CAPITOLO 29: L’inizio del caos
Pov Naruto
Ero rimasto a bocca
aperta dal comportamento della mia allieva. Merody
non mi sembrava la tipica persona da cui aspettarsi un’azione del genere.
Rinunciare a essere
ninja. Sebbene fossi d’accordo con le sue parole sul proteggere chi si ama, la
decisione da lei presa non mi piaceva. Io di sicuro non ero l’unica persona che
amava e non essendo più ninja non avrebbe potuto proteggere nessuno. Ancora una
volta mi ritrovavo in mezzo a una storia
assurda, ma non misi becco. Avrei lasciato sbollire Melody.
Era una ragazza intelligente avrebbe capito da sola l’errore commesso.
Quella mattina
uscii prima del solito per recarmi al campo di allenamento. Era domenica,
quindi non avevo l’allenamento con i miei ragazzi. Ma nemmeno il giorno di
riposo io e Sasuke ci concedevamo una pausa e l’ultimo giorno della settimana era quello
dove anche Shikamaru e volendo anche gli altri, si
univano a noi per degli scontri amichevoli. Era un metodo per metterci alla
prova, ma allo stesso tempo una maniera per migliorarci, perché se c’era una
cosa che ci caratterizzava tutti quanti, chi più chi meno, era sentirsi troppo
inferiori agli altri.
“Ehi dobe, già qui?” mi domandò Sasuke,
bellamente appoggiato a un albero.
“Potrei farti la
stessa domanda!” risposi io.
“Alleno mio
figlio…rimedio agli errori commessi del suo sensei!”
disse sorridendo provocatorio.
“Questa me la paghi dopo, ti prenderò ben benino a
calci nel didietro!” dissi, per poi guardami in giro.
“Alleni Fugaku standotene seduto lì?”
“Io sono seduto
qui, ma la mia copia è nascosta da qualche parte!” mi disse alzando le spalle.
“Nascosta? È un
nuovo tipo di allenamento?” chiesi confuso.
“Sto provando a
vedere se Fugaku riesce a trovarmi utilizzando lo sharingan, ma non credo che questo metodo lo aiuterà a
sviluppare la sua abilità innata…e la colpa e di Karin!”
Alzai il
sopracciglio stranito “Perché? Karin ha terrorizzato tuo figlio tanto da
arrestargli la crescita dello sharingan?”
Sasuke alzò gli occhi al
cielo “Karin gli ha trasmesso il potere di percepire il chakra e localizzare
così le persone, capacità posseduta anche dallo sharingan
e temo che questa sua abilità possa impedirgli di fagli sviluppare gli occhi,
dato che non ne sente la necessità, sebbene lo sharingan
possegga anche altri poteri!” disse Sasuke tranquillo,
con una calma che mi sorprese.
“Non sembra
infastidirti tanto la cosa!” gli dissi, sedendomi accanto a lui.
Abbozzò un mezzo
sorriso e disse “Gli Uchiha sono sempre nati da
genitori appartenenti entrambi allo stesso clan e il possedimento dello sharingan era d’obbligo. Ora dato che Fugaku
non ha solo dna Uchiha, ho
tenuto conto che potrebbe non averlo ereditato, come Itachi
non ha ereditato il potere di Karin. Può essere un opzione e ogni giorno che
passa, mi rendo conto che questa ipotesi è sempre più veritiera! Difficilmente un
Uchiha sviluppa il suo sharingan
dopo i dodici anni e mio figlio li compirà a breve…me ne devo fare una ragione.”
“Questo vuol dire
che ha ereditato maggiormente il potere degli Uzumaki.
Chi l’avrabbe
mai detto che un giorno i nostri clan si sarebbero mischiati!” dissi
divertito “Comunque che abbia ereditato maggiormente da te o da Karin, ha la
stoffa per diventare un grande ninja!” dissi guardando Fugaku
buttarsi a terra esausto.
“è logico…è mio
figlio!” disse Sasuke alzandosi in piedi, percependo
l’arrivo degli altri nostri compagni.
Chouji, Shikamaru e Kiba ci raggiunsero.
Ci salutarono svogliatamente e dai loro visi potei ben capire che avrebbero
tanto voluto passare la mattinata a letto.
“Vedo che siete pieni
di vitalità!” dissi prendendoli in giro.
“Solo voi due
riuscite a essere così pimpanti a quest’ora del mattino!” disse Kiba per poi sbadigliare “Cavoli, il giorno di riposo uno
si aspetta di riposare!”
“Nessuno ti ha
obbligato a venire!” disse Sasuke incrociando le
braccia.
“Ormai siamo qui. Ma
siamo dispari, come ci distribuiamo per gli scontri?” chiese Choiji.
“Calma…non avrete
intenzione di iniziare subito spero!” disse Shikamaru
sdraiandosi a terra.
“Perché no?” dissi
all’unisono con Sasuke.
