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Autore: whitesary    22/06/2008    1 recensioni
la mia primissima fanfiction in assoluto! ho tentato di scrivere una storia d'amore, fatemi sapere se ci sono ruscita almeno in parte ^^"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Seto Kaiba
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Una mattina come tante nella città di Domino. Sulla strada che porta al liceo c’è un gruppetto di persone che, di andare a scuola, proprio non ne vuole sapere.
“Che palle ragazzi! Ma non possono farci fare almeno due giorni di vacanza?” disse Joy.
“E’ già tanto se abbiamo la domenica libera… e non lamentarti sempre!” gli rispose Tea anche se, sotto sotto, condivideva l’idea dell’amico.
“Tea ha ragione, Joy…e poi cerca di guardare il lato positivo della scuola: si conosce sempre gente nuova e, soprattutto, si può giocare al Duel Monsters!” disse Yugi intervenuto per sostenere le parole di Tea.
“forse avete ragione, ma dopo 187 sconfitte consecutive contro Yugi è difficile definirsi un duellante…”
“Senza contare che c’è pure ‘mister – drago – bianco – occhi - blu’ in classe…non immagino nemmeno il risultato di un possibile duello tra il nostro Joy e Seto Kaiba…” disse ironicamente Tristan.
“ma è ovvio, vincerei io!!”
“si, come no…nei tuoi sogni! Devo ricordarti il risultato del tuo duello contro Seto al torneo di Pegasus?”
“caz…maledetto, non dovevi farmelo tornare in mente!!!”.
“ragazzi, siamo arrivati a scuola…guardate c’è Seto! Andiamo a salutarlo?” propose Yugi.
“grazie dell’invito ma rifiuto più che volentieri…con quel caratterino che si ritrova non mi tratterrei nel dargli un bel cazzotto sul naso” rispose seccato Joy.
“ed io verrei pure ad aiutarti!” disse Tristan.
“su, ragazzi…e io che pensavo che dopo tutte le cose passate insieme ci fossimo avvicinati…” disse Tea. Yugi, non curandosi dei suoi amici e dei loro discorsi, era corso nel cortile della scuola, per salutare il suo amico.
“buongiorno Seto!” disse allegramente Yugi.
“buongiorno…” gli rispose freddamente, dopo di che oltrepassò la porta d’ingresso. Yugi rimase molto male sentendo un saluto freddo, assente…che gli sia successo qualcosa? Che si sia svegliato con la luna storta? Le voci dei suoi amici lo distrassero da questi pensieri.
“ehi, Yugi! Perché sei corso avanti senza aspettarci?” chiese Tristan.
“hai parlato con Seto?” domandò Tea.
“sì…”rispose vagamente Yugi.
“qualcosa non va’?” chiese Joy.
“no, no…è tutto ok…solo che Seto mi sembrava…distante…aveva uno sguardo freddo…”
“ma lui è sempre così! Ti preoccupi per niente!” disse Joy.
“si nota molto la mia preoccupazione?”
“come un elefante in un campo di calcio!” rispose Joy cercando di distrarre l’amico con un umorismo piuttosto scarso. La prima campanella suonò e il gruppetto si affrettò ad entrare in classe per non prendere l’ennesima sgridata del prof, e il classico discorsetto sull’affidabilità e sulla puntualità. Con molta sorpresa in classe c’era solo Seto, intento a leggere dei fogli. Quando notò di non essere più solo in classe ripose quello che stava leggendo nella cartella e, sforzandosi di essere normale, salutò i suoi amici.
“buongiorno, ragazzi” disse.
“buongiorno Seto” rispose educatamente Tea.
“ciao” si limitarono Joy e Tristan. Yugi pensava ancora al saluto di prima e non disse nulla.
“qualcosa non va’ Yugi?”-chiese Seto-“ti è successo qualcosa?”
“il tuo saluto di prima…mi ha preoccupato un pochino…come mai era freddo e distante? Che è successo a te piuttosto?” domandò Yugi in tono preoccupato.
“volete proprio saperlo?” –d’un tratto il suo sguardo tornò serio, lo stesso che aveva mentre leggeva; riprese i fogli e disse-“questa lettera l’ho trovata stamattina nel mio ufficio alla Kaiba Corporation mentre facevo la classica visita mattutina…è del mio patrigno, Gozaburo Kaiba”.
Gli altri, ricordando il suo triste passato, rimasero a dir poco shockati nel sentirne l’autore.
“e…che cosa c’è scritto?” chiese titubante Yugi. Seto prese coraggio e rispose:
“in questa lettera mi informa che mi ha promesso ad una ragazza”.
Nell’aula vuota calò un ulteriore silenzio, interrotto da Joy.
“che vuol dire promesso?”
“vuol dire che mi ha fidanzato con questa ragazza senza il mio parere. Ma cosa ne vuoi sapere tu…”
“scusa un attimo”-lo interruppe Tea-“ma come mai se è stata scritta dal tuo patrigno ti è arrivata stamattina?”
“sulla busta c’era scritto di consegnarmela esattamente oggi…il perché me lo domando anche io…” rispose pensieroso Seto. Nella stanza tornò un ulteriore pesante, incessabile silenzio interrotto dalla seconda campanella che segnava l’inizio dell’ora di storia. Mentre i loro compagni di classe stavano entrando Joy disse:
“oh, no…adesso abbiamo il prof Nakanishi, quello che sputa sulle prime tre file…che palle…” . Purtroppo il professore era proprio dietro di lui e che aveva sentito tutto.
“bene signor Wheeler, sono contento che si ricorda di me…e delle mie punizioni? se ne ricorda?”
“e chi se le dimentica quelle…sentiamo, quale mi tocca oggi? Stare fuori per tutta l’ora? Essere il suo assistente? Dica pure…”
“è fortunato Wheeler, non ho tempo per punirla…diciamo che per oggi è salvo. Ora andate tutti a sedervi” disse Nakanishi. Tutti presero posto, fecero un inchino e si accomodarono.
“bene ragazzi, prima di cominciare devo presentarvi una persona: è una vostra nuova compagna di classe, appena trasferitasi dall’Italia. Parla perfettamente la nostra lingua grazie a dei corsi effettuati nel suo paese. Pregherei tutti di trattarla bene e di fare amicizia con lei” -disse il professore e, voltatosi verso la porta semi-aperta aggiunse-“entra pure”. La porta si aprì lentamente ed entrò una ragazza.
“ecco, lei è Sara. Rinnovo il mio invito ad essere educati con lei” riprese il prof “ora ti lascio parlare: presentati alla classe”. La ragazza, un po’ imbarazzata, cominciò il suo discorso:
“piacere di conoscervi, mi chiamo Sara, ho 16 anni e mi sono appena trasferita qui dall’Italia per motivi di lavoro di mio padre. Come già anticipato dal professore Nakanishi, ho seguito dei corsi di lingue nel mio paese, per questo non dovrei avere problemi a parlare con voi.”
“scusa se ti interrompo, ma ora dove lavora tuo padre? Mi serve per completare la tua scheda personale per l’archivio” disse il professore.
“lavora alla Kaiba Corporation…cioè…dovrebbe cominciare oggi…” rispose lei. A sentire quella risposta Seto scattò in piedi per dire qualcosa, ma si scusò per l’accaduto e si risedette. La ragazza lo guardò e, stranamente, mentre incrociava il suo sguardo, cominciò a sentire caldo e il cuore battere forte. Si convinse che era l’emozione e si voltò nuovamente verso la classe. Ma quegli occhi blu…
Seto incrociò il suo sguardo e sentì le stesse cose, ma non ci diede alcuna importanza.
“dicci anche dei tuoi hobbies e della tua media scolastica” disse gentilmente il Naka-prof, così soprannominato dai suoi alunni.
“ecco…”-riprese lei imbarazzata-“a scuola me la cavo abbastanza bene e…”
“non essere modesta, la tua media è ottima: hai il massimo dei voti in ogni materia e spero che questo sproni alcune persone qui presenti a darsi da fare…continua pure.”
“grazie…i miei hobbies sono la pallavolo, il basket, la musica, guardare i film e….”-e qui si interruppe-“…e… basta, questi sono i miei hobbies principali” concluse infine.
“ottima presentazione. Adesso puoi accomodarti e, per farti sentire a tuo agio, ho deciso di metterti vicino a Tea Gardner, sul fondo della classe” le disse il professore.
“molte grazie” disse Sara facendo un inchino, dopo di che si avviò verso il suo banco sotto gli sguardi di tutti. Dopotutto era una bella ragazza, chi non l’avrebbe notata? Capelli mossi castano scuro, occhi verde smeraldo, lineamenti femminili e delicati…avrebbe di certo attirato l’attenzione dal primo istante e così fu: tutti la fissavano incantati mentre passava tra i banchi fino al suo, invidiando Tea perché sua compagna di banco. Solo Seto rimase impassibile, dopotutto aveva problemi ben più grossi a cui pensare, anche se era curioso di sapere il nome di suo padre, suo nuovo impiegato. Accomodatasi al suo posto Sara fece subito amicizia con Tea. Trascorse tre ore arrivò finalmente l’intervallo, e tutti i ragazzi della classe si avvicinarono per parlarle. Fu tempestata di domande fino a quando, grazie all’aiuto di Tea, riuscì ad uscire dall’aula.
“devo consegnare questi moduli in segreteria…mi accompagni? Non so dov’è…”chiese Sara
“con piacere, andiamo!” rispose Tea. Mentre si avviavano lungo il corridoio, Sara notò che nelle altre aule erano in corso dei duelli a Duel Monsters e disse a Tea:
“anche voi, qui, giocate al Duel Monsters? Io sì e mi piace tantissimo!”
“davvero? Qui non c’è nessuno che non ci gioca…”
“volevo dirlo nella mia presentazione, poi però non l’ho fatto per paura di essere presa in giro…vedi, in Italia quasi nessuno della mia età conosce questo gioco, anche se si sente spesso parlare delle Leggende.”
“e chi sarebbero le Leggende?”
“sono Yugi Muto, Joy Wheeler e Seto Kaiba! So tutto di loro e dei loro dek, anche se non ho mai visto una loro foto… comunque conosco ogni loro impresa, sono una loro grandissima fan!”
“davvero? E se ti dicessi che le Leggende sono tutte e tre nella tua stessa classe mi crederesti?”
“stai scherzando?! Sono davvero nella nostra classe, qui, in questo liceo?! Impossibile!”
“appena torniamo te li presento, ok? Ecco la segreteria.”
“consegno questi fogli e arrivo!” disse Sara. Poco dopo uscì dalla segreteria e, insieme a Tea, si diresse verso la loro aula, ma uno strano rumore le fece voltare di scatto: tutti i compagni che avevano abbandonato in classe le avevano seguite e si dirigevano verso di loro come una mandria di tori, così le due ragazze iniziarono a correre facendo uno slalom gigante tra le persone nel corridoio. Una volta entrate in classe si chiusero dentro, non curanti che Joy e Yugi si stavano affrontando in un duello.
“mamma mia che corsa…certo che sei veloce, quasi non riuscivo a starti dietro!” disse Tea col fiatone.
“anche tu sei veloce, e poi il tuo scatto è simile a quello di un felino!” rispose Sara, col fiatone anche lei.
“ehi ragazze, qualcosa non va’? Sembra che abbiate appena corso una maratona! Ah, scusami, non mi sono ancora presentato. Io sono Joy Wheeler, lui è Yugi Muto e lui Tristan Taylor” disse Joy, ormai dimenticatosi del duello.
“molto piacere!” dissero quasi in coro Tristan e Yugi.
“il piacere è tutto mio!”rispose lei con un inchino.
“che ti avevo detto? Era la verità…”disse fieramente Tea.
“avevi ragione. È incredibile, sono nella stessa classe delle Leggende del Duel Monsters, Yugi Muto e Joy Wheeler! Incredibile!”
“le Leggende? Perché ci chiami così?” domandò Yugi.
