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Autore: Miakuzz    26/02/2014    2 recensioni
anno 2355
Alexia vive in un mondo governato dalla guerra. per mantenere in vita sua sorella e gli altri superstiti deve procurarsi del cibo. la sua unica salvezza è una voce che la guida fuori dai guai.
Jumia vive in un mondo dove la società garantisce la pace vive una vita serena con suo fratello, ma la notte le porta brutti sogni. una ragazza scappa e lei cerca di aiutarla risvegliandosi la mattina presa dalle convulsioni. queste ragazze sono divise ma allo stesso tempo legate, diverse ma simili, ognuna vive la sua vita piena di amore, dolore e sofferenza. vogliono incontrarsi ma forse questo incontro porterà solo guai, portandole a capire di essere più unite del normale.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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pov Alexia
Continuo a correre. L'aria mi sferza  tra i capelli e mi entra  in gola con così tanta foga da impedirmi di respirare. Le gambe cominciano a bruciare intensamente, ogni passo è un chiodo nel piede. So che non reggerò ancora per molto. Dietro di me i loro passi rimbombano  nel freddo vicolo in cui mi sono rifugiata. Non ho vie di fuga. Sono fottuta! Posso sperare di seminarli ma non conosco questo quartiere e mi scoverebbero subito. Tutto è ormai uguale. Lunghe strade formate solo da detriti e pezzi che un tempo erano oggetti ma che adesso sono solo ricordi.  Corro alla cieca. Dietro di me sento un urlo e poi uno sparo. é quello che succederà a me se non escogito qualcosa al più presto. La guerra ci ha portato via tutto: case, cibo, acqua, ma sopratutto la nostra dignità. Siamo trattati peggio delle bestie, non ci ritengono all'altezza di vivere. Eppure loro sono uguali a noi. Non ha senso fare fuori persone a loro identiche. Ora capisco come dovevano sentirsi nella seconda guerra mondiale avvenuta 1000 anni orsono. Capisco cosa si domandavano gli ebrei mentre senza pietà venivano fatti fuori. Ma loro avevano una speranza. Per noi la speranza non c'è, esiste solo la sopravvivenza. Io faccio parte degli  ultimi sopravvissuti. Abbiamo un rifugio sicuro ma ci manca  il cibo e il compito di procurarlo spetta a me. E ora mi ritrovo qui, a correre con sulla spalla un sacco pieno di provviste. Questo sarà il mio ultimo giorno. Questi saranno i miei ultimi respiri. Questi saranno i miei ultimi passi. Questo è il mio ultimo urlo. Qualcosa mi ha colpito la spalla.  Sento un liquido scivolare lungo il braccio libero poi un dolore insopportabile, opprimente. Cerco di non fermarmi fin chè non arrivo ad un bivio, so che la strada che sceglierò determinerà la mia salvezza o la mia fine. Sento gli invasori alle mie spalle ricaricare i fucili. Questa volta non sbaglieranno il colpo. é finita! -gira a destra- quella voce rimbomba nella mia mente. Ha il mio stesso timbro ma sembra seppellita da metri di terra. Non è la prima volta che viene in mio soccorso. Penso sia una parte di me che emerge quando sono in pericolo. Mi ha sempre tirato fuori dai guai. Mi fido ciecamente di lei. Faccio come mi dice e giro a destra. Ricomincio la mia corsa. Mi addentro sempre di più in  posti a me sconosciuti. Dovrò affidarmi solo a quella voce.  Continuo dritta continuando  a superare macerie. - svolta a destra poi prendi la prima a sinistra- faccio esattamente come mi dice. Svolto a destra e poi comincio a correre prendendo la prima a sinistra,ma mi blocco subito. Davanti a me c'è un muro troppo alto perchè possa scavalcarlo. Tutta l'adrenalina che ho in corpo mi abbandona e cado a terra priva di forze. Il braccio che urla al posto della mia voce.è tutto finito. Lacrime cominciano a scorrere veloci come un tempo lo erano le cascate prima di essere prosciugate. Non  voglio abbandonare tutto così. Ho promesso ha i miei genitori in punto di morte che avrei ribaltato la situazione, che avrei concluso questa guerra e portato la pace. Anche se dentro ho sempre saputo che non avrei potuto fare niente,e adesso tutto sta finendo così. Sento la mia promessa, quelle parole pronunciate un tempo, perdere il loro significato e polverizzarsi trasportate dal vento in luoghi senza più una speranza. Penso a mia sorella minore, a quanto la perdita dei nostri genitori l'abbia scossa, e come in questo momento sia in ansia del mio ritorno. Ripenso a Lukael , a i suoi sorrisi e come sia entrato prepotentemente nella mia vita per poi ribaltarla. Ripenso a tutti quei sopravvissuti che adesso attendono il mio ritorno e la fame che non riusciranno più a colmare.- tira il sacco-cosa?! Anche la mia voce interiore sta dando i numeri in punto di morte?! Eppure mi sembra così calma.- tira il sacco- non posso tirare il sacco. La maggior parte delle provviste si romperebbe. Non so cosa fare. Rimango immobile, i passi dei miei inseguitori che via via si fanno più vicini. Tira il sacco verso il muro- questa volta non è più una sola voce, son un centinaio, tutte con un loro tempo e un loro timbro. Sono disperate, alcune urlano, altre sono appena percettibili, poi una si fa sentire più alta delle altre, un suono così doloroso che una nuova ondata di lacrime mi invade- tira il sacco!- prendo le provviste e le scaglio contro il muro. Invece di disintegrarsi il sacco semplicemente lo attraversa. Rimango esterefatta. Mi trovo davanti ha una porta falsa. Una specie di porta che viene usata in guerra per nascondersi facendo credere al nemico di trovarsi davanti ad un blocco.-ora tocca a te- non attendo un minuto di più e mi fiondo addosso a quel che credevo un muro. Mi ritrovo su un' altra strada, una strada che fortunatamente conosco.Mi giro in torno,non vedo nessuno -grazie - sussurro alla mia buona stella prima di scomparire nel buio.
