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Autore: nameless colour    28/02/2014    2 recensioni
Quando l'amore va contro le leggi dell'etica e della morale.
E' giusto continuare a stare accanto alla persona che abbiamo amato anche se questa non è capace di ricordare chi siamo?
Una storia malinconica e triste, dettata dalla pioggia battente di questi giorni.
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Dal testo:
[...] era l'impronta delle sue labbra contro il vetro di una cornice ingiallita a tenergli compagnia ogni notte. Chiuse la luce.
Qualche sospiro e qualche ricordo si fecero beffa di lui. Ecco, ecco quel che resta del giorno, pensò.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel che resta del giorno.
 
 
 
Mr. Hummel, cosa le porto per cena questa sera?
 
***
 
Era una tiepida mattinata di marzo quella in cui Blaine si esibiva sul ponte maestro di Central Park, quando Kurt casualmente si trovava sul posto; iniziò a scrutarlo con aria curiosa. Blaine pensò che quel ragazzo fosse il più bello che avesse mai visto. Kurt ebbe la sensazione che stesse suonando solamente per lui.
 
***
 
Nulla, signor Anderson, nulla. Sto aspettando mio marito, credi arriverà presto? Magari ceniamo insieme. Sono preoccupato però, oramai sono ore che mi ha lasciato qui da solo, dicendo di dover andare a trovare il nostro amico Sebastian. Sta facendo buio ormai.
 
***
 
I due si ritrovarono poco dopo, seduti al tavolo di un bar un po' nascosto nella periferia della città; a Blaine piacevano proprio un sacco i locali intimi. Kurt pensava che gli faceva un po' schifo quello sgabello unticcio, però non disse nulla. 
"Allora, hai detto che ti piace suonare la chitarra. Quando-"
Il moro lo interruppe.
"Non mi piace suonare la chitarra - o meglio -, mi piace. Però è qualcosa di più. Si tratta del mio lavoro. Non che me la passi granché bene, ma ci provo. Tu cosa fai nella vita?"
"Disegno." Kurt si fermò per tentare di concentrare la sua vita e la sua professione (che poi, erano un po' la stessa cosa) in un discorso che non andasse oltre le mille parole. "Disegno e produco. Sono un arredatore di interni, ma mi diletto anche con la macchina da cucire. Ho disegnato io stesso tutte le tende di casa mia, e quelle della camera da letto sono semi trasparenti,, con dei motivi sferici colorati. Sono stato proprio bravo, modestia a parte."
Blaine si sentì gratificato dal fatto che Kurt avesse condiviso questo particolare con lui, ed il ragazzo sembrò accorgersene a giudicare dal rossore che si impadronì delle sue labbra poco dopo aver notificato di quell'intimo dettaglio appena sfuggitogli dalle labbra.

 
***
 
Erano ormai anni che Kurt aspettava il ritorno di suo marito. Sembrava essersi dissolto nel nulla senza un perché, tant'è che a volte si dimenticava quasi il motivo di quell'attesa. Fu distratto dall'immagine dell'inserviente, il mr. Anderson, che faceva un po' fatica nell'agganciare le tende fresche di bucato all'apposito gancio, sopra la grande finestra che dava sul balcone. 
"Cosa ne pensa lei, di queste tende? Sono tutta opera mia." 
Mr. Anderson perse un battito. Sapeva perché. 
"A me piacciono. Sembrano delle grandi bolle di sapone."
Kurt perse un battito. Non riusciva a ricordare perché.

 
***
 
Si erano visti solamente tre volte, ma Kurt ritenne opportuno invitare Blaine da lui. Si maledì per non avere nulla da dire quando le circostanze lo richiedevano. 
"Che ne pensi tu, di queste tende?" 
Si diede dell'idiota. 
Blaine avrebbe voluto fare sfoggio di qualche bella parola da esperto come Merveilluse! Trés belle! Touluse Lautrec!, ma dopo tutto non sembrava essere la più brillante delle trovate. 
"Mi piacciono, sembrano delle grandi bolle di sapone."
Si diede dell'idiota.

 
***
 
Kurt era cupo. "Mr. Anderson, perché le persone che amiamo non sono mai vicine a noi?"
L'uomo sembrò riflettere cautamente, con la lingua agli angoli della bocca, come se fosse lo sforzò più duro al mondo il dover rispondere a quella domanda. "Spesso... spesso sono più vicini di quanto crediamo. Ad una spanna dal petto." Si toccò sul taschino dello smoking. "Nel nostro cuore." Non disse altro. Portò al signor Hummel le sue medicine e si ritirò nella sua camera. Milioni di foto arricchivano le pareti ed i mobili, sembrava quasi che tutte le cornici dell'intera casa fossero state prese per essere custodite in una sola stanza. Lo ritraevano con una figura elfica ed algida. 

 
***
 
Blaine salutò Kurt con un bacio in quello che probabilmente era tra gli ultimi dei suoi momenti buoni. Era certo non l'avesse riconosciuto neanche fosse rientrato un secondo dopo.
 
***
 
Sebastian aveva un brillante passato da cameriere. 
"Blaine, fare il finto maggiordomo non servirà a nulla, se non a prendere in giro te stesso e lui. Ti prego, sei disperato."
"Sono disperato Seb. Lo sono eccome, e se fingere di essere uno stupido cameriere mi permetterà di stargli accanto, ebbene, io lo farò. Dammi quelle dannate divise."
Sebastian sembrò convincersi, e si avviò verso l'armadio. Lui e Blaine non contavano più le volte in cui Kurt aveva cacciato il moro dal suo letto, dal loro letto, e da casa sua nel bel mezzo della notte perché non riconosceva più l'uomo che aveva accanto. 

 
***
 
Erano circa sette anni che Kurt aveva un cameriere tutto per lui. Era mr. Anderson che gli portava il pranzo e la cena, mr. Anderson che gli lavava la biancheria, mr. Anderson che scortava gentilmente alla porta quegli strani tipi che di tanto in tanto si presentavano sulla sua soglia. 
Era proprio fortunato.

 
***
 
Il signor Hummel accarezzava piano le grandi bolle di sapone che svolazzavano sulle sue tende. Aspettava il suo Blaine.

Mr. Anderson baciava forte l'uomo che per una vita era stata la sua Bibbia, la sua guida, la sua luce verde. Se era vero che in natura nulla si creava e nulla di distruggeva, ebbene, allora nulla si era effettivamente distrutto. Le cose erano semplicemente cambiate, era così che si consolava. 
Ed era l'impronta delle sue labbra contro il vetro di una cornice ingiallita a tenergli compagnia ogni notte. Chiuse la luce. 
Qualche sospiro e qualche ricordo si fecero beffa di lui. Ecco, ecco quel che resta del giorno, pensò. 

Kurt fece lo stesso. Si coricò, poco dopo aver dimenticato il motivo della sua attesa. 
  
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