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Autore: Giangie    24/06/2008    1 recensioni
Un guerriero dal potere sconosciuto rinnegato dalla propria famiglia perchè ritenuto un abominio, costretto a nascondersi da tutto e da tutti. Un giorno incontra una fanciulla che cambierà per sempre la sua vita, ma prima dovrà affrontare una serie di prove, una più pericolosa dell'altra e tutto solo per poter sopravvivere, la sua maledizione è la profezia che parla della nascita della sua stirpe. Non si daranno pace nel dargli la caccia, non si fermeranno di fronte a nulla. L'unica sua speranza di salvezza e di combattere contro il suo stesso destino...
Inserito il quinto capitolo modificato.
[...]
“ Chiuse gli occhi
cercando di calmare il proprio cuore che batteva all'impazzata ed il
respiro mozzato, intanto rifletteva sul da farsi. Passò meno di un
minuto ed il viso del ragazzo parve rasserenarsi, non sembrava per
nulla turbato, osservò bene la ferita che gli ricopriva la parte
finale del fianco dove le ultime costole proteggevano la gabbia
toracica, attraverso i cinque tagli provocati dagli artigli del
fratello vide la propria carne pulsare mentre gli estremi
cominciavano a cicatrizzarsi anche se molto più lentamente rispetto
alle precedenti ferite.
[...]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La profezia


Il sole era ormai alto nel cielo, nessuna nuvola rovinava la perfezione di quel mare azzurro. Incuranti di questo gli abitanti di Avalon continuavano a sbrigare le loro faccende, ignari del fatto che una figura vestita di nero si stesse allontanando verso nord. Passo tranquillo, testa ben alzata come qualcuno che non ha nulla da nascondere.

In fondo nessuno sa di preciso che aspetto abbia, a parte gli Ancestral ovviamente, però trovo strano che dopo la mia fuga, 5 anni fa, non abbiano mai veramente tentato di catturarmi o uccidermi; si sono semplicemente limitati a tenermi d'occhio per tutto questo tempo, evidentemente non rappresento una minaccia per loro...”

C’era qualcosa nello sguardo di quel giovane, nei suoi occhi una luce di preoccupazione mentre sul viso vi era dipinta un espressione indecifrabile quasi volesse nascondere i sentimenti che turbavano il suo animo. Mentre camminava nella sua mente ripensava a tutto quello che era successo in così tanti anni, il volto si fece cupo e scuotendo la testa, come per scacciare via quei tetri pensieri, riprese la strada di casa.

Arrivò ai margini della foresta che ricopriva la montagna alle spalle di Avalon non prima del crepuscolo, quando ormai il sole, sempre più basso, allungava le ombre come se fossero degli oscuri segugi pronti a trarre in inganno chiunque non fosse abbastanza sveglio o preparato. Attraversò quella che sembrava una porta di pietra, uno dei tanti resti della tribù dei nomadi del nord: antenati degli Ancestral.

L'unica mia fortuna è che tutti credono che questo posto sia infestato da demoni o spettri, scambiano i resti di antiche civiltà per manufatti demoniaci o blasfemi... Come biasimarli, dopotutto quello che è successo tra le varie Casate, non mi stupirei se fossero arrivati ad organizzare delle spedizioni punitive; L'unico motivo per il quale non si sono mai spinti a tanto è la paura: sanno bene tanto quanto me come avrebbe potuto reagire il concilio degli anziani. La loro ostinazione per le tradizioni ed il passato sarebbe stata sufficiente a scatenare un guerra civile all'interno di Yume, arrivando persino a detronizzare il Re; non voglio pensare a cosa sarebbe potuto accadere se gli anziani fossero diventati i capi del Regno... Mi vengono i brividi al solo pensiero! ”

Continuò a camminare, il suo sguardo vagava sui giochi di luce creati dai rami e dalle foglie di quegli alberi possenti che lo circondavano, una strana sensazione di calore lo avvolse.

