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Autore: Flawless_hunter    23/02/2014    4 recensioni
Conosciamo la notte della trasformazione di Simon perchè la prima parte l'ha raccontata Raphael e la seconda Clary l'ha vista personalmente. Ma non sappiamo quello che Simon ha provato.
Questa storia vede quella notte dal punto di vista del nostro Diurno preferito.
"Con orrore si rese conto di non potersi più separare da quel mondo folle in cui si era affacciato per amore di Clary e per non rischiare di perderla.
Ora, capiva infine, era un vampiro.
Ora quello era anche il suo mondo."
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Simon Lewis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Notte di sangue


Le sue gambe lo avevano portato, da sole, in quel luogo orribile e freddo che suscitava in lui ancora una buona dose di incubi.
Gli sembrava che il tragitto fin lì fosse stato  solo un sogno, ma, nonostante assomigliasse molto ad uno degli incubi che aveva fatto per settimane, non lo era: era reale.
Decisamente reale.
Per diverso tempo aveva sentito il bisogno di tornare là, ma mentre lo aveva davvero fatto se n’era a malapena reso conto.
Le sue gambe e la sua mente avevano come reagito a cose diverse: le prime avevano risposto allo strano desiderio approfittando sella distrazione della seconda, che invece gli faceva vedere e rivedere Clary e Jace che si baciavano alla Corte delle Fate.
Quella sera, la speranza di Simon che, scoprendosi fratello e sorella, i due avrebbero smesso di provare qualcosa l’uno per l’altra era stata fatta brutalmente a pezzi.
Così, dopo quell’involontaria passeggiata era entrato nel Du Mort, ormai ridotto all’ombra di se stesso dal clan che lo abitava, e tutto era finito nel giro di una frazione di secondo.
Ricordava poche sensazioni confuse e discordanti che si mischiavano tra loro in uno strano groviglio: corpi che cozzavano contro il suo, lo facevano cadere a terra, dolore acuto come spilli che gli perforavano più parti del corpo, piacere… e buio.
Fine.
Non sapeva dire per quanto tempo fosse rimasto in quello stato.
Non vedeva nulla, non sentiva nulla: le tenebre e il silenzio lo avviluppavano completamente come un’immateriale pesante coperta.
Non riusciva nemmeno a  capire su che superficie poggiasse il suo corpo, probabilmente stava fluttuando, chi poteva dirlo?
Eppure, neppure per un istante, aveva pensato d’esser morto.
Sapeva di essere vivo, o, per lo meno, sapeva di non essere morto.
E poi cominciò ad avvertire, dopo un tempo che poteva essere una manciata di secondi come centinaia d’anni, uno stranissimo senso di calore che penetrava nella sua pelle.
Come se il suo intero corpo fosse una spugna che assorbiva una quantità sempre maggiore di calore.
Poi cominciò a riacquisire tutti i sensi.
Prima il tatto, avvertendo di essere sdraiato su una superficie fredda e umida, per poi capire che non era semplicemente sdraiato su quel materiale: quel materiale lo circondava!
Provò a muoversi, ma il peso glielo impediva.
Si spaventò, eppure non avvertì il suo cuore accelerare, né il sudore freddo lungo la schiena.
Morirò soffocato, pensò.
Ma si rese conto, in quel momento, di non aver mai respirato da quando aveva ripreso conoscenza, e che non sentiva neppure il bisogno di farlo.
Cercò di analizzarsi, cercando di capire se ci fosse altro che non andava: e c’era!
Il cuore non solo non aveva accelerato: non batteva proprio.
E allora perche si sentiva così vivo, così forte, così bene?
Ma il benessere durò poco.
All’improvviso arrivò la sete, la gola in fiamme, bruciante; l’ardente desiderio di bere.
Una sete più violenta e più disperata di quanto non avesse mai provato prima d’ora in tutta la sua vita.
Poi tornò la vista e capì di essere circondato da terra, di essere stato seppellivo e che, per uscire dì lì, sarebbe dovuto andare verso l’alto.
Poi arrivò anche l’udito e sentì delle voci, ovattate dagli strati di terra, provenire da sopra di lui e si mise a scavare disperatamente per raggiungerle.
Scavò violentemente, con foga, ma senza spezzarsi le unghie o graffiarsi le dite lunghe e affusolate.
Alla fine uscì all’aria aperta e alla tenue luce della luna.
Il satellite pallido e argentato era l’unica luce del luogo e i rumori della città erano distanti.
Non capì subito dove si trovasse; la sua parte razionale e lucida era offuscata dal disperato bisogno di bere… sangue.
Inspirò e avvertì un odore dolce e invitante, un fantastico profumo che gli faceva bruciare ancora di più la gola.
Ad un tratto avvertì una sensazione stranissima, come se avesse la bocca troppo piccola o i denti troppo grandi, ma non ci fece molto caso, la sete dominava qualsiasi cosa.
Si voltò e vide due persone.
Sapeva vagamente che si trattassero di visi noti, di qualcuno che conosceva - o che avrebbe dovuto conoscere -  ma non riusciva a concentrarsi su nient’altro che non fosse la sete e il fatto che quei due avessero un profumo così deliziosamente invitante.
Si mosse lentamente verso di loro, con la bocca aperta.
Poi qualcuno alle sue spalle lo chiamò catturando la sua attenzione.
Sapeva di aver già sentito quella voce, ma non avrebbe saputo dire dove.
Il ragazzino che lo aveva chiamato non aveva nessun odore che ricordasse gli altri due, ma la busta che aveva in mano sì.
Era una busta piena di un liquido denso e scuro che fece bruciare la gola a Simon.
Di colpo tutto scomparve: il ragazzino, i due dietro di lui, quel luogo così strano, la luna… qualsiasi cosa che non fosse la busta di sangue non aveva senso di esistere.
Si precipitò disperatamente verso di quella, mordendola e avvertendo un’esplosione di dolcezza nella sua bocca che sembrò calmare le gola.
Piano piano, una busta dopo l’altra, la sete diminuì rendendo Simon capace di pensare.
Ora sapeva che i due alle sue spalle erano Clary e Jace, sapeva di essere in un cimitero e sapea che il ragazzino era Raphael Santiago, il capoclan dei vampiri che qualche tempo prima lo avevano rapito.
Il ragazzino ridacchiava e diceva delle cose che Simon non sentiva, preso com’era a bere e pensare.
La parte razionale lo dominò nuovamente.
Con orrore si rese conto di non potersi più separare da quel mondo folle in cui si era affacciato per amore di Clary e per non rischiare di perderla.
Ora, capiva infine, era un vampiro.
Ora quello era anche il suo mondo.

Lo so di non scrivere molto, e mi dispiace, perchè AMO scrivere. Ecco qui un'altra storia (un po' triste) su Simon. Adoro questo personaggio e mi piacerebbe conoscere un po' di fatti, come questo ad esempio, dal suo punto di vista.
Recensite e ditemi che ne pensate per favore.
:)
Hunter

 
  
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