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Autore: Earth    27/02/2014    5 recensioni
Vecchio titolo: Afterword.
Come ha fatto quel libro a finire in quella giacca? Come andarono le cose prima e dopo/dopo e prima di Manhattan?
Piccola ff di 4 capitoli sul Dottore senza il Dottore in cui ti racconterò la mia versione dei fatti e se pensi che non ci sia nulla di meglio da fare se non girovagare qui su efp prego: questa storiella è fatta a posta per te ^.^
Dal testo:
"...La città era già lontana, i binari curvarono a destra, ed eccola lì che apparve, come per un ultimo saluto, avvolta dai suoi palazzi che sfioravano il cielo, la bella e frizzante Grande Mela, mentre diventava sempre più piccola. E, come un bruco, che a pancia piena esce da un buco nella rossa buccia di quel malcapitato frutto, il treno si allontanò da New York..."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Amy Pond, River Song, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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ATTENZIONE: Spoiler 7X05!!!

Anthony è il bambino che adotteranno/adottarono Amy e Rory nel 1946, Susan me la sono inventata!





Capitolo 1

In cui qualcuno di inaspettato arriva a casa Williams




Era un giovedì pomeriggio.
Nei giorni precedenti la neve era caduta silenziosa sulle strade e sui tetti di quella giovane e allegra Manhattan dipingendo tutto di quel pallido tepore che Anthony aveva imparato ad associare al Natale.
Sul marciapiede un signore se ne stava in piedi accanto alla fermata dell'autobus, stretto nel suo cappotto rosso e con un ridicolo berretto a strisce colorate che gli ricadeva sulla fronte.
Erano quasi le cinque ed Anthony lanciò uno sguardo oltre il vetro della finestra del salotto giusto in tempo per vedere il berretto colorato sparire dietro le porte dell'autobus che si richiudevano. Osservò il pullman correre lungo la strada, rallentare davanti al luminoso ingresso del negozio di giocattoli e svoltare a sinistra come ogni sera.
« Dove è finita la matita gialla? »
Anthony lasciò andare la scia ormai invisibile dell'autobus e si voltò verso Susan. La bambina dalle treccine troppo chiare per essere bionde stava rovistando frettolosamente nella scatola delle matite colorate e quasi tutti i pastelli erano stati sparpagliati di qua e di là sul tavolo del salotto come i petali di una margherita con la quale si è giocato a m'ama-non m'ama. Ma nemmeno tra i pochi colori che ancora rimanevano nella scatola sembrava esserci quello che Susan stava così disperatamente cercando.
« Uffa! » sbuffò la bambina lasciandosi cadere contro lo schienale della sedia « Anthony non è possibile! Perché ti ostini a comprare le scatole a cui mancano i colori? E poi sono sempre quelli che servono a me! »
Il bambino sorrise vedendo la sua amica imbronciarsi e lei se ne accorse:
« Beh! Non c'è niente di divertente! » disse incrociando le braccia al petto e tirando su il mento in un pessimo tentativo di sembrare offesa tanto che Anthony non poté impedirsi di ridere. « Signorina Susan mi dispiace! La prossima volta dirò al tipo dei giocattoli di controllare che i colori non siano scappati dalla scatola prima di comprarla! » le disse tra una risata e l'altra.
Lei lo guardò di traverso, ma un sorriso largo come una fetta di cocomero le si era già appiccicato sul viso.
« Dammi qui! » disse Susan e con un gesto fulmineo afferrò il foglio su cui Anthony stava disegnando e se lo portò davanti alla faccia.
« Hei! Non vale! Ridammelo Su! » protestò il bambino cercando di riprendere il suo disegno incompleto, ma Su saltò giù dalla sedia e iniziò a correre attorno al tavolo.
« Ma guarda che bello! » esclamò la bambina mentre Anthony le correva dietro sbracciandosi per afferrare il foglio.
« No, Anthony, dico sul serio » disse Su fermandosi di scatto tanto che Anthony rischiò di finirle addosso « Sei proprio bravo. Che cos'è un albero di Natale? »
« Si, e se lo avessi finito non sarebbe mezzo bianco! » brontolò il bambino tornando al tavolo su cui le matite colorate erano ancora sparpagliate.
