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Autore: Cronus    23/02/2014    3 recensioni
“Lo sai che le mie ambizioni di dominio assoluto si estendono ben oltre i semplici B-Daman, quello che realmente mi interessa è poter dominare il cuore delle persone: una cosa troppo divertente…”
Ben presto mi resi conto del significato di quelle parole: mi ero ripromessa che niente e nessuno mi avrebbe più ferito come aveva fatto lui, che niente e nessuno mi avrebbe più ingannata!
“Il Boss del Sud”, era un bugiardo di prim‘ordine, un ragazzo prodigio, genio dei B-Daman.
In poco tempo diventai la sua bambolina Vodoo, un semplice oggetto nelle sue mani, sottomessa al suo volere.
Aveva in pugno la mia vita, il mio cuore…
…e giorno dopo giorno la sua stretta si faceva sempre più forte.
< Mi aggrappai a lui con l’unica forza che mi era rimasta in corpo, quella della disperazione. L’ultima cosa che vidi furono i suoi occhi stupendi.
Un paio di calde e morbide labbra si poggiarono sulle mie con la stessa delicatezza con cui una farfalla si posa s’un fiore.
La sua lingua scivolò all’interno della mia bocca, proprio come la rugiada scivola s’una foglia.
Amore.
Odio.
Cosa provavo veramente per Novu Moru? >
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Novu Moru, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Heart-Control








- Sapete che quando sarò il padrone assoluto del Crossfire confischerò tutti i vostri B-Daman per conservarli come trofei? -
- Che cosa hai detto?!? -
- Shasha non puoi farlo! -
- Ah, un ultima cosa: sarete tutti banditi dal Crossfire PER SEMPRE! -
- Lo sai, no? Sei veramente un verme…-
- Grazie, lo prenderò come un complimento. -


Quelle parole rimasero sospese nell’aria rarefatta delle antiche rovine; una sfida a Break Bomber avrebbe deciso il futuro del B-Daman: il destino di ogni B-Shot era nelle mani di Ryugasaki e Washimura, pronti a battersi con tutte le forze per impedire all’accoppiata Moru-Watari di realizzare i loro loschi piani.





- Chi se lo sarebbe mai aspettato? - sussurrai - Da lui, poi! - tenni basso lo sguardo sulle mie scarpe.
- A volte la verità ci ferisce più di una bugia, ci travolge sempre quando meno ce lo aspettiamo…- replicò Samuru, seduto dal lato opposto del veivolo.
- Poteva sembrare una persona spontanea e sincera e invece… - il ragazzo estrasse Dravise dalla tasca del giubbotto per dare voce in capitolo anche a lui.

Non sapevo come sentirmi, percepivo come una morsa stretta attorno al cuore che quasi mi impediva di respirare.
La persona con cui avevo riso e scherzato, di cui mi ero fidata ciecamente, che mi aveva dato i migliori consigli che avessi mai potuto ricevere; mi aveva mentito tutto il tempo!

- Ci ha ingannato tutti Allison, non c’è motivo di sentirsi in colpa. - mi confortò con il suo solito tono gelido e piatto, probabilmente notando il mio muso lungo.
- Sei stato bravo Samuru. - alzai gli occhi per incontrare i suoi: blu e profondi come due perle nell’oceano - Non so come tu abbia fatto ma sei stato in gamba!- continuai.
- Spesso sembra che abbia un radar per rintracciare certi tipi come Novu.-
Quella dichiarazione mi strappò un sorriso, mentre il proprietario di Lightining Dravise tornava a guardare fuori dal finestrino.

“E io invece mi sono lasciata abbindolare come una scema!” aggiunsi dentro di me.

