Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: mizuki95    24/02/2014    1 recensioni
Un bambino arrivato da fuori le mura porterà con sé molte domande, ma anche una speranza.
Genere: Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Armin Arlart, Eren Jaeger, Mikasa Ackerman, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Buon... qualcosa a tutti, sono le 0.50 del mattino (o di sera?), per cui non so come salutare. Parliamo direttamente della storia, va': ebbene, l'ho scritta senza troppe pretese, ed è basata al 70% su un sogno, il quarto sogno fatto su questo animemanga. Diciamo che il mio inconscio mi stava rompendo i cosiddetti per farmi scrivere qualcosa xD Scherzi a parte, l'ho trovata un'idea carina e da approfondire, perché l'autore non ha mai detto "In tutto il mondo", ha detto solo che "l'umanità è stata sterminata", quindi si potrebbe intendere l'umanità che stava solo in Europa, se la tesi secondo la quale la storia si svolga in Germania sia esatta e considerando il fatto che potrebbe essere un peccato di geocentrismo misto ad egocentrismo, come quello degli Americani, che a quanto so studiano solo la loro storia e un po' di storia romana. So che non ci sarà un grande pubblico perché non tratterò di alcuna coppia yaoihetyuri, già la presenza di accenni di EreMika (che non tifo, ma utili ai fini della trama) sarà tanto, ma mi va bene così. Ho detto il 70% del sogno perché la parte finale l'ho dovuta inventare io, visto che non ricordo più come terminava il sogno. So che gli eventi o la trama in generale della storia non sono molto originali e forse intuirete tutto entro il secondo capitolo, ma ripeto, la storia in sé mi piace, ho voluto trascriverla e non credo che sia morto nessuno per questo, quindi non penso che dovrebbero esserci problemi (?). Di mio, cercherò di non scadere nel banale e nell'eccessivo OOC, anche se l'ho messo nell'avvertenza per precauzione. Ci sono molte cose che non so del manga perché ho letto solo i primi tre volumi di esso e guardato l'anime per intero, dunque spero che non mi lincerete se nel corso della fan fiction verranno svelati elementi che nel manga sono già stati detti e di conseguenza di svelato non c'è nulla. Sto scrivendo ad un'ora molto tarda (o è presto?), per cui sicuramente avrò fatto errori di battitura e, nel peggiore dei casi, di sintassi. Vi pregherei dunque, oltre ad augurarvi una buona lettura, di comunicarmi la presenza di questi errori, che rimuoverò quando potrò. Grazie mille per l'attenzione! Buona lettura a tutti! ;)

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Correva con tutte le energie che aveva in corpo. Faceva brevi soste solo quando vedeva che quelli erano nei paraggi, e ripartiva appena si erano allontanati abbastanza.

La pelliccia con cui si era coperto lo rallentava, dato che le estremità dondolavano tra le gambe facendogli perdere l’equilibrio e appesantendolo. Erano già passati tre giorni e puzzava di morto, dunque presto non sarebbe più stata utile come protezione, così come il cervo che aveva catturato ma che gli era sfuggito una manciata di ore prima.

Del resto, non sapeva neanche dove andare, non c’era un luogo sicuro: erano giorni che vedeva soltanto alberi, animali e giganti. Sicuramente, pensava, le gigantesche mura che aveva attraversato qualche giorno prima erano state un sogno ad occhi aperti, come le abitazioni semi-distrutte, le macerie e le armi sparse ovunque.

Aveva seguito il corso del fiume solo per nascondersi nei momenti di massima emergenza e per abbeverarsi. Per questo, quando vide in lontananza un altro gigantesco muro, in un primo momento non credette ai propri occhi. Ma avvicinandosi realizzò che non era un sogno, perché di tanto in tanto alcuni giganti vi si raggruppavano davanti, cosa che quelli vicini all’altro muro non avevano mai fatto: c’erano delle persone! Esistevano altri esseri umani!

Questi pensieri gli diedero una carica ed una felicità che credeva non avrebbe più provato, e velocizzò il passo.

Ma, nell’eccitazione della scoperta e della corsa, la pelliccia rimase impigliata nei rami più bassi degli alberi, lasciandolo completamente scoperto.
 

 
Hannes sbadigliava più del solito, quella mattina. La notte precedente l’aveva passata a giocare e bere con gli altri membri del Corpo di Guarnigione, ed ora ne pagava le conseguenze. Salutò gli uomini che arrivavano per il turno mattutino, che lo ricambiarono.

Mentre dava un’occhiata di routine ai cannoni, udì un urlo: il suo sguardo corse alle case all’interno delle mura, ma la situazione era tranquilla.

Fu solo quando udì un secondo urlo, che capì che non proveniva da dentro le mura, ma da fuori. Osservò la foresta pullulante di giganti, e presto comprese che le grida – che nel frattempo erano state sentite anche dagli altri membri, ora riunitisi attorno a lui per chiedere spiegazioni – provenivano dalla base delle mura.

Abbassò lo sguardo, e vide un bambino che tentava disperatamente ma senza successo di arrampicarvisi, voltandosi sempre più spesso verso i giganti che si stavano avvicinando.

Hannes non perse tempo a porsi domande, ordinò ai suoi uomini di caricare i cannoni più vicini e sparare non appena i giganti si fossero avvicinati di duecento metri alle mura, per poi azionare subito il meccanismo di manovra tridimensionale e lanciarsi verso il bambino.

L’uomo lo raggiunse in pochi secondi, ma il bambino ebbe una reazione inaspettata: vedendolo arrivare dall’alto, fuggì nella direzione opposta, sempre al fianco del muro.

Hannes fu costretto a rincorrerlo e, appena lo ebbe afferrato per un braccio, riattivò il meccanismo e velocemente risalirono le mura, tornando nel posto in cui gli uomini li aspettavano.

Erano entrambi al sicuro, i giganti non li puntavano più, ma il bambino era talmente spaventato che si aggrappò alla giacca dell’uomo da cui poco prima era scappato e tremò convulsamente.

Hannes, ancora scosso dall’episodio appena vissuto per parlare, osservò il piccolo: era molto magro, i vestiti erano pieni di strappi, la pelle era pallidissima. Ma la cosa che, per qualche strano motivo, lo colpì di più, furono i capelli: erano scombinati, il taglio era un imprecisato corto-medio, ed il colore castano era interrotto da due ciocche bionde che partivano dalla riga dei capelli e terminavano ai lati della frangetta.

Uno dei nuovi membri prese per primo la parola, domandando al bambino come aveva fatto ad uscire dalle mura, e lui rispose…
  
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