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Autore: Arimi_chan    21/06/2008    7 recensioni
"Ciao a tutti, il mio nome è Stefanie, e ho un messaggio da consegnarvi...ma prima vorrei raccontarvi la mia storia!" Ciao raga...ritorno con la mia prima one-shot! Spero vi piaccia....simmy....
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A message from the Heaven.

A message from the Heaven.

Hey ragazze, è la prima one-shot che scrivo, e spero  piaccia. Non è proprio sui tokio hotel, ma spero che riusciate a coglierne il significato.

Avrei dei ringraziamenti da fare.

Kristine: Un grazie particolare per avermi convinto a postare questa fanfiction, e grazie per avermi fatti capire tante cose ieri pomeriggio tramite msn…un bacione….

_ToMSiMo_: Un grazie anche a te, che mi fai tanta tenerezza, e che, mi regali piacevoli emozioni con le tue fic e con le nostre chiacchierate su msn…un bacione…

Chemical Lady: Cucciola, potevo dimenticarmi di te? Ti dedico questa fanfiction perché non pensavo di legare così tanto con una ragazza che non conosco fisicamente. Grazie anche a te perle tue bellissime fic e per  le e-mail…ti voglio bene…un bacione enorme!

 

 

Vi lascio alla storia, spero piaccia e recensiate…a presto!

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Mi piacerebbe dirvi che la vita è bella, meravigliosa. Vorrei potervi dire che ti dà tanto e che bisogna viverla nel migliore dei modi. Ma non è così. Adesso vi spiego meglio.

Il mio nome è Stefanie e, secondo i miei calcoli, dovrei avere quarantacinque anni.

Alla  tenera età di tredici anni conobbi, a scuola, il mio primo, unico, e grande amore: Georg Listing.

Era due anni più  grande di me. Ho  sempre avuto un debole per lui, ma sono riuscita a mascherarlo bene. Suonava il  basso, era la sua più grande passione, viveva per la musica, ed io sono stata felicissima quando, con tre suoi amici è diventato una  star internazionale.

Eravamo grandissimi amici, ma dopo il primo tour, lui si accorse che gli mancavo troppo e che mi amava. Wow, la mia vita procedeva benissimo. Dopo quattro anni stavamo ancora insieme ed io ero felicissima del suo successo, anche se, mi sentivo morire quando, per lavoro, non era vicino a me. Avevo da poco compiuto diciotto anni, e senza che me ne accorgessi, a mia insaputa, qualcosa mi stava lentamente uccidendo. Ormai non avevo più amiche, non è stato facile essere la ragazza del bassista più desiderato d’Europa.

Due anni dopo, la vita iniziò a sorridermi, pensavo di essere la donna più felice del mondo…appunto, lo pensavo.

Il 16 Marzo 2009 scoprì di essere incinta. Georg era al settimo cielo così come i suoi compagni di band, che ormai conoscevo perfettamente e che adoravo.

Ma qualcuno, un poeta italiano, mi pare si chiamasse Giacomo Leopardi, disse che la felicità, non è altro che un momento di gioia che si interpone tra due momenti di dolore. E così fù.

Il primo di momento di dolore è  stato rappresentato dalla mia solitudine e dalla lontananza da Georg. Il momento di piacere è stato sicuramente scoprire che una nuova vita, cresceva dentro di me.

L’altro momento di dolore?

8 Dicembre 2009, dopo 10ore di travaglio, nacque mia figlia Sophie. Una bambina con dei bellissimi occhini verdi, ereditati dal padre e una zazzera di capelli neri…proprio come me.

Dopo la nascita della  bambina feci i dovuti controlli e….sorpresa!

Mi dissero di avere un cancro ai polmoni, che dovevo operarmi il prima possibile e che avrei dovuto fare una cura con dei medicinali e, due volte a settimana, la chemioterapia.

Adesso, mettetevi nei miei panni. Sentirsi dire tutto questo due ore dopo che è nata vostra figlia. Vi dirò la verità, non mi sono abbattuta, ma sono andata avanti per la mia strada. Tre mesi dopo subii quell’intervento, i medici erano riusciti a togliere l’ 80% della massa tumorale, e quindi. Erano molto ottimisti.

Dopo sei mesi di pillole e che mio feci i primi controlli. Andava tutto splendidamente bene…stavo guarendo, ma la mia malattia è imprevedibile come la pioggia d’estate.

