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Autore: Ashihei    27/02/2014    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se, all'inizio di tutto, il Principe non fosse riuscito a liberare Biancaneve dall'incantesimo del sonno scagliato da Regina?
Un cuore si spezzerà mentre una risata si alzerà da un tetro castello.
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"Correva in sella al suo stupendo cavallo, mentre cercava di fare il più in fretta possibile.
Il vento gli sfiorava il viso e la vista gli si appannò.
Doveva assolutamente salvarla.
Non poteva immaginare una vita senza di lei."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, David Nolan/Principe Azzurro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Correva in sella al suo stupendo cavallo, mentre cercava di fare il più in fretta possibile.
Il vento gli sfiorava il viso e la vista gli si appannò.
Doveva assolutamente salvarla.
Non poteva immaginare una vita senza di lei.
Dopo poco tempo arrivò nel cuore della foresta.
Gli alberi erano altissimi, sembravano toccare il cielo.
Scese dalla sella, e lasciò il purosangue in un punto sicuro.
Non c’era tempo da perdere, se fosse arrivato tardi, nemmeno il bacio del vero amore avrebbe potuto fare qualcosa per spezzare l’incantesimo del Sonno che aveva colpito Biancaneve.
Fece qualche passo, barcollando, finché non lo vide.
I sette nani erano tutti raccolti intorno allo stesso punto, a fissare la stessa cosa, con sguardo affranto.
Si avvicinò ancora, per osservare meglio.
In mezzo a loro era posizionata una grande teca trasparente, incredibilmente bella e preziosissima.
Dentro di essa, giaceva la donna che amava.
Aveva le mani incrociate sul grembo, e indossava un lungo vestito bianco brillante.
I capelli corvini erano raccolti in una treccia che le era stata posata sul fianco destro del corpo: aveva gli occhi chiusi e non si muoveva, ma era comunque la donna più bella che il Principe avesse mai visto in tutta la sua vita.
Si gettò nella sua direzione, gridando il suo nome a più non posso.
I nani si spostarono, per permettergli di guardarla meglio, poi chiese a loro di aprire la teca, disperato.
Sapeva cosa avrebbe dovuto fare per salvarla.
Una volta alzato il grande coperchio trasparente, lui si perse nei suoi lineamenti.
Era perfetta, sotto ogni punto di vista.
Poi, deciso, portò il viso vicino al suo.
Raccolse tutto il suo amore per lei e lo rilasciò tutto d’un colpo, baciandola.
Le sue labbra, una volta estremamente calde e gradevoli, ora erano fredde e sbiadite.
Il suo viso era sfibrato, consumato, ma riusciva comunque a mostrare un leggero e quasi impercettibile sorriso.
Il Principe continuava a tenere premute le labbra contro le sue, ma il terrore lo assalì quando notò che nulla stava accadendo.
Si staccò, per controllare se ci fossero state delle reazioni da parte sua, ma lei non si era mossa.
« No... » sussurrò lui, in preda all’agonia « Non è possibile... » poi si voltò verso le altre sette presenze, rimaste ad osservare con gli occhi lucidi fino a quel momento « Non capisco! Il bacio del vero amore dovrebbe salvarla!! »
Solo uno di loro trovò il coraggio di rispondergli.
« Mi dispiace Principe...ma a volte l’odio primeggia sull’amore...accade così per certi tipi di incantesimi oscuri. »
A quelle parole, il viso di Azzurro cominciò a rigarsi di lacrime fredde.
Non poteva crederci.
No, era impossibile.
Loro si sarebbero sempre ritrovati, non si erano detti così?
E allora perché lei non si svegliava?
Perché non gli mostrava di nuovo il suo stupendo sorriso?
Perché doveva andare così?
Perché non potevano avere il loro lieto fine?
Le prese le mani e le strinse fortissimo, mentre stringeva i denti e si disperava.
Piangeva tanto ininterrottamente che nessuno dei presenti riuscì a calmarlo.
Dopo qualche ora, lui la cingeva ancora con le sue braccia.
Tutti gli altri erano andati via, ma lui era rimasto lì, insieme a lei.
Non avrebbe mai potuto lasciarla da sola.
Loro erano una cosa sola, due anime inseparabili.
Un giorno si sarebbero rincontrati di nuovo, ne era sicuro.
Un giorno avrebbero avuto un lieto fine, e sarebbero stati felici finalmente.
Avevano pianificato di avere un bambino.
Non avrebbero saputo come chiamarlo se fosse stato maschio - l’avrebbero deciso in seguito - ma avevano già stabilito il nome in caso avessero avuto una femminuccia.
Emma.
Si, era un nome stupendo.
E ciò che lo rendeva ancora più stupendo era che l’avevano scelto insieme.
Gli vennero in mente altri ricordi, e non riuscì a trattenersi.
Posò il capo sul suo petto, e si lasciò andare, consumando le ultime lacrime rimaste.
Intanto, mentre il cuore del Principe stava lentamente morendo, da un tetro castello lontano si levò una risata malvagia, compiaciuta.
Una risata che non significava altro che “Vendetta è stata fatta”.
 
  
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