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Autore: giapponesina6    01/03/2014    3 recensioni
Eccomi qui con la seconda parte della storia, in molti avete chiesto una continuazione e ora ci proverò. La storia inizia nella regione di Kalos dove Ash proverà a sopperire alla sua mancanza affrontando una nuova lega, ma qui avrà un incontro che stravolgerà il tutto. Un incontro particolare lo avrà anche Lucinda, quasi surreale e si troverà a prendere una decisione davvero importante.
< Sai niente può fare così male come il dolore di chi non c’è più. Non credo che tornerò mai ad essere felice come un tempo >... Buona lettura
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Brock, Lucinda, Misty, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Salve a tutti, visto che in tantissimi mi avete chiesto una parte seconda della storia A qualeunque costo, ho deciso di provarci. Spero solo di non risultare banale, anche perchè è la cosa che più odio. Accetto qualche suggerimento da ognuno di voi, anche perchè l'idea mi è venuta grazie a voi. Buona lettura!


A volte da un oblò è possibile vedere il mondo o tantomeno immaginarlo al di sotto di quell’ammasso di nuvole. Prendere quella decisione per il giovane Ash non era stato facile, il respiro del suo ricordo dava calore al suo cuore e il tempo non avrebbe certo cancellato i suoi occhi dalla sua mente, ma ora era deciso più che mai a realizzare il suo sogno, dopo essersi classificato al primo posto alla lega di Kanto, aveva deciso di prendere parte a quella di Kalos e a guidarlo ci sarebbe stata sempre lei.
Non avrebbe potuto mai toccarla, sfiorare le sue labbra o incrociare il suo sguardo, ma lei avrebbe vissuto sempre dentro lui.
Il ragazzo al suo fianco non era particolarmente tranquillo, aveva sempre avuto paura degli aerei.
< Tranquillizzati Brock, non potrà accaderci nulla >
< La fai facile tu. Siamo così lontani da terra >
< Tra poco saremo arrivati, ancora un piccolo sforzo >
L’hostess gli portò una tazza di tea per tranquillizzarlo, e Ash parve divertito nel vedere che la paura di volare neanche riusciva a frenare la sua dote di don Giovanni.
Prese a guardare d nuovo dal finestrino. Ormai era lontano chilometri da Kanto. Un altro pensiero volò a lei.
 
 
Non molto lontano da lì, una ragazza dai lunghi capelli biondi era intenta a scegliere il cappello che avrebbe indossato quel giorno. A volte riusciva a passare ore intere a fissare i suoi cappelli, senza prendere una decisione. Sua madre era ormai rassegnata, ma vederla indossare quei cappellini tanto colorati la rendeva tanto fiera della sua bellezza. Ormai sua figlia era prossima a partire per la lega di Kalos e sapeva che per un lungo periodo sarebbe stata lontana da lei.
< Sempre alle solite Serena, non riesci proprio a prendere una decisione? >
< Mamma? Sono tutti così belli. Credo proprio che indosserò quello bianco col fiocco rosso >
< Il rosso da un tocco di calore ad ogni cosa. >
La ragazza se lo sistemò sul capo e prese a specchiarsi.
< Allora come mi sta? >
< Divinamente, ma sai benissimo che ben presto partirai per la lega e che non potrai portare tutti i tuoi cappelli con te >
< Lo so. Ma ti sbalordirò dicendoti che ho già selezionato il cappello che mi accompagnerà durante il mio viaggio e poi porterò con me quello di paglia > arrossì.
< Ma quello è vecchio e lurido. Non riesco proprio a capire il perché tu ci sia tanto affezionata. >
< Mi ricorda un incontro molto importante, risale al tempo in cui mi spedivi a Kanto al campo scuola del professor Oak >
< Avevi solo otto anni >
< Ma questo non significa che non ero abbastanza matura >
Presero a ridere.
< Vado a prepararti la colazione >
La lasciò sola in camera.
Lei prese dal cassetto quel cappello di paglia. Lo strinse al petto e iniziò ad inspirare il suo odore. Un rossore improvviso apparve sulle sue guancia.
< Ricorderò sempre il nostro incontro e ti aspetterò. So che prima o poi ci rivedremo >
 
 
A molti chilometri di distanza, in una piccola casa, una vecchietta era intenta a maneggiare erbe e pozioni. Nel pentolone ribolliva uno strano liquido e un forte aroma di menta aleggiava un po’ ovunque. Prese in mano un vecchio libro e prese a leggerne alcune righe.
< Non sarà facile, credo che avrò bisogno di tempo, ma riuscirò a portare a termine il tutto > sorrise e rivolse uno sguardo fugace alla creatura avvolta in quel lenzuolo di seta. Sorrise nuovamente.
 
