E' la descrizione di una situazione psicologica nella quale mi ritrovo alle volte. Fuggire da se stessi,aver voglia di scappare ma sentirsi impotenti. Desiderare la salvezza.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
E' bianco. Rosso. La macchia rossa pił spaventosa che abbia mai visto. Nero. Buio. Luce. Una porta davanti a me. Una porta scura : lettere, parole, frasi incise con una grafia irregolare e imprecisa dovuta al dolore procurato dalla pressione delle unghie su quella porta tentando di esprimere le urla che mi governano da dentro. Sangue scuro e ormai solido a causa dell'azione delle piastrine presenti in esso che hanno cicatrizzato le parole su quella porta. E sangue fresco che ancora scorre lungo le linee incise e fuori dai bordi come piccoli fiumi oscuri. E almeno quegli stessi piccoli fiumi densi ma impetuosi portano avanti quella loro oscuritą di dolore fino a prosciugarsi,andando avanti,sempre avanti, cercando tutti i possibili e rapidi passaggi nei solchi sulla porta,dal pił facile al pił stretto e meno agibile,scalando e affrontando tutti gli ostacoli lungo il loro passaggio.
E' solo una via di fuga. Un urlo nell'indifferenza. Inutile.
Cosa celava quella porta? Che cosa vi era oltre? Perchč con tanta veemenza mi sono scagliata contro di essa? Volevo solo scappare.Da chi? Chi mi procurava cotanto dolore e quell'ombra di spavento nel tremore che muoveva il mio corpo all'unisono con il prepotente furore, come i tratti sfigurati del mio volto? Non potevo scappare. Prigioniera nel labirinto della mia mente. Stavo correndo via da me stessa e mi sono ritrovata davanti ad una porta chiusa. Volevo entrare e trovare la salvezza. E dietro...c'ero io.
Dove mi trovo? Chi sono io?
Chi sono...?