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Autore: hart_kinsella    28/02/2014    3 recensioni
Sequel di "Stay" | Sono trascorsi cinque anni da quella notte a New York e Zoe fa ritorno a Bluebell: quale impatto avrà il suo ritorno sugli abitanti della città e soprattutto sull'affascinante proprietario del Rammer Jammer?
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Wade Kinsella, Zoe Hart
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! :)
Non credevo ce l'avrei mai fatta, ma ecco finalmente il sequel della mia fan fiction "Stay" (che, vi ricordo, trovate nella sezione di Hart of Dixie)!
Spero di non deludere chi ha letto la mia storia precedente: è da tempo che non mi limito ad una one shot, quindi non vi do garanzie! :P
Dovrei aggiornare una volta a settimana, ma tutto dipende dalla mia ispirazione: ho già in mente la storia a grandi linee, ma per il resto procederò di volta in volta.
Vi lascio il link ai credits della mia storia (da me creati qualche mese fa, perché già mi ronzava in testa): http://www.youtube.com/watch?v=IKiVjYP929g&feature=c4-overview&list=UUKuwSAaPXl-hBo_p0cvlTPw
Ok, la smetto di blaterare e vi lascio con il primo capitolo. :)
Buona lettura e, se vi va, lasciatemi una recensione: anche le critiche sono ben accette! ;)

 

“Si avvisano i signori passeggeri che tra circa trenta minuti atterreremo all'Aeroporto Regionale di Mobile”

Zoe sospirò alle parole del pilota e si rese finalmente conto che tutto quanto stava diventando realtà. Il suo sguardo si posò sul bambino di quattro anni che dormiva pacifico nel sedile accanto al suo e non poté fare a meno di sorridere, mentre una mano accarezzava distrattamente i biondi capelli di Logan. Suo figlio.

 

Circa un'ora più tardi, Lavon Hayes scrutava la folla di passeggeri che usciva dal gate 3, alla ricerca della sua migliore amica. Non ci volle molto prima che Zoe arrivasse, camminando spedita (per quanto le numerose valigie al suo seguito le permettevano) con una mano stretta saldamente a quella di suo figlio, che arrancava poco più dietro e si guardava intorno incuriosito da tutta quella confusione.

Il viso del sindaco di Bluebell si illuminò nel suo caratteristico sorriso non appena la vide.

“Zoe!” Alzò una mano per segnalarle la sua presenza, prima di avvicinarsi a lei per aiutarla con i bagagli.

“Lavon! Non sai quanto sono felice di vederti!!” Finalmente un sorriso vero e sincero si dipinse sul suo volto stanco, mentre mollò all'amico alcune valigie.

“Spero non solo perché Lavon Hayes sarà il tuo facchino!” La dottoressa ghignò.

“Mi hai scoperta!” Si misero entrambi a ridere, prima che Lavon la prendesse tra le braccia per uno stritolante abbraccio di bentornato.

“Mi sei mancata così tanto!”

“Anche tu! A New York stavo diventando pazza senza il mio migliore amico!”

Quando si staccarono, l'uomo notò Logan e si accovacciò per essere alla sua altezza, accogliendolo con un sorriso.

“Ma guarda chi c'è! Tu devi essere Logan: quasi non ti riconoscevo da quanto sei cresciuto!”

Il bambino, per tutta risposta, si attaccò alla gamba della madre, imbarazzato e un po' impaurito dalla vista di Lavon, sotto lo sguardo divertito di Zoe.

“Tesoro, non fare il maleducato: saluta lo zio Lavon, su! Lo sai che ha un alligatore per animale domestico?” Sul visetto furbo di Logan si fece strada un'espressione di autentico stupore e un sorriso eccitato alla sola idea dell'alligatore.

“Davvero?!” Il sindaco annuì.

“Certo! Si chiama Burt Reynolds e non vede l'ora di conoscerti!”

“Beh, magari non da distanza ravvicinata, Lavon, eh?” Si raccomandò Zoe, mentre Logan abbandonò il nascondiglio dietro la sua gamba.

Lavon rise, appropriandosi dei bagagli dell'amica.

“Forza, andiamo a casa! Pronta?” Il volto di Zoe si rabbuiò al pensiero di rivedere tutta la cittadinanza di Bluebell e soprattutto al ricordo del motivo per cui era lì.

“Non ne sono ancora così sicura” Sospirò, abbandonandosi all'abbraccio dell'amico, mentre si avviava fuori dall'aeroporto con lui e Logan.

 

“ZOE!!!!” La dottoressa non fece quasi in tempo a scendere dal navigatore di Lavon, che Annabeth le corse incontro a braccia spalancate.

“A.B., ciao!” Si abbandonò all'abbraccio dell'amica, chiudendo gli occhi.

“Sono così felice che tu sia qui! Abbiamo un sacco di serate tra ragazze da recuperare!”

