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Autore: Autumvn    28/02/2014    4 recensioni
«Sav, meglio stargli lontano» mi avvertì comprensivamente Amber.
In quel primo momento, pensai su quanto fosse stata banale nel darmi quell'avvertimento, non sapevo nulla di lui, neanche il suo nome. Non sapevo niente di lui a quei tempi.
Solo ora riuscivo a capire come Amber avesse inquatrato tutto alla perfezione, mi aveva avvertita ma,
testarda com'ero non le diedi ascolto, ed ora la mia mente era annebbiata da un unico pensiero: quanto quell'amore avrebbe messo per consumarmi del tutto.
Fin da piccola erano soliti a dirmi "Savannah bambina mia, non farti fregare dall'amore"
Ma ora ero arrivata al punto di farmi consumare dall'amore stesso.
Era sempre stato un mio grande difetto: una volta innamorata, amavo fino a consumarmi le ossa.
Peccato che quell'amore non riusciva mai ad apprezzarlo nessuno.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                           (Crediti a @ehimaliik per il banner)


 

Primo Capitolo.
 


Uscii chiudendo, forse, con troppa forza lo sportello della macchina. Portai subito dopo le mani alla bocca, ammirando quella che da oggi in poi sarebbe stata la mia nuova casa. 
Chiusi spontaneamente gli occhi, inspirando a pieni polmoni, così da assaporare quel nuovo odore.

Ci siamo Holmes Chapel.