 
L’aereo atterrò in perfetto orario. L’aria era leggermente più fresca e vi era un profumo insolito che aleggiava. Brock si gettò a capofitto in terra e prese a baciare il suolo.
< Finalmente siamo scesi da quell’aggeggio >
< Dai Brock, non è stato male il viaggio >
< Ora dove hai intenzione di andare Ash? >
< Non ne ho la più pallida idea > sorrise
< Come faresti senza me? La palestra più vicina si trova a Novartopoli, dove c’è Violetta la capo palestra più bella che abbia mai visto >
< Bene allora dritti a Novartopoli > il ragazzo alzò gli occhi al cielo e ancora una volta il suo pensiero fu rivolto a lei.
Brock intuì che ancora una volta stava pensando a Misty. Non avevano più toccato l’argomento, anche perché aveva paura di sfiorare in lui ferite ancora aperte. Aveva apprezzato il modo in cui avesse metabolizzato il tutto, ma sapeva fin troppo bene che parlare di lei avrebbe fatto riaffiorare troppi ricordi.
< Vogliamo andare? > disse con voce calda e rassicurante.
Lui tornò sulla terra e acconsentì col capo.
Si incamminarono a passo svelto verso un lungo viale costeggiato da alberi di acero, i colori richiamavano l’autunno ormai alle porte. I due ragazzi si scambiarono qualche battuta, rimanendo sempre sul vago. Brock spiegò che la lega di Kalos era famosa in tutto il mondo e prenderne parte era un tassello importante per tutti gli allenatori.
Novartopoli distava qualche chilometro dall’aeroporto nazionale, sarebbero arrivati in tempo per la cena.
 
 
In quel preciso momento la ragazzina dai capelli biondi stava rincasando proprio per la cena. Aveva finalmente scelto il suo Pokemon di partenza, un Fennekin di tipo fuoco. La donna le si avvicinò incuriosita.
< Allora quale è stata la tua scelta? >
< Ho preso un Fennekin mamma, è bellissimo > la ragazza fece uscire il Pokemon dalla sfera e apparve un volpino graziosissimo.
< Pensavo che ci avresti messo più tempo a scegliere > le sorrise.
< Sono riuscita in un paio d’ore > ricambiò il gesto.
< Allora è proprio deciso, domani partirai per la lega? >
< Mamma ormai non sono più una bambina, gli altri ragazzi cominciano il loro viaggio intorno ai dieci anni lo sai? >
< Per me è come se tu avessi sempre  dieci anni >
La ragazza le fece una smorfia. Lei sapeva benissimo a cosa si riferiva sua madre, ma della bambina di dieci anni ormai non aveva più nulla.
Cenarono in perfetta armonia, per poi dare un bacio alla donna sulla guancia e recarsi a letto. Finalmente avrebbe intrapreso il suo viaggio e sperò in cuor suo di riuscire ad incontralo in quella nuova avventura.
 
 
Il tempo passerà, ma non riuscirà a sbiadire quel tipo di dolore a sopperire alla sua mancanza. Lei vive dentro lui. Quelle ferite nel suo cuore continueranno sempre a fargli male a bruciargli dentro. L’unico sollievo è il suo dolce ricordo.
Il ragazzo guardava il cielo stellato da una finestra di una camera di una pensione, avevano deciso di sostare lì per la notte. Brock notò il suo sguardo triste e gli si avvicinò.
< Vuoi parlarne? >
Una lacrima rigò il volto del giovane allenatore e scosse il capo.
Brock gli poggiò una mano sulla spalla, sapeva benissimo quanto lui soffrisse la sua mancanza.
< Vai pure a dormire Brock, è tardi > la sua voce aveva un timbro spezzato.
< Sai che lei sarà orgogliosa di te >
Quelle parole gli andarono dritte al cuore.
< Lo credi davvero? >
< Certo >
< Sai niente può fare così male come il dolore di chi non c’è più. Non credo che tornerò mai ad essere felice come un tempo >
Questa volta fu il ragazzo più grande a rimanere in silenzio, ogni tipo di parola sarebbe risultata banale in quel momento. Continuarono a fissare il cielo ancora per un po’ senza dire nulla per poi recarsi a letto.
 
