Parola di Ninjia
*Rasengan*
L’imponente
roccia colpita dalla sfera di chackra iniziò lentamente a sgretolarsi,
riducendosi ad un mucchio di pietre.
Naruto
cadde in ginocchio, stremato.
Aveva
perso il conto di quanto tempo fosse passato da quando
aveva iniziato ad allenarsi, non gli importava. Avrebbe potuto continuare per
ore, giorni, mesi, pur di non pensare.
Sasuke.
Il suo migliore
amico era fuggito, era un ninjia traditore.
Aveva
abbandonato il villaggio ,gli amici, aveva abbandonato
lui.
La sete
di potere, la vendetta, l’odio, lo avevano portato lontano, verso un fratello
che non l’aveva mai amato, verso un maestro oscuro, verso un errore.
Lui non era riuscito a fermarlo.
Gli venne
in mente il loro ultimo incontro, il loro scontro, il loro legame.
Sasuke
era per lui come un fratello mai avuto, come la famiglia che il destino gli
aveva negato.
Il loro
incontro non era stato casualità: si erano trovati, soli al mondo, a crescere
insieme.
Lo avrebbe mai più rivisto?
Aveva
promesso di riportarlo indietro, lo aveva promesso a Sakura, lo aveva promesso
anche a se stesso. Aveva dato la sua parola di ninjia, eppure Sasuke non era lì
ora, lui aveva fallito la sua prima occasione.
Le
lacrime iniziarono a scorrere sul viso del ragazzo, segnato da piccole ferite
procurate durante l’allenamento.
Le lasciò
scorrere senza fare nulla per ricacciarle indietro, nessuno avrebbe potuto
vedere quel momento di debolezza, era solo nella radura deserta.
Sollevò
la testa di scatto, un bagliore di disperazione negli occhi umidi.
In un
attimo scattò in piedi, la velocità con cui si preparò per l’ennesima volta ad
eseguire il suo jutsu fu strabiliante. Prese la rincorsa, puntando un’altra
roccia su cui sfogare la sua frustrazione.
*Rasengan*
Un’esplosione,
frammenti di pietra al posto della roccia che vi si ergeva prima.
Naruto,
avendo esaurito tutto il chackra, cadde terra privo di sensi.
Un lieve
fruscio provenne dai cespugli vicini, un uomo imponente dai lunghi capelli
bianchi si avvicinò lentamente al corpo privo di sensi del ragazzo. Lo guardò
per un attimo, poi scosse la testa.
- Naruto – disse Jiraya in un sussurro.
Si caricò
il ragazzo sulle spalle, e insieme lasciarono la radura, diretti verso Konoha.
My tea's
gone cold, I'm wondering why I got out of bed at all,
the morning rain clouds up my window, and I can't see at all.
And even if I could it'd all be grey, but your picture on my wall,
it reminds me that it's not so bad, it's not so bad.
Naruto si
risvegliò alle prime luci dell’alba a casa, nel suo letto.
Gli
vennero in mente l’allenamento, quell’ultimo jutsu azzardato, la perdita dei
sensi, e pensò a come avesse fatto a ritrovarsi lì.
Poi un lieve sorriso gli affiorò sulle labbra.
- Jiraya-sama –
Era stato
il suo maestro a riportarlo a casa, ne era sicuro.
Non era
la prima volta che lo osservava di nascosto durante gli allenamenti, e nemmeno
la prima volta che lo riportava a casa, svenuto.
La fioca
luce del sole illuminava la foto sul comodino.
Quella foto, la sua squadra, i suoi amici,
Sakura, Kakashi-sensei, Sasuke.
Si
avvicinò alla finestra, guardando il sole che lentamente si ergeva nel cielo
azzurro, nei suoi occhi una determinazione che prometteva una nuova luce di
speranza.
- Ti riporterò a casa, Sasuke -.
Piccola
one-shot dedicata alla mia amica Francesca, ovvero galli_nara. ^_^
La
canzone da cui ho tratto i primi quattro versi è Thank you di Dido. Vi assicuro che leggere la storia
ascoltandola fa un bell’effetto! ^^
Vi linko anche un immagine --à http://wallpapers.narutoimagens.com/wp-content/uploads/2008/02/narutowallpaper88-1280.jpg
Spero che
questa ff vi sia piaciuta. Un bacio. Fra, non ti commuovere! ^^