Brutto.
La prima cosa che pensai fu che fosse proprio brutto.
Capelli di un colore indefinito, che andavano dal nero al grigiastro, gli incorniciavano irregolarmente il volto. Le ciocche scure erano sparate in tutte le direzioni, come se avesse messo il dito nella presa della corrente. In molte parti i capelli erano radi o addirittura non c'erano. La pelle del viso, di un rosato pallido, gli cascava malamente sugli occhi cisposi e sulle labbra piccole. Il naso era storto, una narice più piccola dell'altra. Le orecchie erano minuscole, troppo appuntite per un un viso così pieno. E infine, la cosa più terrificante. Quella cosa era strana, aveva una spalla che le saliva e una che le scendeva, era squilibrata. Era gobba. Chiusi gli occhi, cercando di cancellare quell'immagine dalla mia mente, ma quella persisteva. Li riaprii, ed ecco quell'essere che mi osservava con un'espressione di orrore straziante. Una luce gli balenò nell'occhio destro, e una lacrima gli percorse il viso. Piangendo, scagliai il mio pugno verso lo specchio.
Mai più avrei voluto rivedere il riflesso di ciò che ero.

Angolo Autrice:
Salve gente! Questa è, tra tutte le storie pubblicate finora, la mia preferita. Specifico che non ho (ancora) letto il libro, ma il racconto mi è venuto in mente dal nulla e Quasimodo era il personaggio che più si rispecchiava in ciò che avevo scritto. Apprezzerei veramente se qualcuno mi lasciasse qualche pensierino veloce, sia che vi piaccia sia che non vi piaccia. "Non c'è limite alla perfezione". Grazie mille a tutti, ciao ciao! :)