“vedete, in Italia si parla spesso di voi e dei vostri duelli al limite dell’incredibile…però in qualsiasi articolo di giornale o servizio TV non hanno mai riportato vostre foto, così la gente dice che siete troppo incredibili per esistere veramente, così ha cominciato a chiamarvi in questo modo…voi insieme a Seto Kaiba siete ormai famosissimi, ma questo non basta ad appassionare la gente a questo gioco…è praticato da poche persone, purtroppo…”
“vuoi dire che siamo famosi anche in Italia? Fico!” disse Joy con la testa ormai tra le nuvole.
“e tu pratichi il Duel Monsters?” le chiese Yugi.
“sì, però ho dimenticato il dek a casa…”rispose Sara.
“non importa…ci batteremo prima o poi, ok?” le propose Yugi.
“ok!” rispose lei.
“scusatemi se vi interrompo ma la gente arrivata come una mandria qua fuori sta per abbattere la porta! Che facciamo?” domandò Tristan mentre cercava di sostenere la porta con il suo corpo.
“oh cavoli…sono quelli da cui scappavamo prima…che si fa?” domandò Tea un pochino preoccupata mentre, insieme a Sara, si allontanavano sul fondo della classe. Di colpo la massa di gente cessò di forzare la porta e, pochi secondi dopo, entrò in classe Seto.
“Dio mio che spavento…ma…la massa di ragazzi qua fuori…che fine ha fatto?” gli domandò Tea.
“diciamo che se non si fossero spostati in un nanosecondo da lì avrebbero subito la furia del mio ‘drago finale occhi blu’…piuttosto…che ci facevano tutti quei buoni a nulla qui fuori?”-poi si voltò verso Sara-“che sia per colpa sua?”. Sentendosi responsabile la ragazza abbassò lo sguardo.
“possibile che la tua finezza sia quella di un elefante, Seto?! È appena arrivata, non trattarla male e non farla sentire in colpa!” inveì Tristan.
“a proposito, come si chiama tuo padre?” le chiese Seto.
“Battagliola Giuseppe, ma…come mai questa domanda?”
“da oggi è un mio nuovo impiegato” le rispose lui.
“ma…aspetta un attimo…tu sei Seto Kaiba?”
“sì, perché?”
“i..im..impossibile! Tea avevi davvero ragione tu! Le Leggende sono veramente nella nostra classe! Incredibile!” disse Sara agitata mentre saltellava dalla gioia insieme alla sua amica. Seto non capì niente del discorso della sua compagna di classe, così Yugi gli spiegò tutto.
“per la cronaca, io sono la Leggenda n.1…non posso essere nemmeno paragonato a questi due…soprattutto a quella mezza tacca di Joy Wheeler…” disse Seto con la sua solita fierezza e con la solita aria di superiorità.
“maledetto..se ti prendo io…”inveì Joy, trattenuto a fatica da Tristan per evitare che l’amico andasse in escandescenza.
“basta litigare, ragazzi!!!”disse spazientita Tea. Pochi secondi dopo suonò la campanella che dava l’inizio alla restante parte della giornata scolastica.
“che materia abbiamo adesso?”chiese Sara.
“educazione fisica…almeno una materia dove non si deve studiare!” disse consolato Joy.
“Sara andiamo, dobbiamo fare in fretta a cambiarci…abbiamo una partita di pallavolo da vincere! Andiamo!”disse Tea con lo spirito da pallavolista che le faceva ribollire il sangue mentre trascinava Sara fuori dall’aula con la forza.
“ok! Ci vediamo dopo!” disse la ragazza. Mentre le due ragazze si recavano in palestra parlando del più e del meno, anche i ragazzi cominciarono ad avviarsi.
“ Sara mi sembra una ragazza simpatica” disse Yugi.
“già… e poi è anche carina…” aggiunse Joy.
“ma andiamo, è una come le altre! Com’è possibile che vi incantate in un secondo per una ragazza?! Si vede che siete ancora dei ragazzini…”disse Seto.
“si vede che tu hai un cuore di pietra…finora ti sei preoccupato solo di te stesso, di tuo fratello e della tua società, è ora che tu apra gli occhi e cominci a…”-e qui si interruppe ricordandosi della lettera-“…scusa, non volevo…dimentica quello che ho detto…”disse infine Joy.
“non importa, ho capito cosa volevi dire” gli disse infine Seto.
“che ne dite, e se facessimo degli esercizi per distrarci? Poi potremmo fare qualche tiro a basket…cosa ve ne pare?” propose Tristan.
“io ci sto! Cambiamoci alla svelta e poi cominciamo!” disse Joy. Dopo essersi cambiato il gruppetto entrò in palestra notando che le loro compagne erano già impegnate nella partita di pallavolo contro le ragazze della classe 4-F che aveva l’ora di fisica in comune con la 3-B, la loro classe. Il punteggio era fermo sui 10 a 3 per la squadra delle loro amiche. Tea era determinatissima a vincere: in questo sport non aveva rivali e alle avversarie non risparmiava nessun colpo. Anche Sara era determinata a vincere e non risparmiava nulla neanche lei. Alla fine la loro squadra vinse per 25 a 10. Tutti i ragazzi di entrambe le classi seguirono tutta la partita non risparmiando sulla tifoseria.
“adesso tocca a voi farvi onore, ragazzi! Fateli neri o vi faccio diventare io neri, capito?” disse Tea.
“buona fortuna!” disse Sara mentre si sedeva sugli spalti insieme alle sue compagne.
I ragazzi scesero in campo e cominciarono subito a giocare. La partita fu molto equilibrata e si concluse con la vittoria dei nostri per 25 a 23. Le ragazze, che durante la partita avevano ricambiato il tifo fatto prima dai loro amici, erano scese dagli spalti per congratularsi con loro.
“Gran bella partita ragazzi!” disse Tea mentre batteva il cinque a Joy.
“modestamente…è difficile salvarsi dalla furia di Joy Wheeler!” disse Joy con la testa più montata che mai.
“sei sempre il solito…comunque devo dargli atto che un po’ è anche merito suo se abbiamo vinto” -disse Tristan mentre gli batteva la mano sulla spalla-“ma voi non avete avuto proprio nessuna pietà delle vostre avversarie…le avete umiliate! Così si fa!”dicendo questo batté il cinque sia a Sara sia a Tea.
“grazie!”risposero in coro le due ragazze.
“adesso chi vuole può fare qualsiasi esercizio sulla trave, oppure dei palleggi!”disse il professore Karita mentre portava un cesto pieno di palloni vari.
“scusate un attimo…dov’è Seto?”domandò Yugi. Tutti si misero a cercarlo con lo sguardo finché Sara non lo vide.
“eccolo, è appena salito sulla trave” disse.
Con il solito sguardo di ghiaccio che lo distingueva dai suoi compagni, voleva dimostrare a tutti e a sé stesso che era il migliore, così, sotto l’occhio vigile dell’insegnante, Seto prese un momento di concentrazione poi appoggiò entrambi i palmi delle mani sulla trave di legno e, anche se a fatica, riuscì a formare una verticale da solo. Poi, lentamente, riportò le gambe sull’asse e tornò alla posizione di partenza. Così scese soddisfatto. Era riuscito nuovamente ad ottenere il suo scopo: tutti lo guardavano stupiti scendere dall’attrezzo ginnico e dirigersi verso gli spogliatoi. I suoi amici rimasero a bocca aperta davanti a quella dimostrazione atletica fuori dal comune.
“mamma mia…che…equilibrio impressionante…che bravo…”disse Sara con un filino di voce mentre rivedeva nella mente quella scena non curandosi che era arrossita leggermente.
“tzé, il solito esibizionista…la so fare anche io, state a vedere!” disse convinto Joy, quindi si diresse verso la trave, vi salì e anche lui cominciò a formare una verticale. Ce l’ aveva quasi fatta: purtroppo le sue braccia cedettero e, fortunatamente, cadde di fianco alla trave, senza toccarla. Per fortuna la caduta fu attutita dai vari materassi lì intorno.
“Joy! È tutto ok?” domandò Yugi mentre correva verso di lui seguito dai suoi amici.
“ti sei fatto male?” gli domandò il professore Karita.
“no no…è tutto ok…”rispose il ragazzo mentre si rimetteva in piedi un pochino a fatica.
“mamma mia che spavento…quando hai ceduto e stavi cadendo ho temuto il peggio” gli disse Sara mentre, insieme a Tristan, lo aiutava a rialzarsi.
“io sono la Leggenda Joy Wheeler, non mi faccio male così facilmente!”
“bene, adesso andate pure a cambiarvi, la lezione è terminata!” disse il prof e, pochi secondi dopo, suonò la campanella.
Le restanti due ore, inglese e matematica, trascorsero velocemente e, finalmente, suonò la campanella che segnava la fine delle lezioni. All’uscita Tea e Sara si diressero subito verso casa, dopo essersi accordate con gli altri di incontrarsi più tardi al negozio del nonno di Yugi: erano tutti curiosi di vedere Sara impegnata in un duello. Le ragazze abitavano vicine, quindi avrebbero fatto la stessa strada. La prima a rientrare fu Sara: salutò Tea ed aprì la porta.
“sono tornata!” disse la ragazza ad alta voce.
“ciao Sara, ben tornata!” le rispose sua madre, Rosa.
“ciao! Allora, com’è andato il tuo primo giorno di scuola?” le domandò Giuseppe, suo padre.
“tutto ok e te? Com’è andato il tuo primo giorno di lavoro alla Kaiba Corporation?”
“non ho ancora incontrato il capo…probabilmente lo vedrò oggi…comunque tutto bene”
“he he…lo so che non hai incontrato il capo…”disse Sara in tono ironico
“ah, sì? E come fai a saperlo?”
“diciamo…che il tuo capo stamattina era a scuola…nella mia classe…”
“hai incontrato Seto Kaiba a scuola? E come mai?”
“che tu ci creda o no il tuo capo ha la mia età! Dovresti saperlo, visto che è anche una delle Leggende del Duel Monsters…papà mi deludi…dopo quanto te ne ho parlato…dopo tutte le emicranie che ti ho fatto venire a furia di parlartene…” rispose lei ironicamente.
“ è vero, io lo sapevo ma non me lo ricordavo più. È nato tre giorni prima di Sara se non sbaglio…”intervenne Rosa che, fino a quel momento, era in cucina.
“sai che non sapevo che anche lui fosse di luglio?” disse Sara stupita.
“comunque io ora devo andare”-disse Giuseppe lanciando un’occhiata all’orologio-“non voglio arrivare tardi all’appuntamento col capo. A stasera!” disse mentre si avviava verso la porta.
“buon lavoro!” gli rispose sua moglie
“buona fortuna papà!” gli rispose la figlia. La porta si chiuse e si sentì l’auto allontanarsi. Sara posò la cartella sua divano e si sedette a tavola. Sua madre le fece compagnia mentre mangiava un piatto di rigatoni al pomodoro.
“allora, ti sei già fatta degli amici?” le chiese Rosa.
“sì…una di loro, Tea, abita proprio di fianco a noi. Posso parlare con lei dalla finestra della mia camera!”
“davvero? E gli altri chi sono?”
“gli altri sono Tristan e…tieniti forte…le Leggende del Duel Monsters: Yugi, Joy e Seto! Incredibile, vero? All’inizio neanch’ io sapevo che frequentassero il liceo, poi quando Tea me li ha presentati…non stavo più in me dalla gioia!”
“sai che non me ne intendo di quel gioco di carte…”
“forse dovresti cominciare ad informarti su questo gioco…papà lavora dove si producono software e altre cose per il Duel Monsters e tu neanche sai cos’è!”
“in compenso tu sai tutto, quindi non ho bisogno di informarmi…”
“ok come vuoi…”- disse Sara-“poi dici a me che non si deve mai finire di imparare…”detto questo mangiò gli ultimi rigatoni.
“tralasciamo quest’argomento, ok? Mi descrivi Seto? So che ha la tua età e che è il capo di papà ma non l’ ho mai visto” chiese curiosa sua madre.
“beh, è alto, moro tagliato a caschetto, occhi blu, è un bravo studente e un bravo atleta”.