L’elicottero attraversò il grande lago diretto a tutta velocità verso West City.
Atterrò alla sede dell’organizzazione, sulla piattaforma, in cima all’altissima costruzione.
Ci salutammo con un gesto della mano, promettendo di rivederci tre giorni più tardi alla sfida.
Mi stavo già dirigendo verso l’ascensore quando una piccola e calda mano mi artigliò la spalla.
- C’è qualcosa che non va Allison, sembri piuttosto scossa…- una voce flebile e femminile.
- No, sto bene è tutto a posto Miss Rory - mi voltai tranquillizzando la donna e sorridendole falsamente.
Uscii dalla WBMA stringendo forte nella tasca Spin Lizard, il mio B-Daman. 
Se Novu aveva veramente intenzione di confiscarli tutti, questo significava che quelli registrati non avrebbero più potuto combattere in un arena.
Eppure quando all’inizio si era trasferito a East City, non mi sembrava di aver percepito nessuna malvagità o secondo fine dentro di lui; mi era parso un ragazzo sincero e altruista (senza parlare dei suoi termini fin troppo forbiti per un semplice dialogo tra adolescenti).
Man mano che i giorni passavano sentivo aumentare la nostra sintonia, ed era… semplicemente fantastico! Takakura l’aveva presentato come un consigliere qualificato della WBMA e una specie di “insegnante“. Il suo B-Daman, Strike Dragren, un rarissimo tipo drago di colore rosso, l’aveva definito un “ragazzo prodigio”, nonché un genio nel campo dei B-Daman. Di certo possedeva un Self-Control invidiabile e si definiva un giocatore mediocre. Ma tutto questo era stato solo una copertura per i suoi veri colori: in realtà Novu era freddo e calcolare, egocentrico e… spietato da un certo punto di vista; un B-Shot dalle illimitate risorse.
L’unica “sbavatura” che ci aveva fatto riflettere era appunto il suo B-Daman: come poteva un ragazzo così dedito alla benevolenza: che all’attacco preferiva sempre la difesa, che di fronte ad una sfida si tirava sempre indietro lasciando andare avanti gli altri; essere in possesso di un B-Daman come Dragren: istintivo, sfrontato e così sicuro delle sue capacità?  
Mi aveva sconvolto sapere che tutto era stato una montatura per nascondere il suo vero piano e adesso sentivo come un vuoto nel cuore, una parte di me se n’era andata per sempre, portata via da lui.
Non sapevo cos’era, ma percepivo un sentimento mai provato prima ardere dentro di me, una sensazione mista: essere o non essere dispiaciuta per quanto accaduto?

“Per chi tiferai alla sfida fra tre giorni?” 
“Per Riki e Yuki, ovviamente!” rispose la mente.
“Sei sicura che la risposta sia così scontata?” sussurrò il cuore.

Fu un fragile sospiro, un anelito appena udibile ma che nelle profondità del mio essere rimbombò più di un urlo a squarcia gola…
Dovevo rivederlo il più presto possibile!
Forse potevo ancora cambiare le carte in tavola e mettere fine a quest’assurdità, dovevo convincerlo a lasciar perdere quest’impresa spaventosa.
Non mi avrebbe mai risposto al cellulare, pensai.
C’era solo una persona che poteva mettermi in contatto con lui.
Derek Watari.
E io sapevo perfettamente dove trovarlo.






Giacevo accucciata in uno spiraglio oscuro, attenta e vigile con gli occhi puntati sulla mia preda: la Tigre bianca.
Il ragazzo stava semi-sdraiato s’un rialzo di cemento con una birra in mano mentre la sua scorta di oratori ascoltava affascinata la sua predica. Mi alzai dalla mia postazione con il mirino puntato, ripetendo la formula nella mia testa.
B-SHOT, PRONTI, MIRARE, CROSSFIRE!!!

La bottiglia che si stava portando svogliatamente alle labbra esplose in mille pezzi.
- Chi osa interrompere il discorso della Tigre!?! - sputò.
- Watari! - urlai uscendo dall’ombra, al che l’interpellato si voltò con una faccia alquanto sconcertata.
- Oh, Tiger… - scrollò la voluminosa massa di capelli proprio come un animale bagnato - Guarda un po’ chi si rivede. -
- Ti devo parlare Derek! - mi avvicinai.
- Roooaaarrrr, la tigre non parla con il nemico. - ringhiò scuotendo l’indice.
- Devi portare un messaggio a Novu da parte mia - continuai senza ascoltarlo - riferiscigli che voglio vederlo al più presto, possibilmente prima della sfida… -
 - Tu vuoi parlare con il Boss!? - sbarrò gli occhi.
- Che si faccia vivo lui. - feci dietro-front.
- Hey, aspetta… - cercò di fermarmi, ma io ero già troppo lontana, sparita nell’oscurità.




