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Autore: Rosette_Carillon    26/02/2014    1 recensioni
Si riscosse dai suoi pensieri quando sentì la porta del cafè aprirsi e le campanelle appese a essa tintinnare, annunciando l’entrata di un nuovo cliente.
Dorotea si voltò per osservarlo: era un ragazzo più o meno della sua età, biondo, alto e magro.
Robert.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                      Breath of life

                     

La  felicità è fatta di un niente che al momento in cui lo viviamo ci sembra tutto. 

                                                                                              J.Morrison

 

 

 

Erano le 18:00 di sera, anzi le 18:05 a voler essere precisi: l’orologio dietro al bancone era indietro.

Il mese di giugno era appena iniziato, a breve le scuole avrebbero chiuso e le strade si sarebbero riempite di ragazzini che giocavano e di turisti.

<< Buona sera signorina, le porto il solito thè? >> chiese la ragazza dietro al bancone.

<< Sì, grazie. >>

Dorotea sorrise, poi si voltò facendo ondeggiare i lunghi capelli castani che quel giorno erano raccolti in una coda. Mise l’acqua a scaldare, sistemò una tazza su un piattino e prese il filtro.

Thè alla rosa per la giovane donna col rossetto color amaranto.

<< Ecco a lei. >> disse Dorotea attirando l’attenzione della donna che si era seduta in una sedia, una di quelle alte dove bisognava praticamente arrampicarsi, davanti al bancone. La donna sorrise, poi cominciò a bere il thè.

Dorotea s’incantò a guardarla, era davvero bella con i suoi lunghi capelli castani e mossi, quegli occhi azzurri così chiari e quel rossetto . . . quel magnifico rossetto che non spariva mai, nemmeno quando beveva il thè.

Si riscosse dai suoi pensieri quando sentì la porta del cafè aprirsi e le campanelle appese a essa tintinnare, annunciando l’entrata di un nuovo cliente.

Dorotea si voltò per osservarlo: era un ragazzo più o meno della sua età, biondo, alto e magro.

Robert.

Non era mai stato al “Musik Mitternacht”, non ci aveva mai parlato, ma in un certo senso lei lo conosceva comunque: lo aveva visto spesso nei corridoi del Mozarteum* e anche nel giardino.

<< Ciao, cosa posso portarti? >> chiese la ragazza con un sorriso.

<< Vorrei . . . >> lui s’interruppe per osservarla attentamente << Scusa ci conosciamo? >>

Lei ridacchiò << Più o meno, studio anche io al Mozarteum. >>

Lui ricambio il sorriso << Ecco perché la faccia mi era familiare. >> si guardò attorno << Un succo di frutta all’arancia, grazie. >>

<< Subito. >>

Robert cominciò a guardarsi attorno con più attenzione.

Davanti a lui, oltre il bancone, c’era  . . .bè . . . le solite cose che c’erano nei cafè: i ripiani per gli alcolici, i bicchieri, le tazze . . . e un orologio, un grande orologio.

<< Quello di Frau Hill. >>

<< Cos- ? Parli dell’orologio? >>

<< Sì, Frau Hill è la padrona del cafè e  ha portato quell’orologio con sé dall’Inghilterra quando è venuta qui in Austria. >>

Robert prese in mano il suo bicchiere e cominciò a bere il succo di frutta continuando a osservare quell’orologio sul quale era disegnato il Big Bang assieme al palazzo di Westminster.

Doveva essere vintage.

Nel locale c’era un piacevole silenzio, dovuto soprattutto al fatto che c’erano pochi clienti; Robert osservò Dorotea servirli: sorrideva sempre, si muoveva veloce e si suoi capelli ondeggiavano ai suoi movimenti.

<< Ho qualcosa che non va? >> gli chiese tornando dietro il bancone.

<< Cosa? >>

<< Ho chiesto: ho qualcosa che non va? >> ripeté raccogliendo i capelli in una coda bassa.

<< No, no. >> rispose lui con voce insicura.

<< No? >>

<< No, davvero. >> fece una pausa << Sembri allegra. >>

<< Si, mi piace il mio lavoro. >> rispose asciugando un bicchiere.