“da come l’ hai descritto sembra un bel ragazzo…”
“…non è male…”
“tieni gli occhi aperti, Sara…si sa mai che un giorno…”le disse Rosa in tono ironico mentre si alzava dalla sedia.
“mamma! Ma che dici?!”-rispose la ragazza imbarazzata, alzandosi anche lei. Stava passando in parte al divano quando sua madre continuò:
“ma può darsi che un giorno tu e lui..”non riuscì nemmeno a finire la frase che Sara cominciò a prenderla a cuscinate.
“che madre impicciona che mi ritrovo!”-disse ironicamente la ragazza-“comunque adesso mi cambio perché tra 10 minuti arriva Tea. Andiamo al negozio del nonno di Yugi: vogliono vedermi duellare!”
“certo che ormai quel gioco di carte ti ha presa in pieno…ok vai pure!”le disse Rosa mentre si affrettava a sparecchiare. La ragazza cominciò a salire le scale per andare nella sua stanza. Dieci minuti dopo tornò giù e suonò il campanello.
“mamma io vado!”
“non fare troppo tardi! Divertiti”. Sentito questo Sara uscì di casa e si avviò insieme a Tea.
“si vede che ti piace vestirti sportiva: mezza manica, pinocchietto, scarpe da ginnastica…ti dona questo look!” le disse Tea.
“invece a te piace vestire casual: mezza manica, jeans, scarpe da ginnastica…anche tu stai benissimo così”
“grazie! Hai preso il tuo dek?”
“certo e tu?”
“io non duello…non sono molto brava…e poi a me piace fare il tifo!”
“come vuoi…”
“posso dare un’occhiata al tuo mazzo?”chiese Tea. L’amica lo tirò fuori dalla tasca e glielo porse. Cominciò a guardare le carte, non nascondendo una certa sorpresa.
“ma tu hai delle carte a dir poco stupende! Il ‘mago nero’, un ‘drago nero occhi rossi’, ‘gaia il cavaliere’, ‘drago tuono bicefalo’, ‘pegaso alafiamma’…complimenti, davvero un bel dek!”
“beh…grazie…ehi ma quello laggiù non è Joy?”chiese Sara.
“sì è lui…Ehi Joy! Siamo qui!”urlò Tea. Joy le vide e si diresse verso di loro.
“Ciao ragazze! Siete pronte per duellare?”
“certo” rispose determinata Sara.
“io vengo solo per assistere, come al solito…ecco, siamo arrivati” disse Tea.
Quasi nello stesso istante, alla Kaiba Corporation, Giuseppe fu ricevuto dal suo capo, Seto.
“buongiorno signor Kaiba”
“buongiorno. Sono lieto di conoscerla signor Battagliola Giuseppe”
“il piacere è tutto mio” rispose dopo essersi accomodato sulla sedia di fronte.
“andiamo subito al sodo: dai miei impiegati chiedo sempre il massimo dell’impegno…si ritiene in grado di soddisfare questa condizione?”
“farò il mio meglio per dimostrarglielo”
“molto bene. Adesso faccia pure un giro per familiarizzare con i suoi colleghi e con l’ambiente. Può cominciare quando vuole.”
“la ringrazio”- Giuseppe si alzò dalla sedia-“arrivederci signor Kaiba” disse stingendogli la mano.
“arrivederci” rispose il ragazzo.
Mentre stava aprendo la porta uno strano sorrisetto comparve stranamente sulla bocca di Giuseppe, poi scomparve allo stesso modo in cui era apparso e si diresse verso il suo ufficio.
Seto rimase immobile a fissare il vuoto per qualche minuto tormentato da varie domande: perché la lettera di Gozaburo doveva arrivare esattamente quella mattina? Perché l’aveva promesso a questa misteriosa ragazza? Qual era la sua identità? Che dispetto aveva in mente il suo patrigno? Il suo nuovo impiegato l’avrebbe soddisfatto? E poi, perché stamattina, quando ha incrociato lo sguardo di Sara, si sentiva accaldato? Questi pensieri furono interrotti dall’arrivo di Mokuba, suo fratello minore, che stava entrando nell’ufficio con una pila interminabile di fogli.
“come stai, Seto?”gli chiese preoccupato.
“va tutto bene…”gli rispose un pochino freddamente.
“capisco…questi sono i moduli a cui dovresti dare un’occhiata…sono piuttosto urgenti…”
“grazie Mokuba, che farei senza di te?” disse affettuosamente Seto mentre gli accarezzava i lunghi capelli neri del fratellino.
“forse…non faresti niente!”rispose scherzando il ragazzino.
Seto pensò tra sé e sé che era meglio non dire niente Mokuba della lettera, non voleva che si preoccupasse per lui più di quanto non facesse già.
Al negozio, intanto, era stato deciso che Sara si sarebbe scontrata a Duel Monsters con Joy.
“sei pronta? Ti avviso che non avrò pietà di te anche se sei una mia amica!” disse Joy orgoglioso e sicuro di sé.
“farò del mio meglio! 2000 life points a testa?”
“ok, che il duello abbia inizio!!!”. I due estrassero cinque carte.
“dato sono un gentiluomo lascio l’onore della prima mossa a te!” disse Joy certo di essere in netto vantaggio sull’avversaria.
“grazie. Metto sul terreno 2 carte coperte e gioco ‘elfo mistico’ (att 800/dif 2000) in difesa, poi gioco la carta magia ‘regalo della fata’ grazie alla quale aumento l’attacco e la difesa del mio elfo di 500 punti. Tocca a te.”
“io metto due carte coperte sul terreno e gioco ‘soldato pantera’ (att 2000/ dif 1900) in attacco. Tocca a te.”
“bene…”- Sara rifletté un momento e cominciò la sua mossa-“io pesco tre carte, ne metto altre due sul terreno e poi evoco ‘draghetto delle arpie’ in attacco (att 2000/ dif 1500), poi scopro la carta magia ‘montagna’ grazie alla quale i draghi, le bestie alate e le creature tuono guadagnano 500 punti in attacco e in difesa; quindi attacco ‘soldato pantera’. Qui concludo il mio turno.”
“complimenti per la combo…ma preparati ad intravedere la fine del duello…”-disse Joy certo della sua vittoria-“ adesso evoco il potente ‘drago nero occhi rossi’(att 2400/ dif 2100) che, grazie alla tua carta campo viene potenziato. Quindi attacco il ‘draghetto delle arpie’.
“calma Joy…hai attivato la carta trappola ‘trappola all’acido’: se il mostro che attacca ha meno di 3000 punti d’attacco viene eliminato. Puoi dire addio al tuo drago!”
“oh, cavoli…” disse a bassa voce Joy, che aveva ormai cancellato dal viso l’espressione sicura che aveva fino a qualche secondo fa.
“è il mio turno, pesco altre tre carte e aggiungo sul terreno ‘haniwa’ (att 500/ dif 500) poi scopro la carta della ‘polimerizzazione’, grazie alla quale fondo il mio elfo con il nuovo mostro per ottenere ‘sabbia mistica’(att 2100/ dif 1600). Prima di passare all’attacco scopro questa carta magia, ‘polverizzatore delle arpie’, che fa sparire dal campo tutte le tue carte magia e trappola. Adesso mando ‘sabbia mistica’ e il mio drago all’attacco!”
“cosa?!”
“mi dispiace Joy…ma ho vinto” disse infine Sara, mentre i life points dell’avversario scendevano a zero.
“cavoli, certo che ci sai fare Sara! L’ hai battuto in pochissimo tempo!” disse Tristan
“complimenti, gran bel duello” disse Yugi.
“sono…stato…sconfitto da una…ragazza…non c’è che dire, mi hai battuto alla grande! Complimenti!” disse Joy mentre stringeva la mano alla sua amica.
“ho avuto solo fortuna…sono certa che se il duello fosse andato avanti mi avresti battuta!”
“io non credo che saresti stata sconfitta”- intervenne Yugi, che, nel frattempo, stava guardando il dek della sua amica-“ hai delle carte a dir poco incredibili! Complimenti per aver messo su un dek equilibrato come questo”
“beh…,grazie…cavoli, a sentire troppi complimenti mi imbarazzo…”disse lei un po’ imbarazzata mentre giocava con una ciocca di capelli.
“aspetta, voglio vedere anch’ io il suo dek!” disse Joy mentre si avvicinava a Yugi. Dopo aver guardato qualche carta sbiancò di colpo.
“ma tu… come…come hai fatto ad avere…carte del genere?!” domandò Joy con un filo di voce.
“le ho vinte nei duelli che ho fatto in Italia…Perché?”
“cavoli ma sono fortissime! Era certo che perdessi contro di te!!!”
“ non esageriamo…”rispose lei ancora più imbarazzata.
“qual è la tua carta preferita?” le domandò Yugi.
“ ’pegaso alafiamma’…mi è stato regalato da Serena e Graziana, le mie migliori amiche in Italia… non potrei mai duellare senza…”
“ti capisco, è come se io duellassi senza il mio ‘mago nero’…mi sentirei perso…ormai è una parte di me…”
“esatto. E le vostre carte preferite quali sono?” domandò Sara ai suoi amici.
“il ‘mago nero’ “rispose Yugi
“ ‘spadaccino di fuoco’ a pari merito con il ‘drago nero occhi rossi’ “ disse Joy
“ ‘soldato palude’ “rispose Tristan
“ io preferisco l’ ’elfo mistico’ ” disse Tea.
“sono tutte delle belle carte!” disse Sara. Seguirono dei secondi di silenzio, interrotti dallo stomaco di qualcuno. Joy divenne rosso dall’imbarazzo.
“ops…è il mio…”. A tutti scappò una risata. “che ne dite di mettere qualcosa sotto i denti?” propose l’affamato.
“io ho voglia di gelato!” disse Tea
“un bel gelato non mi dispiacerebbe…” disse Sara.
“allora vada per il gelato! Quello della Quinta Strada, però! Quello è il migliore!” disse Joy, che sembrava aver improvvisamente recuperato le forze.
“hai ragione, quello vicino alle nostre case è il migliore!”disse Tea.
“perché hai detto “vicino alle nostre case”?”
“ecco…io abito proprio di fianco a lei…”rispose timidamente Sara.
“davvero?non lo sapevo…io proporrei di andare, sta venendo fame anche a me!”disse Tristan.
“ok, andiamo!” dissero le ragazze. Mentre la compagnia si incamminava, nello stesso istante, Seto e Mokuba uscivano dalla Kaiba Corporation per andare finalmente a casa a rilassarsi. Un vento leggero accarezzò i capelli dei fratelli, e Seto disse:
“questo vento non porta nulla di buono, lo sento…”
“perché dici così?”
“no…niente…non preoccuparti…”
“Seto…mi stai nascondendo qualcosa, non è vero?”.
Il fratello non gli rispose.
“sì, è così, mi nascondi qualcosa! Questo non è da te…” disse Mokuba arrabbiato preoccupato.
“te lo spiego a casa, ok?adesso voglio solo rilassarmi prima di iniziare i compiti…”disse Seto mentre buttava la cartella nell’auto.
“ok…” gli rispose suo fratello mentre saliva. Poco dopo la macchina partì e cominciò il suo percorso. Mentre passavano per la Quinta Strada Seto notò i suoi amici, fece fermare la macchina e abbassò il finestrino e chiese al gruppetto:
“ehi ragazzi che state facendo?”
“Joy ha duellato contro Sara e poi abbiamo deciso di prenderci un gelato. Ti vuoi unire a noi?” chiese Yugi.
“che dici, ci uniamo a loro?”propose Seto al fratellino.
“ok, ho giusto voglia di gelato!” gli rispose Mokuba, dopo di che tutti e due scesero dalla macchina, che ripartì sgommando. Qualche passo dopo Sara si fermò e indicò una casa.
“ecco, questa è casa mia!” disse orgogliosa.
“sembra una bella casa!” disse Tristan
“e poi è proprio accanto a quella di Tea! Vi potete parlare dalla finestra! Che figata!” disse Joy. Il suo stomaco si fece nuovamente sentire.
