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Autore: SynysterIsTheWay    28/02/2014    11 recensioni
Cosa farebbe una ragazza aristocratica in un covo di criminali?
"Spaventata, provo ad indietreggiare ma lui stesso, tenendo la sua mano calda sulla mia gamba, mi incita a guardarlo.
Per un attimo, ho pensato di esser in una sottospecie di Paradiso terrestre.
Le sue labbra piccole e sottili, quasi a forma di cuore, cominciano a torturare le mie facendomi sentire una stupida.
Perchè mi sento così impotente? Perchè non riesco ad allontanarlo?
Sentendo la sua lingua, giocare improvvisamente con la mia, provo a capire quali sono le sue intenzioni.
Lui si ferma, cacciandomi la lingua per mostrarmi una sottospecie di pillola bianca che sta per sciogliersi. Riprende a baciarmi e quella pillola
comincia ad entrare nella mia bocca.
Senza rendermene conto, finisco per ingoiarla.
Quando Gates smette di baciarmi, si allontana dalle mie labbra mostrandomi la lingua completamente vuota.
Ho appena ingoiato una pillola di cui non sò neanche l'esistenza!
-Buonanotte piccola.-
Guardo il volto soddisfatto del ragazzo con stranezza, inarcando un sopracciglio non capendo cosa stia accadendo.
Sto per ribattere ma non ci riesco vedendo improvvisamente il volto del ragazzo duplicarsi, per poi triplicarsi.
Chiudo gli occhi, annusando uno strano profumo di birra e sigarette..."
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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21° Sono così facile da dimenticare?





 
Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
(Anonimo)







-Io...-
Tutti i presenti continuano a fissarmi con il cuore in gola mentre io stessa continuo a guardarmi intorno.
Mia madre mi osserva come se volesse tirarmi i capelli da un momento all'altro e mio padre sta pregando con gli occhi chiusi e le mani conserte nella
speranza che tutto possa andare per il verso giusto.
Per non parlare poi dello sguardo speranzoso di Etan che mi fa cadere in un pozzo senza fondo.
Ma questa non è la loro vita. Questa è la mia...ed è solo mia la scelta di come andranno a finire le cose.
Con voce tremolante, sposto il mio sguardo contro quello di Etan ormai distrutto e cupo.
-Io...- Provo di nuovo a dire ma le parole mi muoiono ancora una volta in gola.
Il prete mi guarda con rimprovero e gli altri presenti continuano a sparlare tra di loro. Mi trovo in difficoltà, vedendo Etan
cambiare totalmente espressione.
Ma adesso basta. E' giunto il momento di far ciò che reputo giusto per me stessa ed anche per mio padre che nonostante tutto, ha provato
ad aiutarmi.
-Io...non lo voglio.- Sussurro quasi, vedendo poi gli invitati sbarrare gli occhi.
Mia madre si alza improvvisamente dalla panca su cui era seduta ed il suo volto è totalmente indecifrabile. Un misto tra la rabbia
e la delusione.
In realtà, quella delusa qui dovrei essere io.
-Ma che cosa stai facendo! Qui, in una Chiesa! Dinanzi a tutti questi invitati!- Mi urla contro il signor Lowell, il padre di Etan, alzandosi anche lui dalla panca
con aria di sfida e con gli occhi iniettati di sangue.
-In realtà Signor Lowell, per il suo bene, dovrebbe imparare a chiudere quella bocca che si ritrova.-
Tutti ricominciano a sussultare ma io non mi faccio scrupoli tentando di intraprendere la strada giusta. 
-Tu, piccola impertinente!- Mi urla contro la signora Lowell questa volta,mentre Etan non riesce neanche a formulare una frase di senso compiuto.
-No signora Lowell...è giusto che lei sappia che cosa vi ha nascosto suo marito in tutti questi anni...-
La signora Lowell sposta lo sguardo contro il suo coniuge mentre io osservo mia madre cominciare a darsela a gambe.
Ordino velocemente alle guardie di fermarla e lei, ormai in trappola, ritorna dinanzi ai miei occhi.
-E' giusto che tutti i presenti sappiano che lo scandalo oggi...non l'ho creato io...bensì mia madre e quest'uomo.- Indico con prepotenza
mia madre ed il signor Lowell per poi vedere mio padre cominciare a tremare.
-Linda...portami le foto.- Ordino poi a Linda vedendola correre verso di me e porgermi le foto con un pò di indecisione.
La rassicuro con lo sguardo per poi mostrare le foto alla signora Lowell e a mio padre.
-Era un piano perfetto, vero mammina? Far sposare tua figlia con un nobile che non è per nulla un nobile qualsiasi ma bensì il figlio
del tuo amante segreto.-
Lo sguardo del mio papà...dice tutto.
-Era l'unico modo che aveva per poter frequentare il signor Lowell... riuscendo a convincere mio padre con i suoi subdoli giochetti.-
-E' assurdo!- Urla il signor Lowell anch'egli in trappola.
-Lei dice? No perchè...sarebbe stata una grande idea coinvolgere le due famiglie con il mio matrimonio per poter guadagnare delle somme di denaro
molto più convenienti ed avere il massimo controllo su tutto.-

