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Autore: Astaroth    24/06/2008    9 recensioni
Dopo la scomparsa di Edward, Roy Mustang deve fare i conti con la sua assenza, con i ricordi di lui, con il mondo senza Fullmetal. Ambientata dopo l'anime! Dedicata a Miss, anche se è molto triste come fic! XD Ti voglio bene, piccola! Lui non c’è. Ecco il sole che spunta, un bagliore ti investe, è piccolo e sprigiona un lievissimo calore. Vuoi aspettare, perché il calore deve essere maggiore, perché il sole deve sorgere ancora un po’, deve essere più luminoso. Non deve essere pallido, deve essere come il colore dei suoi capelli. Per questo vuoi dire addio alla vita con il sole sul viso.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note:

Farewell

 

Per la prima volta mi accingo a scrivere una shot! *_* God, non ci credo…

Però potevo scegliere un soggetto più felice per questa mia ‘prima volta’! XD

Beh… che ci volete fare… se l’ispirazione dice così, l’ispirazione comanda! U.U (perché non dici loro la verità? -.- ndCervello (coosa? Dovrei dire che ero così inca**ata quel giorno che mi è uscita una bozza tragica e poi ho avuto la pessima idea di parlarne con una persona che, oltre ad essere una Leggenda, è anche la Suprema Signora Sadica? -.- Non posso, mi ucciderebbero! NdAstaroth) (… è proprio quello che hai fatto -.- ndCervello) (gulp ndAstaroth)

 

Avvertimento: Questa breve shot non ha un tempo preciso nel quale collocarsi. Certamente l’azione (azione, poi?) si svolge dopo la fine dell’anime, ma è passato del tempo da quel giorno ma allo stesso tempo si distacca dal film.

 

 

Anche se è triste la dedico alla MIA DEA, la mia musa!

La dedico a Mistress Lay!

Se non ci fosse lei, come potrei vivere!?

 

 

 

 

.

 

 

 

Tu lo sai.

Lo sai cosa provi per lui.

 

Il sole te lo fa ricordare, quelle giornate afose, ti riportano alla mente il suo colore di capelli, quel dorato particolare, e il luccichio nei suoi occhi ambra. Il sole lo avvolgeva, rifletteva la sua luce nei suoi capelli, nel suo braccio meccanico, nella sua cintura.

 

Oh sì, ricordi quella cintura.

 

Particolare insignificante per tutti, ma non per te.

Perchè per te ogni cosa di lui è importante.

 

Te lo ricorda.

 

Come il sole.

 

Sì, lo ricordi bene.

Il suo sorriso.

 

Ghigno soddisfatto, di sfida, labbra che formulano un canzonatorio 'Bastardo colonnello', la sua irriverenza che da sempre ti aveva colpito unito ad una bontà di cuore strana, sì, strana, perchè pareva quasi altisonante.

Aveva dodici anni la prima volta che l'hai visto.

Ora, se fosse lì con te, ne avrebbe diciotto.

Forse i suoi capelli dorati sono più lunghi adesso, forse la rotondità infantile si è persa nel turbine del tempo, forse il suo viso è un viso da adulto, con lo stesso sorriso di sempre, quello canzonatorio, che ti ha sempre colpito, forse i suoi vestiti sono cambiati, ha la divisa blu addosso, con mostrine e spalline, il blu gli dona, sì, decisamente.

Ma non puoi sapere se i suoi capelli sono più lunghi o se, pur essendo lo stesso, è cambiato in qualcosa, se è cresciuto in altezza e finalmente più dire di aver raggiunto un'altezza adeguata alla sua età, o se è ancora basso, un piccolo piccolo alchimista.

 

Avrebbe diciotto anni, e tu ne hai trentadue.

 

Trentadue.

 

Ti verrebbe da ridere.

 

Probabilmente anche adesso lo faresti, ma ormai i tuoi muscoli facciali non sono abituati al sorriso, il tuo viso è ormai smunto e ha fatto della freddezza un punto portante.

Sì, sei cambiato anche tu.

Hai cercato di nascondere il tuo cuore, l'hai seppellito, solo per dimenticarti di quanto male facesse, solo per dimenticarti di tutto il dolore che ti provocava pensare a lui, e alla sua assenza.