“se la cosa ti interessa, Joy, mia madre è un’ottima cuoca!” disse Sara cercando di far ingelosire l’amico affamato.
“ok, vorrà dire che qualche volta verrò a casa tua e ti saccheggerò il frigo! Così mi prendo pure la rivincita per oggi!”
“la rivincita? Vuoi dire che hai perso contro di lei, Wheeler?!” domandò Seto.
“tzè, può succedere che una Leggenda faccia cilecca, no?”
“ma tu sei semplicemente la Leggenda dei perdenti, Wheeler!!” gli rispose secco Seto.
“cosa?! Ripetilo se ne hai il cor…”la bocca di Joy venne tappata da Tristan sempre pronto ad evitare che l’amico vada in escandescenza. A Sara e a Mokuba scappò una risatina.
“tu devi essere il fratellino di Seto, vero? Io sono Sara, piacere di conoscerti!”gli disse la ragazza.
“sì sono io…piacere mio…”le rispose il ragazzino mentre cercava di nascondersi dietro suo fratello per l’imbarazzo.
“ecco la gelateria! Chi arriva ultimo è un salame!” disse Joy mentre correva.
“ma non vale, sei partito prima!”disse Sara mentre scattava.
“e l’ultimo si mangia il primo!” disse Tristan mentre cominciava a correre insieme a Yugi e a Tea.
“che ragazzini…”sospirò Seto, che camminava tranquillamente. Quando i suoi amici non si sentivano più guardò suo fratello e, rassegnato, iniziò a correre per raggiungerli.
Il resto della giornata trascorse velocemente tra un gelato, una chiacchierata e l’altra. Alla fine, verso le 19.30, mentre il sole era ormai quasi tramontato del tutto per i nostri amici era ora di tornare a casa.
“certo che con voi il tempo passa…in tutti i sensi!” disse ironicamente Sara mentre restituiva un pugno a Joy.
“già…ragazze volete che vi riaccompagniamo a casa? A quest’ora c’è gente poco raccomandabile in giro...”disse Joy mentre incassava il pugno dell’amica.
“tu non sei per niente raccomandabile!”-disse scherzando Tea-“comunque dovete passare per forza davanti alle nostre case per rientrare”
“allora, ci vogliamo muovere o no?! Se torno troppo tardi i miei mi ammazzano…”disse Tristan.
“e poi abbiamo ancora i compiti da fare…”sbuffò Yugi.
“e come se non bastasse io devo anche finire di sistemare la casa…e sinceramente non ne ho voglia… piuttosto mi metto a studiare 3 libri di inglese…” sbuffò Sara sconsolata.
“cosa?! Ma stai scherzando?! Inglese, poi?! Fossi in te non ci penserei due volte prima di rimboccarmi le maniche!!!”disse deciso Joy.
“Wheeler lei non è un’asina in inglese come te!” disse Seto intervenuto per difenderla. Lei lo guardò e timidamente gli sorrise. Lui contraccambiò.
“e chi ti ha chiesto qualcosa, Mr. Kaiba?!” disse Joy infastidito.
“ho semplicemente detto la verità” rispose tranquillamente Seto.
“adesso basta litigare!!!” urlarono in contemporanea Sara, Yugi, Tea e Tristan. Mokuba nel frattempo era sempre rimasto accanto al fratello.
“ehi, Mokuba, qualcosa non va’?” gli chiese Seto a bassa voce
“è tutto ok…solo che…a volte, stare con i tuoi amici mi mette in imbarazzo perché sono più piccolo…”
“non pensarci: devi solo scioglierti un po’ e poi il resto verrà da sé…”
“se lo dici tu ti credo, fratellone!” gli disse Mokuba sorridendo. Sara seguì il dialogo dei fratelli.
“non sapete quanto vi invidio…io sono figlia unica e desidero una sorellina da tutta la vita…non so che farei per averne una…”
“mi dispiace…sono certo che saresti una buonissima sorella!!!” le disse il ragazzino per consolarla.
“grazie, Mokuba” gli rispose lei mentre lo accarezzava in testa, come un gattino.
“ma…se tu ti fidanzassi con Seto avresti me come fratellino! Che te ne pare come idea?” le chiese tranquillamente Mokuba. Sara diventò rossa di colpo, si sentiva accaldare e cercò di nascondere l’imbarazzo giocando con una ciocca di capelli; Seto, leggermente imbarazzato anche lui, cercava di far tacere il ragazzino, che aveva iniziato a prenderli in giro.
“uffa, era una soluzione geniale! Avrebbe fatto contenti tutti!” sbuffò Mokuba.
“io sono arrivata a casa. A domani!” disse Tea. Tutti la salutarono e, pochi passi dopo, fu la volta di Sara. Una volta varcata la soglia di casa urlò:
“ciao a tutti sono tornata!”. Non le rispose nessuno.
“mamma? Sono tornata!”. Nessuna risposta neanche stavolta. Allora la ragazza salì le scale senza far rumore e notò subito che nella stanza dei suoi genitori la luce era accesa e la porta socchiusa. Presa dalla curiosità si avvicinò e iniziò a spiare. Dentro c’erano sia Giuseppe che Rosa, intenti a discutere.
“allora, cosa vuoi fare? Conoscendola so come reagirà…”
“non le diremo niente, tutto qui. Deve ancora ambientarsi e conoscerlo bene. Quando sarà il momento adatto la sua compagnia sarà nostra, come promessoci tempo fa dal padre. Dobbiamo solo avere pazienza e tutto andrà per il meglio”. Trascorsero degli istanti di silenzio, dopo di che Sara aprì la porta e, cerando di fare finta di non aver sentito nulla, disse:
“eccovi! Vi ho chiamati dall’ingresso ma non mi avete risposto!”
“ciao! Eravamo intenti a parlare e non ci siamo accorti che sei tornata! Adesso inizio a preparare la cena” disse Rosa mentre usciva dalla stanza.
“io invece devo preparare delle cose per domani” disse suo padre mentre trafficava con dei fogli nella valigetta.
“io adesso mi faccio una bella doccia calda, poi faccio i compiti e inizio a sistemare camera mia” disse Sara stiracchiandosi mentre si dirigeva verso la sua stanza. Nella sua mente si stava chiedendo di chi parlavano prima…”la sua compagnia sarà nostra”…”non le diremo niente, tutto qui”…”dobbiamo solo avere pazienza”…queste frasi le rimbombarono nella testa per tutta la serata, tanto che non riusciva a concentrarsi sui compiti di inglese e disponeva le sue cose nei posti più assurdi. Quando decise di andare a dormire non riuscì a prendere sonno facilmente: quelle frasi non volevano proprio lasciarla in pace…poi le tornò in mente l’idea geniale di Mokuba e, arrossendo un pochino, si augurò che stesse solo scherzando. Poi ripensò alla giornata trascorsa con i suoi nuovi amici…poi, finalmente, prese sonno e si addormentò.
Nei giorni seguenti Sara continuava a pensare al discorso dei suoi genitori: chi erano le persone di cui parlavano? Perché non volevano dirgli niente? Perché una delle misteriose persone si deve ambientare? Che compagnia avrebbero guadagnato? E soprattutto, perché non ne avevano parlato in sua presenza? Come dice sempre Giuseppe, “in una famiglia non ci devono mai essere segreti”…allora perché i suoi genitori ne avevano uno? Tutte queste domande le occupavano costantemente la testa: infatti da ormai quattro giorni circa era sempre assorta nei suoi pensieri, distante da tutto e da tutti, assente…
All’intervallo, per distrarsi un pochino, si avvicinò ai suoi amici. Tea aveva notato subito che la sua amica era cambiata in questi giorni e, preoccupata, le domandò:
“Sara va tutto bene? È da qualche giorno che sei con la testa tra le nuvole…”
“è…è tutto ok…va tutto bene…” le rispose cercando di essere normale.
“io non direi proprio…dov’è finita la Sara che quattro giorni fa rideva e scherzava tranquillamente?”
“beh, ecco…diciamo che sono solo un po’ stanca perché sto finendo di sistemare la casa facendo le ore piccole…”
“se lo dici tu… comunque se hai qualche problema sai che puoi parlarne sia con me sia con gli altri”
“grazie!” le rispose Sara, dopo di che si unirono al gruppetto dia loro amici.
“Seto, sei poi venuto a capo di quella faccenda della lettera?” domandò Yugi.
“purtroppo no…e non so nemmeno se devo dirlo a Mokuba…non voglio che si preoccupi eccessivamente per me…”
“scusate, ma…di che state parlando?” chiese Sara confusa.
“adesso che ci penso…non ti conoscevamo ancora quando ne ho parlato con loro…ma forse è meglio così…” le rispose Seto.
“tra amici non devono esserci segreti! Se hai qualche problema forse noi possiamo aiutarti! Ma se non ci racconti che cos’ hai…”inveì Sara che voleva sapere che succedeva spinta dalla curiosità.
“come vuoi…adesso ti racconto tutto…” disse il ragazzo. Così iniziò il suo racconto: le disse del suo passato e della lettera. Toccata da quella storia, Sara abbassò lo sguardo e una lacrima le solcò le guance.
“che…che storia orribile…non è giusto…non è affatto giusto…”disse piangendo.
“te l’avevo detto che era meglio che tu non sapessi niente…”le disse freddamente Seto, anche se vederla piangere gli faceva nascere dentro di sé qualcosa di indefinito, strano…ma, come sempre, non ci diede importanza.
“avrei fatto meglio ad ascoltare il tuo consiglio…cavoli, non ho mai pianto così, neanche quando muore Di Caprio in Titanic!” disse lei mentre si asciugava le lacrime con la manica cercando di fare dell’umorismo per distrarre l’attenzione. Finalmente smise di piangere e continuò:
“vi chiedo scusa…comunque trovo che il tuo patrigno sia stato un gran bastardo a farti anche questo…come se quello fatto nel passato non gli basti…”
“la cosa non mi tocca…ma almeno vorrei sapere chi è la ragazza che ha scelto per me…questo pensiero mi sta scombussolando la vita…”disse Seto.
“ma allora le ragazze ti interessano, altro che cuore di pietra…”disse Joy per prenderlo in giro.
“idiota…voglio solo sapere chi è e basta. Mica seguirò le volontà di mio padre!” inveì Seto.
“mamma mia, non si può fare più neanche del sano umorismo, qui…”rispose Joy.
“secondo me dovresti dire tutto anche a Mokuba…ha tutti i diritti di sapere quello che ti sta succedendo..”gli disse Yugi.
“forse hai ragione…”
“ha ragione, in una famiglia non ci devono essere segreti” disse Tristan.
“mi avete convinto…quando torno a casa gliene parlerò…grazie ragazzi”disse infine Seto.
“dovere di amici” rispose Yugi.
“ormai quest’aula è come il confessionale del Grande Fratello…piazziamoci delle telecamere e siamo a posto…”disse scherzando Joy.
“se le piazzassero davvero tutti si metterebbero a ridere nel vedere i tuoi voti scolastici!” gli rispose scherzando Tea. L’amico stava per risponderle, ma venne interrotto dal suono della campana.
“adesso abbiamo il Naka-prof…ed ora non dico niente perché sennò mi mette in punizione! Esatto?” disse Joy.
“esatto sig. Wheeler…mi auguro che risponderà esattamente anche alle mie domande, tra poco…”
“cosa?! Sono interrogato?!”
“esatto”-disse il prof mentre compilava il registro-“avanti, adesso venga qui…”
“cavoli che sfiga…”disse a bassa voce Joy mentre si avvicinava alla cattedra.
“vai Joy, sei tutti noi!!!” disse Tristan per incoraggiarlo e per prenderlo in giro.
“ma sig. Taylor…anche lei è atteso qui…interrogato!”disse il prof.
“che jella…”disse Tristan mentre si avvicinava alla cattedra.
“tiè, ti sta bene!” gli disse Joy.
“avanti, cominciamo l’interrogazione!” disse il Naka-prof.
“bene, se interroga possiamo parlare tranquillamente…non chiama mai persone dal posto…”disse Tea alla sua compagna di banco stiracchiandosi.