Stavo lucidando Spin Lizard, quando il mio cellulare prese a squillare ritmicamente.
Guardai il display luminoso: la parola “Sconosciuto” che capeggiava centralmente.
Il cuore prese improvvisamente a battermi più forte.
Lo afferrai decisa premendo il tasto “Rispondi” e portandolo silenziosamente all’orecchio, zitta in attesa di un qualche segnale di risposta.
- E’ un piacere risentirti Allison. - parlò qualcuno dall’altro capo del telefono.
Fu come una freccia in pieno petto, perché QUELLA voce non l’avrei dimenticata per nulla al mondo. La voce di Novu Moru…
- Novu?! - sussurrai incredula.
- Derek mi ha riferito della tua visita di stamane al campo. -
- … -
- Volevi vedermi, no? -
- Sì Moru ho bisogno di parlarti faccia a faccia! - lo aggredì.
- Oh, adesso mi chiami pure per cognome? Ma come siamo acide, e pensare che fino all’altro giorno sembravi tanto dolce e carina con me… - 
“Anche tu fino a qualche giorno fa sembravi tanto gentile e cordiale, invece ora so che sei solo un fottuto bastardo, Novu!” pensai.
- Ad ogni modo non ho programmi per stasera, visto che nei prossimi giorni sarò impegnato con la preparazione in vista della sfida, che ne dici di incontrarci alle otto al Bar Diamond, tra la 5a e la 12a strada, per un aperitivo? - domandò.
- Va bene ci vediamo lì alle otto - confermai piatta.
- A stasera. - ci liquidammo.


