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Autore: Atomic Chiken    23/02/2014    4 recensioni
" Già. Il contratto. Quello che avete firmato all'altare ".
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" Henry? Dov'è il mio pettine? "
" Non lo so, cerca in giro ".
Henry accavallò i piedi sul tavolo e cambiò quello schifoso canale dove trasmettevano solo programmi usciti dal buco del culo di un cammello. Sarah fece la sua comparsa sulla soglia con i capelli spettinati.
" Sto cercando da tre ore! L'ultima volta l'avevi preso tu, prima di andare a lavoro, si può sapere dove diavolo l'hai messo?! ".
L'uomo sbuffò cambiando di nuovo canale " Ti ho detto che non lo so, se lo sapessi lo direi, non ti pare? ".
Con fare irritato la donna prese il telecomando dalla mano del marito e chiuse la televisione. Il marchingegno finì dall'altra parte della stanza
" Allora vieni a cercare con me, devo uscire tra dieci minuti Henry, sto perdendo tempo inutile ".
L'uomo si mise in piedi facendo tremare il tavolino " Tu stai facendo perdere tempo a me! Fatti un dannatissimo codino, mettiti la prima merda che capita dal tuo armadio e levati dai coglioni "
" Sei un bastardo! "
" Puttana ".
La donna corse in camera sbattendo la porta, l'uomo ricominciò con il rito dei canali.
Quella storia stava andando avanti da ormai troppo tempo. Litigavano per motivi stupidi davanti ai quali anche i bambini si sarebbero sdegnati. Per la miseria, si erano messi a discutere per un misero pettine!
Henry raggiunse Sarah nella stanza. Aprì dolcemente la porta, pronto a chiedere scusa, ma tutte le buone intenzioni svanirono quando la vide intenta a preparare le valigie.
" Che diavolo stai facendo? " domandò entrando ferocemente
" Sei cieco? " disse lei senza alzare lo sguardo.
La prese per il braccio facendola dondolare come una bambola " Rimetti a posto Sarah, possiamo parlarne tranquillamente ".
La donna si scostò finendo vicino all'armadio " Parlarne tranquillamente? Henry, apri gli occhi! Siamo nella merda, non c'è più niente tra di noi! Dio, non c'è mai stato. Abbiamo fatto la scelta sbagliata ed ora è arrivato il momento di rimediare "
" Vuoi buttare all'aria due fottutissimi anni? E' così che deve finire maledizione? ".
L'altra finì di sistemare l'ultimo paio di vestiti e chiuse la valigietta. " Non è mai iniziato nulla ".
Raccolse le chiavi dell'auto e uscì dalla stanza. L'uomo la seguì fino alla porta principale
" Vuoi davvero andartene? " le chiese mentre apriva la portiera della macchina. Sarah buttò dentro la valigietta e si voltò verso di lui
" Voglio il divorzio Henry ".




La cosa aprì lentamente gli occhi. Sbattè le palpebre inesistenti e si guardò intorno. Non c'era nulla da vedere se non il buio assoluto.
Drizzò le orecchie e rimase in ascolto pazientemente.
Voglio il divorzio Henry.
Attese senza fretta.
Da qualche parte uscì una mano, poi un piede. La cosa fu percorsa da un dolore insopportabile.
Arrivò una gamba, un braccio, quello che sembrava il torace.
Strinse i denti lacerando le sue labbra sottili.
 Quella era la parte più brutta.
Con una lentezza esasperante sbucò un'altra testa, prima piccola piccola e poi, in un attimo, trovò la grandezza ideale. Spuntarono le orecchie e gli occhi, infine la bocca.
L'uomo emise un lungo urlo acuto. L'eco rimbombò nello stanzone vuoto.
La cosa si mise in piedi. Saggiò la pelle con le labbra, si toccò con le mani tastando quel corpo. Era disgustoso, ma perfetto.
Perfetto.
Prese l'abito nero e si vestì in fretta e furia.
Era il momento di andare al lavoro.