“meno male…sono stanchissima…”disse Sara con la testa da tutt’altra parte: infatti stava ancora pensando al discorso dell’altra sera.
“adesso basta, dimmi cos’ hai! Parlare ti aiuta a stare meglio, credimi!”le disse preoccupata Tea.
“hai vinto…adesso ti racconto tutto…”. Così Sara raccontò cosa aveva sentito dire dai suoi genitori.
“l’unica cosa che posso consigliarti è di aspettare, vedrai che saranno loro a parlartene. Non pensarci e tutto si aggiusterà.”
“grazie Tea…avevi ragione, adesso mi sento davvero molto meglio!”
“te l’avevo detto!”
“ma promettimi che la cosa resterà tra noi due!”
“giurin giretto!” le disse Tea mentre le stringeva il mignolo.
Quasi nello stesso istante, alla Kaiba Corporation, era in corso una riunione speciale tra pochi membri.
“direi che adesso ci siamo…dobbiamo avvicinarli e poi la Kaiba Corporation sarà finalmente nostra!” disse Wilkinson, uno dei Big Five.
“già…ma come li avviciniamo? Come faremo a convincerli? E poi, come lo attireremo qui? Conosciamo tutti il suo caratterino…” disse una persona avvolta dall’oscurità.
“sarà il destino a farli avvicinare e a convincerli…per attirare lui qui non c’è che un modo: suo fratello. Dobbiamo sottrargli la cosa più importante che ha e sarà lui a venire da noi. Fidatevi di me…” rispose Wilkinson.
“ a quello ci ho già pensato io, socio…” detto questo Lesnar, un altro dei Big Five, schioccò le sue dita: in pochi istanti uscì dall’ombra che avvolgeva la maggior parte della stanza Saruwatari, che teneva Mokuba legato e imbavagliato.
“ottimo… se tutto va come previsto spodesteremo Seto Kaiba dalla guida della Kaiba Corporation e finalmente ci riprenderemo il posto che ci spetta di diritto!” disse esultante Wilkinson. Poi aggiunse:
“non ci siamo dimenticati di te… il 20% sarà tuo, come promesso da noi e da Gozaburo”.
“non ne avevo dubbi” rispose un uomo totalmente coperto dalle tenebre.
Al liceo la mattinata trascorse lentamente a causa dell’interrogazione del professore Nakanishi. Nessuno della classe fu risparmiato. All’uscita…
“cavoli, 4 e mezzo… beh, sempre meglio che 3!” disse Joy.
“ma come fai ad essere così tranquillo? Devi recuperare un 4 e mezzo! Ti serve almeno un 7 e mezzo per la sufficienza!” gli disse Tea.
“tranquilla, me la cavo sempre, sarà così anche stavolta! Piuttosto non riesco a spiegarmi il 6 di Tristan…tutta fortuna, vero?”
“no caro mio, tutto studio!” disse fieramente Tristan.
“sì, certo…come no…”gli rispose con diffidenza Joy.
“se tu studiassi invece di perdere tempo a giocare ai video game prenderesti 7 come me e Yugi!” lo rimproverò Tea.
“per non parlare del 10 dei nostri secchioni…vero, Seto? Vero, Sara?” disse Joy.
“studia e anche tu prenderai 10” disse freddamente Seto.
“ha ragione…devi solo studiare!” gli rispose Sara.
“e se studiassimo tutti insieme, questo pomeriggio? Così tutti, nella prossima interrogazione, prenderebbero un bel voto e Joy potrebbe recuperare!”propose Yugi.
“bell’idea, ma dove andiamo? La biblioteca era aperta fino a mezzogiorno…e adesso sono le due passate…”disse Tristan.
“se per voi va bene posso chiedere se si può a casa mia…aspettate, lo chiedo a mia madre…”disse Sara mentre cercava il cellulare nella cartella. Lo trovò, compose un numero, parlò per qualche minuto, poi si girò verso i suoi amici alzando il pollice.
“permesso ottenuto! Ha detto che, se volete, potete pure pranzare da noi!”
“fantastico, andiamo!”propose Joy. Tutti lo seguirono: solo Seto rimase immobile.
“Seto tu non vieni? C’è posto anche per te!” gli disse Sara.
“lo dico a Mokuba e arrivo”rispose lui con il cellulare in mano. Compose un numero e restò in attesa. Non rispose nessuno. Pensò che Mokuba si era addormentato perché quella notte non aveva chiuso occhio, così lasciò un messaggio nella segreteria di casa e raggiunse i suoi amici.
Arrivati a destinazione conobbero Rosa che, gentilissima come al solito, aveva preparato una tavola intera di cibo solo per loro. I ragazzi divorarono quasi tutto e, dopo una piccola pausa, cominciarono a studiare. Mentre Sara e Tea cercavano di far entrare in testa a Joy le pagine di storia, Seto e gli altri facevano inglese, anche se era un po’ difficile concentrarsi sentendo le lamentele dell’amico.
“basta, è inutile: non riuscirete mai a farmi entrare in testa la storia! È una partita persa in partenza!” disse Joy cercando di dissuadere le ragazze dal loro obiettivo.
“non ci arrenderemo mai, Joy! Riusciremo a farti imparare queste pagine anche a costo di impiegarci anni!” disse Tea.
“ha perfettamente ragione! Facciamo così, Joy: io ti presto il mio libro, tu studia solo le cose sottolineate e poi vediamo se è veramente una battaglia persa in partenza!”disse Sara mentre gli passava il suo libro.
“ma…sono solo poche righe! Allora non sarà uno sforzo enorme!”
“vuoi dire che ci proverai?” gli chiese Tea.
“per stavolta farò un’eccezione alla mia regola…studierò” disse Joy. Le ragazze si batterono il cinque e iniziarono anche loro a fare inglese. Dopo circa un’ora e mezza fecero una pausa.
“complimenti, casa tua è davvero bella!” disse Tea alla sua amica.
“vuoi vedere anche le stanze al piano di sopra? La mia è la migliore!” disse Sara scherzando.
“ok!” rispose, così le ragazze si avviarono al piano di sopra mentre Joy e gli altri saccheggiavano il vassoio pieno di tramezzini che Rosa aveva portato. Seto, nel frattempo, si chiedeva se Mokuba avesse ascoltato il messaggio nella segreteria…si tranquillizzò pensando che molto probabilmente il fratellino era arrabbiato con lui perché l’aveva avvisato all’ultimo minuto. Quando finì di pensarlo le ragazze scesero dal piano di sopra per provare Joy.
“allora Joy, ti senti pronto?” gli chiese Sara.
“prontissimo!”
“bene, iniziamo con le domande. Domanda 1: cosa ci fu nel 1347 in Europa?” chiese Tea.
“troppo facile…la peste, una malattia diffusa soprattutto in Asia.”
“risposta esatta. Domanda 2: nel Medioevo tutto ruotava intorno a cosa?” domandò Sara.
“Tutto ruotava intorno a Dio, infatti le persone erano molto religiose.”
“esatto. Ultima domanda: quale nuova classe sociale nacque in quel periodo e che cambiamenti importanti diede alla società?” domandò Tristan.
“nacque la borghesia, una classe sociale nata dall’unione dei ‘servi della gleba’, cioè degli schiavi liberati dal lavoro della terra. Questa nuova classe sociale…”-continuò Joy. Mentre esponeva tutto dicendolo come una filastrocca, i suoi amici non credevano a quello che sentivano: stava rispondendo correttamente!-“…e questo portò alla guerra tra i Comuni” concluse infine.
“Joy…se ti dico che hai detto tutto correttamente mi credi?”gli chiese Yugi un po’ stupito.
“sai che di te mi fido ciecamente…”
“fidati: hai detto tutto giusto!”
“davvero?! Incredibile, sono riuscito a tenere a mente circa 30 pagine di storia!!!” -disse Joy contentissimo-“ ed è tutto merito vostro: grazie ragazze!” disse infine mentre batteva il cinque sia a Sara sia a Tea.
“di niente Joy! Gli amici si aiutano l’un l’altro!” risposero le ragazze quasi in coro.
“vai che domani al Naka-prof viene un infarto quando vedrà che hai studiato!” disse ironicamente Tristan.
“ragazzi, se volete qui ci sono ancora dei tramezzini!”disse Rosa mentre portava un altro vassoio pieno.
“grazie mille, signora! Studiare mette appetito!!!” disse Joy mentre saccheggiava il vassoio.
“sono contenta che ti piacciano Joy!” disse gentilmente Rosa.
“Sara che ne dici di concedermi la rivincita?” chiese Joy dopo aver divorato in un nanosecondo dei tramezzini.
“per me va bene. Vado a prendere il dek” rispose lei, così salì le scale per andare nella sua stanza. Poco dopo tornò, pronta ad affrontare il suo amico.
“con questa partita ci giochiamo tutto, va bene?” propose lei.
“non chiedo di meglio! 2000 life points a testa! Si comin...”
“aspettate!”-disse Seto-“chi vince affronta me, ok?”
“bene, prima mi vendicherò di lei e poi toccherà a te!” disse Joy convinto di vincere.
“cominciamo!!!” disse Sara.

Il resto del pomeriggio trascorse velocemente tra duelli e tramezzini.
“è stato un piacere avervi qui, ragazzi!” disse Rosa.
“grazie del bel pomeriggio!!! Joy ti ho stracciato di nuovo, il titolo dell’altra volta resta a me!” disse Sara orgogliosa.
“non cantare vittoria troppo presto…prima o poi ti batterò!”le rispose l’amico.
“peccato però di aver perso contro di te, Seto…cavoli, mancavano solo 500 life points e ti avrei sconfitto! Pazienza, sarà per la prossima volta!” gli disse la ragazza.
“passeranno secoli prima che tu riesca a battermi…comunque con alcune tue mosse mi hai messo in difficoltà…non è da tutti, sai?”le disse Seto mentre le stringeva la mano.
“grazie, ma la prossima volta non perderò!”gli disse Sara. Chissà perché a sentire la sua mano provava qualcosa di strano…pensò che fosse la stanchezza, oppure il fatto che lei avesse le mani fredde…
“caspita quanto è tardi! Io devo scappare a casa! Ciao a tutti, a domani!” disse Tea mentre si precipitava verso casa.
“anche noi dobbiamo andare…grazie per l’aiuto nello studio!” disse Joy.
“di niente! A domani!” disse Sara mentre vedeva i suoi amici uscire dal cancello. Quando tutti presero la loro strada chiuse la porta.
“i tuoi amici mi piacciono…sembrano persone affidabili! E poi quel Joy è un vero spasso!” disse Rosa.
“lo sono, mamma…è vero Joy è troppo simpatico! Anche se a Duel Monsters l’ho batto facilmente…mi sembra strano che una Leggenda si faccia battere per due volte di fila…”
“si vede che è il tuo periodo fortunato! Però Seto non l’hai battuto…ti conviene allenarti ancora un po’ per batterlo…”
“da quando in qua fai il tifo per me? Di solito tifi sempre per i miei avversari perché vuoi che io smetta di giocare!”
“oggi ho voluto fare un’eccezione…”-disse Rosa-“però…trovo che Seto sia davvero un bel ragazzo…il tipo ideale per te…”
“ricominciamo?!”
“no no…stavo scherzando…”disse Rosa mentre vedeva la figlia avvicinarsi con un cuscino del divano in mano.
“meno male…adesso vado a farmi la doccia…”disse la ragazza salendo le scale.
“stupida…non ti rendi conto che ci agevoleresti le cose e basta?” disse a bassa voce Rosa mentre si sentiva la porta del bagno chiudersi.
Circa un quarto d’ora più tardi, Seto arrivò a casa, aprì la porta convinto di trovare Mokuba ad aspettarlo. Invece non trovò nessuno. Nella segreteria telefonica lampeggiava l’avviso di un messaggio, così l’ascoltò: era il suo. Mokuba non l’aveva sentito. Non l’aveva ascoltato.
