SLeNdeR Dad


Gli alberi sono alti e formano una cupola sul bosco,  impedendo di vedere il cielo, 

anche se Tracy sa' che ormai non c'è più nessuna luce che possa illuminare quel 

buio.

Un vento gelido la fa rabbrividire la bambina si stringe nel cappottino rosa, 

sfregando le manine l'una sull'altra.

Il bosco è così buio,ma ormai gli occhi le si sono abituati all'oscurità.

Si sfiora le guance con la manina e sente che sono ancora umide dalle lacrime.

Il tappeto di foglie secche scricchiola ogni volta che fa un passo, le scarpine nere, 

un tempo lucide, ora sono insozzate di fanghiglia.

Tracy non sa' dove si trova, non sa' perché è nemmeno cosa stia succedendo.

Dove sono mamma e papà?

Una voce che non conosce si fa largo tra i suoi pensieri, "Nessuno riuscirà a 

trovarti".

La bambina sobbalza, guardandosi intorno spaventata.

Nulla, se non gli alberi, il vento le foglie e...

La piccola grida spaventata, mettendosi a correre.

Non sa' precisamente perché sta correndo, ma l'istinto le impone di farlo.

Le sembrava di aver visto qualcosa, fra gli alberi.

-Mamma!- urla continuando a correre, -Papà!-, continua a correre, sentendo uno 

strano ronzio nelle orecchie.

-Ho paura!- inciampa nella radice di un'albero e cade a terra.

-Ho paura...- ripete debolmente senza alzarsi.

Incomincia a ricordare.

Erano andati in quella casetta nel bosco e Tracy l'aveva trovata così carina e 

sembrava che tutto andasse bene perché mamma e papà avevano smesso di 

litigare e sua sorella non aveva più preso in mano quella cosa di metallo che usava 

in bagno.

Sembrava tutto così tranquillo.

Ma poi tutto era ricominciato di nuovo e nessuno sembrava badare più a Tracy.

La piccola se ne stava tutti il giorno a giocare in giardino, al limitare del bosco.

Era una giornata splendida, quando era arrivato.

Tracy dapprima l'aveva trovato simpatico.

Un po' silenzioso, forse.

Però la ascoltava, e a Tracy questo bastava.

Poi un giorno non l'ha più visto, sembrava sparito.

Per settimane Tracy aveva continuato a guardare speranzosa il limitare del bosco, ma nulla.
Una sera era andata a dormire e al risveglio si era ritrovata in quel bosco.
Aveva pianto, urlato, corso cercando una via d'uscita.
Ma era servito solo a farle sprecare energie.
Per questo la piccola si addormentò lì, su quel freddo tappeto di foglie, stremata dalla paura.
Talmente stanca che non si accorse di due mani che la sollevavano e la portavano via.

...

Si svegliò in una specie di radura,  nel mezzo c'era un lago e una strana costruzione 

che assomigliava ad un bagno.

In mezzo al lago affiorava una grossa roccia levigata sulla quale poggiava un 

piccolo altare, con un drappo rosso sopra.

Ma il suo sguardo fu catturato da lui.

Si ergeva in tutta la sua statura vicino all'altare, la cravatta rosso sangue che 

svolazzava nella brezza della sera.

Tracy alzò lo sguardo.

La luna era splendida quella notte.

Slender si teletrasportò vicino a Tracy e la prese in braccio.

La piccola non fece resistenza, un po' perché era consapevole che non aveva più 

speranze e un po' perché non riusciva a smettere di fissare la luna che faceva 

risplendere tutto di una luce argentea.

Arrivarono fino all'altare, dove Tracy si riscosse dal suo stato di trance.

-Uh... cosa... Che cosa è successo?- chiese, Slender non le rispose, si limitò ad 

aprire il libro poggiato sull' altare (Tracy non l'aveva notato) e a prendere uno dei 

piccoli coltelli che stavano accanto ad esso (Tracy non aveva notato neppure quelli).

Lo rigirò alla luce della luna, provocando un bagliore che illuminò lo sguardo di 

Tracy che ne rimase per un attimo affascinata.

Stranamente non provava paura, la luna era troppo bella quella sera, si disse la 

bambina.

Non ha paura,per ora, pensò Slender fissando la bimba con occhi inesistenti.

Poi avvicinò il coltello al collo della bambina, che si ritrasse spaventata.

-Cosa vuoi fare?!- Slender prese la testa di Tracy reclinandola leggermente 


all'indietro, in modo da esporre il collo sottile.

Il primo coltello incise la pelle andando a formare un piccolo semicerchio.

Tracy urlò disperata.

Non aveva mai provato un simile dolore.

Slenderman finì il cerchio, poi prese l'altro coltello e incominciò ad incidere la pelle.

La piccola invocò ancora i suoi genitori, mentre il sangue scorreva giù dal collo.

A poco a poco, la piccola perse conoscenza accasciandosi lentamente a terra.

Slender fissò soddisfatto il simbolo a forma di cerchio sovrastato da una "X" sul 

collo della bambina.

La sollevò  e fece colare le gocce di sangue sulle pagine giallognole del libro.

Poi prese il coltello e si fece lo stesso simbolo sul polso magro.

Il sangue nero colò lento dalla ferita, come catrame.

Il contratto era stipulato.

Si disse portando la bambina nel bagno e avvolgendola in una coperta.

Doveva solo aspettare che arrivasse Jeff con l'umano e poi avrebbero cominciato 

l'addestramento.

...

Tracy si svegliò sentendosi la testa leggera, come svuotata, leggera.

Si alzò e corse fuori dal bagno, i suoi piedi andavano da soli, come se 

conoscessero già la strada.

La luce del sole la investì, scaldandola.

Vide suo padre in piedi, davanti a lei, con le braccia aperte.

-Papà!- disse.

L'uomo la prese in braccio sorridendole.

Da dietro quella maschera illusoria Slenderman scoprì i denti a formare un ghigno.

"Il contratto è stipulato", pensò," nessuno riuscirà a portarti via"





Saaaalve....

Ok, lo so che è una schifezza, 
ma volevo scirvere qualcosa su Tracy e Slender, quindiiiii....
Nel testo ci sono alcuni riferimenti, tutti legati ad una mia Fic, perciò,se vi piacciono
 le creepypasta, i contratti di sangue e Jeff the killer, ( e ovviamente Slendy!) allora andate a dare un'occhiata.
Un saluto 

Im a Murder girl