Il sole era scomparso da poco all’orizzonte, divorato poco per volta dall’oscurità della sera. Camminavo per le strade di East City, le sneakers che cigolavano stridule ad ogni passo.
La città si stava illuminando lentamente, le insegne dei locali prendevano a brillare come pietre preziose.
Forse avrei dovuto avvisare la WBMA di questo incontro ma per una volta volevo fare di testa mia: avrei risolto tutto da sola, e tutti sarebbero stati fieri di me.
Giunsi a destinazione in seguito a un quarto d’ora di taxi e cinque minuti di camminata.
Il bar a cui Novu si riferiva si trovava all’incrocio tra la 5a e la 12a strada, il che mi era parso subito strano poiché sapevo che non erano vie conosciute nelle mie immediate vicinanze; bensì il locale era situato al limite di East City, quasi confinante con il Blocco del Sud, il cui capoluogo era South City…
Entrai silenziosamente nell’elegante bar attraversando il grande atrio, diretta verso il banco.
- In fondo alla sala a sinistra, la sta già aspettando… - mi disse una ragazza bionda che armeggiava con la cassa.
Rimasi a bocca aperta, probabilmente il “Boss del Sud” era parecchio conosciuto da queste parti; non mi diede neppure il tempo di replicare, immagazzinai le informazioni e le segui rapidamente.
Era sicuramente un locale raffinato, constatai, fin troppo per un incontro chiaritivo, ma mai e poi mai avrei messo in discussione i gusti di Moru.
Le pareti stuccate con un insolito accostamento di colori prugna e champagne gli conferivano un tocco vintage.
Tenni la sinistra e sbucai in una grande veranda.
Alzando gli occhi si notava facilmente che il soffitto era in vetro e si poteva osservare il cielo stellato. 
L’illuminazione si trovava per lo più incastonata nel pavimento in legno pre-finito da faretti circolari, i quali esaltavano ancor di più la bellezza del tetto in cristallo diffondendo una luce soffusa sulle pareti che a sua volta creavano un’atmosfera a dir poco irreale.
La stanza era semi-deserta, vi erano solo un paio di coppiette che avevano preferito una collocazione più intima e lontana da sguardi indiscreti.
Novu Moru era seduto in un angolo: le gambe accavallate, la schiena rilassata contro il comodo schienale e gli occhi puntati sul palmo della mano che reggeva il cellulare.
Non mi vide neanche avanzare in mezzo alla grande sala finché il rumore dei miei passi fu così vicino che fu costretto ad alzare lo sguardo.
Due smeraldi luccicanti, che altro non erano che i suoi occhi, mi trapassarono come fossi un fantasma. Improvvisamente i vestiti che avevo addosso mi parvero sciogliersi all’istante e mi sentì messa a nudo.
Le sue labbra di piegarono di lato in un sorriso malizioso.
- E così sei venuta… - ritirò in tasca il telefono.
Mi sedetti di fronte a lui biascicando un - Avevi dubbi, io sono una di parola a differenza di qualcuno… - il suo sorriso si allargò maggiormente, tuttavia non rispose alla mia frecciatina, preferendo la via del silenzio.
“Decisione saggia e intelligente” pensai.
Sul tavolo erano poggiati due calici ricolmi di liquido ambrato.
Li fissai curiosa, al che lui tenne subito a precisare: - Mi sono permesso di ordinare qualcosa da bere. - ne sollevò uno invitandomi a fare altrettanto. - Facciamo un brindisi: alla WBMA e al Crossfire, che presto saranno sotto il mio controllo! -
I vetri tintinnarono leggermente mentre entrambi portavamo l’alcolico alle labbra.
- Non pensavo fossi una persona così viscida Novu. - dissi con lo stesso tono a cui avrei detto a mia madre “Bella quella camicia!”
- Talvolta l’arroganza è una dote, non un difetto, ricordalo… - mi rispose altrettanto calmo e rilassato.
Non sembrava neppure che ci stessimo rimbeccando, da lontano una persona avrebbe detto che ci stavamo scambiando complimenti…
- Sei solo un pallone gonfiato! - distolsi lo sguardo fissando un punto lontano dalla sua figura, mentre giocavo a guardare la sala attraverso il bicchiere dal vetro plasmato.
- Posso immaginare come ti senta in questo momento. Pensavi fossi una persona di cui potersi fidare e invece… - cominciò in tono languido, quasi compiaciuto della sua stessa bastardaggine - Sai, numerosi studi hanno dimostrato che ogni persona reagisce in modo diverso a questo genere di “trauma”; tuttavia sono stati individuati due grandi stereotipi che accomunano migliaia di persone: la maggioranza si chiude in se stessa e  in futuro tende a lasciarsi andare con più difficoltà, diffidando anche delle persone più care. Altri, come te, reagiscono aggredendo perché non si capacitano di come siano stati presi in giro.
