Era tornato insieme all’inverno: non aveva fatto in tempo a sentire la notizia di forti nevicate in città, che si era presentato alla sua finestra.
Ogni volta era così, fin da quando aveva memoria. Jack non mancava mai di passare del tempo con lui, se non era impegnato a ghiacciare e creare disastri in giro, ed ormai era naturale aspettarlo quando si avvicinava la stagione fredda.
 
Quel giorno il cielo era chiaro e libero da nuvole, e tutto era coperto da diversi centimetri di neve soffice. Jamie era uscito per incontrare i suoi amici quando improvvisamente qualcosa lo colpì alla testa, subito dopo sentì la neve ghiacciata sciogliersi nell’esatto punto fra il colletto della giacca e la nuca: girandosi vide un ragazzo con una felpa blu che gli sorrideva agitando la mano coperta di residui di neve. Nonostante l’irritazione per i brividi di freddo che ancora sentiva, lasciò che un enorme sorriso gli si allargasse sul viso e si chinò per formare anche lui una palla da lanciare in risposta.
Dopo un paio di lanci, il giardino fu presto invaso da palle di neve che volavano ovunque, bambini che si rincorrevano da tutte le parti, voci e risate che echeggiavano per il quartiere.
Jack correva a perdifiato, lasciandosi dietro una scia di palle di neve già fatte e lanciandone altrettante, ridendo chiassosamente. Preso dall’euforia del momento corse da Jamie gridando: “Prendi lo slittino!”, il ragazzino eseguì l’ordine: ben presto si trovò a scivolare a tutta velocità lungo un sentiero di neve che andava snodandosi per le strade, nascendo gradualmente dal bastone dello spirito invernale.
La spericolata corsa si interruppe bruscamente: una curva improvvisa, il suo corpo che si sollevava in aria, la faccia catapultata in una montagnetta di neve.
Emerso dal cumulo ghiacciato, chiamava entusiasta gli amici che lo avevano raggiunto meravigliati, quando un divano proveniente da un camion dei traslochi scivolò nella sua direzione travolgendolo. Il ragazzo che lo osservava seduto su una statua là accanto, tirò un sospiro di sollievo nel notare che si rialzava integro, agitando contento il dente che l’urto gli aveva fatto cadere.