 
Arrivò l’alba di un nuovo giorno. Il sole penetrò dalla finestra irradiando ogni cosa col suo calore. La ragazza venne destata dal sonno da quella forte luce aprì gli occhi. Il giorno tanto atteso era finalmente arrivato. Fece una doccia veloce e prese a vestirsi. Indossò il cappello che aveva scelto con cura nei giorni precedenti e si diresse giù in cucina, dove l’attendeva la giovane donna.
< Buongiorno mamma > le diede un bacio.
< Buongiorno Serena, sei pronta? >
< Si mamma, sono prontissima > la donna abbracciò la ragazzina con tutto l’amore che aveva in corpo, lasciandoci sfuggire qualche lacrima.
< Mi raccomando stai attenta e chiamami appena puoi >
< Tranquilla mamma, e poi ci sarà fennekin con me > le sorrise e la donna le ricambiò il sorriso. Prese lo zaino e si incamminò verso l’uscita. La donna ancora una volta la strinse tra le braccia per poi lasciarla andare.
Serena si voltò un’ultima volta per salutarla con la mano per poi incamminarsi verso il suo nuovo viaggio.
La prima tappa sarebbe stata la palestra di Violetta.
 
 
A chilometri da Kalos, in quella piccola stanza, la vecchia signora era ancora alle prese con la sua magia. Quel lavoro richiedeva molte ore di preparazione, e solo alla fine avrebbe saputo se avesse avuto effetto.
Mancavano solo gli ultimi ingredienti.
Lacrime di Vaporeon.
Spore di Venusaur.
E luce notturna.
Doveva riuscire nel suo intento a qualunque costo.
 
Anche la camera dei due ragazzi venne invasa da una forte luce. Il giovane allenatore stava ancora dormendo immerso in un sogno in cui c’era lei.
Due ragazzi al tramonto all’istituto tec per pokemon
< Perché io te non possiamo essere come loro Misty? >
< Se non l’hai capito te lo dico io, perché lui non le ha distrutto la bicicletta >
Quella bicicletta. Quanto era stato grato a quella bici. Il motivo del loro incontro. Le immagini del sogno erano così confuse, ma i suoi occhi erano chiari come nella realtà
Venne destato da un raggio di sole.
Aprì gli occhi, Brock era già in piedi.
< Buongiorno Ash >
< Buongiorno a te Brock, che ore sono? >
< Sono appena le otto, ma credo che dovremmo lasciare la stanza >
< Mi preparo subito >
Sognare Misty gli dava un senso di malinconia ogni volta. Avrebbe voluto sognare per tutto il tempo, perché tornare alla realtà era davvero dura.
Pagarono la camera e lasciarono la pensione, la palestra di Novartopoli non era più tanto distante.
Pikachu guardava il suo amico preoccupato, anche lui avvertiva il suo stato d’animo.
< Oggi è proprio una bella giornata, non credi anche tu Ash? >
< Già > il suo sguardo si incupì. Nessuna giornata sarebbe stata mai più bella come quando c’era lei. Gettò quel pensiero all’indietro e si concentrò sul suo obiettivo. Doveva trovare la palestra di Violetta e vincere la sua prima medaglia.
 
 
Molto distante da lì, una ragazza dai lunghi capelli blu, aveva appena vinto la sua ultima medaglia e avrebbe preso parte alla lega di Unima. Un pensiero fu rivolto ad Ash, sarebbe stato orgoglioso di lei. Si chiese più volte cosa stesse facendo, se fosse partito per una nuova lega e se avesse dimenticato quella brutta storia di Misty. Si portò una mano al petto al ricordo delle sue lacrime strazianti.  La ragazza richiamò Piplup a sé e prese a camminare lungo la strada.



Angolo dell'autrice:
Ecco postato il primo capitolo, spero di riuscire a scriverne subito un altro e non tardare troppo, aspetto vostri commenti un abbraccio.
  
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