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Autore: Sara_Ginny Weasley    01/03/2014    2 recensioni
E se in qualche modo quattro paesi completamente diversi fossero legati? Spagna, America, Francia e Italia..
“Non c’è nulla, eh? Avevano ragione..” mormorò Zacarias deluso, guardando la sorella accasciarsi contro il tronco dell’albero.
Ma all’improvviso qualcosa distrasse la loro attenzione. Una sagoma scura avanzava verso di loro.
Ro si alzò subito e si riparò dietro al fratello. Avevano entrambi le orecchie tese e la gambe pronte a correre via.
Era un assassino? O il loro sogno si stava avverando?
“Siete qui per Angaps?” chiese la sagoma, ormai visibile.
I due fratelli si bloccarono all’istante nel vedere la stranezza dell’uomo. Aveva capelli lunghi fino alle spalle, color paglia. Gli occhi sporgenti e vivaci sprizzavano scintille da tutti i pori.
“Chi è lei?” chiese, stranamente senza timore, Zacarias.
“Fermin Yemen,” annunciò fiero. “con chi ho il piacere di parlare?”
“Zacarias Crespo e lei è mia sorella, Roslyn.” Rispose lento il ragazzo.
“Oh!” l’uomo fece un balletto strano. “Voi!” e fece un altro balletto strano, per poi inchinarsi maestosamente. “Vi ho trovati.” Sussurrò, così felice da essere quasi senza voce.
“Ci ha trovati? Ma noi.. non la conosciamo.” Roslyn parlò per la prima volta.
Aspettavano una risposta.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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1.Angaps

Vivevano nei pressi di Madrid, in Spagna. Lui, fratello maggiore, si chiamava Zacarias (Zac). Aveva quindici anni e tutte le caratteristiche del ragazzo più bello della scuola: capelli sempre biondi e ben curati, penetranti occhi azzurri, piccole e chiare lentiggini sul viso e un carattere buono e simpatico. Era anche tra i più bravi della classe e niente poteva andare storto.
Sua sorella, invece, era il contrario. Non aveva affatto preso nessuna caratteristica della famiglia. Il suo nome era Roslyn (Ro). Capelli arancioni sempre raccolti in una treccia malfatta, occhi verdi e occhiali neri. Lei era la sorella minore, dodici anni. Certo, aveva molte amiche, ma nessuna di loro sembrava trattarla come lei voleva.
I due fratelli erano molto legati. Passavano tutto il tempo assieme, tranne a scuola la mattina. Ogni momento libero lo passavano a un boschetto, vicino a casa. Non c’era mai nessuno e si sentivano liberi. Liberi di fare ciò che volevano senza le regole rigide che c’erano a scuola. Liberi di fare tutto, soprattutto fantasticare. Per loro era un vero e proprio Mondo, anche se non vedevano nulla di strano. I loro genitori gli dicevano sempre: “Non perdete tempo in quel postaccio, dove si possono aggirare gli assassini! Quante volte ve lo devo dire? La magia non esiste.”
Ma i due fratelli non si scoraggiavano: davanti a tutte le avversità passavano la maggior parte del tempo in quel piccolo bosco sperando di trovarci creature magiche o tutt’altro. Ma un giorno, Zacarias non ce la fece più. Non dette più retta alla sorella.
 
“Provaci da sola, Ro. Lo sappiamo entrambi, ormai. Non c’è nulla in quel posto, non vale più la pena di correre laggiù per poi rimanere delusi. Ciao”. E gli sbatté la porta in faccia, triste e arrabbiato allo stesso tempo.
Scoraggiata, Roslyn, entrò in camera sua e prese da sotto il letto una scatola dove ci metteva i suoi disegni più belli. Un dono che possedeva solo lei in famiglia era disegnare.
Si sedette sul letto e cominciò a sfogliare i disegni.
Qualche volta portava un foglio al boschetto e disegnava gli alberi o il paesaggio, ma aggiungendoci delle creature magiche che non aveva mai avuto modo di conoscere o solamente vedere.
Ma per la testa gli passò un’idea. Un patto da fare con suo fratello.
Roslyn si precipitò fuori dalla porta della camera e spalancò quella del fratello.
“Ehi! Sto studiando!” sbottò Zacarias chiudendo il libro di scatto.
“Scusa.. ehm.. dobbiamo andare al boschetto, provare per l’ultima volta e mostrargli che ci crediamo davvero. Che vogliamo veramente che il Mondo venga fuori. Ti prego, Zac, ti prego!”
Il fratello ci pensò un po’ su. Tante volte avevano detto ‘per l’ultima volta’, ma lui non riusciva mai a dire di no. In fondo aveva ancora quella speranza da bambino che gli permetteva di creare un mondo tutto suo. Lui cercava sempre di crederci davvero, ma era difficile. Tutti cercavano di convincerli che là fuori non c’era niente, e che l’unica realtà era quella che si vedeva tutti i giorni.
Ma lui ascoltò sua sorella. E così, accettò.
“Va bene. Ma è sul serio l’ultima volta dopodiché addio.”
“Sì, sì. Dopodiché addio.” Ripeté Roslyn, guardando dritta negli occhi azzurri del fratello già in piedi davanti a lei.
 