-Tu...lurida sguattera, sei licenziata!- Urla mia madre, riferendosi a Linda ma mio padre, si avvicina alla domestica,proteggendola.
-No, Linda resta. Qui, l'unica che deve fare le valigie sei proprio tu.- 
-No...tesoro, non credere a tutto questo io...-
-Lascia perdere. Mi è bastato vedere le foto per capire tutto. Fuori da qui prima che non chiami la polizia. Hai pochi minuti di tempo
per poter lasciare la città...ed ovviamente, sarai accompagnata dalle guardie che ti sorveglieranno e mi assicureranno che non cercherai più di fare
la furba.-

-Fran! Io sono tua madre!-
-No...tu non sei mai stata mia madre.- Ribatto sentendomi così fiera di mio padre che ha finalmente preso la decisione giusta.
La signora Lowell ed Etan aprono una grande discussione con il signor Lowell e da quel che ho capito...l'uomo è costretto a qualche annetto
di carcere per aver creato degli imbrogli da un punto di vista amministrativo.
Tutti gli invitati salutano me e mio padre per poi andar via senza dire neanche una parola. Se mia madre non voleva far scandalo...beh, adesso c'è proprio riuscita.
-Tesoro mio...- Mio padre mi stringe a sè, rendendosi conto di quanto le mie parole siano state decisive.
-Papà...non è colpa tua.- 
-Avrei dovuto capirlo...-
-Eri accecato dall'amore papà...chi più di me, può capirti?-
-Hai ragione...-
-Ma adesso...che cosa farai papà?-
-Cosa faremo vorresti dire.-
-Non capisco...-
-Capirai presto. Adesso vieni...dobbiamo andare in un posto.-
-Ma...-
-Niente ma. Andiamo prima che sia troppo tardi.-
Annuisco, seguendo mio padre nella sua stessa auto.
Egli sussurra un qualcosa che non riesco a capire all'autista e poi mi rivolge un sorriso. 
Malgrado il suo sorriso sia così tremendamente pieno...glielo si legge negli occhi che preferirebbe solo sprofondare.
































Arrivati dinanzi ad un enorme edificio, mio padre dice all'autista di parcheggiare.
Dopo aver parcheggiato nel retro dell'edificio, provo ad aprire lo sportello dell'auto ma mio padre non me lo permette.
-No...aspetta.- Mi sussurra tenendomi un braccio.
-Dove siamo papà?- Gli domando non riuscendo a capire cosa abbia in mente.
Mio padre sospira, per poi prendere un sigaro ed accenderlo dinanzi ai miei occhi ormai in fiamme.
-Sò già che me ne pentirò ma...io voglio che tu sia felice tesoro.-
-Papà...spiegati.-
-Mi parli ancora di quel ragazzo?-
-Oh...ti riferisci a Brian?-
-Si.-
-Cosa vuoi sapere?-
-Perchè ce l'hai tanto a cuore. E' un assassino ed uno sporco criminale che ti farà solo del male.-
-Tu non capisci papà...in realtà, lui non mi ha mai fatta del male. Potrà sembrare strano ma ho imparato a capire cosa si nasconde 
davvero dietro a quel suo volto da "ragazzo di strada". Sarà la sua vita tormentata forse...il fatto che sembrava essere così incapace
di amare. Devi sapere che lui...ha avuto una vita difficile sin da piccolo e sua madre è morta assassinata
da un uomo terribilmente geloso di lei. Lui era piccolo quando è successo e vedere sua madre morire dinanzi ai suoi stessi occhi
deve aver risvegliato una sete di vendetta in lui che non gli invidio. Lui...mi ha anche detto che è nato da uno stupro e che quell'uomo
spregevole lo aveva rinchiuso in un orfanotrofio. Fu lì che...-