“Ok pappa e ciccia…voi
due potete pure cominciare se volete!” disse Kiba
sbuffando.
“Mamma mia quanto entusiasmo. Dato la vostra poca
voglia di sfidarci, perché per una volta non ci rilassiamo e passiamo
semplicemente una giornata tra amici? Tu che ne pensi Sai?” chiesi al mio
compagno che se ne stava nascosto tra i rami degli alberi.
“Per me va bene!”
rispose l’interpellato.
“E tu da dove
accidenti sbuchi fuori?” chiese Kiba alzando il
sopracciglio.
“Vedo che anche il
tuo naso si riposa la domenica!” disse Sai, aggregandosi a noi “Ero qui già da
un bel po’, ancora prima che arrivasse Sasuke. Ne ho
approfittato per fare qualche disegno! Ora ci vorrebbe proprio una bella
colazione!”
“Sono d’accordo!”
rispose Chouji, facendo sospirare Shikamaru.
Ci incamminammo
verso il centro di Konoha dove c’erano certi localini
niente male e nel tragitto incontrammo Shiori e Merodi che cercavano disperatamente qualcuno. A giudicare
da come si comportava, direi che il ricercato era Fugaku,
che spaventato, si nascondeva dietro Sasuke, il quale
gli rimproverava il fatto di scappare delle femmine, sebbene queste lo costringessero
a una giornata di shopping in tutti i negozi del villaggio, ma quando intravide
una chioma rossa in mezzo alla folla, fu lui stesso a nascondersi dietro di
noi, chiedendoci di coprirlo da quella che lui aveva scambiato per Karin. Fu
divertente, soprattutto perché quella chioma rossa non era altro che una
parrucca appesa fuori da un negozio in bella mostra.
Era pazzesco come
le donne riuscivano ad averci in pugno. E se persino Sasuke
scappava, allora eravamo proprio messi male.
La giornata fu
piacevole. Ci voleva qualche momento di relax, per dimenticare tutte le
preoccupazioni, ma verso metà pomeriggio, La nostra dura vita da ninja tornò a
farsi sentire da un ninja che, sotto richiesta di Kakashi,
ci era venuto a chiamare.
Andammo al suo
ufficio dove trovai anche Sakura, che sembrava stanca e preoccupata.
La affiancai e le
chiesi cosa succedesse e soprattutto se i bambini stessero bene.
Si apprestò
immediatamente a tranquillizzarmi, a dirmi che i nostri figli erano a casa con Kurama.
“Vi ho convocato
qui per riferirvi quanto successo oggi. Diversi civili che si occupano dell’agricoltura
sono stati portati in ospedali in gravi condizioni a causa di un morso velenoso
causato da serpenti. Tutto questo è avvenuto in meno di mezz’ora e vi ho
chiamato appena possibile. Sfurtunatamente sono tutti
periti e temiamo altri attacchi da questi serpenti che immagino abbiate già capito
di cosa si tratta!” disse Kakashi con le mani
congiunte davanti al viso, guardandoci in modo serio dall’unico occhio
visibile.
“Serpenti bianchi!”
disse Sai sospirando.
“Kabuto!” disse Kiba storcendo il
naso.
“Direi che si sta preparando
ad attaccare…in un modo alquanto subdolo!” disse Shikamaru
“Ma uccidere semplici civili non è tanto nel suo stile, deve avere qualcosa in
mente e temo che presto lo scopriremo!”
“Il suo obbiettivo
di sicuro sarà quello di sempre. Cioè le figlie di Naruto!”
disse Chouji.
“No!” risposi
immediatamente io “Il suo obbiettivo non sono Kumiko
e Naho. È il potere della volpe!”
“Naho è una volpe quindi…” cominciò Kiba.
“Si, ma è una
femmina e da quanto ho capito i demoni femmina hanno un chakra parecchio
inferiore rispetto ai maschi, anche se sempre molto potente. Questo è dovuto
all’instabilità e irrascibilità che hanno le femmine
durante il calore che le rende particolarmente pericolose…figuriamoci cosa
potrebbero fare con la stessa quantità di potere dei maschi!” dissi io
riportando le parole che Kurama aveva detto a me
qualche sera prima.
“Un po’ come quando le donne sono in preda ai
loro ormoni in quel periodo del mese. Irrascibili e
impossibili da placare!” disse Shikamaru, beccandosi
un’occhiataccia da Sakura.
“Bhe se vogliamo metterla in questi termini…diciamo di sì!”
dissi io.
“Si, ma questo loro
lato instabile e pazzo le rende anche micidiali, guarda che faccia ha fatto
Sakura. Il suo sguardo è capace di uccidere!” disse Sai sorridendo. “Con una
volpe femmina potrebbe annientare chiunque!” aggiunse poi.
“Quindi se Naho è esclusa, ora in pericolo potrebbero essere tuo
figlio e Akai!” disse Chouji ignorando Sai.
