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Autore: Ladypotter97    27/02/2014    2 recensioni
"Aveva letto su un libro che uccidere un’ Angelo era il peccato più grande che un uomo potesse commettere.
Non hanno ancora visto niente"
Allora la storia si colloca subito dopo la fine di "Città delle anime perdute".
Lilith ha in mente un grande piano, ma per attuarlo ha bisogno del sangue della portatrice dell'angelo meccanico appartenuto predecentemente a Tessa Grey. Affiderà questo compito a Sebastian, che nonostante sia crudele e senza scrupoli, avrà dei problemi a rintracciare la mondana, ignara del suo destino.
Quanto è disposto a dare in cambio della conquista del mondo? Dovrà rinunciare anche all'unica persona che riesce ad entrare nel suo cuore?
Genere: Azione, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Theresa Gray
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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battito di un cuore

Battito di un cuore

Tutto era fermo, tutto era vuoto e Tara non sentiva nulla.

Lei non era quel tipo di persona dal sangue freddo che non si lascia intimorire da nulla, lei era fragile e solo ora se ne rendeva conto. Per cosa aveva combattuto? Perché cercava di sopravvivere? La vita scorreva, anche senza di lei.

Semplicemente non era essenziale.

Non sapeva quanto tempo era passato, da quanto tempo stava fissando quella pelle bianca, se l’avesse toccata sarebbe stata fredda, morta.

Non poteva affrontare un dolore simile, era stata perseguitata per tutta la vita da quell’ombra che le aveva tolto tutte le persone che amava.

Non riusciva a muovere un muscolo; i vivi si muovono, possono uscire di casa e sperare che ogni giorno sia migliore, lei invece era solo sopravvissuta e non poteva essere abbastanza.

Il ragazzo che aveva davanti non aveva più nulla di mostruoso, gli occhi neri erano coperti dalle palpebre chiuse, le labbra piene erano socchiuse, il volto sembrava sereno e Tara poté notare le lentiggini che gli macchiavano le guancie, le ciglia folte e bianche come i capelli, le dita lunghe e affusolate, le braccia percorse dalle vene che sembravano radici.

Tara le sfiorò, accarezzò lentamente il viso, fece passare i polpastrelli sulle labbra screpolate fino ad arrivare ai capelli che gli ricadevano in ciocche disordinate sulla fronte.

-Ti odio …- sussurrò, gli strinse con forza le braccia e iniziò a scuoterlo –Ti odio! Come hai potuto?- urlò mentre sentiva le lacrime scenderle dagli occhi –Come hai potuto lasciarmi sola?- cercò di sollevarlo –Devi alzarti! Brutto schifoso- la sua voce non aveva più nulla di umano.

Il dolore era così lancinante da annebbiarle la vista, i singhiozzi lasciavano spazio a insulti, le urla seguivano le preghiere.

Quella scena era troppo familiare e Tara poteva rivedersi a neanche sei anni che urlava ai genitori chiusi nelle bare di averla lasciata sola, li accusava di non averla amata abbastanza altrimenti non se ne sarebbero andati senza di lei. Perché tutti le dicevano che era stato un miracolo? Perché doveva ritenersi fortunata?

Non li avrebbe più rivisti, le rimanevano le foto, i ricordi e due fredde lapidi.

Erano passati minuti, forse ore, Tara non sapeva dirlo. Aveva provato e riprovato in tutti i modi, piangere non sarebbe servito, niente può riportare indietro i morti.

Avrebbe dovuto andarsene, scappare da quell’incubo, lasciarsi tutto alle spalle. Il suo nemico era finalmente morto, lei era libera.

Allora perché non riusciva ad abbandonare il corpo? Cosa la tratteneva?

Ogni volta che si poneva queste domande non era in grado di darsi una risposta, tutto quello che le era accaduto era collegato a lui, lei aveva scelto lui, il male.

Cosa era lei quindi senza il male?

La ragazza si sentiva vuota, non aveva energie per fare nulla. Tremava convulsamente, la vista era appannata dalle lacrime, respirava a fatica, avrebbe voluto urlare, chiamare aiuto, ma erano in una foresta in chissà quale parte del mondo.

Una folata di vento fece ondeggiare i pini intorno a lei, il freddo le stava corrodendo le ossa, ma per nessuna ragione al mondo avrebbe lasciato il corpo. Non sarebbe morta scappando.

La sua attenzione venne catturata da un gufo che la osservava intensamente da un po’, ogni tanto piegava la testa e arruffava le penne per poi fare un verso che le fece scappare uno stanco sorriso. Poi ad un tratto l’animale venne spaventato da uno scricchiolare di foglie, anche la ragazza si girò di scatto.

Quando Tara la vide pensava di aver avuto un’allucinazione perché era tutto ricoperto di una calda luce che le accarezzava la pelle, rabbrividì e cercò di schermarsi gli occhi, ma riusciva a scorgere solo una figura che si avvicinava.

-Aiuto- sussurrò –Ci serve aiuto …

-Inglese?- le chiese una voce delicata dall’accento francese.

-Americani- si sforzò di dire la ragazza.

-Okay ci penso io- la donna si avvicinò al ragazzo e lo guardò con curiosità.

-Lui è … - la voce le morì in gola, come poteva spiegarlo?

-Shh- la donna le accarezzò la guancia i suoi grandi occhi dorati la fissarono intensamente tanto che la ragazza li sentì scrutargli l’anima, -No- disse semplicemente, poi prese la mano di Tara e la posò sul cuore ghiacciato del ragazzo –Tu puoi sentirlo-

Lei la guardò smarrita, era uno scherzo, già stava per scacciarla via quando sentì.

Ad una prima impressione sembrava un lieve tamburellare, Tara chiuse gli occhi per concentrarsi meglio, il rumore andava e veniva, a volte più forte altre così debole che sembrava scomparire.

Era il suono del battito di un cuore.

 

 

Nota dell’autrice: Sì e sì la vostra Lady è viva e vegeta *più o meno* . Non avete idea del dolore che ho provato negli ultimi tempi, avrei voluto scrivere, ma la scuola, famiglia e amici non mi hanno lasciato un attimo di pace. Sinceramente spero di poter scriver al più presto, non avete idea di quanto tutto questo mi sia mancato.

Ho tanti bei progetti nuovi e dolci da fare *^* vi giuro che cercherò di fare il meglio.

Detto questo vi do un bacio e vi saluto <3

Al prossimo capitolo!

   
 
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