“E lo faremo, promesso!” Le due si sorrisero, mentre, davanti al bagagliaio dell'auto aperto, il sindaco arrancava sotto il peso delle valigie di Zoe e di suo figlio.

“Signore, non vorrei disturbarvi, ma gradirei un po' di aiuto qui dietro” Zoe e Annabeth risero di fronte all'immagine di quell'uomo così grande e grosso sconfitto da un set di valigie e corsero a dargli una mano.

“Ecco, lascia fare a me, Lavon: sei stato gentilissimo!”

“È il minimo che potessi fare per te, Zoe: questa è anche casa tua, lo sai” Gli occhi della donna cominciarono a riempirsi di lacrime a quelle parole.

“Vieni, tesoro: ho preparato per te e Logan la stanza degli ospiti al pianterreno. Purtroppo la rimessa non è agibile”

“Non preoccuparti, Annabeth, va benissimo così! Anzi, scusate il poco preavviso, ma...avevo davvero bisogno di lasciare New York per un po' e non sapevo dove altro andare”

“Non dirlo neanche per scherzo, Zoe! Sei sempre la benvenuta qui” Annabeth le circondò le spalle con un braccio, quando Lavon rispuntò dall'auto con Logan sulle spalle.

“Hey, ci stavamo dimenticando del giovanotto!” Il bambino rideva, mentre Lavon lo faceva saltellare sulle sue spalle e a Zoe si riempì il cuore di tenerezza a vedere suo figlio così felice.

“Dov'è Burt Reynolds???” Esclamò, con un sorriso a trentadue denti.

“Oddio Lavon, gli hai già raccontato di lui?!” Zoe rise, notando la disapprovazione di Annabeth nei confronti del marito e dei suoi metodi educativi.

“Avete visto con chi ho a che fare tutti i giorni?!” Disse Lavon, fingendosi spazientito, ma facendo un occhiolino all'indirizzo della moglie.

“Oh, smettetela voi due, o penserò che anche la coppia più meravigliosa che esista non può funzionare per sempre!” Annabeth notò il velo di tristezza negli occhi dell'amica.

“Va tutto bene?” L'altra annuì, mentre avvertiva un nodo chiuderle la gola. “Ne parliamo dentro, magari davanti ad un buon bicchiere di vino?”

“Mi hai letto nel pensiero, A.B.!”

E così i quattro si diressero verso l'ingresso dell'enorme residenza di Lavon, e Zoe, osservando l'imponente edificio, si sentì in pace con il mondo dopo molto tempo dall'ultima volta.

 

Dopo che Zoe e Logan si furono sistemati nella stanza degli ospiti del sindaco e si furono dati una rinfrescata, la dottoressa raggiunse Lavon nella sua grande cucina e sorrise, scorgendo l'amico che versava dello Chardonnay in un bicchiere.

“Ricordi ancora le mie abitudini” Lavon ghignò.

“Ho una riserva speciale di Chardonnay solo per te, ma acqua in bocca con Annabeth!” Zoe sorrise, sedendosi su uno degli sgabelli intorno all'isola della cucina.

“A proposito, dov'è finita la tua dolce metà?”

“Ha portato Logan a fare un tour della piantagione” L'uomo le porse l'agognato bicchiere di vino “Ha pensato che avessimo bisogno di un momento tra migliori amici”

E, osservando l'amica scolarsi il vino tutto d'un fiato, intuì che sua moglie non aveva torto.

“Hai mangiato almeno qualcosa?” Zoe scosse la testa, apparendo a Lavon per la prima volta da quando era arrivata così angosciata e tormentata come doveva essere anche dentro di sé “Adesso vuoi dirmi perché sei qui?”

Lei sospirò, incrociando lo sguardo del suo più grande amico.

“Io e George ci stiamo separando” La bocca di Lavon si spalancò per la sorpresa: mai avrebbe creduto che tra i due potessero esserci dei problemi.

“Cosa?! Ma...ma perché?!?” A quest'ultima domanda la donna abbassò gli occhi, vergognandosi profondamente: poteva intuire quale sarebbe stata la reazione di Lavon al motivo della sua profonda ed irreparabile crisi con il marito.

“Ha scoperto di non essere il vero padre di Logan” Pronunciò quella frase tutto d'un fiato e quasi sussurrando, ma al sindaco non sfuggì nemmeno una parola e inutile dire che il suo stupore aumentò.

Il silenzio che seguì la sua confessione spinse Zoe a rialzare gli occhi per verificare se Lavon fosse ancora nella stanza: l'uomo la stava studiando con lo sguardo, ancora incredulo di ciò che le aveva appena sentito dire, ma senza un'ombra di giudizio nella sua espressione.

“E...e chi sarebbe il padre del bambino?” Ecco la parte più difficile. Zoe sospirò di nuovo, poi si fece coraggio e confessò la verità al suo migliore amico.

“È Wade”

  
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