Pensai curvando le labbra in un ampio sorriso. 
Presi spontaneamente la mia valigia, senza aspettare un ulteriore rimprovero da parte di mia madre; aprii con un piede la porta di casa per poi rimanere a bocca aperta.
Era immensa, era qualcosa che non avrei mai potuto immaginare, qualcosa che andava ben oltre le mie aspettative. Senza farlo a posta lasciai cadere di peso la valigia, procurando così un tonfo sordo.
Neanche a farlo apposta, in quel preciso istante passò mia madre che subito assunse un'aria severa «Savannah, il pavimento!» mi rimproverò camminando con una serie di scatoloni in mano posti uno sopra l'altro.
Non dissi nulla, anche perchè non mi avrebbe comunque sentita dalla cucina.
Legai i capelli in una perfetta coda di cavallo, per poi prendere i scatoloni e correre su per le scale, ma sbuffai non appena al mio orecchio giunse la suoneria del mio telefono.
Ma leggendo il nome sulla schermata mi spuntò un sorriso involontario.
«Sei arrivata? Oddio dovresti vedere la mia camera!» urlò Amber - la mia migliore amica ormai dai tempi dell'asilo- dall'altra parte del telefono.
«Ho appena messo piede in casa, stavo per entrare in camera mia.» dissi soffocando dei piccoli gridi a causa della troppa eccitazione.
«Ok, allora al mio tre, apri la porta della tua stanza.»
«Ok, allora contiamo insieme» dissi respirando profondamente.
«1..2..» facemmo una piccola pausa di alcuni secondi, ed infine « 3» entrai spalancando violentemente la porta. Il telefono mi cadde dalle mani. Gli occhi non facevano altro che guardare incantati da una parte all'altra. La bocca involontariamente si spalancò. In lontananza sentii soltanto la debole voci di Amber chiedere se fosse tutto apposto, o perlomeno se ero ancora viva, ma la ignorai, concentrandomi soltanto sull'unica cosa che al momento attirava la mia attenzione.
Letto a due piazze, due immensi armadi, moquette bianca come la neve, pareti di un rosa flebile tendente al bianco, scrivania infinitamente grande, andava quasi da parete a parete, lampadari a luce regolabili, e come ciliegina sulla torta un portatile nuovo di zecca, posto sulla coperta bianco latte del letto.
Scossi la testa ancora incredula, poi riafferrai il telefono «Amb, ci sei ancora?» dissi con il fiato corto.
«La domanda è, se ci sei ancora tu.» soffocò un risolino.
«La stanza è..stupenda.»
«Niente a che vedere con quella precedente eh?» disse riferendosi al buco di camera che avevo prima di trasferirmi qui ad Holmes Chapel.
«Oh, ci puoi scommettere ragazza» risi, avendo ancora gli occhi a cuoricino.
Prima che potesse rispondermi, dal piano di sotto sentii mia madre chiamare il mio nome ripetutamente, così salutai Amber per poi riattaccare e mettere subito dopo il telefono in carica.
Scesi le scale tenendo stretto il corrimano, per poi raggiungere mia madre in cucina.
«Mi cercavi?» chiesi affiancandola.
«Oh, eccoti» accennò un piccolo sorriso «Stasera saremo a cena con i Woods, hanno da poco aperto un ristorante qui vicino»
«Con la famiglia di Amber?»
«Esattamente» disse infine, cominciando a mettere in ordine la cucina.
Capitavano spesso incontri del genere tra gli Hamilton e i Woods. Le nostre famiglie lavoravano insieme in società dapprima che io ed Amber nascessimo. Anche per questo motivo ora ci trovavamo tutte e due nella piccola cittadina di Holmes Chapel. Trasferite qui dalla grande America.
«Sai mamma, non ho ancora capito il motivo di questo trasloco, l'America offre molte più possibilità di lavoro»
«E' vero bambina mia, ma penso che un po' di tranquillità in una città serena come questa non faccia male»
Annuii per poi correre ai ripari nella mia nuova stanza, senza perdere altro tempo, svuotai tutto ciò che c'era in quella valigia negli appositi cassetti, dando infine qualche tocco personale qua e là.
Ed non appena attaccai l'ultimo poster alla parete diedi un fugace sguardo all'orologio che faceva esattamente le 19:03. Sbarrai gli occhi correndo verso le ante dell'armadio. Optai per dei normalissimi jeans ed una camicia bianca. Spruzzai un po' del mio profumo preferito sul collo, diedi una piccola aggiustatina ai capelli per poi scendere giù in salone dove trovai i miei genitori pronti per andare a cena.
«Savannah, non credo che quel genere di abbigliamento vada bene per una cena, non stai andando al cinema con dei tuoi amici» Osservò come sempre mia madre.
Aveva sempre qualcosa da dire su cosa facessi o indossassi, riusciva sempre a trovare qualcosa di negativo in me, anche quando effettivamente non c'era niente che non andasse.
Alzai gli occhi al cielo, poi la superai chiudendomi dietro lo sportello della macchina prima di sentire innumerevoli rimproveri per quell'insignificante gesto.