“Mokuba! Ehi Mokuba! Sono tornato!” urlò Seto sperando che il fratello gli rispose, ma niente. Non gli rispose nessuno. Uno strano brivido, gli percorse la schiena: iniziò ad ispezionare le stanze del pianterreno…la cucina, la sala da pranzo, la sala grande, il salotto…niente. Allora salì le scale: lo cercò nelle loro stanze, nella camera degli ospiti, nel bagno, nella mansarda…niente. Mokuba non c’era.
“Mokubaaaaa!” urlò disperato Seto. Dov’era finito suo fratello? Cosa potrebbe essergli successo? Perché non aveva lasciato nulla per indicare dov’era andato? Mentre cercava un qualsiasi messaggio gli venne in mente che forse i suoi impiegati sapevano dov’era: stamattina Mokuba era alla Kaiba Corporation, di sicuro l’avranno visto. Prese la rubrica dei suoi impiegati e chiamò tutti i numeri della lista: nessuno di loro era in casa. L’ultimo numero era quello di Giuseppe; si prese coraggio e chiamò.
“il telefono!” urlò Rosa, intenta a tenere a bada gli spaghetti.
“ok ok, vado io!”-disse Sara appena uscita dal bagno-“pronto?”
“Sara sei tu? Sono Seto. Tuo padre è in casa?”
“no…non è ancora tornato…perché?”
“come sospettavo…è scomparso Mokuba e volevo chiedere a tuo padre se sapeva dov’è”
“mi dispiace…vorrei poter aiutarti…”
“vuoi aiutarmi a cercarlo?” le chiese stupito.
“certo! Dopotutto Mokuba è anche amico mio!”
“grazie…facciamo così: passo a prenderti tra una decina di minuti, ok?”
“perfetto. A dopo! E su col morale!”
“grazie Sara…a dopo” e riagganciò.
Sara ripose il telefono e si precipitò giù per le scale.
“mamma io salto la cena…”
“cos’è successo?”
“era Seto al telefono: é scomparso su fratello minore e voleva chiedere a papà se sa dov’è ma non è ancora tornato…così mi sono offerta di aiutarlo.
“siate prudenti, ok?”
“contaci! Adesso mi vado a vestire: mica esco con l’accappatoio!” disse ironicamente la ragazza mentre saliva le scale. Qualche minuto più tardi tornò giù: indossava un paio di pantaloni neri, una maglietta a manica lunga nera e sopra una a mezza manica grigia.
“non sentirai freddo vestita così?” le chiese la madre.
“sto bene così…”-suonò il campanello-“è lui. Io vado!”
“mi raccomando: state molto attenti!”
“attenti a che cosa?”
“a…a tutto!!! Sai quanto mi preoccupo per ogni sciocchezza…”
“ma non devi…a dopo!” disse la ragazza mentre chiudeva la porta. La madre restò per qualche secondo a fissare la porta chiusa.
“devi stare attenta a lui…sappi che io non voglio che tu soffra come farai tra poco…”disse a bassa voce la donna.
“grazie per l’aiuto” disse Seto alla ragazza mentre saliva sull’auto.
“figurati!” gli rispose lei, che restò colpita dal suo abbigliamento: un paio di pantaloni e una maglietta neri con delle fibbie e uno smanicato lungo color argento portato rigorosamente slacciato. Vederlo vestito così non le sembrava lo stesso ragazzo che neanche qualche ora prima la affrontava in un duello. Anche lui rimase colpito dall’abbigliamento di lei, sportivo e allo stesso tempo molto femminile…smise di pensarci e ordinò a Saruwatari di partire.
“dove andiamo adesso?” chiese timidamente lei: non riusciva a non guardare il suo amico e, quando questo si girava verso di lei, abbassava di corsa lo sguardo.
“andiamo alla Kaiba Corporation…”rispose freddamente.
“ah…e come mai?”
“nessuno dei miei migliori impiegati è ancora rientrato, compreso tuo padre…la cosa è molto sospetta…”
“non starai insinuando che mio padre e i suoi colleghi centrino qualcosa, spero!”
“è proprio quello che voglio scoprire”.
Mentre l’automobile procedeva tranquillamente a Saruwatari suonò il cellulare: senza farsi sentire dai suoi passeggeri bisbigliò qualcosa e poi iniziò a far sbandare l’auto. I due passeggeri furono catapultati da un lato all’altro.
“ma che diavolo sta succedendo?!” chiese Sara mentre cercava di aggrapparsi alla maniglia della portiera.
“Saruwatari, che succede?!” domandò Seto al conducente mentre si aggrappava anche lui alla maniglia. Il conducente non rispose.
“Saruwatari!” urlò Seto mentre premeva il pulsante per abbassare del tutto il divisore tra i sedili anteriori e quelli posteriori. Quando si abbassò del tutto notò che il posto di guida era vuoto: infatti, Saruwatari aveva inserito il pilota automatico ed era sceso dall’auto in corsa poco prima.
“e adesso cosa facciamo?! Tra poco la strada diventerà tutta una discesa!!” disse Sara impaurita.
“quel maledetto ha inserito il pilota automatico e da qui non riesco a disinserirlo…l’unica cosa che si potrebbe fare è di far rallentare l’auto…ma per farlo devo premere quel bottone blu…”-e indicò un bottone vicino al posto di guida-“con quello l’auto rallenterebbe…ma non credo di arrivarci…” disse Seto cercando di mantenere la calma.
“come fai a dirlo se neanche ci provi?! Tu sei anche alto dovresti riuscire a premerlo senza problemi!!” lo incitò la sua amica.
“hai ragione…io non mi devo arrendere così facilmente…” e detto questo cominciò a cercare di raggiungere il pulsante blu.
Ormai la strada era tutta in discesa e la corsa dell’auto diventava sempre più veloce.
“coraggio…un altro piccolo sforzo…ce la puoi fare!!” ripeteva Sara sempre aggrappata saldamente alla maniglia.
“ci…sono…quasi…” disse il ragazzo mentre si stava avvicinando al pulsante. Mancavano ormai pochi, insormontabili millimetri alla loro salvezza, ma mancava anche poco alla curva sul fondo della strada.
“ecco, ci sono!” disse Seto mentre premeva il pulsante blu. L’auto iniziò subito a rallentare, ma non sufficientemente per evitare di finire fuori strada.
“oh mio dio, moriremo!!!” disse Sara ormai vinta dal terrore. Seto istintivamente la strinse a sé e disse:
“non finiremo all’altro mondo così presto, stai a vedere!”. Infatti, l’auto atterrò dolcemente grazie a qualche diavoleria incorporata in essa. Ma alla ragazza questa cosa non importava in quel momento: aveva il cuore che andava a mille per il terrore e anche perché Seto la stava abbracciando. Si sentiva il cuore scoppiare e la temperatura alzarsi di colpo. Lui smise di abbracciarla e scese dall’auto.
“forza, scendi” le disse mentre le porgeva la mano per aiutarla. Gliela strinse e uscì da quell’infernale macchina.
“mamma mia che paura…ma…adesso dove siamo?” chiese lei mentre cercava di farsi passare lo spavento.
“siamo sulla strada che va alla Kaiba Corporation…cadendo da lassù abbiamo tagliato un bel pezzo di strada…andando sempre dritto per qualche minuto in quel boschetto saremo arrivati”-disse, poi si voltò verso di lei-“pensi di potercela fare?” le chiese.
“sì, stà tranquillo…forza andiamo! Prima cominciamo a camminare e prima arriveremo!” desse Sara che sembrava aver recuperato tutte le energie.
“ottimo. Andiamo” disse Seto. Camminarono per qualche minuto pensando a quello che era successo. In particolare, Sara era ancora sotto shock per quell’abbraccio così improvviso… cercando di non pensarci chiese timidamente a Seto:
“ma prima…quando l’auto era fuori controllo…non hai avuto…paura?”
“dopo quello che ho passato mi ci sono abituato a vivere con la paura…”
“…capisco…”rispose vagamente lei guardando verso il basso. Dopo qualche altro minuto i due arrivarono alla Kaiba Corporation e subito notarono delle automobili parcheggiate.
“quella è l’auto di mio padre…è ancora qui…”disse Sara che iniziava a pensare che Giuseppe potesse centrare qualcosa con l’improvvisa sparizione di Mokuba.
“e quelle sono quelle dei Big Five…entriamo!” disse Seto mentre apriva la porta. I ragazzi salirono velocemente le scale, spalancarono la porta ed entrarono nell’ufficio di Seto.
“finalmente sei arrivato, Seto. Ti aspettavamo con impazienza”disse una voce proveniente da una delle poltrone dietro la scrivania.
“è inutile che vi nascondiate dietro a delle poltrone…vi ho smascherati subito, cari i miei Big Five!”-disse Seto mentre entrava nella stanza-“e ho riconosciuto anche voialtri…adesso giratevi, voglio vedere se ho indovinato di chi sono le macchine nel parcheggio qua sotto!”.
Ad una ad una le sedie si girarono, rivelando i volti delle varie persone lì presenti. La terz’ultima sedia rivelò Giuseppe e i sospetti di Sara furono fondati.
“papà…”-disse mentre si avvicinava al centro della stanza-“allora è vero…tu c’entri con la scomparsa di Mokuba…”
“ci avevo visto giusto…adesso ridatemi mio fratello!!” disse Seto.
“calma ragazzi miei…prima dovete dare voi una cosa a noi…”disse calmo Lesnar.
“e che cosa volete?!”domandò Seto.
“vogliamo la Kaiba Corporation!” disse Wilkinson.
“come?! Voi non avrete un bel niente da me!” rispose Seto spazientito.
“ma non la voglio solo da te…la voglio anche da lei!”disse Wilkinson indicando Sara.
“e lei che c’entra?!” chiese Seto.
“forse è giunto il momento di spiegarvi come stanno le cose, ragazzi…”-disse Giuseppe-“vedete, tempo fa vi fu una riunione tra le persone qua presenti e il sig. Gozaburo. Questo temeva che tu, una volta cresciuto, non avresti avuto eredi, così stipulammo un accordo: mia figlia sarebbe diventata tua moglie garantendoti degli eredi e avrebbe guadagnato il 50% della Kaiba Corporation. Di quella percentuale il 20% sarebbe spettato a me, il 20% ai Big Five e il restante 10% agli altri membri del patto. Poco prima della sua morte Gozaburo scrisse una lettera dove ti informava che tu avevi una promessa sposa e fece in modo di consegnartela il giorno esatto in cui lei sarebbe arrivata, così tu l’avresti conosciuta e avresti fatto amicizia con lei. Il tutto è stato agevolato dalla vostra passione per il Duel Monsters, che vi ha fatti avvicinare prima del previsto…
“quindi io sarei promesso a…a lei?” chiese Seto mentre si voltava verso Sara, paralizzata dallo shock.
“esattamente…ora non ci resta che aspettare il vostro matrimonio e…”
“te lo puoi scordare!!!”-urlò Sara-“come hai potuto organizzare questo alle mie spalle?! Io…io ti odio!!!”riprese lei con gli occhi lucidi.
“cerca di capirmi…l’ho fatto per te…per assicurarti un futuro…”
“certo, come no…un futuro mosso dal tuo egoismo!”-disse cercando di asciugarsi le lacrime con la manica-“adesso capisco il discorso tra te e mamma l’altra sera, capisco il motivo del trasferimento…ora capisco tutto…capisco di avere dei genitori corrotti dal denaro!!!”
“non è stato facile per me e tua madre prendere una decisione come questa…ma per il tuo bene…”
“il mio bene? Il mio bene?! A me sembra che voi vi siate occupati di più del vostro bene piuttosto del mio!!!”rispose lei con la voce spezzata dal pianto.
“devi cercare di capir…”
“adesso basta!”-intervenne Seto-“ce la pagherete cara per questo! In quanto a voi siete licenziati in tronco! E adesso restituitemi mio fratello!”
“dovrai cercarlo” gli rispose tranquillamente Lesnar.
“come?! Dove l’avete portato?!”
“è in questo edificio…a te il compito di trovarlo.” Gli rispose Wilkinson.