 

Anni.

 

Sono passati anni, tante lune, tanti soli sono sorti dietro le montagne di Amestris. Troppo, troppo tempo e tu, stupido, troppo stupido, hai atteso che tornasse, che ci fosse qualche notizia, che alla tua porta bussasse un ragazzo portando con sè il sole, il tuo sole, e accennasse un saluto militare stentato, divertito, canzonatorio, per prenderti in giro.

'Pensavi che fossi morto, eh?' ti avrebbe detto.

E tu avresti risposto, con un sorriso sghembo: 'No, Fullmetal, io ti aspettavo'.

 

Fullmetal.

 

Braccio metallico, gamba metallica, un fratello tutto metallico, senza corpo, a suo carico, tanto talento, tanta determinazione, tanto successo e tante sconfitte.

Tanto dolore.

 

Sì, ricordi anche il suo dolore.

 

I suoi occhi ambra scuri, persi in qualche ricordo sofferente, e lui, che guarda all'orizzonte.

'Ti fa male il passato, Fullmetal?' gli avresti voluto chiedere.

Forse Fullmetal nemmeno ti avrebbe risposto, testardo e orgoglioso com'è, però ora lo rimpiangi, vero? Sì, perchè se glielo avessi chiesto, almeno, avresti provato.

E forse, ora sorrideresti ogni tanto, senza che ti venga in mente che il tuo cuore lo hai seppellito tanto tempo fa, in fondo al tuo petto.

Ora ti guardi e vedi un uomo maturo, bello, ammirato, ricercato, le vedi le donne che si girano al tuo passaggio, ma tu ormai non te ne curi più, pensi solo al tuo sole. Lo pensi anche quando sei con altre, anche quando impudenti labbra cercano un bacio dolce, di amante, ma non lo trovano.

 

Perchè tu pensi a lui.

 

Lo ricordi in ogni più semplice particolare, in ogni ora del giorno.

Fullmetal ti è entrato così dentro, così in profondità che ormai è un chiodo fisso.

 

Ci pensi?

 

Lui è al di là del portale, là, forse sorride, forse no, forse è assieme a qualcuno, forse è solo, forse sta fissando con la mente quello stesso portale che pensi tu, forse no, forse, forse, forse.

 

Navighi nell'incertezza.

 

Le tue mostrine, le tue medaglie, i tuoi gradi, brillano alla luce fioca della lampada, sembrano ghignare canzonatori. Sciocco, sciocco Mustang.

 

Le donne non ti mancano, fanno la fila per stare con te, ti sorridono, ti seducono con le loro labbra a cuore, i loro sorrisi maliziosi, le loro occhiate equivoche.

Ma tu no, tu sei in un altro pianeta.

Sorseggi il tuo bourbon chiedendoti in quale maledetto pianeta sei. In qualche dimensione della tua mente sei capitato per cadere così in basso.

Avresti voluto guardarlo con occhi diversi, quando ne avevi avuto l’occasione.

Non con gli occhi di un colonnello, di un suo superiore, ma con quelli di una persona normale, confusa forse, ma almeno sincera.

 

‘Sai, Fullmetal, a guardarti non sei totalmente da buttare’ avresti scherzato.

 

E lui, come un gattino furioso, avrebbe tirato fuori i suoi artigli e ti avrebbe soffiato contro.

Piccolo, piccolo alchimista.

Bello, bello Fullmetal.

 

Sai che se riuscissi a dimenticarlo tu potresti essere un uomo diverso, libero dai fantasmi del passato e dei ricordi, libero di vivere la tua movimentata vita da militare dell'esercito.

Potresti persino sposarti con una bella donna, magari bionda, un po' maschiaccio, che ti contesta sempre, che battibecca, che ti sorride con amore, che ti ami con tutta se stessa, che faccia l'amore con te la notte, che cucini per te al giorno.

Quasi la vedi, a camminare tra le bancarelle del mercato quotidiano di Amestris, a fare la spesa, magari con un bimbetto a trotterellare al suo fianco, con le guance paffute e i capelli neri, con un sorrisetto sghembo, con una pistola di legno in mano che mostra orgoglioso ai suoi amici della via.

