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Autore: Sweenez    25/02/2014    1 recensioni
Si guardò intorno e si chiese dove fosse lei, Monique, l'unico motivo per cui era andato a quella festa, l'unico motivo per cui aveva bevuto tanto. Da tempo tentava di confessarle i propri sentimenti, senza mai riuscirci concretamente. Sperava che l'alcool gli avrebbe dato una mano.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quasi mezzanotte in una baita di campagna,
disco music ad alto volume da amplificatori mastodontici,
alcool, marijuana e ormoni aerobici.


Erano ore che Daniel continuava a bere. Fra cocktail esotici, birra e vino, non riusciva più a capire di che cosa fosse il sapore acido che aveva in bocca. Non era ancora ubriaco, sebbene quel maledetto cerchio alla testa non intendesse andarsene. Attorno a lui c'erano ragazzi impossessati dalla musica, altri che slinguazzavano sfacciatamente sui divani del salottino dove si trovava. Si guardò intorno e si chiese dove fosse lei, Monique, l'unico motivo per cui era andato a quella festa, l'unico motivo per cui aveva bevuto tanto. Da tempo tentava di confessarle i propri sentimenti, senza mai riuscirci concretamente. Sperava che l'alcool gli avrebbe dato una mano.

Cercò la sua chioma bionda, difficile da non notare, perfino da ubriachi. Si spostò dal salottino, camminando tra bottiglie di vetro e fastidiose coppiette appiccicose, facendosi strada con le braccia, neanche fosse stato un nuotatore. Tentò di mantenere lo sguardo vigile e la camminata dritta, mentre gli sembrava che nella testa gli fosse spuntata una giostra di cavalli con mille bambini urlanti. Allungò una mano verso una ragazza di spalle che sembrava bionda come Monique, ma questa, accortasi di Daniel, lo respinse maledicendolo. Lui le guardò gli occhi marroni e si allontanò, non avendo trovato lo splendore degli occhi azzurri di Monique. Guardò per tutta quella parte della casa, senza trovarla, mantenendo le mani sempre avanti per non perdere l'equilibrio.

Fissò le scale per salire al piano di sopra. Un dubbio tremendo lo assalì. Un brivido gli percorse tutto il suo corpo. Tremando, affrontò le scale, mantenendosi appoggiato alla parete. Ad ogni scalino sentiva l'inspiegabile sofferenza dello stomaco che si contorceva. Quella sensazione divenne così forte da farlo piegare in due e da reggersi la pancia, mentre osservava l'oscurità della cima delle scale. La musica diventava più forte, la testa non voleva smettere di girare, riusciva a percepire ogni singolo odore. Raggiunse il pianerottolo con un conato di vomito che riuscì a trattenere, a fatica. Trovò un interruttore, accese la luce e diede uno sguardo alle porte serrate.

Due giorni prima.
- Io glielo dico alla festa, - disse Daniel.
- E se poi ti rifiuta?, - rispose Michael.
- Certo che come amico fai schifo!
- Stammi a sentire, non lo fare, quella è una troia.
- Dici?
- Dico.
- Ma lei è così bella...

Con la morte nel cuore si avvicinò ad una porta, quella che conosceva, sperando di non trovare al suo interno ciò che sospettava. Lo stomaco era ormai un'entità a sè, capace di fare le peggio acrobazie, libero da qualsiasi vincolo. Afferrò la maniglia, la piegò e spinse la porta, con il cuore che batteva all'impazzata, complice dello stomaco. Chiuse gli occhi per tenere a bada la testa, come per concentrarsi, tentò di non ascoltare la musica e fece un respiro profondo. Aprì di scatto gli occhi.

La vide. Nuda, inginocchiata, con i gomiti poggiati sul letto e i capelli arruffati. Sopra di lei, Michael, il suo amico, il suo migliore amico. Vide le loro facce contratte dal piacere, liberi da coperte o lenzuola. Respirò il loro pesante odore di ormoni. Fu un attimo. Sbarrò gli occhi e riversò a terra ogni singola goccia di alcool. Lo stomaco non diceva più nulla, il cuore si era fermato. Sentiva solo il flusso bruciante che gli percorreva la gola. Ma qualcosa in lui si ruppe. Il flusso che sembrava infinito aveva smesso di scorrere. Daniel cadde a terra nel suo stesso vomito, stremato, mentre i due, nudi e uniti, rimanevano atterriti ad osservare la macabra scena. Prima dell'oscurità, Daniel pensò a Monique, così bella...

  
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