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Autore: aire93    01/03/2014    4 recensioni
SPOILER 3B. La gang di Beacon Hills si riunisce a casa Hale, con la famiglia al completo, per guardare Harry Potter e la camera dei Segreti. Stiles, otto anni e Derek, quattordici, sono aracnofobici e odiano la scena di Aragog. Non sanno che è proprio la comparsa sullo schermo del re degli aracnidi il punto di svolta della loro ancora acerba, ma meravigliosa amicizia. STEREK ♥
UPDATE:E’ una versione revisionata (e menomale, direi) della storia originale. Ho corretto alcuni passaggi e alcune forme, senza alterare la trama.
Enjoy
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Howling '
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Scritta a cavallo di 2 mesi (Febbraio e Marzo… vabbè l’ho iniziata alle 11 e 30 del 28, per proseguirla per tutta la notte … Sono le 2 e sono ancora sveglia….
I Personaggi non mi appartengono, è tutta farina del sacco di Jeff Davis, con partecipazione di J.K.Rowling.
I membri del pack sono tutti vivi, i genitori sono tutti vivi e l’amicizia regna sovrana, più o meno. =)
Le note finali vi aspettano al termine della storia ;) (capitan ovvio è tra noi, di nuovo..)
 
 

«L’unico consiglio che posso darvi, è quello di seguire i ragni ».
 
La voce possente di Hagrid rimbombò fiera, attraverso quel televisore di dimensioni gigantesche, cinquantadue pollici di audio perfetto e risoluzione ai limiti del reale.
 
Era il piccolo gioiellino di casa Hale, uno dei motivi per i quali Talia invitava le amiche Claudia Stilinski, Melissa Mc Call e Noshiko Yukimura a gustarsi telefilm nei quali i particolari delle capigliature perfette di uomini così statuari, a limite dell’”adonismo”, venivano ampliati all’infinito, a suon di sospiri e risatine.
Per quanto fossero affascinanti, però, gli attori perdevano puntualmente la lotta, nel cuore di quelle donne, contro un vice sceriffo, un assicuratore, un agente dell’Fbi e un insegnante di storia.
 
Perché si potevano amare i personaggi fittizi, seguire decine di soap operas per adorare uomini dietro ad uno schermo, ma quelli che avevano regalato a Claudia, Melissa, Talia e Noshiko un nuovo cognome e marmocchi da amare per la vita, erano insostituibili, pur con i loro pregi e difetti.
 
A volte insieme a loro si aggregava Victoria Argent, moglie di un commercialista con la passione delle armi, ma solo quando la tematica delle storie virava sul poliziesco, o meglio ancora, sul thriller psicologico.
Nessuno, nemmeno l’inflessibile madre di Allison Argent, poteva però resistere alla saga di Harry Potter, il “maghetto” che con quell’aria allegra aveva permesso di scoprire a tutti i loro figli un mondo completamente nuovo, pieno di gelatine al gusto di prato, incantesimi che aprono le porte e gufi che consegnano la posta, ogni mattina, all’interno del fantastico castello di Hogwarts.
 
Si erano riuniti, i Mc Call, gli Argent, gli Stilinski, gli Yukimura e un paio di compagni di classe dei bambini, tutti a casa Hale, perché Peter aveva deciso di assecondare i capricci della figlia Malia, che voleva “Vedere tutti insieme sul televisore gigante la Camera dei Segreti, perché c’è il serpente gigante e io sono l’unica che ama i serpenti, tra quelle pappe molli delle mie compagne di scuola.”
 
Lydia Martin, sofisticata nel suo abitino rosso a pois bianchi, non era dello stesso avviso.
La bambina, capelli rossi raccolti in una coda di cavallo, odiava quella scena, decidendo che forse fosse meglio rifugiarsi tra le braccia dell’amichetto Jackson Whittemore, biondo strafottente, che non ammetteva di adorare le cene in casa Hale, a causa dell’orgoglio che gli premeva contro le pareti dello stomaco.
Non avrebbe mai ammesso, però, che riteneva gli Hale una famiglia più vera di quella che gli avevano affibbiato gli assistenti sociali, otto anni prima.
 