Dopo dieci minuti erano già al boschetto. Tutti e due pensavano la stessa cosa: noi ci crediamo. Se lo ripetevano in testa, pronti a vedere un cavallo parlante o un mago buono. Ma non apparve niente di tutto questo. Camminavano speranzosi tra le foglie cadute che scricchiolavano sotto i loro piedi, gli occhi fissi in mezzo alla nebbiolina che ogni giorno faceva la sua comparsa.
Mezz’ora dopo, Zacarias si appoggiò contro il tronco di un albero spoglio. Roslyn fece lo stesso.
“Non c’è nulla, eh? Avevano ragione..” mormorò Zacarias deluso, guardando la sorella accasciarsi contro il tronco dell’albero.
Ma all’improvviso qualcosa distrasse la loro attenzione. Una sagoma scura avanzava verso di loro.
Ro si alzò subito e si riparò dietro al fratello. Avevano entrambi le orecchie tese e la gambe pronte a correre via.
Era un assassino? O il loro sogno si stava avverando?
“Siete qui per Angaps?” chiese la sagoma, ormai visibile.
I due fratelli si bloccarono all’istante nel vedere la stranezza dell’uomo. Aveva capelli lunghi fino alle spalle, color paglia. Gli occhi sporgenti e vivaci sprizzavano scintille da tutti i pori.
“Chi è lei?” chiese, stranamente senza timore, Zacarias.
“Fermin Yemen,” annunciò fiero. “con chi ho il piacere di parlare?”
“Zacarias Crespo e lei è mia sorella, Roslyn.” Rispose lento il ragazzo.
“Oh!” l’uomo fece un balletto strano. “Voi!” e fece un altro balletto strano, per poi inchinarsi maestosamente. “Vi ho trovati.” Sussurrò, così felice da essere quasi senza voce.
“Ci ha trovati? Ma noi.. non la conosciamo.” Roslyn parlò per la prima volta.
Aspettavano una risposta.
“Oh, già, già, scusate. Voi siete il Re e la Regina di Angaps, il Regno a cui appartenete davvero. Molti secoli sono passati prima che la Strega Ester, quella cattiva, se ne andò. Lei si impossessò di Angaps e lo distrusse. Come avete fatto a non trovare l’entrata? La Tigre pensava che lo imparaste da soli, ragazzi! Ma questa mattina, ad Angaps, hanno disintegrato la Strega. Ma, sia chiaro, lei potrebbe tornare ugualmente.”
I due fratelli rimasero spiazzati ad ogni parola. Che cavolo era Angaps? Solo Roslyn, però, si era accorta che Angaps erano le lettere opposte di Spagna: bastava riordinare le lettere al contrario.
“Noi Re e Regina? Mi faccia un favore, lei no..”
Zacarias venne interrotto.
“Non c’è tempo, non c’è tempo! Angaps è ancora debole! Dovete aiutarla a tornare splendente e rigorosa come una volta! Venite con me, adesso, andiamo ad Angaps, forza.”
Il signor Fermin era scocco da brividi ogni volta che diceva parole di questo tipo ‘Strega Ester’ oppure ‘non c’è tempo’ o anche ‘Angaps è debole’.
Zacarias fece un cenno con la testa alla sorella come per dire ‘non è che sia pazzo?’. Roslyn gli rispose scuotendo la testa. In fondo non succede tutti i giorni di sentire di essere Regina di un Regno che non conosci.
“Dopotutto questo signore è buffo.” Sussurrò Ro al fratello, mentre seguivano Fermin verso il centro del boschetto.
“Ecco, ci siamo.” Disse dopo dieci minuti. “Vedete questo Albero particolare? Ricordatevi che è questo, eh.”
“Questo cosa?” chiese Roslyn.
“L’entrata attuale. Di solito ci sono svariati modi per entrarci, ma qui, a Madrid, c’è solo quest’albero e funziona solo con chi fa parte di Angaps. Ad esempio per gli altri quest’albero non esiste. Su, entrate.”
Zacarias e Roslyn non capirono. Entrate? Come si può entrare in un albero. Ok, era un Albero speciale, ma..?
“Vi mostro prima io. Ma voi seguitemi, non svignatevela!”
Dopo un segno d’intesa, Fermin s’infilò nella corteccia dell’Albero. Ma proprio, s’infilò. Quando stava attraversando l’Albero, una luce argentea filtrò nel mondo reale e smise di brillare quando Fermin fu dalla parte opposta. Zacarias era davanti al tronco. Prima di tutto non credeva ancora ai propri occhi. Tutto era strano ed era accaduto in troppo poco tempo per capire. Però Roslyn prese la mano del fratello e, insieme, s’infilarono dentro il tronco, facendo passare quel getto di luce immensa che lasciava l’Albero.
Nei due secondi in cui ‘volavano’ in un punto bianco dell’Universo si sentivano come se qualcuno li avesse presi dall’ombelico. I capelli frusciavano e dopo questi due secondi atterrarono con forza su dell’erba. Aprirono gli occhi a fatica, ancora scossi dal giro nella specie di Universo che pensavano e, una volta aperti del tutto, aprirono la bocca per dire qualcosa, ma a nessuno dei due uscì niente.
Erano ad Angaps.
  
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