Ormai erano mesi quando io, mamma e mio fratello Philip, giravamo senza meta alla ricerca di un posto al riparo da qui maledetti bastardi. Eravamo armati solo di qualche fucile d’assalto due 99 mm con alcuni caricatori che mamma custodiva gelosamente in una sacca a tracolla.                                                                                          Meno male che mia mamma era un ufficiale di polizia e appena le cose si erano messe male aveva preso delle armi e aveva cercato di portare in salvo me, mio fratello e mio padre,  ma non ci era riuscita dato che mio padre era stato ucciso. Mio fratello non capiva mai niente, a volte mi faceva innervosire, non capiva che ogni giorno saremmo potuti morire, lui chiedeva a mia madre di poter andare a comprare i giornalini dei super eroi della tv. Ma questi supereroi? Dove sono? Ora il mondo è allo sfacelo e proprio quando c’è bisogno di loro, scappano. Finalmente avevamo trovato un Bar nella periferia di L.A. abbastanza al sicuro, abbiamo sfondato una finestra e ci siamo intrufolati in quel luogo nero in cui si respirava morte. Abbiamo subito acceso le torce perché sentivamo versi provenire da dietro il bancone. Io e mamma siamo andati a controllare mentre mio fratello più piccolo se ne rimaneva dietro di noi. Mia mamma prese in mano il coltello e mi fece cenno di fare lo stesso così obbedii, ci sporgemmo dal bancone per vedere se ci fosse qualcuno. Due zombie stavano mangiando con gran foga il corpo di un povero barista, forse rinchiuso li per cercare un riparo o forse per farla finita. I due morti si alzarono pulendosi con una mando lercia i pezzi di carne rimasti in bocca e mi guardarono per un istante con un briciolo d’umanità, ma poi il loro istinto animale prevalse e ci attaccarono. Io e mamma indietreggiammo e poi lei mi urlò “Violet! Come ti ho insegnato ricordi? Punta alla testa!” Così con una forza sovrumana tirai un calcio allo zombie dritto sul petto per farlo indietreggiare e poi gli saltai addosso con il coltello fra le mani come se dovessi compiere un rituale. Il coltello entrò senza sforzi e varcò le ossa fragili per arrivare alla materia grigia per uscire dalla nuca. Estrassi rapidamente il coltello e lo zombie cadde rovinosamente prima sulle ginocchia e poi definitivamente a terra, morto per la seconda volta e si sperava quella definitiva.  

Ciao ragazzi :) era da un po' che non scrivevo 
perchè ho dovuto riformattare il computer.
Questa sarà la mia storia principale e la storia 
quella su di me la cancellerò perchè è una
merd*a <3 questa invece spero che vi piaccia.
credo che stia venendo bene ora sono a già metà
del secondo capitolo e ho gia un sacco di idee in 
mente per questa storia muhahahahahh spero
che vi piaccian <3 <3 
RECENSITE IN MOLTI
Baci
Killerbee82 (Leo se preferite <3)