Come ossa
incastrate nella nebbia,
mi guardano i lampioni
nella loro plumbea
solitudine.
Cortecce incise da amori
e da pioggia
a sorreggere, bastoni,
il cielo ormai vecchio.
Parole alle luci
di un bar.
Il mondo si trascina
avanti,
si lascia vivere.
Poi il cielo si sveglia,
tinge i suoi capelli turchini.
Fra la solitudine
degli ippocastani
volano bianchi petali
e scuotono la terra.