti reagivano a seconda del corpo dell'altro. In quel momento esistevano solo loro due, quella stanza era diventata l'universo. 
Tutto il piacere le aveva invaso la mente, il cuore, mentre Louis le baciava dolcemente il collo. Si guardarono negli occhi entrambi consapevoli che tutto quello che stavano facendo fosse reale.
Vennero insieme, è in quel momento si accorsero di essere sudati, di avere i capelli incollati al viso e il petto che andava su e giù compiendo movimenti irregolari.
Louis si sollevò un attimo e si distese di fianco a Mary stringendola e baciandola. Poi prese coraggio e parlò:
“So  che tutto questo è un errore, che se lo venisse a sapere qualcuno per noi sarebbe la fine, ma io ti amo Mary, ti ho sempre amato e non c'è la faccio più a nascondere tutto questo”. Le disse stringendola ancora più forte.
 “Anche io ti amo Louis. Ti amo da quando eravamo bambini e giocavamo insieme, ti amo da quando prendesti Jack a pugni solo per avermi dato un bacio, ti amo perché tu sei il mio mondo Louis, e non ho intenzione di lasciarti andare, per nessuna ragione”.Concluse Mary.
I due si sorrisero, erano felici si sapere che provavano le stesse emozioni. Si diedero un ultimo bacio e poi si addormentarono, lasciandosi cullare dalle braccia di Morfeo. 
Erano le 6:00 del mattino quando Johanna si svegliò. Scese in cucina per farsi una tazza di caffè, ma passando per il salone si accorse delle valigie di sua figlia Mary, che la scorsa notte, presa da un momento di passione, si era dimenticata di posare. In Johanna salì subito un senso di paura e corse immediatamente sopra nella stanza della figlia che trovò deserta. Poi si diresse nella stanza di Louis, con la speranza che almeno lui potesse dargli una risposta. Aprì la porta trovando i suoi figli dormire beatamente abbracciati. In quel momento si rassicurò pensando che fosse stata una delle tante notti che i due figli usavano per divertirsi ma quando si guardo attorno nella stanza e vide i loro vestiti sparsi da per tutto si allarmò.
“Che cosa avete fatto voi due?”.Urlò facendoli svegliare.
 

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