Ah... Finalmente a casa! Non vedevo l'ora, l'unico posto tranquillo dove possa dormire serenamente! “

Alla vista di una piccola baita di legno, affiancata da un piccolo ripostiglio che faceva da magazzino, che dava le spalle alla cima di un lieve monte e guardava un lieve dislivello di circa 5 metri, un placido sorriso rischiarò il viso del ragazzo; lasciandosi preoccupazioni e tetri pensieri alle spalle, varcò la soglia di casa.

Della brace scoppiettava ancora nel caminetto solitamente usato per cucinare, un metro più in là un tavolino con quattro sedie riempivano il centro della stanza, si preoccupò di ravvivare leggermente il fuoco, prima di entrare nella sua camera da letto. Appena entrato si guardò intorno e cominciò a rivivere gli ultimi eventi della giornata, mentre si stendeva sul letto senza preoccuparsi di come fosse vestito. Mentre pensava guardava il soffitto sperando di trovarvi le risposte a quelle domande che lo tormentavano, senza però venirne a capo. Si mise a sedere sospirando lievemente, per poi distendersi nuovamente finchè il sonno non ebbe la meglio…

La leggenda parla di un popolo che viveva nei remoti angoli a Nord di questo continente, in mezzo a lande desolate che si alternavano a enormi foreste.
Si narra che questa gente si fosse abituata a vivere in simbiosi con la natura, imparando a rispettare tutte le creature viventi difendendole anche a costo della loro stessa vita.
Commossi da questa purezza d'animo, gli spiriti della Foresta, della Luna e del Cielo decisero di fare loro un dono molto particolare: Gli concessero le abilità e le virtù degli animali con cui erano in sintonia, affinché potessero vivere al loro fianco come in una famiglia.

I discendenti di quel popolo impararono ad usare le capacità che ricevettero i loro antenati, dividendosi in casate mantenendo però lo stesso nome: Ancestral.


Giungerà fra di loro la disperazione quando un uomo, un discendente dei lupi in grado di controllare quello stesso istinto che li caratterizza, porterà morte e distruzione anche fra i suoi simili; ponendo così fine alla pace che aveva fino ad allora regnato. Costui sarà celato dall'oscurità e con l'aiuto di essa agirà; Allora sarà la fine per gli spiriti stessi.
M….


- AAAAAAAAAAAAH - Con uno scatto era in piedi sul letto, il volto sudato ed il respiro affannato, gli occhi sgranati intenti a fissare i tronchi che facevano che corrispondevano al perimetro della baita.

- Maledizione! Un altra volta! - Quelle esclamazioni riecheggiarono cupe nella sua stanza, mentre cominciava a pensare all’incubo appena vissuto.


- Quelle parole… Erano la profezia che narra l’origine degli Ancestral, quella stessa litania che 10 anni fa…. No, non devo pensare al passato: ora l'importante è capire perché ho nuovamente sognato quelle parole, dopo così tanto tempo per giunta... Tsk, ma cosa mi scervello a fare?! Tanto non riuscirei a venire a capo di nulla, come sempre; anche se questa volta credo che abbia qualcosa a che fare con il mio incontro con Ashley... E' inutile stare qui a pensarci, ora come ora penso sia meglio procurarsi qualcosa da mangiare anche se sarà difficile… -


Così dicendo guardò attraverso la finestra, che si trovava sulla parete destra rispetto al letto, notando che il crepuscolo stava volgendo al termine per lasciare spazio ad una notte stellata.
Uscì di casa senza preoccuparsi di chiudere la porta, andò sul retro della casa dove c’era il capanno, superandolo entrò nel bosco. Dopo una cinquantina di metri scorse un piccolo sentiero che sembrava essere battuto solo da animali selvatici, decise di seguirlo controllando prima le traccie lasciate sul terreno. Erano di cervi, caprioli, cinghiali, a volte persino delle lepri l’avevano usato, sperando di trovarvi gli animali appena riconosciuti, aumentò il passo pregando che non fossero tutti tornati nelle loro tane poiché era appena calate le tenebre.