“lo troverò, stanne pur certo! E poi faremo i conti…”minacciò Seto mentre si avviava a passo spedito verso la porta. Ancora in lacrime, Sara lo seguì. Presero l’ascensore e giunsero a piano terra; una volta dentro lui non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, vederla piangere lo faceva sentire male, gli faceva sentire qualcosa al cuore… una volta usciti Seto iniziò a guardarsi intorno per trovare qualche indizio che lo avesse portato a suo fratello, mentre Sara si era appoggiata con le spalle a un muro e continuava a piangere. Non notando nulla Seto si voltò verso Sara.
“su, calmati adesso…”le disse.
“calmarmi?! Come posso calmarmi?! I miei mi hanno promessa a te solo per guadagnare la tua azienda! E come se non bastasse mio padre è pure coinvolto nel rapimento di Mokuba! Come posso calmarmi sapendo di essere stata una loro pedina per tutti questi anni?! Come posso calmarmi adesso che ho scoperto di avere una famiglia corrotta dal denaro?!”rispose lei in lacrime.
Seto non aveva una risposta per quelle domande, ma non sopportava quella vista: non poteva permettere che la sua Sara piangesse così…doveva aiutarla a calmarsi, doveva farle sentire che era lì non per fare la bella statuina ma per proteggerla…e, come un lampo improvviso nel pieno dell’estate, un pensiero gli sorse nella mente: che lui fosse… innamorato di lei? È questo quello che chiamano amore? Possibile che proprio lui, freddo com’era, potesse incappare in un sentimento stupido come quello? Non trovando altra spiegazione si convinse di questo, le si avvicinò e, con una dolcezza mai vista, le asciugò le lacrime.
“adesso basta piangere, hai le maniche zuppe…ci sono qui io…calmati…” le disse mentre l’abbracciava. Sara, che non riusciva ancora a calmarsi, lo abbracciò a sua volta. Forte. Lo abbracciò sempre più forte. Temeva che fosse solo un miraggio quel ragazzo che voleva aiutarla. Quel ragazzo che vede tutti i giorni, sempre con lo sguardo freddo, sempre con quell’aria di superiorità dipinta sul volto e quella sua fierezza che mostra in ogni secondo, severo e dolce allo stesso tempo; quel ragazzo che, quando la guarda con quegli occhi blu, come il mare più limpido e profondo, la fa sentire diversa, al sicuro, una donna nuova…un pensiero dentro di lei, mai ascoltato e sempre ignorato, prese prepotentemente posto nella sua testa con una parola: amore. Questa era la risposta alle strane reazioni che Seto le provocava: l’improvviso innalzamento della temperatura, l’improvviso imbarazzo che aveva a stargli vicino, la strana sensazione che provò quando lo vide per la prima volta… Non c’erano più dubbi: lei era innamorata di quel ragazzo. Inoltre, quell’abbraccio caldo, forte e sincero, le fece sparire come per magia la disperazione che aveva preso il sopravvento su di lei. Adesso voleva solo restare per sempre in quel momento, con lui…ma non poteva cancellare quei sensi di colpa che le erano sorti scoprendo di essere la ragazza della lettera.
“scusami…”gli disse a bassa voce.
“perché chiedi scusa?”
“adesso che so di essere io la ragazza a cui sei stato promesso non riesco a non sentirmi in colpa: quando ci pensavi ed eri costantemente preoccupato, triste…e, come ciliegina sulla torta, sono anche la responsabile del rapimento di Mokuba!!! Se solo non fossi mai nata… Ti avrei risparmiato tutto questo…”
“non dirlo neanche per scherzo!”-urlò Seto-“se tu non fossi mai nata io, Yugi, Joy, Tristan, Tea e Mokuba non avremmo mai conosciuto una persona speciale come te…una persona che sa vivere nonostante le difficoltà, una persona su cui fare sempre affidamento…”.
Detto questo la strinse a sé più forte e basta, cercando di farle capire a gesti quello che non riusciva ad esprimere a parole. Appoggiò, anche, la sua testa sopra quella di Sara: lei sembrò capire il messaggio e appoggiò il proprio capo sul petto di Seto (n.b. Sara è piuttosto bassina…): sentiva i loro cuori battere all’unisono, sentiva che anche a costo della vita avrebbe protetto lui e quel sentimento ancora cucciolo, ma già così adulto da non spaventarli… nella stanza regnava un silenzio assoluto, interrotto ogni tanto da qualche rumore. I due sentivano perfettamente i loro respiri…
Una risata proveniente da non si sa dove interruppe questo momento magico e i ragazzi smisero di abbracciarsi.
“ma bene, così i due piccioncini si sono decisi, finalmente!!! Ormai nulla può più ostacolarci, la Kaiba Corporation sarà nostra!”disse Wilkinson.
“ma da dove viene questa voce?” chiese Sara.
“nell’edificio sono sparsi parecchi altoparlanti e altrettante telecamere…probabilmente ci hanno visti…”le rispose Seto, che sembrava aver ormai cancellato la dolcezza e la premura di poco fa.
“esattamente. Ci avete ormai consegnato la Kaiba Corporation, cari ragazzi. Non possiamo fare altro che accettare il vostro dono con immensa gioia!”disse Lesnar ironicamente. Mentre parlava, probabilmente stava dando dei colpi al microfono, visto che si sentiva uno strano rumore.
“noi non vi doneremo un bel niente! Piuttosto restituitemi mio fratello!” urlò Seto.
“si vede che l’amore annebbia la mente…non ricordi? Lo devi cercare! E sappi che non ti risulterà semplice!” disse Wilkinson. Ci fu un altro strano rumore.
“maledizione…”disse a bassa voce il ragazzo. Si sentì nuovamente quel suono.
“Seto, ascolta…”-gli disse a bassa voce la ragazza-“non senti…uno strano rumore? È da qualche minuto che si sente…”. Il ragazzo si mise ad ascoltare e ne sentì uno.
“hai ragione…e dire che qui non c’è nulla a contatto con altre cose…”
“e se…e se fosse Mokuba?”
“potrebbe darsi…bisognerebbe localizzare esattamente la provenienza del suono…”disse, poi si mise ad urlare-“Mokuba se sei qui batti più colpi che puoi!!!”.
Si sentì nuovamente lo stesso rumore, ma stavolta ce ne furono molti di più di seguito.
“proviene dal muro di fronte a noi! Disse Sara mentre, insieme a Seto correva verso la meta.
“accidenti…”disse a bassa voce Wilkinson.
“vedi qualcosa di strano?”chiese Sara.
“no…niente…”-voltò lo sguardo verso destra-“aspetta…lì il colore del muro non coincide…e quel buco…non ci sono più dubbi, Mokuba è qui!”disse convinto Seto.
“come rompiamo la parete?”
“non c’è bisogno di romperla…basterà solo tirare…è solo carton gesso…” disse Seto mentre cercava un punto da cui aggrapparsi per tirare. Non avendo altra scelta usò due dita e le fece aggrappare ai bordi del buco, quindi iniziò a tirare. Nonostante l’apparenza era saldato bene, e da solo non riusciva a toglierlo, allora Sara corse in suo aiuto: si aggrappò anche lei e iniziò a tirare. Alla fine riuscirono a togliere quell’ostacolo e trovarono Mokuba, legato e imbavagliato. Lo slegarono e lo tranquillizzarono.
“adesso che mio fratello è salvo devo solo farvela pagare cara…vi sfido tutti a Duel Monsters!!!”urlò Seto.
“avevamo previsto questa reazione…Lesnar sta scendendo con il duel disk, pronto ad affrontarti” disse Wilkinson.
“aspettate un attimo!”-intervenne Sara-“non me ne starò certo con le mani in mano…Papà ti sfido! Scendi e combatti contro di me!”
“quando decidi una cosa nulla può farti cambiare idea…benissimo, accetto la tua sfida e sappi che non avrò alcuna pietà di te anche se sei mia figlia!”
“non chiedo di meglio”rispose lei.
“perché vuoi combattere anche tu? Non è necessario…”disse Seto.
“voglio vendicarmi di mio padre…non posso permettere che la passi liscia…sento il fuoco dentro di me, sento che usciremo vincitori da questo incontro…”-e gli prese la mano-“fidati di me…”
“mi fido ciecamente di te…”le rispose il ragazzo.
“ah, è vero…adesso voi due state insieme…me ne stavo dimenticando…”disse Mokuba.
“come fai a saperlo?” chiese Sara imbarazzata.
“mentre ero lì nel muro vedevo e sentivo tutto attraverso il buco…”-rispose il ragazzino-“ma almeno un ‘ti amo’ potevate dirvelo, no?”
“Mokuba adesso non è il momento…”gli disse Seto imbarazzato.
Qualche istante dopo scesero Lesnar e Giuseppe con dei duel disk e ne consegnarono uno per ciascun duellante. Seto, Sara, e i loro avversari se li misero e posizionarono il dek nel porta carte.
“nel porta carte regoliamo 2000 life points a testa. Giocheremo a coppie: io e Giuseppe contro voi due. Anche se un compagno viene sconfitto è possibile continuare il duello. Vince la coppia che per prima azzera i punti vita dell’avversario. Il giro sarà il seguente: prima Sara, poi Giuseppe, dopo Seto e io per ultimo. Ci sono obiezioni?”
“nessuna”rispose Sara.
“cominciamo!” disse Seto.
“pescate tutti cinque carte”-desse Lesnar-“inizi tu, Sara”
“aspettate, ho una proposta da farvi per rendere la partita più interessante…”-intervenne Wilkinson-“dall’esito del duello dipenderà il futuro della Kaiba Corporation. Se la coppia Sara-Seto vince, l’accordo preso nel passato è annullato; ma se, come è ovvio, è la coppia Giuseppe-Lesnar a vincere, voi farete esattamente come scritto nell’accordo. Allora, accettate la sfida?”
“certo, tanto è ovvio che saremo noi a vincere!” disse Seto sicuro di sé.
“perfetto. Cominciate pure, che il duello del destino abbia inizio!!!”disse infine Wilkinson.
“tocca a me iniziare!” -disse Sara mentre pescava una carta-“metto sul terreno due carte coperte e gioco un mostro coperto in difesa. E con questo il mio turno è concluso. Tocca a te papà”.
“gioco ‘sirena lanciatrice di frecce’ (att1400/dif 1500) in posizione di difesa e qui concludo il mio turno”
“adesso è il mio turno”-disse Seto mentre pescava una carta-“metto due carte coperte sul terreno e gioco ‘drago lancia’ (att 1900/ dif 0) in posizione offensiva e attacco la sirena. Concludo qui il mio turno”.
“tocca a me”-“disse Lesnar mentre pescava una carta-“io gioco ‘re macchina’ (att 2200/ dif 1800) in attacco e disintegro il tuo draghetto, all’attacco!”
“hai attivato la carta trappola ‘filo invisibile’ con cui il tuo mostro viene distrutto”
“ma grazie al potere speciale del mio mostro, che si attiva solo quando viene distrutto, non posso essere attaccato nel prossimo turno. Ora tocca alla ragazza” disse Lesnar.
“pesco una carta e metto in campo in attacco ‘cucciolo di drago’ (att 1200/ dif 700), sposto il mostro coperto in attacco e fondo i due mostri per creare ‘mille draghi’ (att 2400/ dif 2000). Poi svelo una delle mie carte coperte, la carta magia ‘montagna’ così il mio mostro e quello di Seto vengono potenziati di 500 punti. Qui concludo il mio turno aggiungendo una carta coperta”.
“tocca a me”-disse Giuseppe mentre pescava una carta-“metto sul terreno due carte coperte e gioco ‘tartaruga bianca dai 30000 anni’ (att 1200/ dif 2100) in difesa. Concludo qui il mio turno”
“perfetto, tocca a me. Grazie alla carta magia di Sara il mio drago viene potenziato. Non lo mando in attacco e, anzi, aggiungo un mostro coperto in difesa. Tocca a te, Lesnar”
“preparatevi a perdere un bel po’ di life points, ragazzini…”-disse Lesnar dopo aver visto la carta appena pescata-“attivo questa carta magia, ‘ookazi’ con cui vi tolgo 1000 life points a testa rinunciando a 200 dei miei. Poi evoco l’intervento del ‘mago nero’e distruggo definitivamente il ‘drago lancia’ di Seto. E con questo il mio turno è concluso.”