Questo stereotipo tende a ricadere sempre nello stesso errore, poiché alla base di tutto non hanno mai superato, o meglio non si sono mai rassegnati, al trauma. -
- Parli come uno strizzacervelli, lo sai? - lo liquidai con un gesto della mano.
- Si, non darmi retta, ma presto ti dimostrerò che ho ragione. - mi rimproverò.
Feci vagare lo sguardo e pensai che fosse giunto il momento di esporre le motivazioni di questo incontro.
- Novu, ti prego, ascoltami, tu sei una brava persona in fondo, lascia stare queste assurde manie di controllo, il Crossfire è stato creato per far divertire la gente… - provai cambiando tono.
- Niente e nessuno mi farà cambiare idea, quindi puoi anche evitare questi inutili discorsi, lo so perfettamente che sei venuta qui a questo scopo. - sbottò alquanto irritato.
Quelle parole mi fecero salire il sangue alla testa, la voglia di rispondergli a tono era tanta.
- Allora perderai dopodomani… - sussurrai semplicemente socchiudendo gli occhi a due fessure.
- Dimentichi che io stesso ho aiutato alla progettazione e al miglioramento del Break Bomber, conosco tutti i segreti legati ad esso e ho elaborato una strategia inarrestabile per la sfida decisiva. - si rigirò il bicchiere luccicante tra le mani.
Abbassai lo sguardo, non sapendo più che dire: aveva una risposta pronta per tutto, neanche potesse leggermi nel pensiero.
Sarebbe stato più difficile del previsto, Novu Moru era un osso duro…
- Scommetto che ti ha mandato la WBMA, quei novellini se la stanno già facendo sotto e cercano di risolvere la questione per via diplomatica, vero? - domandò scostando una ciocca argentea dal viso.
- No! - mi affrettai a ribadire - sono venuta qui di mia spontanea volontà! -
- E’ coraggioso da parte tua, anche se a questo genere di incontri dovrebbe prendere parte qualcun altro… - mi guadò con aria di sfida, alludendo ovviamente a Shigami, il diretto interessato che aveva ribaltato la situazione.
- Cerchi di intimidirmi? Cosa intendi per coraggiosa? -
- Insomma… - cominciò mentre cambiava posizione sulla sedia - varcare il territorio di Watari non è da tutti, e poi lui stesso mi ha riferito della tua “entrata trionfale”, sai era piuttosto scioccato quando mi ha telefonato. -
- Non ho paura di Derek, tantomeno della sua band… - incrociai le braccia al petto, cosciente del fatto che mi stava dicendo una balla.
- E poi? Qual è il secondo motivo? - per la prima volta nel dialogo ero io a fare domande.
- Beh… - tentennò.
- Beh cosa?!? - lo spronai.
Il ragazzo si guardò intorno, prima a destra poi a sinistra, poggiò il prezioso calice sulla tovaglia e protese il busto verso di me. - Che ne dici di uscire a prendere una boccata d’aria, mi sembra stia diventando un po’ troppo affollato questo locale. - sussurrò pericolosamente vicino al mio orecchio.
Non replicai, alzandomi insieme a lui.
Volle pagare lui il conto a tutti i costi, dimostrando ancora una volta l’immancabilità delle sue buone maniere provenienti da una famiglia agiata.
Pochi minuti e uscimmo all’aperto.
L’oscurità aveva avvolto ogni cosa, tanto che sembrava notte fonda.
Le luci della città erano un riflesso lontano, solo adesso mi rendevo conto di quanto fosse isolato quel posto, quasi completamente sperduto nella campagna.
Ci addentrammo nella natura, lui davanti a fare strada, io pochi passi dietro.
- Dove stiamo andando? - cercai di chiedere.
- Seguimi. - rispose semplicemente lui, facendo strada in un sentiero sterrato che si allungava dentro un grazioso boschetto di aceri e pini.
Era noto che South City fosse famosa per le sue bellezze naturali, e c’era da dire che la sua vicinanza qui si faceva proprio sentire…
Ricca di isolotti incontaminati e con sbocco sul mare era il piccolo paradiso giapponese.
Sentivo le mie scarpe sprofondare leggermente nel suolo di terra morbida, mentre in lontananza si cominciava a udire uno strano fruscio. Mi chiesi nuovamente dove mi stesse conducendo: “Era forse una trappola? Se così fosse stato, cosa mi voleva fare? Novu Moru era in grado di fare anche questo?“ mi domandai pensando alla peggiore delle ipotesi.
I miei pensieri furono presto interrotti da uno strano scricchiolio sotto i piedi: la consistenza del fondo era cambiata, ora era rigida e stabile.