Man mano che proseguiva il bosco si faceva più fitto e gli animali non si preoccupavano di nascondersi o di tornare ai loro nidi, sembravano tutti riuniti a bere da una piccola fonte che sgorgava da una piccola parete di roccia; non appena li vide si nascose, fu abbastanza veloce e silenzioso da non farsi notare;


Che fortuna! Oggi vogliono fare le ore piccole, meglio così! Credo proprio che mi mangierò quella lepre “


Pensò il ragazzo, nel frattempo l’animale indicato da lui mentalmente si stava avvicinando ad un cespuglio per mangiarne le foglie.

“ Ora!!! ” E in una sola frazione di secondo uscì da dietro l’albero usato come riparo, si avventò sulla preda catturandola senza troppa difficoltà.

- Mi dispiace ma anche io ho fame - Mormorò alla lepre, quest'ultima cercava invano di scappare dalle mani del giovane, l’avrebbe uccisa a casa perché l’odore del sangue spaventava a morte gli animali. Vi si era già avviato quando uno strano rumore attirò la sua attenzione, sembrava un insieme di suoni metallici come più corazze che si urtano fra di loro. Successivamente delle urla, comandi impartiti ad un esercito ben addestrato.


- Avanti, fatevi forza, siamo quasi arrivati!!! ”


Il giovane lasciò libera la sua preda iniziando a correre verso gli inusuali ospiti di quel bosco. Appena arrivò gli mancò il fiato, c’erano uomini da per tutto erano almeno un centinaio se non oltre, alla testa del gruppo c’erano due uomini: Il primo era alto circa un metro e novanta, capelli neri piuttosto lunghi e gli occhi bianchi, fisico asciutto e ben allenato, viso serio e composto, si capiva che comandava lui tutti quegli uomini. Il secondo era poco più basso del primo, leggermente meno muscoloso, occhi e capelli dello stesso colore, solo che quest’ultimo li portava a spazzola: avendo così un aria molto meno seria.


“ Santissimi Spiriti! Cosa hanno in mente di fare quei due?! Che motivo avrebbero di essere qui, se non per me! Brian, Mark, giuro che questa volta vi dimostrerò quanto valgo! “


Il ragazzo non aspettò che lo notassero, si parò di fronte a loro, questi lo fissarono inizialmente con stupore, poi con odio. Non indietreggiò di fronte a quegli sguardi, bensì li ricambiò con uno di scherno e sfida.

“ Sei molto cambiato dall’ultima volta che ti abbiamo visto… “


Disse Mark trattenendo la rabbia con tutta la calma che aveva in corpo.

“ Però il tuo fetido odore di selvatico non è affatto cambiato… “


Brian,il maggiore, non perse l’occasione di provocare il fratello.

“ Tsk… Sapete solo destreggiarvi a parole? “


Freddo e distaccato come sempre, il ragazzo, replicò facendo innervosire i due.


Rilassati, non farti dominare dalla rabbia, pensa lucidamente: non sai quale sia il loro vero potenziale perciò, non abbassare la guardia! “


- Che cosa c'è Alexander? Fremi forse dalla voglia di combattere? Tu si che desideri veramente finire all'inferno! “


- Calmati Mark! Non vedi? Non è nient'altro che un povero cucciolo solo ed impaurito, cosa credi che possa fare? Nemmeno gli animali selvatici lo vogliono! Ahahahah -


- Grrr - Un ringhio di rabbia usci dalle labbra del giovane mentre le sue orecchie si riempivano dell'eco di quella risata.


- Andiamo fratellino! Non arrabbiarti se non ti vuole nessuno, comunque non preoccuparti perché presto sarà tutto finito! -

- Ha ragione Mark! Tra poco morirai per mano dei tuoi fratelli maggiori, dovresti essere contento!!! -

Fece a malapena in tempo a prendere la posizione di attacco, che i due Ancestral alzarono le braccia all'unisono ed indicarono Alexander con l'indice destro, urlando:


- ANDATE NOSTRI FEDELI GUERRIERI!!! -

   
 
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