Perché loro sono insieme.
Alla mia ranocchia preferita
per il suo compleanno.
Ti voglio bene ♥
Hanno marciato a lungo, quel giorno.
Non hanno nemmeno la forza di respirare, figurarsi quella di scambiarsi qualche parola. Il capitano, prima di lasciarli riposare qualche ora, li avverte che alle prime luci dell'alba riprenderanno il loro cammino, senza però specificare dove quel cammino li porterà.
Nessuno, in quelle settimane, si è mai curato di dir loro verso quale guerra siano diretti, quale sarà il teatro della loro morte.
Li hanno convocati con dei telegrammi uguali per tutti, che non spiegavano nulla, ma ugualmente firmavano le loro tacite condanne, e ora l'unica cosa che possono fare adesso è marciare fino a perdere totalmente le forze.
In mezzo a tutti quei volti anonimi e stanchi, una sera Giorgio ha incontrato lo sguardo di Andrea e, per un istante, si sono sorrisi. Non si sono scambiati mai nemmeno una parola dopo essersi presentati brevemente coi loro nomi di battesimo, ma hanno passato intere notti di guardia attorno al fuoco, spalla contro spalla, come se quel contatto sia l'unica cosa che ancora li faccia sentire umani.
Il riposo, per Giorgio, è diventato riuscire a scorgere la testa di Andrea in mezzo a quelle di tutti gli altri, sedersi accanto a lui e sentire che forse, in quell'inferno, c'è ancora qualcosa di buono. E non c'è bisogno che Andrea gli dica che per lui è la stessa cosa, perché Giorgio riesce a capirlo dai suoi occhi e dal modo in cui cerca sempre di stargli vicino.
Dormono l'uno accanto all'altro anche quella notte, dividendosi una coperta e stringendosi le mani come se questo potesse evitar loro di sentire il freddo di gennaio che entra nella carne e nelle ossa fino a congelarli.
Giorgio osserva il sorriso di Andrea, prima di addormentarsi: è quasi impercettibile, perché nel posto dove sono loro sorridere sembra un insulto, ma Andrea è bello così, è bello anche per questo.
Perché loro sono insieme.
***
Il sorriso di Andrea si spegne quando sono arrivati in Russia da qualche giorno.
Si spegne fra le braccia di Giorgio, mentre sono spalla a spalla non per riscaldarsi, ma per combattere dei nemici sconosciuti, che sparano contro di loro perché sono colpevoli di parlare una lingua diversa.
Giorgio tiene Andrea fra le braccia, gli dice che andrà tutto bene e, per la prima volta, Andrea riesce finalmente a parlargli. Mormora parole confuse, che forse sono un po' il racconto della sua vita, poi dice che non vuole morire e che ha paura e ti prego, abbracciami un po' più forte, magari così riesco a non andarmene.
Il sorriso di Andrea si spegne portandosi via anche quello di Giorgio che, in quella terra straniera, perde se stesso e quel poco di bello che gli era rimasto nella vita.
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Solo una flashfic regalo per la mia adorata Sara Roxar, di cui dovreste leggere tutte le storie perché è BRAVISSIMA.
E non so, solo un flash, non è nemmeno esattamente slash, anche se io li immagino innamorati almeno un pochino, ecco :)
Come sapete, le recensioni sono sempre le benvenute :3
Un bacio,
Aika.