pov Jumia
La ragazza corre, sembra non sapere dove si trovi. Io non conosco quei luoghi eppure voglio aiutarla. Le urlo dove andare e lei segue i miei consigli. Tra noi c'è una sorta di collegamento. La guido in quel labirinto di strade. Fin chè non arriva ad un muro. Ma io vedo un'altra strada dopo quel blocco. Penso sia un illusione ma non posso esserne certa. Devo fare una prova. Le dico di lanciare il sacco ma lei non mi ascolta. Lo ripeto ma i suoi occhi sono puntati sul vuoto. La peoccupazione si impossessa di me e quelli che prima erano sussurri diventano urla. Cerco di urlarlo più forte poi lei ubbidisce e lo lancia. Il sacco trapassa il muro. Le dico di andare e lei si butta. L'ultima cosa che sento è un grazie, spero sia rivolto a me.
Mi sveglio di soprassalto presa dalle convulsioni. Qualcuno mi tiene per le braccia. Una presa molto ferrea. Cerco di focalizzare l'immagine e mi ritrovo davanti mio fratello  - oddio sei sveglia finalmente ero così preoccupato! Hai cominciato ad urlare lancia il sacco e il tuo volto cambiava espressione così velocemente. Ho provato a svegliarti ma eri come in trance. Poi ti sei fermata e hai sussurato ora tocca a te e poi...- gli poggio una mano sulla guancia. - è tutto finito- gli sussurro. Lui pare calmarsi e mi abbraccia. - non farmi più prendere colpi del genere.- lo abbraccio forte e gli dico- ci proverò ma non posso prometterti niente- La sua presa si allenta e mi guarda. Io gli sorrido cercando di mascherare la preoccupazione che si è impossesata di me. Non mi piace vederlo così. - vuoi che rimango a dormire con te?- mi chiede. - ne sarei felice, ma prima mi puoi prendere un bicchiere d'acqua per favore?- lo guardo supplichevole. -certo- appena si allontana tiro fuori dal mio cassetto  l' album da disegno. Senza attendere altro comincio a disegnare. Quella ragazza è la protagonista di tutti i miei sogni da quasi un anno. La vedo compiere sempre azioni pericolose con in spalla un sacco pieno di cibo. Ogni volta cerco di aiutarla e per questo parlo nel sonno. Mio fratello è molto preoccupato. Ma non posso raccontargli la verità. No che non mi fidi ma sò che si preoccuperebbe maggiormente ed io non voglio. Disegno il momento in cui l'hanno colpita con quelle strane pistole. Ripenso al liquido rosso e un dolore mi attraversa il braccio nel sogno colpito. So che non è reale ma non riesco a togliermi dalla testa l'idea che lei esista da qualche parte. Ricaccio indietro quei pensieri. Sento i passi di mio fratello sulle scale. Chiudo l'album e lo richiudo nel cassetto.- ecco tieni - mi porge il bicchicchiere e io bevo quel liquido trasparente. - grazie- gli sorrido. Lui si avvicina a me e scosta le coperte. Di questi tempi dormiamo spesso assieme, ogni volta che il sogno si fa vivo. Succede almeno 3 volte a settimana ma non hanno una vera e propria frequenza. Variano molto. Mi metto su un fianco e Lex fa lo stesso abbracciandomi da dietro. Il suo calore si irradia sulla mia pelle. Le sue braccia sono come una seconda casa per me. Lui mi ha dato tutto l'affetto che non ho ricevuto dai nostri genitori, troppo indaffarati e presi dalle loro vite separate. - hei, Jumia, forse uno di questi giorni dovremmo provare ad andare dal dottore- chiudo gli occhi e cerco di adattare la mia voce ad un timbro tranquillo e dolce. - non ne ho bisogno lex, e ora dormi dai.- lui mi stringe più forte. - sei la persona più importante in questo mondo per me, ti proteggerò sempre,ti voglio bene sorellina. sorrido anche se lui non può vedermi. - anch'io ti voglio bene fratellone.
 
  
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