<< Sei fortunata a poter fare qualcosa che ti piace e a poter decidere della tua vita. >>

<< Non è ciò che fanno tutti? >>

Robert non rispose, guardò l’orologio: le 19:00.

<< Le 19:05, è indietro. >>

Lui le sorrise e si alzò poggiando i soldi sopra il bancone << Devo andare, per me è tardi. Ci vediamo. >>

<< Ciao. >> salutò lei allegramente.

Robert tornò la sera seguente,  quella dopo e quella dopo ancora.

 

Gli piaceva parlare con Dorotea, aveva scoperto che le piaceva la musica New Age, nel tempo libero faceva yoga. Il suo libro preferito era “Le scarpe rosse” e il suo libro preferito era “Chocolat”.

Lui non parlava mai di se, preferiva ascoltare lei, finché una sera . . .

<< Sono sempre io a parlare, tu non mi racconti mai nulla di te. >> disse la ragazza << Sei forse un agente segreto? >> scherzò.

<< Mi hai scoperto. >> rispose lui ridendo, poi divenne serio<< Non c’è molto da dire su di me, nulla di cui valga la pena parlare. >>

<< Non ci credo. >> disse Dorotea poggiano i gomiti sul bancone << Tutti, e tutto, hanno una storia che vale la pena di essere raccontata. >> sorrise

dolcemente << La vedi quella signora seduta al tavolo la in fondo? Quella vicina alla finestra. >>

<< Capelli bianchi e abito verde? >>

<< Esatto. Lei è irlandese. Qualche volta, quando ha tempo e io non ho molto lavoro da sbrigare, mi racconta leggende irlandesi e mi parla di Dublino, la città dove abitava. >>

<< Io non ho nessuna leggenda da raccontare. >> 

<< Ma hai qualcosa da raccontare e . . .nessuno che ascolti. >>

<< Tu ascolteresti? >>

<< Sono qui. >> sorrise lei.

E Robert cominciò a raccontare . . .

Amava molto la musica, gli piaceva sia ascoltarla che suonarla, e quello era ovvio,   ma non amava suonare pianoforte.

Lui amava la chitarra classica, per lui suonarla era facile come respirare, per lui era respirare.

Per i suoi genitori invece, era solo il capriccio di un bambino che non capiva cosa fosse meglio per lui.

<< Non so, forse hanno ragione. >>

<< Perché? >>

<< Forse suonare non è ciò che voglio davvero, dopotutto loro sono i miei genitori e sanno cosa è meglio per me. >>

<< Come possono saperlo se sono sempre a lavoro? >>

Lui sospirò scuotendo la testa sconsolato.

<< La felicità è fatta di un niente che al momento in cui lo viviamo sembra tutto. Tu quando suoni sei felice? >>

<< Si. >>

<< Allora non hai nessun motivo per smettere. >>

In quel momento entrarono due clienti, la coppietta di fidanzati Franz e Runa, e Dorotea si avviò al loro tavolo lasciando Robert solo con i suoi pensieri.

Quando lei tornò al bancone per preparare le due tisane alla Cannella e Garofano, lui si alzò << Devo andare Vianne*, ho un discorso da preparare. >> e corse fuori dal cafè evitando due ragazzine che stavano entrando.

 

Qualche settimana dopo all’ora di chiusura . . .

<< Che peccato che quel ragazzo non si sia fatto vedere in queste due settimane, non credi Dorotea? >> chiese Frau Hill alla ragazza.

<< Sarà stato impegnato. >> rispose lei mettendo le chiavi del cafè nella borsetta.

<< Già, deve essere così. Buona notte. >>salutò la donna allontanandosi.

Fu passando davanti alla casa natale di Mozart che, vicino alla fontana, fu fermata da una ragazza.

<< Dorotea? La cameriera del “Musik Mitternacht”? >> le chiese.

<< Si. >>

<< Questi sono per te. >> disse porgendole un mazzo di gerbere –allegria-  << Da parte di Robert. >>

 

 

 

 

 

 

NOTE:

*Il Mozarteum è l’università di musica di Salisburgo.

*Vianne è la protagonista di “Chocolat”.

 

 

  
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