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Autore: Giuls_BluRose    24/02/2014    4 recensioni
Gohan volava verso la città di Satan City, volava verso il suo unico amore, volava verso quella che era diventata la sua donna: aveva capito tutto, quella frase sussurrata era arrivata perfettamente alle orecchie del giovane guerriero. Videl, la sua Videl, era incinta, dentro di lei stava crescendo loro figlio e la corvina non voleva tenerlo: quelle parole udite velocemente avevano fatto molto male al cuore del Saiyan, non poteva credere che Videl volesse abortire, non era concepibile per lui. Volava verso casa sua perchè voleva farle cambiare idea, voleva poter prendere in braccio suo figlio e voleva essere chiamato papà.
Quello anche se non era un figlio cercato non poteva essere considerato in alcun modo un errore, nessun figlio poteva essere chiamato tale, non si poteva neppure pensare una cosa del genere: nessuno è mai un errore, nessuno può essere chiamato tale, un figlio non va ucciso in nessun modo, anche se non è voluto o cercato, un figlio può cambiarti la vita e lo fa veramente.
Gohan sapeva di essere solo un diciottenne innamorato, ma quella terza debole aura che sentiva era quell di suo figlio e come tale non poteva essere ucciso, lui non lo avrebbe mai permesso.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Tutto e insieme
 
 

L'oscurità della notte avvolgeva quel corpo che viaggiava senza meta tra le cime dei monti Paoz, l'acqua continuava a scendere senza sosta sul suo corpo e sembrava che quella cascata di pioggia ustionasse le guance del corvino, già bagnate di amare lacrime di puro dolore e agonia.

Gohan non aveva una meta precisa, Gohan viaggiava spedito nell'oscurità della notte senza sapere che cosa fare, Gohan aveva paura della verità.

Se solo avesse voluto avrebbe potuto rischiarare la notte in pochi secondi, ma preferiva rimanere nell'oscurità, solo perchè l'oscurità era la miglior cosa che potesse essere lo specchio della sua cupa anima; tremava il suo corpo, era scosso da continui fremiti e spasmi e il suo cuore aveva preso a martellare, così come la sua testa che non gli concedeva tregua.

Un lampo squarciò il buio e illuminò per un secondo il corpo del giovane guerriero: i suoi occhi neri brillarono e puntò il capo verso il cielo, cercava disperatamente una via di fuga da quella realtà che lo aveva investito a pieno, cercava un modo per capacitarsi di tutto quello, ma invano.

 

Videl, non siamo soli”

Che cosa dici Gohan, non vedi che non c'è nessun altro qua?”

Percepisco una terza aura, non è chiaramente individuabile, ma se ti concentri la sentirai anche tu”

Io non sento niente, sarà solo la tua immaginazione”

Eppure qualcosa c'era effettivamente, non se lo era immaginato.

 

Un enorme dinosauro si stava avvicinando nel buio del cielo, il Saiyan sorrise pacato e, continuando a versare amare lacrime, si avvicinò alla bestia, puntando infine i suoi occhi neri in quelli chiari e forti dell'animale: le bestie selvatiche erano sempre state ammirate dal guerriero diciottenne e sempre ne era stato attratto. Quegli occhi si specchiavano in quelli scurissimi di Gohan, sembrava che tra loro ci fosse sincronia, il fiato caldo del bestione colpiva il petto freddo del ragazzo e lo scaldava, come un grande abbraccio. Pareva che l'animale si fidasse del Saiyan, ma il guerriero conosceva bene l'istinto animalesco e si scansò velocemente, prima che l'animale potesse colpirlo con la grande zampa.

“La vita è come un dinosauro: prima sembra che ti dia l'anima, il meglio che ha da offrire, poi ti colpisce improvvisamente, senza darti il tempo di renderti conto di nulla. Solo se sei previdente e la sai affrontare non vieni travolto dal dolore e di tremendi insegnamenti che ti vuole tenere celati fino al momento nel quale non si riverseranno sopra di te”

Disse quelle parole, mentre continuava a volare nel buio firmamento e un rivolo di sangue scendeva sulla sua guancia sinistra, segno chiaro che la bestia lo aveva colpito, anche se solo di striscio.

“E a quanto pare questo taglio è il segno che non sono in grado di affrontare la vita, che non ho il dono di saper prevedere le mosse degli altri e potermi proteggere in tempo”

Potrò una mano sulla ferita dolorante, anche se la vera angoscia la portava dentro al cuore, quel cuore che era stato spezzato e che bruciava più di qualsiasi altra ferita.

 

Tra di noi è finita”

Ma...come puoi dirmi questo? Dimmi che cosa ho fatto, dimmi perchè vuoi chiudere adesso! Avevo in mente di sposarti, volevo creare una famiglia con te, non puoi farmi questo Videl, non puoi!”