Lo vidi fermarsi poco più avanti di me e voltarsi ad aspettarmi, solo allora mi resi conto che eravamo saliti su un ponte e che quello strano fruscio che man mano si era fatto più forte era semplicemente lo scorrere di un fiume. Affrettai il passo e lo raggiunsi al centro della costruzione.
Il giovane, vestito con una lunga giacca blu e degli eleganti pantaloni bordeaux, si poggiò coi gomiti alla salda ringhiera in ferro.
- Questo fiume è l’Aka-Minor. - parlò.
Alzai lo sguardo: parecchi metri davanti a noi era stato allestito un molo di fortuna su un suo argine, vicino alla riva erbosa, da cui lentamente si stava staccando un piccolo battello bianco e la luminosità della sua illuminazione si rifletteva sullo specchio dell’acqua.
- Sai abitavo in South City, ma sono cresciuto qui, in queste campagne, su queste rive. Venivo di nascosto all’insaputa dei miei, a volte per allenarmi a B-Daman, a volte per riflettere…- spiegò; una punta di nostalgia nelle sue parole, dimostrate dal sorriso amaro sul suo volto e lo sguardo perso all’orizzonte, a fissare la luna.
- E’ qui che hai messo a punto il tuo piano? - lo punzecchiai.
- Può darsi. -si voltò verso di me per nulla infastidito. - Non la scarterei come ipotesi… -
Tra noi due calò il silenzio, nessuno sapeva più che dire.
- Dimmi solo il perché di tutto questo Novu… - lo implorai, il cuore spezzato per una presa in giro.
- Mhpf, ahahahah -il suo volto cambiò letteralmente espressione. Prese a singhiozzare, cercando di trattenere a stento delle risate. Che c’era da ridere?! Era una domanda così divertente?!! Ero sbalordita…
- Sai, ti ho mentito ancora… - disse tra una risata e l’altra - Prima di tutto il fiume si chiama Aka-Major, siamo anche passati davanti a un cartello; secondo non sono mai stato in questo luogo prima d’ora: ho notato il sentiero quando sono arrivato qui in anticipo… - disse con tutta la naturalezza di questo mondo - Non è divertente mentire alle persone? E-e rimanere del tutto inermi quando queste pensano stia dicendo la pura verità? E’ fantastica quell’espressione di assoluta fiducia che avete sul volto… - si staccò dalla ringhiera voltandosi di 180 gradi.
“Che bastardo!” pensai “Lo ha fatto di nuovo! Non è possibile, io…”
- Hai perso ancora; ma sono sicuro che non ti arrenderai, questo è solo il primo round, vero? - disse ancora divertito.
Lo trucidai con lo sguardo.
Probabilmente se in questo momento avessi fissato un pezzo di carta questo avrebbe preso fuoco…
- Non essere arrabbiata, è inutile… - mi si avvicinò annullando la distanza tra noi - Non riuscirai a dimenticarmi facilmente. - la sua mano calda si appoggiò sulla mia guancia mentre quelle iridi verde smeraldo, ancora una volta, mi passavano ai raggi X. - Io ti controllerò… - aggiunse - …proprio come ho fatto con Reggie! - sorrise diabolico.
Sentivo bruciare quel palmo sulla pelle più di un carbone ardente, avevo sussultato a quel tocco inaspettato e ovviamente lui se n’era accorto.
- Reggie? - sgranai gli occhi - Quindi s-sei stato tu a… -
- Certo! - esclamò - aveva sentito qualcosa di troppo e ho dovuto zittirlo. -
- Tu… Come…?!? - gli scostai bruscamente il braccio. 
- Una sfida di precisione, ha perso giurando di diventare mio fedele alleato. -
Indietreggiai leggermente, il mio cuore stava traboccando di un qualcosa di non ancora definito.
- Gli ho insegnato come usare il potere dell’odio! - si giustificò.
- Il potere dell’odio?!? Ma che stai dicendo, per me sei fuori di testa! -
- Tu sei diversa Allison… - cambiò discorso cominciando con un altro tono - …diversa da tutti gli altri B-Shot. 
Unisciti a me, t’insegnerò tutto quello che conosco in argomento! -
- No, Novu. - risposi convinta, senza indugiare un solo secondo - Non mi comprerai così! -
- Possibile che non capisci. - si portò una mano alla tempia - Il B-Daman è una nuova fonte di collegamento potentissima che unisce tutto il mondo attraverso la B-Net e i B-Animals, io la WMBA vogliamo risolvere questo grande mistero, sono gli scopi a essere diversi. -
- Non m’importa, non farò la fine di Mak. - incrociai le braccia al petto.
- Ti conosco meglio di quanto credi, sei un libro aperto per me… - abbassò la voce.
- No, tu non sai niente di me… - sibilai. 
- Oh sì invece, te lo posso dimostrare! - estrasse il telefono dalla tasca della giacca e digitò un numero.
- Che stai facendo?!? - domandai.
- Il nome Edward ti ricorda qualcosa? - attivò l’altoparlante e stese il braccio per mostrarmi il display che segnalava la connessione.
- E-Edward? - sospirai con voce rotta, capendo solo ora quali erano le sue reali intenzioni.