-Va bene. Basta così.-
I miei occhi lucidi, raccontano ogni cosa. Tutto quello che ho provato sin dall'inizio e che ho portato con me fino ad oggi.
-Lui non è il cattivo papà...è stato solo succube di un'infanzia terribile che lo ha portato ad odiare il mondo ed ogni tipo di affetto.
Come lui...anche tutti gli altri.-

-E tu...sei sicura di essertene innamorata?-
-Papà...io sò solo che se mi avesse abbandonata...sarei caduta. Mi sarei frantumata capisci?-
-Bene...-
-Sai...ho imparato una cosa proprio grazie a lui.-
-Che cosa?-
-Che anche i mostri, si innamorano.-
Mio padre sospira ancora una volta, vedendomi ormai in lacrime.
-Allora credo che siamo nel posto giusto.- Sussurra infine l'uomo accanto a me, aprendo poi lo sportello dell'auto, intimandomi di seguirlo.
Con curiosità,mi faccio coraggio e scendo dall'auto seguendo mio padre che mi ha appena portato dinanzi al carcere di Huntington Beach.




























Io e mio padre entriamo nel carcere per poi esser visti da un poliziotto che si avvicina a noi con un mazzo
di chiavi in ferro tra le mani.
-Mi scusi, mi sa dire dove posso trovare la cella di...Synyster Gates?- Domando con educazione all'uomo che a momenti
potrebbe scoppiare a ridermi in faccia.
Okay...forse avrei dovuto cambiarmi dato che sono ancora in abito da sposa.
-Non si accettano visite a quest'ora signorina, riprovi domani.- 
-La prego, è un'urgenza...mi faccia parlare con lui anche solo per un misero minuto.-
-Non ha sentito forse!? Le ho detto che non può! Adesso torni a casa e lasci in pace questi poveri disgraziati.-
-Crede che possa arrendermi? Beh, sono spiacente ma riuscirò ad ottenere ciò che voglio...anche a costo di dormire qui per
tutta la notte!-

-Bene, ma le consiglio di prendersi un cuscino abbastanza comodo...qui non ne abbiamo.-
Mio padre prova a tranquillizzarmi ma non posso lasciare che l'uomo se ne vada in questo modo.
-Aspetti!- Urlo all'uomo, vedendolo poi fermarsi senza fare un passo in più... in avanti.
-Che cosa vuole ancora?-
-Lei...è mai stato innamorato?-
-Ma che razza di domande sono queste?-
-E' sposato e ha dei figli...non è vero?-
-Si.-
-Bene...allora, che cosa farebbe se venisse allontanato da un giorno all'altro da sua moglie? La lascerebbe andare? Si arrenderebbe?-
-Direi di no.-
-Allora mi porti da Gates...non immagina neanche quanto io stia soffrendo in questo momento senza la persona che amo.-

Il poliziotto mi osserva, sospirando con sonorità.
-Le porgo ancora la stessa domanda...ma questa volta, la prego di rispondermi.Lei è mai stato innamorato?-
-Si.-