« E i regali? Secondo me, dovresti disegnare anche i regali! Tutti colorati! »
Anthony stava per ribattere, ma qualcosa che spuntava da un angolo del tappeto attirò la sua attenzione.
« Trovata! » esclamò raccogliendo la matita gialla dal pavimento « ecco qui, il giallo è tornato! »
Susan lo raggiunse con un balzo, osservò il pastello per qualche secondo con aria indagatrice, poi lo afferrò, lo fece volteggiare in aria come una spada e lo puntò contro il naso di Anthony « Grazie » disse sorridendo mentre tornava a sedersi al suo posto.
Anthony la guardò frastornato per qualche secondo, poi le si avvicinò.
« E tu invece ? Cosa stai disegnando? » chiese sporgendosi oltre la spalla della ragazzina: sul foglio di carta era stato disegnato quello che sembrava un grosso squalo o un pesce rosso in un acquario troppo piccolo. Lo sfondo era bianco, solo un angolo del foglio aveva cominciato a dipingersi di azzurro, ma i tratti frettolosi del pastello si fermavano dopo qualche centimetro.
« E questo che cos'è?» chiese Anthony indicando una specie di sorriso che Susan aveva appena tracciato sul lato sinistro del foglio con la matita gialla.
« È la luna!» esclamò la bambina voltandosi a guardarlo.
Anthony alzò un sopracciglio « E cosa se ne fa un pesce rosso della luna? »
Susan sgranò gli occhi « Anthony!» disse indispettita « non è un pesce rosso! È una balena!» e il bambino lanciò un nuovo sguardo al disegno sul tavolo. Effettivamente ora che ci pensava quel pesce era troppo grigio per essere un pesce rosso. Ma comunque non capiva, cosa se ne faceva una balena della luna? Così continuò a guardare Susan con aria interrogativa. « È una Balena Astrale » spiegò la bambina « la storia che ci ha raccontato la tua mamma l'altro giorno ricordi? L'ultima delle Balene Astrali che salvò i bambini della terra! »
Anthony sorrise. Certo che si ricordava quella storia, una delle tante. Susan era letteralmente innamorata delle favole della sua mamma. Ogni volta che veniva a casa loro e la mamma non era occupata con il lavoro o con le faccende domestiche Susan era lì, pronta con gli occhi sognanti ad ascoltare le impossibili avventure che improbabili eroi avevano vissuto in questo o quell'altro mondo.
« Secondo te è vera? » esclamò la vocetta di Su.
« Cosa? » chiese Anthony guardandosi intorno, spesso aveva la sensazione di perdersi dei pezzi di conversazione quando stava con quella ragazzina.
« La storia della balena » rispose lei continuando a riempire lo sfondo bianco del suo disegno con segni gialli che probabilmente dovevano essere stelle.
« Ma ti pare Su! » Anthony scoppiò a ridere « È una favola! »
« Ma la tua mamma ha detto che era vera! » la voce di Susan era incredibilmente seria.
« Lei lo dice sempre per tutte le sue storie, ma lo dice solo perchè dirlo fa parte della storia. »
Susan corrucciò la fronte « E allora come ha fatto l'altro giorno a parlare in spagnolo con la signorina Hada? »
« Ma questo cosa c'entra! » era mai possibile che Su riuscisse a passare da un argomento ad un altro senza un minimo di logica?
« Niente » disse la bambina lasciando perdere il suo disegno e sedendosi a gambe incrociate sulla sedia « ma i tuoi genitori conoscono un sacco di lingue. Prima il signor Williams parla in russo con quel tipo alla stazione e poi ti ricordi quella volta al parco con quei due ragazzini che parlavano con la erre moscia? E perché tu parli solo l'inglese? »
«Susan saranno almeno ventitré volte che me lo chiedi! I miei prima di venire qui a Manhattan hanno viaggiato per l'Europa, è lì che hanno imparato le lingue, io ancora non c'ero!»
« Giusto, giusto...» poi Susan saltò giù dalla sedia e raccolse il suo zainetto rosa da sotto il tavolo.
« Comunque è ora che torni a casa » disse facendo scivolare il suo disegno dentro lo zaino per poi sistemarselo sulle spalle.
In quel momento il campanello suonò.
« Arrivederci signora Williams e buone feste » disse Susan affacciandosi alla porta della cucina dove una signora Williams con i capelli rossi legati alla bel e meglio e un grembiule a fiori stava controllando qualcosa nel forno acceso.
