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Autore: _Carillon_    27/02/2014    0 recensioni
[romantico]
Parto col dire che questa è la mia prima storia, quindi siate clementi :')
Avete presente quel momento prima di addormentarsi, quando si ripercorre la giornata?
Magari con le cuffie nelle orecchie, a viaggiare con l'immaginazione? Io ho abbastanza esperienza, e ho deciso di condividere i miei pensieri e i miei sogni con voi.
Questa storia presenta una ragazza di paese, Sara che per un colpo di fortuna riesce ad incontrare il suo idolo del momento, Jaden Christopher Syre Smith. Le sue insicurezze si scontreranno con la sua forte voglia di libertà, la voglia di scappare e andare via dal paese ormai troppo piccolo per lei.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Non potevo aspettare che mi accompagnassero i miei. Salutai velocemente mia madre, guardai mio padre sorridendo e aprii la porta sbattendola dietro di me.
Appena uscita un dolce vento venne nella mia direzione, chiusi gli occhi e allargai le braccia.
Era un vento caldo, nonostante fosse appena finito l'inverno. La primavera è la mia stagione preferita. Imprevedibile.  La strada da percorrere non era molta, tuttavia non ero entusiasta del fatto di andare a piedi. Le auto che corrono nella mia direzione mi inquietano. Sembrano spiarmi tutte, una dopo l'altra come una specie di sfilata tra me e le mie insicurezze. Alcune volte faccio finta di parlare con qualcuno al cellulare per sciogliere la tensione. Arrivata al portone bussai al citofono:
-"Chi è?" rispose una voce che non identificai
-"Sono Sara!" dissi velocemente aggiustandomi il collo della felpa.
Dopo un attimo di silenzio il portoncino si aprì. Entrai e lo chiusi dietro di me delicatamente.
Salii quelle scale che mi dividevano dalla sua abitazione, vecchie di anni. Ogni volta che le percorrevo fingevo di dover incontrare qualcuno di importante e mi comportavo in modo buffo. Non fraintendetemi, Ludovica è la mia migliore amica ed è la persona più importante che ho.
La porta si aprii e la trovai davanti a me: con i capelli spettinati, maglia del pigiama, calzini spaiati e un grosso sorriso. Nonostante tutto era bellissima. Adoravo tutto di lei.
"Heiiiii" le saltai al collo ridendo, facendola sbilanciare.
Lei mi scostò, non amava gli abbracci e io lo sapevo, mi prese per mano e mi portò in cucina ridendo.
Subito la sua cagnolina mi saltò addosso mordicchiandomi le dita. Mi accovacciai e la accarezzai.
"Sempre più enorme lei" risi
"Cresce più di te" Affermò lei con un sorriso malvagio. In fondo era vero, a 15 sembravo ancora una bambina.
Le diedi uno spintone e mi tirò con braccio facendomi cadere con lei. Restammo sdraiate sul pavimento a ridere come due sceme. Con la cagnolina che si divertiva a tirarmi i lacci delle scarpe.
Passammo la mattinata così, ridendo e confessandoci i soliti segreti. Lei era l'unica a sapere della psicologa.
Dopo pranzo andammo nella sua camera per cazzeggiare col pc, parlammo di ragazzi, io ero innamorata di un tipo della sua classe, Alex, e ovviamente le riempivo la testa come un pallone di lui.
"Vado un attimo in bagno" disse lei alzandosi, "Buon divertimento" dissi con tono scherzoso.
Controllai il mio profilo di facebook quando ad un punto trovo un messaggio della mia compagna di classe, Angela. Era una ragazza dolcissima  e a conoscenza del mio amore per Jaden.
Era uno screen che, come tutte le cose che fa lei, mi bloccò il pc.
"non riesco ad aprirlo scema, che dice?" scrissi.
"JADEN E SUO PADRE PARTIRANNO PER L'ITALIA PER COLLABORARE CON UN REGISTA ITALIANO, NON SO CHI. CAZZ0 SARA OMMIODDIO. ANDRANNO A ROMA!" Lessi tutto velocemente quando mi fermai. Tornai indietro con lo sguardo, il mio battito accellerò. Tornai a leggere quelle righe una, due, tre volte.
I miei occhi si riempirono di lacrime e iniziai a fare altre ricerche.
Mi alzai in piedi e cominciai a saltellare e gesticolare da sola nella stanza. Ad un tratto sentì i passi di Ludovica che arrivando diceva una cosa come: "Mi sono resa più presentabile altrimenti saresti mort...... che cazzo fai?" mi chiese con tono divertito.
Mi limitai a guardarla con occhi spalancati, incapace di aprir bocca, mi chinai le alzai lo schermo e le dissi un secco: "Leggi."
Sul suo viso serio, cominciava a comparire un sorriso ogni volta che con lo sguardo proseguiva il testo.
 Alzò lo sguardo e mi guardò negli occhi.
"O cazzo."






 

  
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