 

'Mio padre è generale nell'esercito. E' un alchimista di stato' chissà come lo direbbe. Sarebbe fiero o meno del suo papà?

 

E la sera, dopo cena, non a raccontargli storie per addormentarlo, ma a strabiliarlo di fronte al camino, con i tuoi giochi di alchimia.

Ameresti forse quel suo sguardo rapito dai giochi di luce, la sua espressione sorpresa ed ammirata e tu lo guardi con il tuo unico occhio, con affetto.

 

Sogni di queste cose, sai che non si avvereranno mai.

 

Perchè non riesci a dimenticarlo.

Perchè qualsiasi donna tu incontri per te non è abbastanza all'altezza di sostituirlo, perchè lui è unico, perchè lui è il grande Fullmetal. E lui ti ha rubato una fetta così grande di te stesso che ormai è inutile continuare a vivere senza.

 

Perciò cominci a dire Farewell, farewell, mondo strano, avvolto nelle neve, scottante di caldo, bagnato di sangue e profumato di incenso per i caduti.

Dici farewell, non ci vedremo più domani mattina, quando il sole sorgerà ancora una volta da dietro le colline.

Vedrai abbastanza la luce del sole nascente da poter sorridere, pensando a lui.

 

E morirai, pensando a lui.

 

Come nella vita sei morto pian piano pensando a lui lontano, così nella morte il tuo ultimo pensiero correrà al suo viso incorniciato dai capelli biondi al vento.

 

 

Oh, riapri gli occhi su un giorno nuovo.

Il sole ti saluta nascondendo il suo bagliore.

 

Sei vivo.

 

La constatazione ti colpisce, ti stordisce, ti annienta.

Un altro giorno senza di lui.

 

E poi, lentamente, sollevi il fucile che avevi accanto.

 

Attorno a te hai il panorama che Fullmetal aveva avuto di fronte quando era bambino, da quelle parti, oltre quella collina, c’è casa sua e la casa dove poi aveva abitato con Pinako.

Lui non c’è, ma suo fratello ci abita anche adesso.

 

Lui non c’è.

 

Ecco il sole che spunta, un bagliore ti investe, è piccolo e sprigiona un lievissimo calore.

Vuoi aspettare, perché il calore deve essere maggiore, perché il sole deve sorgere ancora un po’, deve essere più luminoso. Non deve essere pallido, deve essere come il colore dei suoi capelli.

Per questo vuoi dire addio alla vita con il sole sul viso.

 

Per ricordarlo.

 

Sorridi.

Stai per lasciare il dolore. Stai per lasciare un miracolo per il quale molti combattono nei campi di battaglia, anche in questo preciso momento.

E tu neghi quel dono.

 

Fullmetal.

 

Solo lui hai in mente. Solo di lui hai coscienza.

Fullmetal che è assente, che aborriva la sola idea del suicidio, aveva imparato a combattere il dolore e a inglobarlo in una parte di sé, in modo da non mostrarla a nessuno, in modo che esternamente lui fosse Edward ‘Fullmetal’ Elric, il piccoletto, il forte, il coraggioso Alchimista d’Acciaio.

 

Ma soffriva anche lui, lo sai.

 

E di fronte a questa constatazione, tu stai dubitando.

Lui non si sarebbe mai tolto la vita, avrebbe continuato, imperterrito, a perseguire i suoi ideali, a seguire la vita, ovunque essa lo conducesse.

 

E tu?

 

Tu stai per abbassare il fucile, stai pensando di lasciarlo cadere a terra, stai pensando di andare verso la casa che Edward aveva abitato.

Lo fai?

 

No.

Ormai il sole sta lambendo le colline con il suo bagliore.

 

Non è il momento per i ripensamenti.

Il rumore di uno sparo rimbomba per la valle, qualche uccello si alza in volo e tu, tu sorridi finalmente verso il sole.

 

 

OWARI

 

READ? REWIEW!

E su, fate questo sforzo! >.< Sempre se ci siete…

 

Astaroth

  
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