“Mi avete mentito!”
Sussurrasti queste poche parole con una tale aria assassina, che mi spaventarono.
Ce l’avevo quasi fatta, dannazione!
Se mi avessi dato un altro minuto,
un misero minuto,
sarei riuscita a gettarla nalla fornace, dannazione!
Ma invece sei arrivato tu e,
strattonandomi fortemente,
mi hai detto di aprire la grata.
Facendolo, l’intensa luce emanata dalle fiamme,
ha illuminato il suo volto d’angelo.
L’hai riconosciuta,
hai sussurato quelle parole,
così pacifiche nel tono,
ma così violente nel significato,
che ho ancora i brividi di terrore.
Io no!
Ti ho detto che aveva preso il veleno, non che era morta.
Non ho mentito!

E’ rimasta debole di mente, non ragionava più, non ti ricordava quasi più…
Ricordava un uomo, un uomo dolce
gentile,
premuroso,
e molto molto bello…
Ma non ricordava che fosse suo marito,
non sapeva più di essere invidiatata da molte per il suo matrimonio da principessa delle favole,
non rammentava per niente le occhiatine gelose che le lanciavo quando era a braccetto con te.
Avrebbe dovuto andare in ospedale,
ed è finita in manicomio,
per poi fuggire e chiedere l’elemosina in strada.
Da principessa a barbona.

L’hai indicata, un giorno, lo ricordo bene.
Ricordo il mio cuore martellare veloce nel petto quando ti dissi che era solo una povera mendicante.
Mi hai scrutata perplesso,
a lungo,
profondamente,
come per trovare la minima vena di esitazione nella mia voce, nei miei occhi.
Io no!
Non ho ceduto!

Presto non ci hai fatto più caso:
passava sotto la tua adorata finestra abitualmente,
ma hai finito per non guardarla più.
Ed è stato in quel momento che ho capito che,
tu ed io,
avremmo potuto avere una vita insieme.
“La vita è per i vivi” sussurrai.
E, ancora una volta,
mi hai guardata,
come non avevi mai fatto.
Sentivo, dentro di me, che stavi per dirmi qualcosa,
un qualcosa che non vedevo l’ora di sentire,
una confessione, anche minima,
ma sognata così tante volte da apparire ancor più grande ai miei occhi e al mio cuore,
stanco e affamato d’amore,
quando è saltato fuori quel dannato marinaio!

Proprio ora mi hai ripetuto questa frase:
“La vita è per i vivi”,
ma l’hai fatto in modo diverso,
e ora ho paura.
Ho paura,
ho paura perché so come questa storia finirà,
perché nonostante tu mi dica che vada tutto bene, che puoi,
che possiamo ricominciare tutto daccapo,
ho paura,
perché ricordo il tuo motto:
“Mai perdonare, mai dimenticare”.
Tu non cambi per amore,
non sai più cos’è l’amore,
ed io so perfettamente che, non appena abbasserò la guardia,
tu mi ucciderai.
Io no!
Non abbaserò la guardia!

Eppure guardami:
mi trascini in giri vorticosi,
continuando a ripetermi quanto io sia un diavolo di prodigio,
un adatto diavolo,
che con un’astuzia degna di Lucifero,
e la bellezza di una ninfa.
Io no!
Non mi farò adulare così!
Allora perché non oppongo resistenza?
Perché ti sorrido?
Ho voglia di divincolarmi, scappare da te,
ma non ci riesco!
Mi stringi sempre più,
non mi vuoi mollare,
ma non perché mi ami,
perché mi vuoi morta.
Lo so,
l’ho capito,
non sono così stupida.
Eppure, per quanto le mie gambe cerchino un disperato tentativo di fuga,
la mia anima vuole restare qui.
Io no!
Sono troppo stanca.
Non ho voglia di lottare ancora!

Lascio tranquillamente che tu mi getti nella fornace.
Io no!
Non voglio più vivere!
Ma ho voglia di piangere, qui, in questo momento,
perché sono sicura che non lo noteresti,
sei troppo occupato a sentirmi urlare.
Io no!
Non posso trattenere queste urla!
L’ultimo miserabile sforzo,
prima di finire incenerita.
Io no!
Non devo più trattenermi!

Tuttavia,
dopo tutto quello che abbiamo passato,
dopo tutto quelle volte in cui mi sono illusa che tu potesi provare ancora dei sentimenti,
semplicemente dopo tutti gli anni passati ad uccidere,
Io no!
Io no!
Non smetterò mai di amarti!