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Autore: Blood Candy    28/02/2014    1 recensioni
Il mio sangue non scorre più nelle mie vene, il mio cuore non batte più, non ho più freddo ne stanchezza.
Va tutto bene.
È tutto finito, ora.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Last Day

 

Nonostante sia una cosa alquanto macabra, spesso mi capita di pensare alla mia morte.

Come morirò? Dove? Quando?

É un chiodo fisso; non c'è giorno che non mi ponga una di queste domande, e non ne ho neppure io idea di come, sono arrivata pensare alla “morte perfetta”.

Morirei per mano mia, quando saprò che è ora, e come un angelo volerò.

 

10 Gennaio 2080

É arrivato finalmente.

Ho atteso 79 anni, e ora è arrivata la mia fine.

Credevo avrei avuto più paura, in quest'ultimo giorno, invece sono pronta

Quasi provo impazienza.

Mi alzo dal mio caldo letto, e gli porgo l'ultimo saluto.

Faccio lo stesso con ogni altro oggetto di quella luminosa stanza che mi ha accudita per 20 anni, che mi è stata più vicina di quanto ogni persona avrebbe potuto fare.

Mi ha tenuta al caldo durante i gelidi inverni americani, mi ha protetta durante le tempeste di grandine, mi ha fatto compagnia durante la malattia : molto più di quanto chiunque altro abbia mai fatto.

Mi infilo energicamente le pantofole, morbide, vellutate, e apro la porta di ebano che ogni giorno vedeva il mio ritorno.

Ma questa volta sarà diverso.

Non ho rimorsi, nessuna lacrima in questo mio ultimo giorno, perchè è tutto esattamente come ho voluto io.

Salgo le gelide scale in marmo, e ammiro il mille colori che emettono al contatto con la luce dell'alba.

C'è silenzio, tutti dormono nei loro appartamenti, ma inevitabilmente saluto tutti, uno ad uno, i miei vicini.

Il mio fiatone invade l'atmosfera facendosi sempre più prepotente, ma non voglio farci caso, perché in una manciata di minuti ogni mio malessere sarà finito, disperso nella frizzante aria di questa mattinata invernale insieme al mio ultimo addio.

Il mio piede atterra sull'ultimo scalino, e le mie braccia si protendono verso il soffitto per aprire la botola che fa scendere la scaletta il legno che ho visto il primo giorno che sono arrivata qua, e che curiosa ho salito.

Stringo solidamente i pomelli freddi e impolverati e mi avvio verso il tetto, grande e bianco, come una nuvola, che attende solo me.

L'aria ghiacciata mi muove i capelli ormai grigi, la morbida camicia da notte non scalda di certo, ma non ho freddo.

L'adrenalina che ho in corpo mi scalda, e mi dona la stessa energia che possedevo nei miei anni d'oro.

-When I was a young boy my father took me into the city to see a marching band- la mia voce esce flebile, spezzata.

-He said: “Son when you grow up would you be the savior of the broken, the beaten and the damnd?”- ricordo quella parole perfettamente, come se fossi tornata indietro nel tempo.

E per un attimo torno giovane, la mia voce torna vibrante, carica, i miei piedi iniziano a muoversi in un intricata danza... la MIA danza.

I miei passaggi, i miei salti, le mie trottole.

Non provo nostalgia, non provo tristezza.

Mi avvicino al bordo di quell'enorme palazzo, ma non guardo giù.

Il vento non soffia, il sole non scalda, il silenzio regna, in quest'ultimo minuto.

Sarò libera, libera da tutte le tristezze, libera da tutte le paure che ho odiato per tutta la mia vita.

Libera.

Finalmente libera dai pensieri, dalla rabbia, dagli odi e dagli inutili amori.

Niente più sorrisi, niente più musica, niente più lacrime.

Quest'ultimo respiro, l'ultimo, il più doloroso che abbia mai fatto; è come una lama conficcata direttamente nei miei gelidi polmoni raggrinziti.

Chiudo gli occhi per vedere l'oscurità, perchè lo so, lo so che mi mancherà, ed è come un pugnale che trancia per l'ultima volta la mia mente confusa.

Divarico le braccia, pronta per volare per la prima volta.

“To join the black parade”

Alla fine sono state queste, le mie ultime parole.

Nessun addio, nessun saluto.

Ma va bene così, perché ora sto volando, e le famose ultime parole non contano più nulla.

L'aria mi avvolge in un bozzolo invisibile, e i miei polmoni si riempiono di un calore sovraumano.

Una fiamma cresce dentro di me, e forse per un attimo provo rimorso, ma è tutto così veloce, così confuso.

Quell'aria, è come un abbraccia materno, e mi fa sentire piccola, al sicuro.

Mi faccio cullare dalla musica che riempie la mia mente.

Non avrei mai creduto che il mio ultimo pensiero sarebbero state le prime famose parole di Jesus of Suburbia, e invece è finita così.

Il mio sangue non scorre più nelle mie vene, il mio cuore non batte più, non ho più freddo ne stanchezza.

Va tutto bene.

È tutto finito, ora.

 

   
 
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