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Autore: marvellously_percico    24/02/2014    0 recensioni
Questo è un racconto che parla di ombre,
le tenebre che dimorano nei luoghi chiusi.
Le tenebre che dimorano nei cuori,
che distruggono l’altro.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autore: sì, finalmente anche io mi metto a scrivere qualcosa, sperando che ti piacerà! :)



Aprì gli occhi, sapendo che le tenebre erano già intorno al suo corpo. “Le solite ombre” valutò.
Era abituata all’oscurità perché era il suo destino. “Una volta era anche la mia felicità” pensò.
La parte più buia vorticava in un mulinello nero cenere. Del fuoco uscì dal centro di esso.
Non si mosse, non fece nulla. “Mostrami qualcosa di diverso” chiese silenziosamente.
Una Figura iniziò a brillare di un grigio che passava velocemente al nero, e viceversa.
Quella Figura intorno a lei era diversa dalle altre, non la conosceva.
Stava crescendo? Stava retrocedendo?
Di sicuro stava modificando il corso degli eventi, questo faceva.
Cambiava continuamente. “Sa fare solo questo?” pensò. “Non l’ho mai vista.”
Iniziava a diventare qualcosa di nuovo, e in un tratto non era più nella sala buia di prima.
“E’ una valle?” pensò. Il caldo sole scaldava gli alveoli pulsanti di vita dei fiori, le limpidi acque di un lago.
Il luogo cambiò di nuovo. “E’ il deserto?” si chiese. “Ma piove.”
La calma pioggia dissetava gli arbusti lì vicino, bagnava la sabbia intorno ad essi e colpiva anche lei.
L’ambiente raggelò. “Ghiaccio?” si domandò. <> le rispose una voce che vibrava, gioiosa.
La soffice neve che cadeva sopra dei pini creava un verde sconosciuto agli occhi, un verde abbagliante.
La luce verde la investì. “Tenebra, di nuovo.”
Non poteva vedere ma poteva ancora sentire la natura intorno a lei.
“Lasciami vedere, oh Figura.”  
Lo chiese mentalmente perché era questa la via, parlare era proibito.
Non vedeva, ma capì che era ritornata nella valle, ma i fiori erano appassiti, intorno a lei nulla.
Il sole le stava bruciando la pelle, sentiva il dolore.
E sentire il dolore di una Figura era impossibile. “Perché mi fai questo?” chiese alla Figura.
Era ritornata nel deserto, ma non era possibile definirlo così ormai.
L’acqua era ovunque, una tempesta infuriava. L’acqua le entrò nel petto, soffocò. “Salvami” pensò.
Sentiva il freddo sotto i suoi piedi. Nevicava.
Finalmente la vista ritornò. “Troppo bianco” pensò. “Solo bianco.”
Provava dolore, e conquistò una scelta sbagliata.
- Perché mi tormenti, oh Figura? - urlò. - Divina io sono la tua messaggera, colei che tu hai scelto!
Il vento iniziò a vorticare intorno a lei. - Tu, non hai fatto valere le voci! - urlava la Figura.
- Loro non mi hanno creduto, oh Figura! Mi dispiace. 
- VERRAI PUNITA! - urlò la Figura.
Il vento aumentò, e iniziò a percuotere la sua cute come milioni di randelli.
Non poteva muoversi, era ancorata al terreno. Una donna le sì avvicinò.
La sua capigliature era intrecciata nella più splendida acconciatura avesse mai visto.
Fiori cadevano ad ogni suo movimento. “E’ lei, la Figura” pensò.
- Oh, Divina! - cominciò ma la Figura la bloccò.
- Capirai il futuro, vedrai i Divini e la morte sopraggiungerà in te se necessario sarà, oh mortale.


La Sacerdotessa Divina era ancora in quella sala dove le ombre vivevano e roteavano, vi era rimasta per tutta la notte. Nessuno poteva entrare, perché lì si annidavano i terrori che stroncavano anche giovani vite.
Le storie su quei luoghi, e sulle donne che riuscivano a vedere nelle tenebre si moltiplicavano sempre di più.
Ma così come le voci andavano a moltiplicarsi aumentava anche il numero di ragazze morte in quelle stanze.
“E’ spaventoso. Quale Dea pretende questo dai suoi figli?” si chiese.
“Ma io sono solo un giovane schiavo di questo Tempio, devo obbedire” ricordò.
“La Sacerdotessa era bella, ricordo quella notte in cui s’intrufolò nel mi..”
I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce del Capo. - Dobbiamo intervenire. Se la troveremo viva sarà il Miracolo che aspettavamo, anche se la pazzia avrà preso il suo corpo. Ma se sarà morta il Buio avanzerà.
Intervenimmo, aprimmo le porte e vedemmo quella figura bianca, piccola, morta.
Non possedeva più la folta chioma rossa. “Grigio. Nero, i colori della Tenebra, delle Ombre.” Pensò.
- La Divina Figura ha reclamato la sua anima! - urlò il Capo.
- Il Buio avanzerà, prepariamoci.
Iniziò a piovere.
Quella nottata non riusciva a dormire.
Sentiva l’amore scivolato dalla sua vita, non comprendeva perché la Divina Figura avesse reclamato la sua vita.
“Quella Figura, non è degna di portare quel nome.” Pensò.
- Sei l’altro. - urlò. - L’altro lato della luce, tu sei solamente le Tenebre. Non sei una Figura.
Qualcosa si mosse nelle ombre delle sua camere, qualcosa di antico.
Il sole cocente, caldo. La pioggia fredda, soffocante. Neve e morte arrivarono.

  
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