Passati altri sei mesi, feci un altro controllo. Ero stata colpita da un Glioblastoma Multiforme, un tumore a presa rapida letale. Non servì più a niente prendere medicinali, come non servì più a niente la che mio, mi dovetti rassegnare, mi rimaneva, a detta dei medici, un anno di vita. Avevo da poco compiuto 21 anni.

Contavo lentamente i giorni che trascorrevano, pensando me ne sarebbero rimasti sempre meno. Ogni bicchiere d’acqua, ogni sorriso della mia bimba, era come se fossero gli ultimi.

Passavo le mie giornate con Sophie e Georg che, per starmi vicino, aveva anche rinunciatola gruppo e al suo sogno di sfondare in America. Ero finalmente felice…cercavo di vivere il presente e non pensare al futuro, che si prospettava buio e nero.

Ma anche questa mia relativa felicità, si spense. Iniziai ad avere frequenti dolori all’addome e, come se non bastasse, ero costretta a stare a letto perché anche una breve passeggiata mi stancava come non mai.

L’unica persona che mi dava la forza per andare avanti era la mia bimba. Aveva poco meno di un anno quando iniziai a scrivere un diario. Scrivevo tutte le emozioni più belle che quell’esserino piccolo e fragile mi faceva provare tutti i giorni.

Il 10 Dicembre 2010, finì di scrivere il diario e lo consegnai a Georg, facendomi promettere che lo avrebbe donato a Sophie, una volta diventata adolescente.

Quella fù l’ultima  cosa  che  feci.

Morii quella notte con la piccola Sophie tra le braccia. Solo due giorni prima la mia bambina aveva compiuto due anni.

Non sto a raccontarvi di come è stato doloroso vedere, dall’alto, Georg, i miei amici e i miei parenti soffrire e piangere sulla mia tomba. L’unica persona  che mi rallegrava era come al solito Sophie, che sorrideva ignorando la gravità della situazione.

Georg si è rifatto una vita. Sei anni fa si è sposato con Hanna, una ragazza molto gentile e premurosa, che ha aiutato il mio Georg a passare quella brutta fase della sua vita e ha cresciuto benissimo mia figlia. Un altro raggio di sole ha illuminato casa Listing due mesi fa, Sarah, la figli di Georg e, appunto, Hanna.

Nonostante tutto, Georg mi ama ancora, lo so, lo sento, lo vedo. Lo vedo soprattutto quando prende le  nostre foto e sta ore a guardarle, la maggior parte delle volte con Sophie, per raccontargli tutti gli eventi che ci ritraggono, di quanto li amavo e di quanto gli manco.

La mia piccola Sophie…piccola, ha da poco compiuto 25 anni. E’ laureata in medicina, vorrebbe riuscire a  guarire tante persone dallo stesso male che mi ha portato via da lei.

Quando era un adolescente, ed era triste, le bastava aprire il mio diario e  leggerlo. Leggere dei suoi primi passi, della sua prima parola, della sua prima pappetta (Che poi è finita sulla maglia di Georg è un dettaglio!). Piangeva, e mi si spezzava il  cuore, ma era anche piacevole vedere quel sorriso, uguale  al mio, nascere sul suo volto.

Che dirvi, avrei voluto passare più tempo con le persone che amo, avrei voluto sposare Georg, avrei voluto festeggiare ogni piccola conquista di Sophie, o magari asciugato tutte le lacrime versate per colpa di quei ragazzi che non ricambiavano il suo amore. Hanna ha fatto un buon lavoro, l’ha educata nel miglior modo possibile e con tutto l’amore che poteva donargli. Lo ammetto, quella donna è stata fantastica, ma io avrei fatto di meglio, le avrei dato tutto quell’amore che solo una madre verso un figlio più avere.

State notando come sia stupida e superficiale?

Avrei, avrei, avrei….sono discorsi inutili. Non potrò mai tornare indietro.

Forse sarebbe anche meglio lasciarvi…avrete sicuramente di meglio da fare che leggere di una quarantacinquenne che rimpiange la propria vita.

Vi dico solo una cosa, anzi, vi mando un messaggio. Da tutte quelle persone che avete perso e amavate e che, come me, vi guardano dall’alto.

Non via hanno dimenticato,  vi amano ancora. E si aspettano il meglio da voi.

Ah, e ricordatevi, non siete mai soli, perché tutte quelle persone vi sono più vicine di quanto voi possiate solo immaginare…noi, quassù, viviamo grazie al vostro cuore e ai vostri ricordi….

 

 

                                                                                           Stefanie.

   
 
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