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Autore: Evola Who    24/02/2014    2 recensioni
Poi John la baciò. Un bacio lungo, ma tenero. Quando si staccarono, si guardarono di nuovo e disse teneramente: “Ti amo.” E sorrise...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, John Lennon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Garden Of Peace


Londra, Primavera 1968.
 
John e Yoko erano in un piccolo boschetto dentro un parco, nascosti da tutto e tutti, tra fiori sbocciati e alberi verdi. Seduti in un campo verde, guardavano il cielo blu, con le piccole nuvole bianche e un grande sole che trasmetteva un calore tiepido per tutto il bosco.

E loro due erano insieme sdraiati sul verde, abbracciati, non pensando a niente, dimenticando ogni cosa. Beh… almeno per un po’.

Perché sapevano che fuori dal bosco c’erano i loro problemi: c’era tutto il mondo che li odiava, le persone che li coprivano di insulti, prendendoli per pazzi e drogati, la stampa che li attaccava senza alcun motivo logico, gli insulti pesanti soprattutto su Yoko, e le tensioni di John con il gruppo che peggioravano, ma c’erano anche i litigi con Paul, e gli altri, la Apple che prendeva soldi, gli avvocati e altri casini.

Ma quando erano in quel piccolo bosco sembrava che non ci fossero pensieri, tensioni e casini, solo pace e tranquillità che loro volevano durasse per sempre.

John era sdraiato per terra con le gambe dritte, le braccia dietro alla nuca e gli occhi aperti e Yoko appoggiata con la testa sul suo petto, con le mani sulla sua pancia, anche lei con le gambe dritte e con gli occhi chiusi.

 Lei poteva sentire il battito del suo cuore, che la rilassava, e lui sentiva il calore del suo corpo e capivano che non erano da soli.

“Secondo te… c’è qualcosa oltre il cielo lassù?” domandò Yoko.

John ci pensò e rispose: “Non lo so. Secondo me, sopra di noi c’è solo cielo e basta. Magari a volte piove e nevica ma… io vedo solo quello!” e risero un po’ e rimasero muti.

 “Sai? Vorrei tanto vivere con questa calma…” aggiunse John con una voce nostalgica.

“Anche io ma… come?” domandò Yoko, aprendo gli occhi.

 “Beh… io avevo pensato di andare tutti in quel paese, di andare via da questo posto e di andare via lontano e di vivere in un posto dove ci lascino in pace e dove siamo contenti di restare, tipo qui adesso.”

disse lui, sorridendo. Anche lei sorrise e domandò ironicamente: “Tipo?” Sapeva già la risposta di John, ma la voleva sentire lo stesso.

“Tipo New York, dove ogni singola persona si sente piccola, la gente diversa rispetto alle persone attorno e dove saremo felici!”

 e risero. Calò il silenzio tra i due.

Yoko pensò a tutto quello che stava succedendo, e disse con tristezza: “Mi sento in colpa.”

John rimase sorpreso, alzò un po’ la testa e disse: “Cosa?”

“Mi sento in colpa.” ripeté di nuovo lei.

John rimase confuso. Perché doveva sentirsi in colpa? E poi per lui, Yoko non aveva fatto di male.

“Perché?”

Yoko si alzò, si sedette con le gambe incrociate e spiegò: “Ascoltami. Da quando sto con te… ti ho creato solo guai! La stampa ci attacca, la gente ci odia e…. per colpa mia si sta distruggendo il tuo gruppo.” e si rattristì.

John si alzò e si sedette, mise le mani sulle spalle di Yoko e disse, cercando di rassicurarla: “No, no, no! Non è colpa tua! È solo che dopo la morte del nostro manager, abbiamo dovuto essere più autonomi… ma prima o poi si sistemerà tutto, e poi ho anche pensato di lasciare il gruppo per fare qualcosa insieme. Perché tu mi hai aperto gli occhi per nuove idee che sinceramente non pensavo di avere! E solo grazie a te!” e sorrise.

Yoko lo guardò e domandò: “Davvero?”

“Davvero! E sinceramente me ne frego di quello che dicono la stampa, le persone e anche il mio stesso gruppo su di noi! Rinuncerei a tutto quello che ho sempre desiderato solo per restare con te!”

 Yoko rimase sorpresa: “Davvero? Rinunceresti a tutto solo per me?”

“Certo! Insomma… il mio sogno era quello di creare una rock band e diventare più famoso di Elvis e l’ho realizzato!” e rise.

“Ma ora ho altri progetti, altri sogni, altre aspirazioni e… anche altri progetti per il futuro. Però a me serve qualcuno con cui realizzarli.”

E mise le braccia attorno a lei e sorrise.

“E secondo te io riuscirei a realizzarli?” domandò lei.

“Beh… insieme c’è più speranza!” e la baciò sulla guancia.

Yoko fece un piccolo sorriso, gli accarezzò la testa dicendo: “Quindi non dovrei sentimi in colpa?”
“No. E non dovresti esserlo. Anzi. Se loro dicono qualcosa di male su di te… tu dimmelo e io li picchio!” e risero.

Ecco la cosa che mancava a Yoko. Una persona che la apprezzava.

“Sai? Da quando il mio ultimo matrimonio si è rovinato, ho pensato di non trovare un uomo che mi facesse ridere.” disse lei sincera.

“E io pensavo di non innamorarmi più di nessuno.” rispose lui appoggiando la testa sulla sua spalla.

“Ti senti di nuovo in colpa?” domandò, guardandola.

Si sentiva di nuovo in colpa, però almeno c’era qualcuno di cui poteva fidarsi, a cui credere, da amare e con cui sentirsi se stessa. Lei lo guardò e disse sorridendo: “No.”

Era una bugia, ma era una bugia bianca.

Poi John la baciò. Un bacio lungo, ma tenero. Quando si staccarono, si guardarono di nuovo e disse teneramente: “Ti amo.” E sorrise.

Lei sorrise un po’ e rispose: “Ti amo anche io.”

Si diedero un altro bacio, si sdraiarono di nuovo sul prato abbracciati, e godendosi un po’ di pace.

 
FINE.




 
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Note della qutirce:
Ecco la mia nuova storia!
Dicamo che una storia che avrei
dovoto pubblicaro per il compleanno
di Yoko o a San Valetino
Ma lo scritta dopo aer visto quella foto
su Facebook molto bella.
Lo scritta Sabato mattina a Scuola e lo
finita a casa di domenica pomerigio guardao il
Film "La casa sul lago del tempo" propio la scena dove
cera la canzoneThis Never Happened Before" Buffo no?
Rigrazio molto Kia85 che mi ha coretto la storia! Grazie mille!
Spero che vi sia piacuto e fatemi una recesione!
Ciao!
Evola
   
 
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