« Ciao Susan!» disse Amy voltandosi a salutare la bambina « Buon Natale! E ringrazia tua mamma per il soufflé della settimana scorsa! »
Il campanello risuonò.
« Anthony per favore vai tu ad aprire, papà deve essersi dimenticato di nuovo le chiavi » disse poi tirando fuori tre piatti dalla credenza.
Così Anthony e Susan trotterellarono verso l'ingresso.
Arrivati alla porta il bambino afferrò la maniglia e l'aprì, ma sul pianerottolo non c'era il papà che aveva dimenticato le chiavi, bensì una sconosciuta signora con un lungo, elegante cappotto nero ed una criniera di ricci biondi.
La donna scrutò i due bambini per qualche secondo, come se fosse sorpresa di vederli lì, poi sorrise.
« Sto cercando Amelia Pond » chiese.
Amelia Pond? Pensò Anthony: nessuno chiama la mamma Amelia Pond a parte il papà.
« Allora io vado » disse Susan e sgattaiolò verso le scale « Ciao Anthony! Ci vediamo domani! »
« Ciao Su » le rispose lui di rimando osservandola saltare i gradini a due a due come al solito.
Poi Antony tornò a guardare quella strana signora davanti a sé: cosa aveva di strano?
La donna continuò a sorridergli « in casa non c'è nessuno? » chiese lanciando uno sguardo all'angolo di salotto visibile dalla porta.
Ecco cosa aveva di strano. Anthony ricordava tutte le persone che conoscevano, ma questa non l'aveva mai vista. La fissò ancora per qualche istante seguendo il movimento di un ricciolo che le ricadeva sulla fronte, cercando di ricordare se l'avesse già incontrata, ma niente.
« Mamma! » gridò allora « ti vogliono alla porta!».
Un rumore di stoviglie che cadevano arrivò dalla cucina, seguito dalla voce della mamma: « Anthony quante volte devo ripeterti di non urlare? Così ti sentono fino alla...»
Luna si disse mentalmente lui aspettandosi che Amy finisse la frase, ma quella parola non arrivò.
Anthony vide la donna bionda spostare lo sguardo su di un punto imprecisato sopra la sua testa. Si voltò e vide la mamma immobile davanti alla porta con lo sguardo di chi ha appena visto un fantasma.
« River...» le sentì sussurrare a mezza voce.
« Ciao mamma » rispose la sconosciuta. Quelle parole seguite dal tonfo di una busta che cadeva per terra fecero voltare il bambino di scatto. Dalla rampa di scale aveva appena fatto capolino suo padre e anche lui osservava imbambolato quella signora. Anthony vide la mamma e il papà scambiarsi uno sguardo, poi Amy sembrò riacquistare improvvisamente vita.
« River!» esclamò abbracciandola. Nella sua voce c'era tanta gioia mista ad una quantità indecifrabile di sorpresa, come quella volta che il papà le aveva regalato un mazzo di rose senza motivo.
Anthony le osservò confuso, le vide entrare in casa e le sentì ridere. Chi era questa River?
« Rory, che fai? Vuoi restare lì impalato tutta la sera?» gridò Amy dal salotto.
Anthony lanciò uno sguardo interrogativo al padre il quale, dopo qualche altro momento di sgomento, raccolse la busta della spesa che aveva lasciato cadere e mosse qualche passo incerto verso la porta di casa fermandosi sulla soglia accanto ad Anthony.
« Papà, chi è quella signora? » chiese il bambino nella speranza di capirci qualcosa, ma, a giudicare dallo sguardo ancora stupito del padre, capì che non avrebbe avuto tanto presto una risposta decente.
« River Song » gli rispose, però, Rory « lei è... lei è tua sorella.»







NdA:
Salve a tutti ^.^ prima di tutto ringrazio Lady Viviana per il betaggio, per i consigli e la pazienza! Thanks! E poi ringrazio te che sei arrivato/a a leggere fino qui ^.^ come forse ho già detto i capitoli della storia saranno solo 4 e sono quasi pronti, quindi tenderò a pubblicare circa una volta alla settimana! Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo e vi ricordo che se volte lasciarmi una recensioncina piccina piccina, per farmi sapere il vostro pensiero, mi farete tanto felice ^.^

un bacione a tutti e a presto XD

   
 
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