Tuuut, tuuut, tuuut. La linea suonava libera.

BIP.

“Questa è la segreteria telefonica di Edward Robinson Ford, in questo momento non sono in casa ma potete lasciarmi un messaggio dopo il segnale, farò di tutto per richiamarvi al più presto.”

BIP.

Il mio cuore si fermò per un istante. L-Lo aveva trovato…
Quello che io non ero riuscita a fare in quindici anni, lui lo aveva fatto in pochi mesi.
Il ragazzo chiuse la chiamata, ritirando il cellulare.
Allora, che effetto ti ha fatto sentire per la prima volta la voce di tuo padre? - piegò le labbra di lato e incrociò le braccia.
- C-Come h-hai fatto? - balbettai con le lacrime agli occhi.
- Vuoi sapere dove abita e il suo numero? Bene, accetta la mia offerta… - rispose risolutamente.
- Tu non puoi farmi questo! - 
- Hai ragione sono proprio un ricattatore, tuttavia per dimostrarti la mia superiorità non mi basta quello che ho appena fatto. - spiegò.
- Che intendi? -
- Ti svelerò tutti i segreti riguardo il B-Daman, con i miei consigli ti aiuterò a diventare più forte nel combattimento, saprai tutto su tuo padre… Mi sembra una proposta più che ragionevole, solo uno stolto non accetterebbe… -
- Ma? - lo incitai - c’è sempre un ma… -
- Ma scommettiamo che mi basterebbe toccarti una sola volta per farti capitolare ai miei piedi? - sollevò l’indice, avvicinandosi a me. 
- Che?! - non feci in tempo a replicare. I nostri visi si ritrovarono a pochi centimetri di distanza, mi artigliò il polso e mi costrinse con la schiena contro la ringhiera metallica. Venni premuta tra il suo corpo caldo e la fredda lega. Con la coda dell’occhio intravidi le chiuse del fiume circa 10m più in basso di me e il minaccioso scorrere dell’acqua; un brivido mi percorse dalla testa ai piedi.
La sua mano mi prese il mento riportando la mia attenzione su di lui.
- Hai paura? - mi chiese soffiando leggero sulle labbra come a sfidarmi.
Anche stavolta non feci in tempo a rispondere che afferrò saldamente il corrimano ai miei fianchi, impedendomi qualsiasi movimento.
Sussultai quando sentì la sua bocca sfiorarmi il collo, prima leggera, poi sempre più pressante, fino a lambire la pelle nel delicato e sensibile incavo tra collo e clavicola.
Mi venne naturale poggiargli la mano sul capo, accarezzando i sottili capelli dello stesso colore della luna.
Baci ardenti setacciarono ogni singolo centimetro della mia pelle scoperta, una scia infuocata ovunque passassero le sue labbra, il suo alito fresco mi provocò dei pungenti brividi lungo la schiena.
Quando si spostò sul viso, passando dietro l’orecchio e baciandomi il mento avevo già passato il punto di non ritorno: bramavo sentire premere le sue labbra sulle mie e la sua lingua intrecciarsi alla mia; mi stava facendo impazzire e ne sembrava altamente consapevole. Ripetutamente si staccava da me e mi puntava dritto negli occhi, a sancire la sua imminente vittoria nella scommessa.
Chi fosse il predatore e chi la preda era scontato ormai…
 “Moru-Ford 2-0” stava probabilmente pensando. Ed aveva ragione.
Sentì una mano poggiarsi sulla vita, avvolgermela con il braccio e spingere il mio corpo ancora più contro il suo, mentre quella libera intrecciava le dita nei lunghi capelli.
Con grande abilità avvicinava le labbra alla mia bocca, baciava i lati e si allontanava subito dopo. All’ennesimo tira e molla mi sfuggì un gemito.
- N-Novu…? - ansimai, incerta se mi avesse sentito o meno.
Nessuna risposta.
- N-Novu?! - ripetei un po’ più convinta, ma lui ancora una volta non mi degnò di attenzione, continuando imperterrito in ciò che stava facendo.
Non desideravo altro che un bacio furioso e sensuale da lui; così, giunta al limite di sopportazione, con entrambe le mani gli alzai il volto offrendogli le mie labbra.
- Mhm? Che c’è? - sussurrò suadente - In questo modo mi offri la vittoria s’un piatto d’argento… - sorrise compiaciuto.
Rimasi in silenzio, troppo stordita per provare a rispondergli.
