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Autore: _ToMSiMo_    22/06/2008    13 recensioni
Questa One-shot era il mio compito in classe. La prof ormai è cosapevole che tutto quello che faccio o scrivo è dedicato ai Tokio Hotel. Sa anche la data del concerto! Comunque posto questa FF solo per il piacere di averla postata. Un bacio a tutte!
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’hotel che avevano scelto dopo il concerto il Norvegia,si affacciava su un fiordo.

Nei giorni precedenti  Thomas  aveva contemplato quelle acque quando era preoccupato per l’esito dell’esibizione. Si affacciava alla finestra e si rilassava cercando l’orizzonte,percorreva con lo sguardo le lunghe distese di acqua gelida e quando poi suo fratello lo chiamava per andare,lui si sentiva felice.

La voce del fratello gli dava tutta la sicurezza di cui aveva bisogno.

Quel pomeriggio però,anche se le previsioni indicavano bel tempo fino a sabato,l’acqua aveva cambiato colore. Sugli scogli,che si trovavano sotto la finestra della sua camera,l’acqua si infrangeva,provocava rumori strani e il cielo  era coperto da nubi grigie. L’unico spazio libero era occupato da un sole che stava per tramontare. Il tramonto quel giorno era viola. Né il sole e né lo stesso hotel si riflettevano nelle acque e gli scogli sembravano diventati più alti.

Nei giorni precedenti Thomas si era tuffato insieme agli altri da scogli più alti,mano nella mano con il fratello,accanto a laghi riscaldati da  geyser   ,non aveva avuto paura. Era con suo fratello e la paura era come scomparsa. Oggi invece il fiordo e l’acqua che passava solo da un cataletto gli dava i  nervi;lo soffocava e in più aveva l’impressione di morire,cadendo dalla finestra,per il forte vento. Nonostante questa paura,era lì affacciato,il suo volto rifletteva attraverso il vetro. Aveva paura ma non riusciva a non fissarsi,non ci riusciva perché voleva vedersi piangere. Nella sua vita,il suo adorato fratello era sempre stato con lui,aveva affrontato tutto con lui,e in quel momento sapeva che non avrebbe sentito più la sua voce.

Il suo riflesso si faceva sempre più cupo e più grigio e intanto non smetteva di guardarsi.

Immaginava Bill che gli spostava i rasta per asciugarci gli occhi. Non avrebbe più sopportato quei ricordi.

Si allontanò dal vetro,si tolse via il cappellino e prese un paio di forbici dal cassetto. Sapeva che quei capelli avrebbero coperto le sue lacrime e lui da quel giorno avrebbe voluto piangere per sempre. Prese le forbici,l’avvicinò ai capelli e tagliò. Migliaia di ciocche caddero sul tappeto;prese una scopa,le spazzò e le lanciò giù dalla finestra.

I suoi capelli ora erano molto più corti e sapeva che,guardandosi allo specchio mentre versava lacrime,avrebbe visto Bill,il suo gemello,dall’altra parte. Per lui vedersi era come vedere Bill quando chiedeva il suo aiuto. Nello stesso momento qualcuno bussò alla porta della camera 483,e un lampo seguito da un tuono violento,separò le nubi e illuminò metà camera.

Thomas notò che la valigia di Bill era ancora sul letto assieme alle sue cose:smalti,trucchi;tutto pronto per essere usato. Prese così le forbici che aveva ancora in mano e le scagliò sulla porta.

La persona dall’altra parte capii il messaggio e andò via lasciando però una bustina bianca sotto la porta. Contemporaneamente la targhetta della camera 483 cadde a terra: era finito tutto per sempre.

Si sedette, agitò le gambe,rivisse ricordi,emozioni,pensieri e il sapore di un bacio dato nella notte mentre lo guardava dormire.

