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Autore: Ser Balzo    23/02/2014    8 recensioni
Ti hanno detto che la guerra è arte, e che Clove e Dan non potrebbero essere più diversi.
Ti hanno fatto vedere che occorre esercizio, pazienza e una certa dose di estro poetico, e che quella sadica assassina e quello stupido mandriano non sono altro che due patetiche pedine, due profili su una parete scalcinata, miserabili vittime di un gioco ben più grande di loro.
Ti hanno insegnato tutto questo e tu hai imparato. E hai fatto bene.
Fino ad oggi.
Perché i Settantaquattresimi Hunger Games hanno spazzato via tutto, e ora niente ha più importanza. E chiunque tu sia, se un umile pedone, un coraggioso cavallo, un disciplinato alfiere o un'implacabile regina… sai già cosa accadrà, quando ti ritroverai tra il fango e le bombe, a pregare qualunque cosa perché ti rimetta gli intestini nella pancia e ti conceda finalmente l'oblio.
Ora guarda quei due ragazzi, quelle due anime inseguite da eserciti di ombre, braccate da legioni di demoni, e chiediti: qual è la prima regola dell’arte della guerra, la più importante?
Vincere?
Quasi.
Vincere è fondamentale, ma non essenziale.
Dovresti saperlo: prima della regola uno viene la regola zero.
Resta vivo.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clove, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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“A thousand silhouettes
dancing on my chest

No matter where I sleep
you are haunting me

But I’m already there
I’m already there

Wherever there is you
I will be there too”

 

- Of Monsters And Men, Silhouettes










Prologo.

 

 

Un colpo di cannone.
Fu l’ultima cosa che sentì.
Prima venne il buio, e il silenzio. Per quanto, non seppe dirlo. Ma era piacevole. 
Forse un po’ troppo.
Dopo vennero le voci. Prima sussurri spezzati e inconcludenti, poi parole sconnesse, infine frasi compiute.
«Abbiamo rischiato di perderla parecchie volte, ma ora è stabile.»
Stabile.
Parlavano di lei? No, non era possibile. Lei era morta. Ricordava perfettamente la grossa pietra che si era schiantata contro il suo cranio, facendo esplodere nel suo corpo un dolore che mai avrebbe creduto potesse concepire. 
Il resto, però, era oscurato. Come se una fitta nebbia fosse caduta sui suoi ricordi. Non riusciva a rammentare chi l’avesse colpita. Era un tipo grosso, questo sì. Ma la sua faccia era sfocata. 
Come ti chiami?
Cercò di far riaffiorare quel nome dalla palude stagnante che era diventata la sua mente.
Non ci riuscì.
E questo la fece arrabbiare.
Rabbia.
Oh sì. Le piaceva, la rabbia. Questo se lo ricordava. Amava sentirla scorrere nelle vene, bruciare come alcol su uno squarcio schiumante di sangue.
Sangue.
Rabbia.
Uccidere.
E finalmente venne la luce.
Una bomba esplose sotto la superficie della palude, facendo schizzare in aria l’acqua melmosa e puzzolente. Pulendo e mondando. Fu una sensazione quasi intollerabile, sentire la vita rifluirle nelle vene, nelle ossa, nel cuore e nell’anima.
Ma adesso era libera.
Ora ricordava.
Ora sapeva.

Katniss Everdeen.

Devo uccidere Katniss Everdeen.

























L'ANGOLO DELLA CHIACCHIERA: È da quando ho visto La Ragazza di Fuoco che l'idea di scrivere qualcosa sul mondo di Hunger Games mi frulla nella testa. Dopo aver letto i tre libri (in inglese, perché sono troppo figo, nonchè la classica pippa che prima guarda il film e poi si legge il libro) l'idea di una storia si faceva sempre più presente (e opprimente). Ho buttato giù qualche capitolo, e la cosa mi intrippava sempre di più. Mi ero ripromesso di pubblicare il tutto a tempo debito, ma questa roba proprio non ce la fa a starsene buona nel mio computer, perciò eccola qui, in tutta la sua traballante incompetenza. 
Tecnicamente parlando, la storia dovrebbe avere inizio dopo la fine del primo libro, e continuare fino al terzo, con un punto di vista diverso da quello di Katniss. La trama originale verrà seguita fino ad un certo punto: ho intenzione di applicare qualche variazione qui e là, sopratutto nel terzo libro (che a mio modesto parere è quello che ho trovato più insoddisfacente). La modifica più consistente che ho deciso di porre in atto è la reintroduzione di quella deliziosa piccola psicopatica che è Clove.
Non potevo lasciarla lì nel primo libro senza farle tirare coltelli a qualcun altro, nossignore.  
Spero di ritrarre il suo carattere e quello degli altri personaggi non originali che compariranno il più fedelmente possibile. 
C'è chi definisce Hunger Games un capolavoro, chi invece un libro piatto e scritto in maniera talmente elementare da sembrare cretino: che piaccia o non piaccia, è innegabile che ci sia qualcosa, in questi tre libri, che ti prende e ti coinvolge: sarà il fascino dei personaggi, sarà la lotta serrata e senza quartiere, sarà che chiunque abbia letto questo libro si sia chiesto "ma se capitava a me, ma io che cazzo facevo?"... qualunque cosa sia, mi ha colpito e messo in moto la fantasia, tanto da voler creare una storia mia.
Per uno scrittore, penso non ci sia complimento migliore.

Direi che ho parlato anche troppo: perciò fatemi sapere che cosa ne pensate, qualunque sia il vostro parere. Come sempre, tutto fa brodo!
Tantissimi cari saluti, e al prossimo capitolo!

...e possa la fortuna sempre essere a vostro favore.

Perdonatemi, non ho resistito.

 
  
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