Il gruppo era completato da Boyd ed Erica: lui riflessivo; lei una biondina tutto pepe; i gemelli Ethan e Aiden aggressivi e iperattivi; il timido Isaac Lahey e Danny Mahealani, il migliore amico di Jackson gentile e socievole.
 
Gli Hale adoravano fare gli onori di casa: Laura che nonostante la sua maggiore età, amava avere marmocchi in giro per casa a causa della gioia che portavano, ma odiava per le loro lagne fastidiose; Cora, la minore, che di quella schiera di bimbi faceva parte e Derek, quattordicenne, che non tollerava di rivedere il secondo film della saga, per colpa di quei cinque minuti buoni, verso la fine, occupati da un essere così grande da non starci nemmeno tutto nell’inquadratura della telecamera.
Un essere dotato di otto zampe, un paio di zanne inquietanti, otto occhi che in realtà non vedevano più la luce da un pezzo e una voce che sembrava essere quella di un demone: roca, sottile e stupidamente inquietante.
 
Si sentiva ridicolo, Derek, ogni volta, a doversi coprire gli occhi che teneva già di per sé sigillati, perché aveva il terrore di un animale che non poteva sostanzialmente recargli danni.
Non fisici, almeno.
 
Era stato l’unico a vedere una volta sola quella scena, quella maledetta sequenza, nella quale una tarantola di dimensioni apocalittiche lentamente si spostava dalla calma della sua enorme tana, alla luce della luna, mitigata dalle migliaia e migliaia di alberi che popolavano la Foresta Proibita.
 
Non poteva coprirsi gli occhi questa volta, mentre sullo schermo Harry e Ron si incamminavano verso la foresta e verso il mostro.
 
Non poteva coprirsi gli occhi, Derek, perché non voleva fare la parte del bambinetto, quando tra i bambini veniva venerato e rispettato soprattutto da Scott Mc Call e il suo inseparabile compare Stiles Stilinski.
 
Il figlio di Claudia era talmente legato a Derek, che spifferava ai quattro venti le sue folli idee di un futuro con lui.
«Io mi sposerò con lui…» ripeteva a chiunque fosse disposto ad ascoltarlo e a ridere dell’innocenza che il bambino trasmetteva. Innocenza che veniva spesse volte confusa con pretese decisamente esilaranti.
 
Se solo quella folta schiera di adulti avesse rivisto le proprie priorità…
 
Gli occhi di Derek si ridussero a fessure, quando il primo ragno fece capolino sullo schermo.
Allison Argent e Lydia si erano coperte il viso, senza preoccuparsene troppo: essendo bambine di otto anni, potevano permettersi di nascondere ai loro volti la figura per loro oltraggiosa di Aragog, il re degli aracnidi, nato dalla penna di JK Rowling e insinuatosi rozzamente negli incubi dei bambini.
 
Loro sì ma Derek, un teenager, no.
 
Il momento si avvicinava: i primi scricchiolii della tana del ragno facevano da incipit alla sua comparsa, sovrapponendosi al martello che era diventato il cuore di Derek solo grazie all’audio dell’impianto, di livelli eccelsi.
 
L’aria si era caricata di aspettativa, l’intera sala voleva ammirare la grottesca bellezza dell’aracnide.
 
Il ragno fece capolino dalla tana, e Derek emise un suono a metà tra un sospiro e un lamento. Un gridolino strozzato che non voleva attirare l’attenzione, ma che aveva decisamente sortito l’effetto contrario.
 
Derek chiuse gli occhi, appena la voce di Aragog si impose nel silenzio divertito della stanza.
 
«Chi è, Hagrid?»
 
Una mano calda, morbida e non sua si posò leggermente sugli occhi di Derek, che dal volto del ragno era passato ad osservare il buio.
 
Stiles Stilinski sedeva sul divanetto di fianco a lui, un braccio teso, quasi a proteggere Derek, l’altro a coprire sé stesso. Derek aprì gli occhi, voltandosi verso il ragazzino.
 
«Stiles? Mi hai messo una mano davanti agli occhi?».  
 
