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Autore: Spirito Giovane    22/06/2008    0 recensioni
Un breve esempio di scrittura, uno dei tanti capitoli che si scrivono per un progetto pių ampio e che poi si escludono. Alcune cose infatti non trovano spiegazioni per il lettore nel testo proprio a causa del taglio che ha avuto il capitolo. Alberto si presenta davanti alla Menti Indivise per saperne di pių sul Ritornello Dell'Apocalisse e sulla setta dei Seguaci di Ade.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alberto entro' nella stanza e resto' sbalordito, incantato a vedere tanta meraviglia e splendore. Tutto quello che si diceva riguardo a quella stanza bianca, al numero 25 di quel provinciale complesso residenziale, era estremamente falso: non gli dava giustizia. Era tutto oltre l'immaginabile, oltre il sognabile. Sarebbe stato troppo per una mente mortale?
Fece qualche passo verso il centro della stanza per vedere meglio cio' che gli si prospettava. Si fermo' a guardare intensamente ogni singolo dettaglio, ogni riflesso di luce, ogni rumore straniero.Incalzava lo sguardo verso il fondo della sala, dietro i vetri opachi, tra le bolle d'aria delle acque verdastre.
- Chi sei tu, cosa ci fai qui? - chiese in tono neutro un volto tra i sette, quello centrale, che pareva essere il piu' autoritario ed era anche l'unico che poteva vantare d'avere un copro intero.
- Chi sei tu, cosa ci fai qui? - la domanda era stata ripetuta in tono ancor piu' grave e intimidatorio. Se prima solo quel volto mirava Alberto, ora anche gli altri pian piano andavano ad osservare l'esile ed alta figura che stava al centro della stanza. Alberto resto' in assoluto silenzio, come gli avevano spiegato. Non era necessario che attendesse nel rispondere, ma poteva fruttargli l'attenzione di tutti e sette.
- Nessuno dovrebbe essere qui. Non tu, almeno - disse la stessa voce di prima. Ma la bocca che si mosse era quella del volto da fanciulla che stava alla destra del volto centrale. Ogni singolo viso era legato indissolubilmente, carne, ossa e muscoli, all'altro. Ogni espressione di un singolo volto era condiviso da quelli vicini e per sette volti v'erano solo otto occhi: ogni occhio era condiviso da due facce tranne gli estremi. Ma la cosa piu' impressionante era il loro cervello.
- Cosa desideri da noi elfo? - la voce si fermo un istante - Cosa desidera un discendente di Arcas?-.
La sua voce risuono' molteplice e composta da vari livelli di suono. E forse era vero quel che si diceva: qualsiasi essere poteva sentire quella voce e capirla, era un linguaggio ben differente da quello di tutti i Razionali ed era udibile a qualsiasi frequenza.
- La tua casata sparė tempo fa! - proruppe il volto piu' largo e schiacciato, il secondo da destra, che aveva notato i fregi che Alberto portava sul giubbotto. L'elfo avrebbe voluto rivelare che quel giubbotto non era suo ma di coloro che avevano cercato di fermarlo fuori dalla casa. Ma loro l'avrebbero saputo presto se non avrebbe immediatamente rapito la loro attenzione.
- Chiedo - comincio' Alberto, con una sola parola decisa.
- Dicci cosa vuoi, arcano - dissero ad una sola voce. Alberto riflette' un poco, osservando i vari tubi e cavi che partivano dai corpi delle creature e che andavano verso il fondo della sala, che era nascosto agli occhi di Alberto dall'enorme quantita' di macchinari che tenevano in vita i sette. Solo l'essere centrale manteneva il proprio corpo integro; affondavano tutti in un liquido tra l'azzurro ed il verde. Il corpo subito alla sinistra era invece martoriato da squarci e pezzi mancanti, inserito nel suo apposito contenitore con lo stesso fluido verdastro.
- Vorrei conoscenze - disse Alberto.
- Conoscenze di che tipo? - disse il primo volto da destra.
Proprio come si dice in giro. Alcune leggende potrebbero pero' non essere vere. Continuiamo, ora tre parole, pensō Alberto. - Riguardo alle scritture -.
I volti si chiusero verso quello centrale scrutandosi con gli occhi, poi ritornarono a contemplare l'elfo come se avessero trovato pane per i loro denti. - Fai la tua domanda! - ed era la donna a sinistra dell'essere centrale a parlare.
Mentre si muovevano, le bocche disegnavano espressioni di dolore su quelle degli altri. C'erano forse momenti in cui il dolore non veniva percepito a causa dell'assenza della loro mente, vagante in altri mondi, oppure a causa dei componenti dell'acqua in cui i corpi erano immersi, che probabilmente contenevano antidolorifici.
- Il Ritornello dell'Apocalisse - affermo' Alberto, senza inclinazione vocale.
- Ah, capisco! - s'affretto' il primo volto da sinistra.
- T'ho visto nella biblioteca! Teo t'ha visto. Leggevi testi arcaici e cercavi un modo per vendicarti. La disperazione qui ti porta. Ed un nome: Ade! - urlo' Teo. Gli altri volti si dimenarono un poco, la loro enorme mente comune stava condividendo le informazioni cosė come si fa con una rete di computer. E come un computer Teo aveva registrato cio' che aveva visto sulla Custom, a chilometri e ore di distanza da quel luogo. Alberto era stupefatto.
- Dunque voi sapere cosa cerco! - proruppe l'elfo. I volti si fermarono, gli occhi si concentrarono su di un punto, i volti si chiusero su di loro e si avvicinarono ad Alberto.
- Tu cerchi delle risposte all'enigma piu' profondo ed antico, al problema che si genero' in tempi remoti. Cerchi la soluzione al paradosso divino: chi e' Ade ti chiedi? - domando' il volto centrale.