Henry provò un brivido lungo la schiena mentre guardava la scia di fumo salire verso l'alto. Era finita.
Tornò dentro con una nota di rabbia crescente. Diede un calcio al tavolo capovolgendolo.
Rimase in piedi al centro del soggiorno respirando affanosamente.
" Cazzo! " urlò al vuoto.
Qualcosa si mosse.
 Henry si voltò sperando di vedere Sarah. C'era invece la porta, ancora aperta. Andò a chiuderla.
E lo sentì di nuovo. Quello strisciare insistente.
Raggiunse la cucina controllando ogni angolo buio, prese un bicchiere e versò dell'acqua. Parte del liquido finì a terra mentre l'espressione dell'uomo mutava in una smorfia d'orrore. Lo spavento si placò quando riconobbe l'individuo.
Era il prete che aveva seguito lui e Sarah al matrimonio.
Che diavolo ci faceva lì?
Era in piedi davanti alla porta e lo guardava sorridente.
" Co..Cosa...".
Il prete avanzò verso di lui. Era abbastanza alto, pelato e dallo sguardo penetrante.
" Si calmi figliuolo, non la mangio mica ". Rise di gusto smettendo quando notò la confusione di Henry.
" Sono venuto qui per celebrare il suo divorzio " disse guardandolo.
Henry fece andare il pomo su e giù. Lui e Sarah avevano litigato solo un attimo fa.
" Non..Non ne abbiamo bisogno...Ci..Ci dobbiamo ancora pensare "
" Oh, ma non c'è alcun motivo di attendere oltre al dovuto Henry. Non hai sentito Sarah? La storia è finita. "
Si avvicinò a passi pesanti  
" Vuole porre fine al nostro contratto "
" Contratto? "
Il prete rise di nuovo. Henry provò l'impulso di coprirsi le orecchie.
" Già. Il contratto. Quello che avete firmato all'altare ".
Henry lo fissò disorientato. Era forse impazzito?
" Continuo a non capire " si difese.
" I pezzenti come voi, che accelerano i tempi ponendo fine ad un legame creatosi con il matrimonio, oltretutto per delle bazzecole del genere, devono essere puniti. E lei verrà punito ". Henry afferrò istintivamente la cornetta
" Se ne vada o chiamo la polizia ". L'altro rise di nuovo.
" Polizia? Dovrebbe piuttosto avvertire sua moglie, ex moglie, per essere precisi ".
L'uomo lasciò cadere il telefono e portò le mani alla bocca, aperta in un urlo.
Il prete...Prete?
Non c'era più nessun prete davanti a lui. Non c'era più nemmeno un maledettissimo uomo, lì. Era...Cosa diavolo era? Diavolo? Per Dio, quello sembrava il Diavolo in persona!
Qualcosa afferrò Henry per la vita. Venne alzato di peso mentre implorava aiuto come un indemoniato.
" Stai zitto! " disse quella che sarebbe dovuta essere una voce, ma Henry lo percepì come un pugno dentro la testa.
" E' ciò che ti meriti, figliuolo, ciò che ti meriti per l'orrore che hai commesso ".
L'uomo sentì una botta alla testa, una botta terribile. Il dolore raggiunse senza pietà la fronte, per poi trapassare il naso, la bocca, il collo...Solo allora Henry si rese conto di ciò stava accadendo. Troppo tardi, però. Perse coscienza per una frazione di secondi, rinvenne, sentì il proprio corpo dividersi contro la propria volontà, sentì il sangue viscido colargli tra le gambe, sentì le ossa spezzarsi, sentì il mondo cadergli alle spalle con tutto il suo peso.
" Finché morte non vi separi " furono le ultime parole che udì. Poi il buio divenne padrone.





Sarah era distesa sul letto di sua madre. Guardava il soffito con la testa svuotata ed il volto coperto di lacrime.
Era davvero decisa ad andare fino in fondo?
Non farlo.
Ed invece doveva. Dio, era da due anni che sopportava quell'essere egoista, ed ora era arrivato il momento di porre fine a tutto.
Per un attimo la mente le venne riaffiorata da tutti i bei ricordi che aveva passato con Henry. La loro luna di miele, le grigliate con i Wilson, le notti in cui avevano fatto l'amore. E poi erano arrivate le notti che avevano passato ad insultarsi a vicenda, ad urlare e lanciare oggetti per le stanze.
Sì, doveva andare fino in fondo.
Alzò il sedere raggrinzito e si diresse verso il telefono proprio mentre il campanello suonava. Rimase ferma con la mano a mezz'aria chiedendosi chi potesse essere. Sua madre sarebbe dovuta tornare il giorno dopo e...Scese le scale sperando di non vedere Henry. Oh, ne aveva le scatole piene di litigare con lui, che andasse pure al diavolo!
Aprì la porta indiettreggiando per la sorpresa. Ripercorse mentalmente tutti i volti che conosceva, ma quello..No, proprio non sapeva chi fosse.
L' uomo vestito di nero sorrise porgendole la mano
" Buongiorno, Sarah ".
  
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