«Si…so che hai paura di lui, e quel mostro spaventa anche me. So che sei grande e grosso, Derek, almeno più grande di me. Ma non c’è bisogno di mostrare sempre la forza quando non c’è. Non avere paura di avere paura, Derek».
 
Le parole del ragazzino, semplici ed efficaci, permisero alle labbra di Derek di curvarsi all’insù e al cuore di battere un po’ meno forte a causa della tensione.
 
L’Hale sapeva che Stiles provasse una sorta di adorazione per lui e se doveva essere sincero, anche lui non si dispiaceva della compagnia dello Stilinski, che poteva avere otto anni ma il cervello era quello di un ragazzino di tredici, l’ampiezza di linguaggio era di un quindicenne e la voglia di scoprire il mondo si era arenata, per fortuna, ai cinque anni. Per quello Stiles era uno dei ragazzini più curiosi che Derek potesse conoscere.
 
Il film proseguì imperterrito, ma ora erano due le mani che non coprivano i propri occhi, per quasi “proteggere” quelli della persona di fianco.  
 
Derek aveva allungato a sua volta il braccio, per nascondere a quel bambino la vista di Aragog.
 
Scott, di fianco a Stiles, osservò la scena che si stava svolgendo sul divano, mentre l’acromantula continuava a parlare, permettendo ai brividi di insinuarsi in silenzio nei corpi di Stiles e Derek.
 
«Uffa, anch’io voglio essere protetto da te, Derek…» sbuffò il ragazzino, che non aveva timore di Aragog, ma comunque non si sarebbe mai negato un contatto con l’Hale mezzano, se poteva.
 
Le mani di Stiles e Derek erano diventate degli scudi, mentre finalmente il ragno spariva, con un laconico «Addio amici di Hagrid ».  
 
Fu quello il momento nel quale Stiles decise che un lieve contatto non gli bastava più, rannicchiandosi contro la spalla di Derek, sempre senza muovere la mano dagli “occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia” del ragazzo.
 
«Ho paura di questa scena » si giustificò Stiles, captando la domanda di Derek nell’aria “Perché ti sei avvicinato?”.
 
«Quella dove Ron viene abbracciato crudelmente da uno dei figli di Aragog? Oh, è una delle scene che più odio, non preoccuparti…».
Derek si voltò definitivamente, rannicchiandosi sul divano proprio di fronte a Stiles. Nessuno fece caso ai due ragazzi, che si stavano sorridendo amichevolmente, mandandosi solo lievi messaggi tramite sguardi divertiti: «Guarda un po’ se a quattordici anni devo avere ancora paura di un ragnetto….».
Il sorriso di Stiles si allargò ancora di più. Aveva capito. Il ragazzino alzò le spalle, dando conforto a Derek.
 
«Non sei l’unico…»
 
Quello fu il primo di tanti film che i due ragazzi decisero di guardare insieme. Il primo di una marea, che li avrebbe visti avvicinarsi sempre di più.
Il primo, di una lunga serie di sguardi complici e divertiti, e di braccia posate sulle spalle.
 
Si erano uniti platonicamente, quella sera, in nome di un ragno ripugnate, che aveva compiuto un miracolo.
   
 
Ok, è cheesy come pochi, avevo voglia di scriverla e le immagini mentali di Aragog mi hanno fatto storcere il naso un paio di volte.
Questa os è nata da un prompt su tumblr, che parlava di Derek aracnofobico. Beh, da aracnofobica  non potevo esimermi dallo scrivere del RE degli aracnidi.
Sidenote: Io non guardo più la scena di Aragog dal 2002. Sono proprio come Derek (solo che non posso vantare uno Stiles accanto a me.. uffa…;) )
 
Vabbè, ok, basta sclerare, la citazione riferita agli occhi verdi di Derek è tratta dalla poesia di amore di Ginny per Harry, consegnata a San Valentino (tu, si proprio tu che non hai idea di quello di cui sto parlando, vai a leggere i libri ;) Se invece li hai letti, ti stringo calorosamente la mano …… )
 
Vabbè, torno a sclerare per la 3x21…Stay wolf and stay tuuuuuuuned ♥♥
   
 
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