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Autore: manujames    23/06/2008    6 recensioni
Una one shot, in cui sono entrata nella testa di Edward e del suo complesso amore per Bella.Terzo classificato al concorso "Cullen Family in love".
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco a voi una one shot in cui sono voluta entrare nella testa di Edward e mostrare il suo tormento… Con questa, ho partecipato ad un contest “Cullen family in love” indetto da HopeToSave e sophie_95, e con la quale ho fatto il terzo posto.

Alzai lo sguardo tormentato verso la luna e la lieve foschia che la cingeva quasi in un abbraccio. Tutti in qualche modo temevano la notte. Eppure, per me era il momento più sicuro. Per tutti quelli come me. Le ore fluivano lente,si trascinavano l’una dietro l’altra,come il tonfo silenzioso di un sassolino che raggiunge il fondo del mare. Ecco che un anno, aveva lo stesso peso di una goccia in un’immensa distesa d’acqua.

Dopotutto cos’è un anno per un’immortale? Cos’è un albero dinnanzi ad un’intera foresta?

I raggi lunari che si riflettevano sullo specchio d’acqua che avevo dinnanzi, sembravano quasi tremare. Non per le lacrime. No. Che cosa ingiusta. I vampiri non potevano piangere. Non potevo esprimere al mondo il mio dolore nel modo più diretto,semplice.

Mi era concesso di vivere per sempre. Ma a quale prezzo?

In cambio non c’era solo la mia anima. Sarei stato per l’eternità schiavo della mia sete. Un prezzo equo da pagare, certo. Ma non da quando avevo conosciuto lei. Lei.

La più fragile delle creature. Piccola,dolce e soprattutto umana.

Il predatore che si innamora della preda.

Un sorriso isterico mi si disegnò in volto,ma si addolcì non appena con lo sguardo accarezzai il suo viso,poggiato sul terreno umidiccio della notte, mentre dormiva placida,come se gli orrori del mondo non la sfiorassero neppure.

Un predatore contro natura. Un ‘amore contro natura.

Sarei stato disposto a camminare nel fuoco per lei.

Eppure bramavo il suo sangue.

Un vento leggero le scompigliò i capelli, e il suo odore mi colpì come una frusta in pieno viso.

Istintivamente le narici mi si spalancarono,ed un rivolo di veleno fresco mi inondò il palato.

La sete bruciante mi inaridì la gola. Quasi mi vietò di respirare,anche se comunque per me non era necessario. Lo stomaco vuoto ebbe uno spasmo involontario.

Il ghigno sordo del vampiro,del predatore si fece eco nella mia testa.

Ma la ragione domina sugli istinti,mi ripetevo. O meglio,l’amore domina su tutto.

Strinsi i pugni e desiderai di essere solo,per non dovermi vergognare del mio tormento.

L’erba alta le accarezzava le gambe rannicchiate,in una sorta di danza floreale mossa dal vento. Sembrava che anche gli animali riposassero. L’unico suono era la melodia del mare che si infrangeva limpido e pacato sulla costa.

Al di fuori ero un po’ come lui,calmo,sereno. Ma dentro…

Mi sedetti agilmente accanto a lei, e con mano esitante le presi il polso delicatamente,voltandolo verso l’alto,in modo che ne potessi cogliere perversamente l’aroma.

Era una fragranza dolcissima. Sentivo il sangue pulsare in ogni singola vena del suo fragile corpo. Caldo,denso e dannatamente profumato.

Avrei potuto ucciderla lì,nel sonno,senza che avesse neanche il tempo di accorgersene. Avrei potuto posarle le labbra sul collo diafano e vellutato. Non sarebbe sembrato altro che un bacio. Un bacio mortale e privo d’affetto. Avrei potuto sfondarle il cranio con una carezza,tanto ero forte, e non avrebbe avuto neanche il tempo di uscire dal sonno e raggiungere lo stato di veglia.

Avrei potuto,certo. Ma non l’avrei fatto.

Lei era più importante di ciò che “volevo”. Aveva dato un senso ai miei giorni infiniti,agli anni implacabilmente lenti.

Era la luce che aveva rischiarato le mie tenebre,alle volte più nere della stessa notte.

E luce fu,quando incrociò il mio cammino.

Potevo dire che valesse lo stesso per lei?

Il mio amore era spesso causa di tormento,ma il suo per me poteva esserle mortale. Avrei potuto perdere il controllo in qualsiasi momento. Eppure aveva fiducia in me.

Chiusi gli occhi alla pallida luna che stavo osservando, e stringendo i pugni serrai le labbra,cercando di ricacciare indietro le ondate di disgusto per me stesso. Per il mostro che ero condannato ad essere.

Ma per lei,avrei lottato anche contro me stesso.

Più forte dell’autocontrollo acquisito,le spostai una ciocca di capelli che le ricadevano sul viso, e le accarezzai una guancia.

Il contatto della mia mano gelida col calore della sua pelle,avrebbe dovuto infastidirla,ma parve non accorgersene.

Quanto era piacevole il calore.

Le accarezzai il profilo delle labbra con un dito e desiderai sfiorarle.

Esitando,avvicinai piano il viso e poggiai delicatamente le mie labbra fredde e marmoree,sulle sue.

Il bacio. La più dolce delle espressioni.

Labbra che si sfiorano,che si bramano. Ma le mie celavano un terribile segreto. Una trafila di denti perfetti e affilati come rasoi.

In quel magico e prudente attimo,aprì gli occhi e mi ritrassi istintivamente .

La maestosità e l’intensa profondità dei suoi occhi nocciola,per l’ennesima volta mi spiazzarono. Erano grandi,dolci,e mi guardavano fiduciosi. Felici. Nonostante sapesse bene quanto potessi essere pericoloso per la sua vita.

“Hei bella addormentata” le sorrisi e le baciai la fronte,celando il mio eterno tormento.

Sotto la lieve luce lunare,la sua pelle d’alabastro era ancora più chiara e bella.

Al mio tocco,sentii il suo cuore scoppiettare contro le costole,e poggiai la testa sul suo petto per non perderne neanche un battito. Il mio di cuore,era invece fermo,congelato in un girono del 1901.

Eravamo così diversi…Eppure così uguali. Forse era perché ci nutrivamo dello stesso amore.

Il silenzio buio della notte che ci avvolgeva sotto il suo manto nero,fu interrotto solo da un cuore che continuava a battere il suo ritmo sconnesso. E non era il mio.

Ma sarebbe bastato per entrambi,per sempre.

  
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