L’unico rumore quello del mio respiro affannoso. 
- …Baciami Novu… - quelle parole suonarono come una supplica.
Mi aggrappai a lui con l’unica forza che mi era rimasta in corpo, quella della disperazione e l’ultima cosa che vidi furono i suoi occhi stupendi.
Un paio di calde e morbide labbra si poggiarono sulle mie con la stessa delicatezza con cui la neve cade sull‘erba, con cui una farfalla si posa s’un fiore.
La sua lingua scivolò all’interno della mia bocca proprio come la rugiada scivola s’una foglia. Fu la cosa più naturale del mondo per me seguire i suoi movimenti, accompagnare i suoi gesti.
Fu semplicemente stupendo: sentire i respiri che si mescolavano, condividere lo stesso ossigeno, scambiarsi ciò che di più bello esisteva in questo mondo. Quella cosa che tutti chiamavano Amore.
L’avevo odiato con tutta me stessa, avevo maledetto il giorno in cui l’avevo incontrato, disprezzato la sua persona nel più profondo dell’anima.
Già dell’anima; ma non del cuore, perché quest’ultimo ormai apparteneva a lui.
Quando si dice l’Amore è cieco…
Ero forse così follemente e inevitabilmente innamorata di lui che non mi ero accorta di che persona fosse veramente?
Mi aveva usata, proprio come un oggetto.
Aveva in pugno la mia vita…
Sapevo per certa che non avrei mai potuto rifiutare quell’offerta.
Conoscere finalmente mio padre…
“Mio padre…” quelle due semplici parole rimbombarono più volte nella mia testa, come un eco intrappolato.
Che cos’avrei detto agli altri? Riki, Samuru, Yuki, Simon?
Pensavo a loro, a come si sarebbero sentiti quando avrei spiegato le motivazioni della mia scelta; mentre la persona ch’era causa di tutto questo sanciva il mio tradimento nei loro confronti con un gesto come un bacio…
Novu si staccò da me con delicatezza, la sua mano scivolò sulla mia guancia, fino a lasciarla del tutto.
Fece un passo indietro, scostandosi da me.
Vedevo nei suoi occhi verdi un bagliore mai visto prima brillare imprigionato all‘interno, era rimasto sconvolto quanto me dall’intensità di quel bacio, logorato dalla passione. Immediatamente si calò la maschera sul volto, nascondendosi dietro di essa:
 - Sinceramente non pensavo che crollassi subito, mi aspettavo almeno un poco di resistenza da parte tua… - si affrettò a dire passandosi il dorso della mano sulla bocca.
Mi staccai dal corrimano superando la sua figura. Trafitta da quell’affermazione.
Il mio cuore stava traboccando di troppo emozioni contrastanti.
Amore.
Odio.
Cosa provavo veramente per Novu Moru?
“Ha rovinato tutto con quelle parole…” 
Mi incamminai verso la strada di ritorno senza voltarmi indietro, sentendo il suo sguardo bruciare sulle spalle…
- Promettimi che ci penserai. -  forse fu solo nella mia immaginazione che sentì quelle parole, ad ogni modo mi trattenni dal voltarmi, continuando dritta per la mia strada.






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Buongiorno a tutti!
Mi presento, io sono Cronus e sono nuova da queste parti!
Provengo da lidi lontani quali Beyblade e Captain Tsubasa, più conosciuti, ma non più intriganti di B-Daman.
E' la prima fanfic che scrivo su questo blog.
Spero sia uscita decentemente...-.-
Ho voluto incentrarla sul personaggio di Novu Moru, certo non ragazzo dalla facile psiche, ma che mi piace molto e non a caso è il mio preferito. Ma non diffidate! Amo un po' tutti i personaggi di questo anime: Samuru per secondo, Basara per terzo, Reggie e Derek al quarto posto... 
Allison Ford è un mio OC che è comparso anche in altre mie storie precedenti.
Mi piacerebbe scrivere il continuo di questa fic un giorno, sottolineo UN GIORNO, perchè ad aggiornare son peggio di una lumaca...
Niente...Tutto qua... forse Novu l'ho fatto un po' troppo pervertito, ma mi piace immaginarlo così! XP
A voi il giudizio...
Bye Bye Cronus













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