-Ora capisce come mi sento?-
-Dannazione. Avanti, seguitemi.- Si arrende finalmente il poliziotto, facendo strada sia a me che a mio padre.
Sento alcune lacrime rigarmi il viso ma cerco di esser forte. In cuor mio...sò che non avrò mai il coraggio di dire a Brian quanto
ho pianto in quest'ultimo periodo.
Avanzando attraverso il lungo corridoio, osservo tutti gli uomini nelle celle che riescono ad intimorirmi. 
No...i Sevenfold non possono esser considerati come dei sudici stupratori o quant'altro!
-Hey Gates, hai visite. Guarda un pò che bella fanciulla è venuta a farti visita...- Annuncia l'uomo, sbattendo più volte il suo bastone contro le sbarre in ferro
della cella dei Sevenfold.
Avvicinandomi alla cella, riesco a scorgere la figura di Brian e degli altri. All'improvviso però, tutti loro si voltano verso di me e quel briciolo
di speranza nel mio cuore sta cominciando a prender vita.
Brian si volta, mostrando il volto stanco ed affaticato ma pur sempre pieno d'odio. Nessun sorriso sul suo volto...brutto segno.
-Non ho voglia di ricevere visite.- Borbotta Brian, dandomi le spalle, fumando la sua sigaretta.
Ed ecco che comincio a farmi a pezzi dentro dopo aver sentito quelle parole così laceranti e taglienti.
Cadere da un burrone...avrebbe fatto meno male.
-Brian io...-
-Hai sentito Lucke? Portala via.- Continua Brian, rivolgendosi ancora al poliziotto.
-Jimmy...- Porto il mio sguardo contro quello di Jimmy ma lui abbassa il volto facendomi sentire una nullità.
-Matt...- Questa volta, decido di rivolgermi a Matt ma lui sposta il suo sguardo al di fuori della finestra...
-J...Johnny?- Provo ancora, ma Johnny, sdraiato sul letto...si volta dalla parte opposta.
-Vee...?- E per finire...provo con Zacky che mi guarda con rabbia. 
Nessuno di loro vuole più avere a che fare con me...mi stanno...annullando.
-Signorina, io credo sia meglio andare...ci riproverà domani.- Mi suggerisce il poliziotto ma io non mi arrendo.
-No!- Urlo attaccando le mie mani contro le sbarre della prigione.
-Frances...- Mi sussurra mio padre ma io non gli dò ascolto annegando nel mio dolore.
-Brian! Brian cazzo, voltati!- Urlo ormai in preda allo sconforto, vedendo poi mio padre sbarrare gli occhi.
-Smettila di scappare da me! Ormai lo sappiamo tutti! Tutti sappiamo che in fondo...anche i mostri possono avere un cuore.- Urlo nella speranza
di poter ricevere qualche attenzione dal ragazzo ma nulla...lui mi dà le spalle continuando a fumare con indifferenza.
In realtà...mi sento un pò in imbarazzo a parlare in questo modo dinanzi a tutti questi prigionieri che neanche conosco.
Ma per l'amore di chi amo...farei di tutto. Devo solo tener duro...no?
-Ma tu non sei un mostro...tu sei tutto quello di cui ho sempre avuto bisogno Brian. Non lasciarmi da sola, ti prego.-
Sussurro l'ultima parola, deglutendo nella speranza di non scoppiare in lacrime dinanzi a lui. Mi prenderebbe per patetica...e non avrebbe
neanche tutti i torti.
-Va via Frances.-
-Brian tu...devi ascoltare quello che ho da dirti perchè è molto importante...-
-Ma io non voglio ascoltarti.-
-Ed invece lo farai.-
-Cosa cazzo devi dirmi? Che ti sei sposata e che vivrai un vita da regina con il tuo nuovo principino!? O vogliamo parlare del tuo piano...-
-Non ho mai escogitato alcun piano contro di voi! Io pensavo che tu fossi morto e ho chiesto a mio padre di portarmi da voi per l'ultima
volta...avrei voluto dire tante cose a Jimmy e agli altri e conoscere i dettagli sulla tua morte. Avrei voluto stare accanto a Nish e a Violet...
avrei voluto fare tutto questo almeno per un'ultima volta. Ma quando mi sono ritrovata dinanzi alla tua villa...non ho resistito alla tentazione e sono entrata
nella speranza di poter ricordare tutti i momenti passati con te!-