Arrivammo a destinazione poco dopo, infondo ci si poteva arrivare tranquillamente a piedi.
All'entrata trovai seduta con le braccia conserte Amber che raggiunsi quasi immediatamente.
«Che fai qui fuori? Non senti freddo?» le sorrisi aspettando un suo abbraccio che ricevetti con forse troppa energia.
«Sav! Sei arrivata!”
«Si, Amb, però ti prego, voglio continuare a vivere» risi liberandomi dalla sua stretta, forse, troppo forte.
«Oh, scusami, solo, mi mancavi» Si giustificò timidamente.
«Su andiamo, i miei sono già entrati.» La spinsi dentro, per poi fermarmi un secondo ad ammirare all'interno quella costruzione.
Spostai subito gli occhi da un tavolo all'altro fino a che non trovai il mio.
Presi a braccetto Amber trascinandola a destinazione, dopo di che ci sedemmo e cominciammo a parlare mentre i 'grandi' discutevano di questioni serie, si fa per dire.
Non facevano altro che dare sempre più importanza al progetto che a breve si sarebbe realizzato. Lo ripetevano così tante volte che alle mie orecchie risultava terribilmente noioso.
«Quando inizi la scuola, Sav?» chiese Amber annusando il cibo nel piatto.
«Da domani diciamo che inizierò tutto, dalla scuola, alle prove di danza moderna.» alzai le spalle.
«Hai già trovato una scuola di danza alla tua altezza?»
«Ci ha pensato mia madre, sai com'è fatta.» Alzai gli occhi al cielo.
«Penso faccia a gara con la mia, le piace organizzare ogni mio passo, mi farà iniziare la scuola la settimana prossima per farmi 'ambientare'»
«Non sei contenta?» alzai un sopracciglio.
«Per niente, tutti ricominceranno scuola domani, quindi tra una settimana tutti i nuovi arrivati avranno già fatto nuove amicizie, e l'emarginata di turno sarò io»
«Ma no, ci sono sempre io ricordi?»
Ma prima che potesse rispondermi, un tonfo di piatti caduti a terra ci interruppe, facendo cadere l'attenzione su un ragazzo riccio, chino per terra intento a recuperare i cocci.
Un altro ragazzo di circa la mia età passò lì vicino, ma invece di aiutarlo diede un calcio ai frantumi, facendoli sparpagliare per tutta la sala.
Il riccio si alzò di scatto guardandolo in cagnesco, prese il ragazzo per il colletto della camicia sbattendolo contro il muro.
Portai una mano alla bocca, non sapendo cosa fare richiamai l'attenzione di mia madre, magari lei avrebbe fatto qualcosa.
Subito lei avvertì Jenna, la madre di Amber, ovvero la proprietaria di quel ristorante.
Fulminò con una brutta occhiata il ragazzo riccio , per poi raggiungerlo. Con uno spintone lo scansò dalla vittima, che non sprecò vari secondi per andarsene.
Vidi Jenna prenderlo da parte e cominciare a parlargli con uno sguardo abbastanza serio, fino a quando il riccio non cominciò ad urlarle contro, a quel punto anche lei si alterò, ma lui rispose solo con qualche imprecazione, gettò a terra il grembiule legato in vita per poi uscire dalla porta infuriato.
Dopo alcuni minuti Jenna tornò al tavolo passandosi una mano tra i capelli.
Sospirò «Harry Styles, quel ragazzo mi ha sempre procurato degli innumerevoli guai»
Restai a bocca aperta «Ma, quel ragazzo è passato spargendo i cocci che stava raccogliendo!» dissi passando in sua difesa.
«Savannah, non ti immischiare» si intromise mia madre.
«Non stavo parlando con te» ribattei irritata.
«Savannah, prima o poi l'avrei licenziato io, questa sera mi ha solo facilitato il lavoro, sono troppe volte che passo sopra alle sue ragazzate.» si spiegò Jenna, riprendendo a mangiare come nulla fosse.
A quel punto mi rigirai a parlare con Amber che cominciò un discorso su quanto fosse stato irresponsabile quel ragazzo.
«Questi sono i classici 'cattivi ragazzi' di Holmes Chapel, meglio stargli alla larga, Sav.» disse sinceramente.
«Nessun problema, non intendo avvicinarmi a lui, neanche lo conosco.»

 





 



 

Parola a me.

Belle Bimbe, sono tornataaaaa, vi sono manca ehh (lasciatemi illudere)
E rieccomi qui, sinceramente finire Mistakes è stato un vero parto, ma a dir la verità tutta quella Fan Fiction è stata un parto!
Ma ora sono di nuovo qua, a rompervi le palle con una storia nuova di zecca. 
Questa volta ho deciso di farla su Harry **
E che dirvi, se ci riuscirò cercherò di aggiornare ogni venerdì o Sabato, perchè mi sono resa conto che il venerdì mi ritrovo sempre a scrivere in un modo o nell'altro.
Questa storia non c'entra assolutamente niente con l'ultima che ho scritto, diaciamo che questa risulterà un pochino più "leggera".
Detto questo fatemi sapere cosa ne pensate, se vi piace aggiornerò al più presto, promesso, questa volta sono più organizzata nell'aggiornare, e dal prossimo capitolo inizieranno i spoiler.
Al prossimo capitolo babieees.



Passate qui:

Like a wind of summer.

   
 
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