- Ade e' una antica divinita' mortale - rispose l'elfo, dando prova di cio' che gia' sapeva.
I volti rimasero allibiti e un poco sorpresi dall'affermazione di Alberto.
- La domanda e': di quale Ade parli? - continuo' il volto centrale.
- Della setta che porta il suo nome! - proruppe infine Alberto. Era riuscito ad arrivare al numero esatto di parole per poter concentrare tutta l'attenzione delle menti su di lui.
- Ah, la setta di Ade. Io capisco, El capisce. Ma dimmi cosa c'e' d'interessante in una setta religiosa come tante altre, dillo a noi che siamo curiosi! - disse il volto centrale.
- Corrompe le menti, tenta il risveglio del male - continuo' Alberto con il suo piano, aggiungendo una parola alla volta.
- Capiamo, immortale. Arcas deve essere fiero, la' dov'e'. Con Ade, credo. O almeno col suo corpo! - proruppe il volto della donna alla destra di El.
- Come sarebbe, Arcas ed Ade vivono nello stesso luogo? - Alberto stava carpendo forse un segreto ben al di la' di quello che aveva pensato di trovare.
- Tu proprio non conosci, elfo! Fortuna che sei venuto da Mui e dai sui fratelli. Sappi che gli Animali non si fecero sopraffare dagli Spiriti! Sappi che gli Animali ora sono gli Spiriti! Sappi che Ade cosė come Arcas, cosė come tutti gli spiriti, furono ingannati! Poca conoscenza hai sulle loro diatribe. Stai attento a dove vai e cosa dici arcano! Potresti ritrovarti in guai seri! - disse la donna di prima.
Ora c'era un velo di speranza e di dolcezza negli occhi di Alberto. Il volto restava imperturbabile, ma le conoscenze acquisite, anche se non ben comprese, erano cio' che forse avrebbe potuto aiutarlo. Ma c'era un altro obiettivo che doveva sondare.
- Cosa collega questo con la setta dei Seguaci di Ade? - E speriamo ci siano collegamenti, penso'.
Fu l'ultimo volto verso destra a parlare - Xi dei collegamenti ti parlera'. Sondato molte menti e molti mondi ho, idee mi sono fatto. Questa setta un essere insospettabile segue, un membro conosciuto obbedisce. Mentre l'Ade che con Arcas sta, che con gli spiriti vive, che e' celato nello spazio altrove, il vero Ade e'. Ade che qui nel mondo sta, che da qualche anno nel corpo vive, un altro ben piu' oscuro e vile e'. Ed i seguaci lui seguono e corruzione distribuiscono. E lui il nome vero profana. Tu attento anche alle conseguenze devi stare, la paura dilagante e' - ed il silenzio calo'.
Alberto forse aveva intuito qualcosa capiva che delle verita' erano state nascoste. Fece per parlare, ma il volto secondo da sinistra lo precedette.
- Io sono Jod, immortale! Parlo a nome di tutti quando dico che tu devi cercare quello che il tuo mentore ti aveva detto: cerca con i tuoi poteri le prove che possano portarti a dare giustizia, e non vendetta, al tuo maestro! Quelle devi cercare! Mentre ora ti consigliamo di scappare, prima che le guardie tornino! Le dieci parole hai raggiunto e di piu' noi non possiamo fare - disse Jod, cercando di sbirciare con gli occhi gli altri volti.
- Grazie per avermi illuminato! Seguiro' i vostri consigli fin da subito! - e detto cio' Alberto si volto' e raggiunse la porta dalla quale era entrato. Messe le mani sull'elsa della sua spada, aprė la porto e sbircio' la situazione al di fuori. Si volto' a vedere quello che lasciava: solo El aveva mantenuto il suo corpo integro. Jod aveva le braccia e la spina dorsale, nulla di piu'. Xi e Teo avevano i loro contenitori chiusi e senza vetri, probabilmente per nascondere le piaghe che martoriavano i loro corpi. Mui aveva ancora meta' del suo corpo integro, mentre la parte destra era nascosta dietro al corpo di El, che abbracciava teneramente con una mano. Coloro che avevano taciuto i loro nomi, l'altra donna alla destra di El e il volto con la faccia schiacciata, erano stati immersi in vasche che permettevano di vedere solo la parte superiore del loro corpo. Tutti i loro volti sembravano quelli di fanciulli, ma l'unione delle carni e delle loro menti li faceva sembrare qualcosa di piu', lontano dalla mostruosita' e dal meraviglioso: erano arche di sapienza. E le loro menti vagavano, unite o dissoluti, fra gli spazi astrali, fra le varie catene dei mondi, fra l'Apeiron ed i distanti invalicabili spazi al di la' del conoscibile Razionale. Le loro sette menti, unite e potenti, conoscevano il passato ed il presente. Solo il futuro a loro era negato, imbrigliato da altre sette menti, divise, ma altrettanto potenti.
Quando Alberto lascio' la stanza, i volti si strinsero a cerchio e si scrutarono l'un l'altro per qualche minuto. Poi tornarono al loro stato di quiete, tornarono a viaggiare fra i mondi pensando e inconsciamente complimentandosi ad alta voce.
- Abbiamo fatto bene a mandarlo da Dario. A quest'ora dovrebbe essere finito il processo e fra poco il vecchio gli si accostera'. Abbiamo fatto bene a mandarlo su quella via, mia amata - sussurro' El.
Mui abbandono' a sua posizione e porto' il corpo davanti a quello di El - Abbiamo fatto bene, abbiamo fatto del bene. Possiamo fare del bene -.

  
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