Vattene, esci fuori dalla mia vita e non farti mai più vedere. Non capisci che non ho intenzione di sposarti? Non capisci che ormai non provo più nulla nei tuoi confronti? Non devi più farti vedere da me, non voglio più avere nulla a che fare con te: è finita Gohan, finita per sempre! Adesso vai via, non voglio più vederti davanti a me”

E Gohan prese il volo: gli occhi bagnati di lacrime, il cuore a pezzi, la stessa sensazione di una terza presenza e il sussurro lontano di quella nuova verità, uscita dalle labbra di Videl.

Sono incinta, non terrò il bambino: almeno tu sii felice, io me la caverò da sola”

 

Gohan volava verso la città di Satan City, volava verso il suo unico amore, volava verso quella che era diventata la sua donna: aveva capito tutto, quella frase sussurrata era arrivata perfettamente alle orecchie del giovane guerriero. Videl, la sua Videl, era incinta, dentro di lei stava crescendo loro figlio e la corvina non voleva tenerlo: quelle parole udite velocemente avevano fatto molto male al cuore del Saiyan, non poteva credere che Videl volesse abortire, non era concepibile per lui. Volava verso casa sua perchè voleva farle cambiare idea, voleva poter prendere in braccio suo figlio e voleva essere chiamato papà.

Quello anche se non era un figlio cercato non poteva essere considerato in alcun modo un errore, nessun figlio poteva essere chiamato tale, non si poteva neppure pensare una cosa del genere: nessuno è mai un errore, nessuno può essere chiamato tale, un figlio non va ucciso in nessun modo, anche se non è voluto o cercato, un figlio può cambiarti la vita e lo fa veramente.

Gohan sapeva di essere solo un diciottenne innamorato, ma quella terza debole aura che sentiva era quell di suo figlio e come tale non poteva essere ucciso, lui non lo avrebbe mai permesso: lui e Videl erano giovani, ma sapeva che avrebbero imparato sul campo, lui amava lei ed era certo che i suoi sentimenti fossero pienamente ricambiati e non avrebbe permesso che quel dono, non quell'errore, li allontanasse una volta per tutte.

Volava a velocità supersonica, le lacrime bollenti erano unite alla pioggia incessante e la loro unione non permetteva al Saiyan di vedere chiaramente, ma riuscì ad individuare la casa maestosa della sua innamorata e, azzerando l'aura, si recò alla finestra di quest'ultima, stranamente era aperta.

La corvina era stesa sul letto a pancia in giù, le mani cingevano il cuscino in un violento abbraccio e continui singhiozzi stroncavano la quiete del suo corpo: Gohan entrò silenziosamente, ancora percepiva quella terza aura nella stanza, ma era sempre più debole, sempre più morta, sempre meno viva.

L'attenzione del Saiyan fu attratta dalla scatolina che Videl aveva sulla scrivania, puntò un occhio e un freddo brivido gli percorse la schiena: le pillole che il medico gli aveva dato per l'aborto. Scosse la testa e sentì nuove lacrime iniziare a bagnare le sue guance: non gli avrebbe mai detto niente, lo aveva cacciato via dalla sua vita e mai gli avrebbe detto di quel figlio che portava in grembo, ma lui sarebbe venuto a conoscenza di quello che realmente era successo. Lei avrebbe abortito senza dire nulla a nessuno, non lo avrebbe rivelato né al padre né alla sua amica Erasa e né tanto meno a lui, il padre della creatura.

Non era andata però così come credeva Videl, Gohan si era accorto di tutto e non avrebbe permesso in alcun modo che la ragazza buttasse giù quella pillola, non avrebbe permesso che uccidesse loro figlio: l'amava troppo per far si che si macchiasse di una colpa tanto grave, l'omicidio: si, Gohan lo considerava tale perchè fin dal primo istante il cuore del feto batte, fin dal primo istante c'è vita e non è un nostro diritto né un nostro dovere spezzare la vita, questa va solo saputa amare.

“Non fare la scema, butta via quella pillola”

Una voce roca e rotta dal pianto echeggiò nella stanza, una voce piena di paura e con un velo di rabbia, Videl si voltò di scatto e gli occhi cerulei si incatenarono a quel nero pece che si trovò davanti.

“Videl, per favore non buttare giù quella pillola, non uccidere nostro figlio, siamo giovani, ma ci amiamo e dobbiamo prenderci le nostre responsabilità: la strada più veloce non è quella più facile e giusta, la vita va saputa affrontare, faremo tutto e insieme, te lo prometto”

La terrestre provò ad aprire bocca, ma solo lacrime scendevano dai suoi occhi e ogni inizio di parola le moriva in gola, strozzata dai singhiozzi. Non fece opposizione quando le braccia del Saiyan la cinsero dolcemente, in quel momento la sua mente era piena di pensieri e non appena fu accolta tra le braccia di Gohan potette dare sfogo a tutto quel dolore e quella frustrazione che teneva dentro.