“ok, adesso tocca a me. Pesco una carta”-disse Sara-”metto in campo ‘drago tuono bicefalo’(att 2800/ dif 2100) potenziato da ‘montagna’, e attacco la testuggine.”
“spiacente, ma hai attivato la carta trappola ‘forza riflessa’: l’attacco viene indirizzato ad uno dei tuoi mostri, e io scelgo il tuo draghetto. Così perdi 400 life points”
“accidenti…concludo qui il mio turno”
“ora continuo io…pesco due carte e gioco ‘garvas’ (att 2000/ dif 1700) in attacco e passo la mano”
“adesso vediamo di farvi calare un po’ di life points…”-disse sicuro Seto mentre guardava la carta appena pescata-“evoco l’intervento di ‘drago bianco occhi blu’(att 3000/ dif 2500) in attacco e polverizzo il ‘mago nero’. Poi gioco il ‘genio della lampada la-din’ (att 1800/ dif 1000) in attacco e concludo il turno aggiungendo una carta coperta. A te la mossa. Lesnar.”
“gioco la carta magia ‘buco oscuro’ed elimino tutte le carte presenti sul terreno di gioco. Poi invoco ‘curibow’ (att 300/ dif 200) in attacco e scateno la carta ‘proliferazione’ che fa moltiplicare i mostri con meno di 500 punti d’attacco coprendo, così, i miei life points. Giocando in coppia sono coperti anche i punti del mio compagno.” Concludo qui il mio turno”.
“dì pure addio alle tue copie di ‘curibow’…gioco la carta ‘annulla carta magia’ così il tuo mostro non può più duplicarsi, poi evoco ‘drago nero occhi rossi’ (att 2400/ dif 2000) che viene potenziato e aggiungo una carta coperta sul terreno. Tocca a te papà”
“gioco ‘falena gigante’ (att 2600/ dif 2500) e questa carta equipaggiamento che aumenta di 900 l’attacco e la difesa del mio mostro, quindi attacco il tuo drago. In più gioco ‘anima del puro’, che mi permette di recuperare 800 life points. Ormai ti restano solo 100 life points…arrenditi”disse Giuseppe.
“te lo puoi scordare…finché avrò dei punti resisterò…”rispose lei leggermente provata.
“ben detto, Sara…adesso pesco due carte e metto in difesa ‘saggi l’oscuro’ (att 600/ dif 1500) e una carta coperta sul terreno. Finisce qui il mio turno” disse Seto.
“ormai si intravede la fine del duello ragazzi…gioco ‘zoa’ (att 2600/ dif 2100) in attacco e elimino il mostro di Seto”
“lo sapevo che avresti attaccato, Lesnar…infatti distruggendo il mio mostro hai attivato ’schiacciatutto’: i tuoi mostri con più di 1500 punti d’attacco vengono distrutti!”
“maledizione…concludo qui il mio turno…”
“tocca a me!”-disse decisa Sara-“prima di tutto attivo ‘raigeki’, un fulmine che distrugge tutte le carte mostro che gli avversari hanno in campo e poi gioco ‘pegaso alfiamma’ (att 2250/ dif 1800) rivelando la carta coperta ‘luna mistica’, che potenzia di 500 punti i mostri di tipo bestia. E adesso metto fuori gioco te, Lesnar! Addio!” disse la ragazza, facendo scendere a zero i punti vita dell’avversario.
“accidenti…sconfitto da una mocciosa…Giuseppe è tutto nelle tue mani…”
“conta su di me…adesso attivo ‘buco oscuro’e poi metto in campo ‘gaia il cavaliere’…mi dispiace, figliola, ma te la sei cercata!” così Giuseppe mandò il suo mostro all’attacco e Sara perse i suoi ultimi 100 life points.
“no, Sara!!!” urlò Seto, vedendo che il colpo era talmente forte da scaraventarla quasi fino al muro.
“stò…stò bene…Seto la mia vendetta adesso è nelle tue mani! Sconfiggilo anche per me!” disse arrabbiata Sara: battuta da quel padre che l’aveva ingannata per tutti questi anni, che aveva usato la vita della sua unica figlia solo per arricchirsi…
“lo batterò soprattutto per te, stanne certa” -le rispose il ragazzo-“adesso è il mio turno, pesco due carte…”
“inutile, quale che sia la carta…non puoi vincere!”
“sicuro? A me il ‘drago bianco occhi blu’(att 3000/ dif 2500)!”
“non è possibile! L’aveva aspirato il ‘buco oscuro’!”
“mi deludi papà…dopo quanto te ne ho parlato…dovresti sapere che Seto ha ben tre draghi bianchi nel suo mazzo!” disse Sara mentre si avvicinava al ragazzo.
“con l’attacco del mio drago il tuo mostro è distrutto. Tocca a te”
“pesco due carte…ne metto una in difesa e una coperta…”
“ed ora concludiamo il duello: punto tutto sulla carta che sto per estrarre!”-disse il ragazzo. Pescò una carta e disse soddisfatto-” metto una carta coperta ed evoco il secondo ‘drago bianco occhi blu’ in attacco. Attacco collettivo dei miei mostri!”
“troppo precipitoso…hai attivato la carta trappola ‘distesa di rovine’, che distruggerà i tuoi draghi!”
“non ne sarei tanto sicuro… la carta ‘restituzione della trappola’ è stata attivata!”
“cosa?! Mi hai imbrogliato, maledetto ragazzino!!!” disse Giuseppe mentre i suoi life points sul porta carte scendevano a zero.
“io non ho imbrogliato proprio nessuno…semplicemente tu sei troppo scarso per me…e adesso che abbiamo vinto l’accordo è saltato!”
“maledizione…”disse Wilkinson, che aveva seguito il duello dall’ufficio di Seto.
“hai vinto, fratellone!!!” gli disse Mokuba mentre gli saltava in braccio.
“grazie per avermi vendicata, ti sono debitrice…” gli disse Sara.
“tu mi hai aiutato a trovare Mokuba e a battere quei due…dovevo pur sdebitarmi…”
“ok, come vuoi…”
“adesso usciamo di qui, la polizia arriverà tra poco” disse Mokuba.
“la polizia? Quando l’hai chiamata?” domandò Sara al ragazzino.
“prima del duello Seto mi ha passato il suo cellulare e mentre stavate duellando ho telefonato”.
“si sentono le sirene…forza, usciamo…”propose Seto.
Poco più tardi gli agenti arrestarono tutti i colpevoli e li caricarono sulle volanti, che ripartirono velocemente. Sara, Mokuba e Seto seguirono tutta la scena, poi, una volta partite le volanti, si misero in cammino, senza una meta specifica.
“finalmente è tutto finito…”sospirò Sara.
“siete stati grandissimi in duello!” disse Mokuba.
“grandissima una roba…mi hanno sconfitta!” ribatté Sara.
“non importa, mentre duellavi avevi lo stesso sguardo di Seto! Non ci hai fatto caso?” le chiese Mokuba.
“sinceramente no…ero troppo concentrata sul duello…”
“non importa, fatto stà che abbiamo vinto…” intervenne Seto.
Sara lo guardò, sorrise e annuì col capo. Ma qualcosa la preoccupava.
“adesso chissà cosa ne sarà di me e di mia madre…chissà cosa faremo…” disse lei.
“non pensarci adesso…lascia a dopo questi problemi…”disse Seto.
“ma io…ho paura che mia madre decida di tornare in Italia! Sarebbe capace di partire da un momento all’altro…e a me toccherebbe seguirla…”
“non puoi andartene!!!” inveì Mokuba.
“non pensarlo nemmeno!!! Se tu te ne andassi io…io…io sono certo che impazzirei!!!” inveì Seto.
“anche io andrei fuori di testa…spero solo che mia madre non decida questo…anche perché io non me ne voglio andare da qui…”disse lei guardando verso il basso.
“io ho un’idea! Potreste venire ad abitare da noi! Abbiamo una casa enorme e delle donne in casa ci vorrebbero! Vero, Seto?” disse Mokuba.
“ehi, non è una cattiva idea…potreste davvero vivere con noi” disse Seto.
“Dio, sarebbe stupendo…fosse per me avrei già fatto le valigie…purtroppo la decisione non spetta a me ma a mia madre…e poi non vorremmo esservi di disturbo…”
“Sara…”-le disse Seto fermatosi mentre le prendeva le mani-“qualunque cosa deciderà tua madre io farò di tutto per non perderti…”
“grazie…”gli rispose mentre lo abbracciava.
“ecco che adesso i piccioncini non si staccano più…io vado avanti, almeno vi lascio da soli!” disse ironicamente Mokuba mentre velocizzava il passo.
“troveremo una soluzione, qualunque cosa accada…” le sussurrò Seto accarezzandole i capelli mentre riprendevano a camminare.
“sei un bravo studente, un’atleta straordinario, una Leggenda del Duel Monsters, un grande affarista e un fratello straordinario…”-disse ironicamente Sara-“ma c’è qualcosa che non sai fare?”
“una di sicuro c’è…” rispose fermandosi mentre le accarezzava le guance. Poi le appoggiò entrambe le mani sulle guance mentre lei gli metteva le braccia intorno al collo alzandosi sulle punte dei piedi: si guardarono negli occhi per qualche istante e poi avvicinarono i loro volti fino ad unire le loro labbra in un tenero e caldo bacio. Iniziò a soffiare un pochino di vento che fece muovere gli alberi lì intorno e i loro capelli. Anche il lungo smanicato di Seto, sotto l’azione dell’aria, sembrava voler stringere a sé la ragazza…
“scusate se vi interrompo…”-disse Mokuba sbucato fuori da un cespuglio-“siamo arrivati allo stradone principale…”. I due, imbarazzatissimi, smisero di baciarsi e raggiunsero il ragazzino.
“allora da oggi in poi sarò anche il tuo fratellino?” chiese Mokuba a Sara, che si voltò verso Seto.
“direi proprio di sì…”rispose infine, accarezzandolo in testa.
“visto che le mie idee sono sempre geniali? Così adesso Seto è contento e tu hai un fratellino! Sono proprio un genio!” disse orgoglioso il ragazzino.
“pensala come vuoi, fratellino…”-rispose Seto-“ ma adesso andiamo sullo stradone principale… gli insetti qui intorno mi stanno facendo saltare i nervi…”
“andiamo!” disse Sara ridendo.
I tre camminarono e, senza rendersene conto, arrivarono davanti alla casa della ragazza, che si fermò, presa dai suoi pensieri. Seto lo notò e la rassicurò:
“ci penseremo domani, ok? Stasera pensiamo solo a distrarci e a stare insieme…”, poi le baciò la fronte.
“hai ragione…”-disse mentre lo guardava nei suoi occhi blu-“adesso dove andiamo?”
“andiamo al parco! Si dice che di sera sembri quasi magico!”propose Mokuba.
“per me va bene…forza, andiamo!” disse Sara mentre, mano nella mano con il ragazzo che amava, andava incontro al destino, verso una nuova vita, accanto a colui che amava e con cui avrebbe voluto rimanere per l’eternità.

Fine.



Piccole precisazioni dell’autrice:
1) la ragazza del racconto NON sono io! Le ho solo dato il mio nome, la mia bassezza, la mia età e i miei capelli!
2) Chiedo scusa a mio padre per avergli fatto fare la parte del cattivo: lui è una bravissima persona! Tvtb papy!
3) Chiedo scusa se ho storpiato il nome di qualche carta, il valore d’attacco o di difesa di qualche mostro…purtroppo, l’ho ritenuto necessario per poterli inserire perfettamente nella storia…
4) Spero che la mia storia vi sia piaciuta! Ci ho messo tutta la mia anima per scriverla! Se trovate eventuali errori grammaticali abbiate pietà di me… grazie per aver dedicato un po’ del vostro tempo per leggerla e, invece, scusatemi se vi ho annoiati con le solite “storielle d’amore che finiscono sempre bene”.


  
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