Per favore lacrime...non traditemi proprio adesso...
-Poi...quando ti ho visto dinanzi alla porta della camera mi sono sentita mancare qualcosa...pensavo che tu fossi morto ed io...non sarei più potuta
vivere senza di te! Quando ti ho visto ho pregato tutti gli angeli esistenti nei Cieli...pregavo di non dover rinchiudermi ancora nel mio dolore
ed in me stessa perchè è tutto quello che ho fatto da quando ho saputo della tua morte.Ed invece...tu eri lì...non eri morto come credevo e...abbiamo fatto l'amore.-

Brian si volta di scatto, facendomi vibrare il cuore. Finalmente ho il piacere di rivivere i suoi occhi per ciò che sono realmente.
-Perchè noi abbiamo fatto l'amore Brian...dillo che...non è stato tutto un gioco ma sempre e solo amore!- 
Lacrime. Lacrime salate ormai cadute...
L'indifferenza di questo ragazzo non fa altro che uccidermi.
-Sò che adesso sei ferito...ma credimi che stai ancora vivendo dentro di me. Quando mia madre mi ha costretta a sposare
Etan...il mio pensiero era rivolto a te. Speravo che saresti venuto a prendermi, che mi avresti costretta di nuovo a restarti accanto ma sappi
che questa volta, mi sarei arresa sin dal principio. Adesso voglio stare con te...voglio morire tra le tue braccia se necessario ma ti prego,
non lasciarmi così.-

-Io non posso lasciarti. Noi due non siamo mai stati insieme.-
-Non è vero! Perchè continui a camuffarti!? Entrambi sappiamo che quello che abbiamo vissuto è stato...amore.-
Brian mi ride in faccia, mentre gli altri cominciano ad abbassare la testa, sembrando dispiaciuti.
-Amore? Tu credevi davvero che quello fosse amore? Ma andiamo dolcezza, sei caduta davvero così in basso?-
Sbarro gli occhi, respirando quasi a fatica. Questo...non è l'uomo che ho conosciuto io. 
Brian lancia via la sigaretta, calpestandola con durezza, avvicinandosi alle sbarre della cella,per potermi guardare negli occhi.
-Non arrabbiarti con me quando ti sentirai vuota tesoro...è solo ciò che meriti.-
Faccio fatica a restare in piedi, sentendomi così devastata e poco combattiva.
Perchè non capisce? Perchè è così difficile per lui amarmi?
Eppure, i battiti del mio cuore, gli appartengono ancora. Per quanto possa farmi del male...non posso far altro che amarlo ancor di più.
-Brian...io sò che tu non sei un mostro...sò che non sei la persona che vuoi far credere di essere.-
-Io sono questo. Uccido, rubo, faccio del male alle persone, scopo,mi ubriaco, gioco, fumo e mi diverto. Quello che tu chiami amore, per me è solo una perdita di tempo.
Adesso puoi anche andartene...io non ho più niente da dirti.-

-No!- Urlo ancora, vedendo poi mio padre trattenermi mentre provo ad aggrapparmi di nuovo alle sbarre della cella.
Vedo Brian voltarsi per un'ultima volta mentre mi sento trascinare via da alcuni agenti di polizia.
Continuo ad urlare il suo nome, ma lui non mi degna neanche di uno sguardo ormai, facendomi sentire come un'estranea.
-Brian!- Un mio ultimo grido al cielo mentre gli agenti mi portano fuori dall'edificio.
-Mi dispiace signorina...- 
E' questo tutto quello che l'agente di polizia riesce a dirmi? 
Mio padre ringrazia l'agente mentre io stessa entro in macchina, rinchiudendomi in me stessa. Esattamente ciò che non avevo intenzione
di fare.
E' finita. E' tutto finito ormai...
Sussulto, vedendo mio padre aprire lo sportello dell'auto ed entrarvi dentro, osservando il mio volto colmo di delusione.
-Forse...non è stata una buon'idea portarti qui...-
-Ma io sono forte papà...io...posso farcela a superare tutto questo.- Dico auto-convincendo me stessa.
-Sei forte eh?-
-Si. Più di quanto tu creda.-
Peccato che queste stupide lacrime che stanno appena fuoriuscendo dai miei occhi, raccontino il contrario.
Il volto di mio padre invece è quasi indecrifrabile per me...non riesco a capire cosa stia pensando in questo preciso istante.
-Scusami papà.-
-Perchè ti stai scusando con me adesso...tesoro?-
-Perchè sono un tale fallimento ed un'incapace. Ho sbagliato tutto...tutto.-
-Io non potevo desiderare figlia migliore Frances.-
Mi sussurra l'uomo, stringendomi a sè e facendomi sentire al sicuro.
Ma adesso devo farmi forza...e devo farlo per lui.
-Logan, riportaci a casa.- Ordina mio padre all'autista mentre continua a consolarmi.
-No...papà...io...devo andare all'ospedale!-
-Cos'hai, non ti senti bene?-
-Sto bene...devo solo far visita ad alcune amiche.-
Mio padre annuisce alle mie parole, ordinando all'autista di raggiungere l'ospedale.



