Aveva la lettera tra le mani,e la pioggia provocava senza sosta note ribattute sulla ringhiera. La testa gli scoppiava ma voleva sapere,voleva capire perché la calligrafia di Bill era su quella lettera. Frettolosamente l’aprì e lesse:

“Caro Tom,

è stupido,ti vedo sempre ed ora che sei in camera con quella ragazza,ti voglio scrivere. Non ho niente da fare;Georg e Gustav sono fuori e tu ti starai divertendo. Non la far soffrire troppo,non l’ho merita,mi è simpatica.

Mi vengono strani pensieri,sono un egoista,ho sempre sbagliato nella mie scelte ed ora lo so.”

Mentre leggeva,il mare sbatteva sempre più forte sugli scogli. Il cielo tuonava e ogni secondo si sentivano rumori provenienti dell’acqua.

Ritornò con gli occhi alla lettere:

“Ho sempre pensato alla mia vita senza di te e mai alla tua senza di me,ed ora che so quanto stai male,mi sento il peggior fratello del mondo”

Tom avrebbe voluto smettere di leggere,invece continuò:

“L’importante è che ho passato gli ultimi giorni con te. Ho passato i diciotto anni più belli perché c’eri tu. Non ti ho mai detto che aspettavo sveglio i tuoi baci per la buona notte e che poi quando ero sicuro che tu stessi dormendo ricambiavo il gesto;non sai neanche che quando facevo degli incubi,la maggior parte delle volte erano finti solo per stare accanto a te.”

Ormai Tom aveva ripreso a piangere più forte,le lacrime cadevano incessantemente,il rumore di rocce che si rompevano lo faceva distrarre ancora di più.

Ripensò a tutti i baci che aveva dato al suo cucciolo e poi sorridendo riprese:

“Mano nella mano per sempre Tomi,io e te saremo sempre una cosa sola. Non devi morire anche tu,sei troppo bello per salire in paradiso. Voglio che tu trovi il vero amore,che tu sia felice e che continui la tua vita senza di me perché non voglio vederti piangere. Sono io che devo asciugarti le lacrime e senza di me tu non hai il permesso di versarle. Ti amo troppo fratellino.”

Chiuse la lettera ormai bagnata e la mise in tasca. Prese uno smalto di Bill e scrisse sul muro della camera un messaggio per la ragazza che Bill citava nella lettera. Aprii il tappo,estrasse il pennellino e scrisse: “Ich Liebe Dich”.

Uscì dalla camera,entrò in quella della ragazza che poi conduceva al corridoio e le diede un bacio sulla fronte. Si avviò all’uscita dell’hotel;il vento fuori era incessante,c’era nebbia ovunque e l’alta marea aveva superato ormai i limiti. Si avvicinò allo scoglio per lanciarsi e mentre stava per farlo si voltò e vide la ragazzina spaventata con gli occhi rossi che lo fissava. Aveva intuito quello che stava per fare Tom e preoccupata si stava avvicinando per impedirgli di fare una stupidata. Lui invece la spinse indietro,le consegnò il suo cappellino,la lettera di Bill e la congedò con un bacio sulle labbra. Un bacio rubato alla morte e il bacio più sofferto,più voluto,più desiderato e più triste.

Non potè fare più niente,il rumore del corpo di Tom infrantosi su uno scoglio le aveva fatto dimenticare tutto.

Con le lacrime agli occhi iniziò a correre all’hotel per dirlo a tutti.

Mentre correva il cielo cambiò d’un tratto colore.

Riapparvero le nuvole bianche,le sfumature dell’acqua turchesi,la marea si ritirò e l’hotel si rispecchiò di nuovo nell’acqua. Il corpo di Tom era scomparso o diventato schiuma.

Era tutto normale e ciò significava che Tomi aveva riabbracciato Bibi. Il vento era ritornato caldo e la camera vuota dei gemelli era immersa dalla luce soave e calma di quella giornata che anche se triste aveva riunito due anime.

Un’ombra di una nuvola copriva quel “Ti Amo” scritto in nero per la piccola fanciulla.

Essa si sedette sul letto sotto la scritta e poggiò gli occhi al cielo:c’era una nuvola dalla forma di due mani unite così forti che niente avrebbe più sciolto a riscaldarle il cuore.

  
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