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Autore: Luce_Della_Sera    28/02/2014    7 recensioni
Marianna sta tornando a casa da scuola, quando incontra un'amica che non vede da tempo e la invita a casa sua...è molto contenta di questo incontro, ma il giorno successivo scoprirà che la sua coetanea non è ciò che sembra.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il  giacchetto

Marianna stava tornando a casa da scuola, in una bella mattina di inizio estate; quel giorno aveva avuto le ultime due interrogazioni dell’anno e aveva preso bei voti ad entrambe, quindi era particolarmente felice!
Mentre procedeva a passo spedito, intravide una figura familiare: Paola, una ragazza che era stata sua compagna di classe alle medie, camminava sul suo stesso marciapiede, ma proveniva dalla parte opposta.
“Ehilà, Paola!” fece Marianna, poco prima di trovarsi di fronte alla coetanea.
“Come stai? Da quanto tempo non ci si vede!”.
“Io sto bene, tu? E i tuoi genitori invece come stanno?”.
“Stiamo tutti bene, grazie! Mamma oggi doveva fare gli straordinari al lavoro, ma credo che papà sia già a casa. Anzi, perché non vieni da me? Così lo saluti!”.
“Mi farebbe molto piacere! Ma dimmi, a scuola come ti va? Nessun ragazzo interessante in vista?”.
Le due coetanee continuarono a chiacchierare del più e del meno, ridendo e scherzando; alla fine, arrivarono a casa di Marianna.
“Papà?” chiamò quest’ultima mentre si chiudeva la porta d’ingresso alle spalle.  “Sono tornata, e c’è una persona con me!”.
Si sentì un rumore di passi, quello di una porta che veniva aperta; infine, le due adolescenti videro un uomo di circa cinquant’anni arrivare davanti a loro.
“Scusa, Marianna, ero in bagno a lavarmi le mani, sono tornato poco fa”
“Non fa niente … ti ricordi di Paola? Eravamo tanto amiche prima di andare alle superiori, ma poi ci siamo perse di vista!”.
“Ma certo che mi ricordo! Come va?”, fece lui, rivolto alla ragazza.
“Benissimo, grazie!”.
“Vieni in salotto, e siediti; togliti pure il giacchetto e dallo a me, lo metterò in camera di mia figlia. Starai di sicuro morendo di caldo!”.
“Oh, già, scusa, avrei dovuto dirtelo io!” esclamò Marianna, dispiaciuta, mentre faceva strada ed entrava per prima nella stanza indicata. “Eppure sono la prima a soffrire tanto queste temperature elevate … ero troppo presa dal fatto che non ci vediamo da ormai quasi quattro anni per pensare al resto!”.
“Ma figurati, ti capisco! Non te ne faccio certo una colpa …” Paola stava per aggiungere altro, ma si bloccò vedendo tornare il padre dell’amica, che le chiese se voleva qualcosa da bere.
La ragazza declinò l’invito con un “no, grazie”, e altrettanto educatamente disse che non voleva neanche qualcosa da mangiare; esauriti i convenevoli dettati dalla cortesia verso gli ospiti, i tre si misero a parlare, toccando tutti gli argomenti di cui di solito si usa discorrere con chi si è perso di vista da qualche anno. Parlarono, parlarono e parlarono, finché non si fece l’ora di cena; a quel punto, Paola si riscosse, e dopo aver salutato frettolosamente coloro che l’avevano ospitata, filò via dicendo che la stavano di sicuro aspettando; quando rientrò in casa con il padre, però, Marianna si accorse che la sua ex compagna di classe aveva lasciato il suo giacchetto sulla sedia.
“E adesso, come facciamo a ridarglielo? Da quel che mi ricordo, il suo numero di telefono non era segnato sull’elenco, e tempo fa ho perso il suo numero di cellulare …”.
“Vedrai che troveremo una soluzione nei prossimi giorni … adesso sarebbe inutile pensarci, anche perché è sera, quindi non potremmo combinare granché. Perché non mi aiuti a cucinare qualcosa, già che ci siamo? La mamma dovrebbe tornare a momenti, le farà piacere vedere che abbiamo già cominciato a fare la cena!”.
 
Il pomeriggio seguente, Marianna e suo padre erano di nuovo da soli a casa, quando sentirono suonare alla porta: la ragazza andò ad aprire, e con suo sommo stupore si ritrovò davanti la madre di Paola.
“Oh, ciao! Che bella sorpresa!” le disse.
“Ciao, Marianna. Non disturbo, vero? Ti vedo strana!”.
“No, non è questo: mamma è andata a trovare una sua cugina, e pensavo fosse già di ritorno!”.
“Mi spiace di non averla trovata, mi avrebbe fatto piacere rivedere anche lei! Di solito non piombo nelle case altrui di domenica pomeriggio, ma passavo da queste parti e, non so perché, mi è venuta voglia di venire da voi”. La donna tacque, improvvisamente in imbarazzo: in realtà, non sapeva bene nemmeno lei perché aveva deciso di andare a trovare una vecchia compagna di scuola della figlia e la sua famiglia, ma come poteva spiegarlo senza apparire ridicola?
Per fortuna, l’arrivo del padre di Marianna la distolse da quei pensieri poco felici. L’uomo la riconobbe subito, e pensando alla strana coincidenza, la fece sedere e si comportò con lei esattamente come si era comportato con Paola nelle ventiquattro ore precedenti … e, sempre come il giorno prima, lui, Marianna e l’ospite iniziarono a chiacchierare; dopo qualche frase di circostanza, però, la più giovane del trio si ricordò del giacchetto dell’amica.
“Torno subito!” disse, e sfrecciò in camera sua; dopo che ebbe trovato quel che cercava, tornò in salotto altrettanto velocemente.
“Marisa, scusa se ti interrompo … ma giusto ieri Paola è stata qui, e ha lasciato questo!”.
L’adulta guardò l’indumento, alquanto stupita e sconcertata, poi i suoi occhi saettarono verso la ragazza che lo teneva in mano; in un solo attimo, il dolore immenso che provava ormai da un anno si riacutizzò, e quasi afflosciandosi sulla sedia chiese con voce tremante:
“Scusami, Marianna, credo di non aver capito bene: hai detto che mia figlia ieri è stata qui?”.
“Ehm, sì! Perché?”.
“Perché quello è davvero il giacchetto di Paola, ma lei purtroppo è morta lo scorso anno: una macchina l’ha travolta e uccisa mentre viaggiava sul suo motorino!”.

  
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