Arrivati a destinazione, scendo velocemente dall'auto, voltandomi poi verso mio padre.
-Non vieni papà?-
-No tesoro...ho alcuni affari da sbrigare...tra un pò, verrà a parenderti Max.-
-D'accordo papà...-
-Hey...?-
-Si?-
-Sii forte.-
Sorrido al mio papà, annuendo e correndo verso l'entrata dell'edificio in bianco.
Entrata nell'ospedale, mi avvicino ad una dottoressa che ha appena finito di parlare al telefono.
-Mi scusi...-
-Si, mi dica?-
-Vorrei vedere la signorina Violet ehm...-
-Cognome?-
Ora che ci penso...io non conosco neanche il suo cognome...
-Ehm...io...-
-Le facilito la situazione...è una diciottenne dai capelli viola e gli occhi verdi? E' l'unica paziente che si chiama "Violet"-
-Si! Esatto!-
-Lei è un parente?-
-No...io...sono solo una sua amica.-
-E' già tanto, mi creda.Povera ragazza, nessuno è mai venuto a trovarla apparte cinque ragazzi ed una ragazza dai capelli biondi.-
-Allora...posso vederla?-
-E' fortunata...le visite sono aperte già da quest'ora.-
-Davvero?-
-Si...prego, mi segua.-
Seguo la dottoressa percorrendo un lungo corridoio per poi giungere dinanzi ad una camera.
Quest'ospedale è a dir poco terrificante. Pareti bianche di vecchio stampo, porte in legno poco resistenti ed il corridoio in cui mi trovo
è letteralmente deserto.
-Conosce già le condizioni della paziente?- Mi domanda ancora la dottoressa dal camice bianco, affacciandosi ad una piccola finestra 
adiacente alla camera di Violet.
-Sò ben poco...- Ammetto, cominciando a tremare per la preoccupazione.
-E' stata sparata alla schiena...nulla di grave inizialmente ma alla fine, la ragazza è entrata in coma.-
-In coma...!?-
-Già...-
-Posso...entrare?- 
-Certo...con lei, c'è già una sua amica che viene a trovarla ogni giorno nella speranza che la ragazza stessa possa risvegliarsi.-