“No, il chakra di
Akai non è ancora sviluppato del tutto…quindi è probabile che punterà su Kurama. Solo una volta che proprio vedrà di non poter
accedere al suo potere che Kabuto punterà su Akai e Naho. Quindi non sono propriamente fuori pericolo, ma non
sono il suo bersaglio principale direi!” disse Sakura preoccupata, lanciandomi
un’occhiata.
Shikamaru mi diede una pacca
sulla spalla “Eccoti qui a essere di nuovo il bersaglio di qualcuno, contento?”
“Come una pasqua,
ma è più giusto dire che è Kurama il bersaglio, non
tanto io. Non risiedendo dentro di me, catturarmi non gli servirebbe a tanto!”
dissi io alzando le spalle.
“No, ma potrebbe
catturarti per ricattarlo!” disse Kiba.
“Come? minacciandolo
di uccidere Naruto? Anche senza sigillo sono comunque
collegati, muore Naruto, muore Kurama
e addio al suo potere. Non credo che Kabuto sia così
stupido!” disse Shikamaru.
“Quindi prenderà in
ostaggio i suoi figli!” disse Sai, facendo sussultare tutti.
Tutti comprendemmo
che i serpenti bianchi che mordevano i civili, erano solo una tattica di
distrazione, sia per l’hokage, sia per Sakura che,
per aiutare quelle persone, aveva dovuto allontanarsi da casa, affidando i
nostri figli a colui che Kabuto tanto agoniava.
Sai aveva ragione, Kabuto avrebbe puntato ai nostri bambini.
Ci dirigemmo
immediatamente verso casa mia correndo sui tetti. Ci sorprendemmo di quanto
vedemmo. Vedavamo diversi ninja bloccati a combattere
contro dei samurai, altri in preda a delle convulsioni mentre venivano morsi da
serpenti e la gente civile, che non cercava di ostacolare nessuno, correva all’impazzata
cercando una via di fuga.
“Come è possibile
che tutto questo sia accaduto senza che ce ne accorgessimo?” chiese Kakashi incredulo.
Ma la risposta era
semplice. Se avevamo subito un invasione, tutti i ninja, compresi quelli
incaricati di avvertire l’hokage di quanto stesse
succedendo, si erano semplicemente difesi cercando di resistere all’attacco,
sempre ammesso che non fossero già stati eliminati.
Vedemmo del fumo
provenire dal nostro quartiere e delle fiamme alzarsi verso il cielo che
ardevano i resti di diverse case che erano state rase al suolo.
Ci fermammo tutti
di botto quando vedemmo alzarsi in piedi un’enorme statua: il Gedo Mazo.
“Oh porca…” disse Shikamaru prima di cercare di trovare una soluzione a
quanto stesse avvenendo, mentre io e Sakura ci dirigemmo fra le macerie della
nostra casa alla ricerca dei nostri figli.
Gli occhi di Sakura
a vedere la nostra abitazione distrutta, si rimpirono
di lacrime, temendo che Daiki, Akai, Naho e Kumiko fossero periti a causa
dell’attacco o crollo delle casa.
L’abbracciai
cercando di calmarla. Sentivo i chakra di Akai, quindi almeno lui e Daiki erano scampati alla minaccia, ma non riuscivo a
percepire Naho e Kumiko. Fu
li che mi si congelò il sangue, ma dovetti reagire e seguendo il chakra di
Akai, lo trovai sotto a diverse macerie, mentre si proteggeva con uno scudo di
chakra, per evitare che delle pesanti travi lo schiacciassero.
Sorrisi quando vidi
che con il suo chakra stava proteggendo anche Daiki, Kumiko e Naho. Non potevo
percepire Naho solo perché lo scudo di Akai, aveva
ricoperto quello di Naho.
“Papà!” urlarono i
bambini all’unisono, urlando di aiutarli, perché Akai avrebbe retto ancora poco
a quel peso.
Sakura non si fece
problemi e con un pugno ben assestato, rese in polvere quelle macerie e
abbracciò immediatamente i bambini.
Presi in braccio Daiki che mi guardava spaventato e afferrai Akai, che a
causa dello sforzo aveva perso i sensi.
Mi guardai intorno
e cercai di percepire Kurama e lo sentii. Mi girai
verso il luogo dove sentivo provenire il suo chakra e mi vennero i brividi
quando incrociai lo sguardo con il nono occhio aperto del gedo
Mazo.
Kurama era stato
catturato.
Da quanto dicevano Kumiko e Naho, Kurama dopo aver posto resistenza a Kabuto,
quando era comparso nel salotto di casa, quando aveva minacciato di eliminare i
bambini, aveva gettato la spugna e aveva accettato di diventare una marionetta
nella mani di quel pazzo. Aveva sacrificato se stesso per il bene dei suoi
figli, esattamente come ogni genitore avrebbe fatto, sebbene quel gesto di generosità, avrebbe potuto portare alla
distruzione dell’intero villaggio, se non del mondo intero.