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Autore: anotherlivingpoet    26/02/2014    1 recensioni
Monologo di una ragazza ad una seduta dalla sua psicologa.
(compito dell'autrice per la scuola di musical che frequenta, non copiare!)
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Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Monologo.





Sa, non riesco a scrivere su un diario, per questo è bianco! In realtà, è fin troppo facile, e dato che dovrei raggiungere scopi di comunicazione, se non le dispiace, parlo con lei. È che scrivere non mi viene affatto difficile. Parlare mi manda in confusione: mi si intreccia la lingua, il battito cardiaco si fa più veloce, la sudorazione aumenta. Lo so che lo sta pensando: questi sono i sintomi della paura; io li ho, in numero minore, nel parlare. Ma cercherò di fare del mio meglio, non si preoccupi.
Questa settimana, ora che ci penso, è stata stranissima.
Mi sono messa a pensare al Natale. In realtà, a tutte le notti di Natale che passavo eccitata a casa dai nonni. A ripensarci, era terribile. Ma ero piccola, e che ne capivo, del mondo? La malinconia mi ha assalita. Mi capisce, vero? Quel terribile momento in cui si ricorda e si vorrebbe tornare indietro per sentirsi ancora così. Bhe, sì, ho sentito anche la nostalgia. Sembravano essere lì ad aspettarmi, e mi hanno accolto a braccia aperte, in effetti. Ora quando viene la notte di Natale vorrei essere ad uno di quei rave party in cui la musica rock ti spacca le orecchie, solo per non vivere la realtà, per trovare un po’ di armonia in me. Poi mi accorgo che non c’è, capisce? Non è un modo di dire, ma non c’è davvero! Forse è per questo che sono qui, vero? Il suo silenzio vale più delle stupide parole che sto pronunciando, sa?
In questi momenti, dentro di me c’è tanta di quella adrenalina che è paragonabile solo all’effetto che ha uno di quei concerti rock. Ma mi sento comunque triste. Sono normale?
Certo, voi e le vostre teorie… Vuole che le racconto cosa ho fatto ieri?
Ieri sono andata da mia zia in campagna e sono rimasta lì fino alla sera. È stato davvero triste, ora che ci penso. Deve sapere che mia zia è una fanatica dell’America degli anni ’40 e ’50 e delle serate davanti al falò. Non che ci sia neppure mai andata, in America, ma a sentire lei l’ha vista tutta in lungo e in largo con il suo fuoristrada, tipo il romanzo di Kerouac, anche l’Alaska! Il che è impobabile, dato che in mezzo c’è il Canada, e non è piccolo. Ma comunque, era tutta impegnata a raccontarmi una di quelle storie che giravano all’epoca – come fa a saperle? Non era neanche nata! – ma comunque almeno quando parla di falò se ne intende.
Perché si sta rimettendo le scarpe? Ah, giusto, il metodo di togliere le scarpe a inizio seduta e rimetterle quando finisce. Ingegnoso. 


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