Mi si accende una piccola speranza, capendo che accanto a Violet c'è sicuramente Nish. 
-Prego, entri pure...io devo occuparmi di alcuni pazienti.-
Annuisco alle parole della dottoressa, provando ad aprire la porta in legno ma non ci riesco.
Vedere Violet sarà un vero e proprio schock per me...ma in qualche modo, sò di poter affrontare anche questa situazione.
Con decisione, apro la porta della camera, osservando Violet distesa su questo letto bianco.
Il mio cuore comincia a battere più forte, nel vedere la mia amica ridotta in questo stato.
Mi porto velocemente una mano dinanzi alla bocca, cercando di non scoppiare in lacrime, vedendo poi Nishelle tenerle la mano ricoperta
da alcuni cerotti.
Nish...dev'essersi addormentata...
Cercando la mia forza interiore, provo ad avvicinarmi a Nishelle e a scuoterle una spalla. 
-Zacky...- Sussurra Nish, ancora dormiente.
Provo di nuovo a scuoterle la spalla, vedendola finalmente aprire gli occhi per metà ed alzare la testa.
-Fran...sei...tu.- Sussurra Nishelle, alzandosi di scatto dalla sedia su cui era seduta fino a poco fa per poi travolgermi.
Ricambio l'abbraccio della ragazza, stringendola ancor di più a me e sentendo i suoi singhiozzi fare da sfondo alla situazione a dir poco
frustrante.
-Nish...io...mi dispiace.- 
-Non avresti mai fatto del male a nessuno...lo sò Fran.-
Io e Nish ci stringiamo sempre di più, come se volessimo uccidere i nostri stessi respiri.
Mi sento sollevata capendo che lei è dalla mia parte.
-Nish...io non avrei mai potuto...-
-Shh rilassati tesoro...ti ho già detto che lo sò...non saresti mai stata capace di fare qualcosa del genere.-
Entrambe, cominciamo a piangere, sentendoci così terribilmente fragili quanto deboli.
-Tu...come stai?- Le domando, sciogliendo l'abbraccio ed osservando il suo volto a dir poco esausto. Deve aver pianto tanto anche lei...
-Ho perso le due persone più importanti della mia vita...e adesso, perderò anche Violet...non può andare peggio.-
-No! Violet ce la farà! Io...ne sono sicura!-
-Vuoi che ti racconti com'è successo?-
-D'accordo...-
-Ma prima...spiegami cosa cazzo ci fai qui vestita in questo modo!-
-Io penso che tu già lo sappia...-
-Non puoi averlo sposato! No! Fran, tu ami Brian, lui ama te...sarebbe una follia!-
-Calmati Nish...non mi sono  sposata.-
-Menomale! Ho temuto il peggio! Ma allora...perchè indossi questo stupido abito nuziale?-
-Ho anche io delle cose da raccontarti...ma possiamo confrontarci dopo. Adesso, voglio stare un pò accanto a Violet.-
-Giusto...-
Facendomi ancora forza, mi avvicino a Violet, stringendole la mano.
-Te lo riporterò indietro...Jimmy sarà di nuovo qui con te...te lo prometto.- Sussurro tra i singhiozzi, stringendo ancora la mano della ragazza
attaccata alle flebo.
-Ed io...ti sarò accanto fin quanto basterà.- Concludo, voltandomi verso Nish che è appena uscita fuori dalla camera, piangendo.
Io invece...questa volta, non piangerò. Adesso è arrivato il momento di dar forza a chi non riesce più ad esser forte da solo.
Sospirando con debolezza, mi siedo accanto a Violet, cominciando a raccontarle una storia...
La storia di un mostro, divorato dall'odio e di una ragazza, andata a male come i suoi falsi sorrisi.




















Dopo aver passato la notte in compagnia di Violet e Nish, torno a casa per poter fare una doccia veloce
e buttare via l'abito nuziale.
Uscita dalla doccia, ricomincio a pensare a ciò che mi ha detto Nish stasera...a quello che è accaduto nell'ultimo periodo
e al modo in cui i "Waw" Erano quasi riusciti ad uccidere Brian. Nish dice che i dottori sono riusciti a salvarlo appena in tempo e che lui
ha una gran forza di volontà. 
Avrei dovuto capirlo...dannato lui e la sua sete di vendetta.
Tuttavia, adesso sò che cosa devo fare. 
Devo dimenticare e per esser sicura di non ritornare mai più nel mio dolore e nei miei ormai vecchi passi...non mi resta che 
mollare tutto.
Mi rivesto con velocità, spazzolando poi i miei capelli e scendendo giù in salotto dove osservo mio padre piangere con disperazione.
Il suo però...è un pianto silenzioso. Un pianto che non avrà mai intenzione di mostrarmi. 
Per tutto questo tempo, non ha fatto altro che darmi la sua forza...ma adesso, è esausto. 
Provo ad avvicinarmi a lui, vedendolo nascondere un'ultima lacrima pendente dalle sue labbra.
-Papà...-
-Oh...Fran...dovresti essere già a letto...-
-Non ci ho neanche provato.-
-A fare cosa?-
-A dormire.-
-Coraggio, siediti.- 
Come detto da mio padre, mi siedo accanto a lui.
-Cosa c'è che non va tesoro?-
-E' ciò che stavo per chiederti io papà.-
-Io sto bene cara...è solo che sto lasciando bruciare delle cose nella mia mente.-
-Che cosa?-
-I ricordi.-
-Non sapevo che potessero esser bruciati...-
-Solo se lo vuoi.-
-E tu lo vuoi davvero papà?-
Mio padre mi guarda, sorridendomi per metà. Mi fa una pena vederlo ridotto in questo stato.
-Tu invece, cosa vuoi tesoro?-
-Non soffrire più e mangiare quantità industriali di gelato al cioccolato fino a scoppiare!-
-Come dimenticare...il tuo preferito...eppure, non lo mangi da un bel pò di tempo.-
-Da quando mi ero messa in testa che le nobili devono avere un fisico perfetto...che stupida che sono stata.-
Io ed il mio papà cominciamo a ridere, sentendoci finalmente l'uno parte dell'altro.
E' ciò di cui ho sempre avuto bisogno...
-Ho sbagliato molto cose con te tesoro...ti ho lasciata sola quando avevi bisgno di me e non ho fatto altro che renderti
la vita impossibile.-