“Io non me ne vado Videl, ho capito che quell'aura è quella del bimbo che sta crescendo in te e adesso non potrei mai lasciarvi soli, mettitelo bene nella mente, io non me ne andrò mai dalla vostra vita”

“Gohan, non hai capito: siamo giovani e non possiamo tenere il bambino, è stato solo un errore.”

Gli occhi del Saiyan si accesero improvvisamente, non poteva neppure sentire pronunciare quella parola: afferrò la ragazza per i polsi e la costrinse a guardarlo negli occhi: non era arrabbiato, ma solo deluso dalle parole di lei.

“Non puoi dire questo, non è un errore, ma solo una prova che il destino a voluto farci affrontare, siamo ancora molto giovani, abbiamo solo diciotto anni, ma non possiamo uccidere una vita, lo vuoi capire? Dobbiamo essere più forti del destino, non dobbiamo arrenderci: il mestiere dei genitori lo impareremo sul campo, tutti hanno fatto in questo modo e noi non saremo né i primi né gli ultimi a diventare genitori prima del tempo.”

“Ho paura Gohan, ho tanta paura”

“Anche io ne ho, credimi Videl, ma so che noi ci amiamo e che affronteremo tutto e insieme”

“Promettimi che andrà tutto bene”
“Non posso farlo, ma sappi che io non ti abbandonerò mai e non lascerò che tu butti giù quella pillola, noi avremo il nostro bambino, il nostro dono e non il nostro errore: ricordalo sempre, quel bambino è nostro e noi non dobbiamo fargli del male”

Gohan baciò delicatamente le labbra della ragazza, poi le alzò la maglietta e posò un dolce bacio anche sul suo ventre, facendola leggermente sorridere.

“Fidati di me Videl, non buttare all'aria il nostro amore, lascia che sia il cuore a guidarti, io rimarrò sempre con te, in tutto”

“Gohan...”

Il ragazzo la fissò negli occhi e poi compì un gesto che lei non si sarebbe mai aspettata: si inginocchiò davanti a lei e fece uscire dalla tasca bagnata un cofanetto rosso, dentro un bellissimo anello.

“Videl Satan, mi vuoi sposare e passare il resto della vita con me?”

Brillavano di lacrime gli occhi di entrambi, Videl era rimasta scioccata da quella dichiarazione improvvisa, Gohan però aveva passato giorni con quell'anello in tasca e anche se lei aveva detto che era finita lui non si era perso d'animo e lo aveva continuato a tenere nella tasca della tuta, pure quella sera.

“Non sarà facile Videl, ma supereremo tutto e insieme, come sempre”

La ragazza sorrise leggermente e si strinse al corpo del del ragazzo: lo amava e sapeva che quella promessa l'avrebbe mantenuta, la sua mente stava iniziando ad odiarsi per aver anche solo pensato di ingerire la pillola e il suo cuore stava capendo che Gohan alla fine aveva ragione.

“Si Gohan, lo voglio”

Cominciò nuovamente a piangere, ma baciò delicatamente Gohan e portò una mano al ventre, mentre dalle labbra di entrambi usciva la stessa frase:

“Tutto e insieme”

Avrebbero superato ogni ostacolo, avrebbero vinto il destino, avrebbero vinto insieme.

 

Non uccidere istintivamente.
Non accettare passivamente.
Rispetta e ama la vita.



Note dell'autrice:
Ciao a tutti ragazzi!
Eccomi qua con questa nuova OS che pubblico per il mio compleanno, spero che vi piaccia.
Questo è un tema veramente molto importante per me e vi dico che mi sono anche commossa mentre la scrivevo, cosa un po' strana per me.
E' una delle fic che, credo e spero, mi siano venute meglio, questo perchè viene direttamente dal mio cuore e ho molto a cuore questo argomento.
Sono abbastanza orgogliosa del mio lavoro, ma mi scuso immensamente perchè non l'ho riletta: sto andando via, ma ci tenevo veramente molto a pubblicarla il giorno del mio compleanno, scusate e se vedete errori segnalate pure.
Bhe non ho molto altro da aggiungere, dico solo che ringrazio infinitamente tutti quelli che continuano a sostenermi e che senza di loro non sarei dove sono adesso (E dove sei Giulia? Vai a studiare vai XD)
No davvero, un grazie speciale a tutti e un bacione.
Adesso scappo, spero veramente che vi piaccia e che mi lascerete una recensione, un bacio a tutti :*

-Giulia Pierucci- <3

 

 

 

   
 
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