-Non è stata colpa tua papà...e questo, lo sappiamo entrambi. Adesso dimentichiamo tutto e andiamo avanti.-
-Come pensi di andare avanti?-
-Credo che alcuni giorni a Las Vegas potrebbero aiutarmi.-
-Las Vegas!?-
-Si...è da un bel pò che non vado a trovare zia Mary e pochi giorni fa mi aveva scritto un'e-mail. Mi aveva chiesto di farle un pò
di compagnia lì e passare qualche giornata piacevole insieme a lei e a Nina.-
-Credi davvero che questo possa aiutarti a...-
-Papà. E' quello che voglio, okay? Lì nessuno potrà trovarmi...-
-Se è ciò che desideri...-
-Si. Voglio dimenticare e...farmi dimenticare.-
-Per dimenticare a volte, non ci vuole neanche una vita intera.-
-Mi farò aiutare dalla mia forza di volontà allora. Quella che ha aiutato Brian a non morire.-
-Ma tu non vuoi dimenticare.-
-Perchè mi dici queste cose...?-
-Perchè te lo si legge negli occhi bambina mia.-
-Credo che un bel gelato al cioccolato adesso sia la cosa migliore da mangiare, non lo pensi anche tu papà?-
-Sei brava a cambiare discorso ma...accetto volentieri la tua proposta.-































NOTE DELL'AUTRICE.


Ebbene si lettori. Questo è il penultimo capitolo della ff.
Sò che molti di voi sentiranno la mancanza di questa storia ma ahimè...è giunta una fine anche per essa.
Il prossimo capitolo...sarà quello finale. Per molto tempo, non avete fatto altro che sbizzarrirvi...alcuni di voi
sperano in un finale felice ed altri in un finale almeno "decente". Io posso dirvi che non vi anticiperò niente perchè sarà
una situazione tutta da scoprire...e vi preannuncio che l'ultimo capitolo sarà estremamente lungo.
Quindi, se volete leggerlo, vi consiglio di ordinare bene la mente perchè io sono quasi andata fuori di testa per scriverlo.
Quando ho deciso di scrivere questa ff...già sapevo come si sarebbe conclusa. Sono una persona che non si fa mai influenzare da ciò
che vogliono gli altri ma come è giusto che sia...amo pensare con la mia stessa mente. Quindi...spero che il finale vi possa piacere
e vi chiedo di capire anche tutto ciò che ho voluto darvi. Stiamo parlando di emozioni miei cari lettori...quindi, spero che tutti voi
riusciate a comprendere il tutto!
Per il resto, scrivetemi nelle vostre recensioni che cosa vi aspetterete nell'ultimo capitolo. Sono proprio curiosa di sapere
cosa pensate. Grazie come sempre per la vostra attenzione e...all'ultimo capitolo!

P.S Ovviamente, i ringraziamenti finali...saranno d'obbligo!
Ah...ovviamente, fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto!





-SynysterIsTheWay.
   
 
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