Anime & Manga > Ranma
Ricorda la storia  |       
Autore: faith84    01/03/2014    9 recensioni
Forse Molti di voi conosceranno l'opera del grande Bardo "Molto rumore per nulla" (Much ado about nothing)... immaginate se Shakespeare fosse stato giapponese e i protagonisti della vicenda fossero stati Ranma Akane e i loro amici e familiari! Di sicuro il rumore sarebbe stato MOLTO, conoscendoli! L'opera presenta alcuni punti in comune con l'originale e anche alcune frasi direttamente riprese da Shakespeare. Spero di avervi incuriosito e invogliato a leggere questa mini serie.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Molto rumore per... Ranma!

 

Perché sospirare donne, perché sospirare?

L'uomo da sempre non fa che ingannare

di questa o di quella, infido amante.

A nulla mai rimane costante.

E da quando l'estate sui rami fiorisce,

l'uomo inganna e... tradisce.

Cessate dunque il pianto e il soffrire.

E l'uomo con gioia lasciate fuggire...

Perché così tristi le vostre canzoni?

Cupe parole, dolenti note.

Siate felici, lamenti e sospiri,

mutando sempre in allegri raggiri.

 

(Sigh no more, ladies- William Shakespeare- Molto rumore per nulla).

 

 

 

Epoca Sengoku. Isola maggiore dell'arcipelago di Okinawa.

 

C'era un gran fermento sull'isola quel giorno: erano attesi ospiti assai importanti e i servitori della potente famiglia Tendo stavano riordinando le stanze del fastoso palazzo del loro signore.

Un gruppo di giovani dai nobili natali, intanto si intratteneva nei bellissimi prati che circondavano la tenuta: era piena estate e il paesaggio era incantevole.

“Insomma Akane! Perché non ci allieti anche tu con una poesia?” disse Kasumi, la maggiore delle tre bellissime figlie di Soun Tendo, shogun di quelle floride terre.

“Ma lasciala perdere!” esclamò Nabiki, la sorella di mezzo, lisciandosi il prezioso yukata di seta “Sai che nostra sorella preferirebbe mille volte spaccare tegole che recitare una poesia o suonare lo shamisen!”

“Forza Akane! Dacci un assaggio delle tue capacità!” la incitò Ukyo, amica d'infanzia e ancella della più giovane delle Tendo.

Akane senza farselo ripetere, alzando appena lo yukata, sferrò un potentissimo calcio a un piccolo albero che subì una sorta di decapitazione. La piccola Tendo era l'unica delle tre figlie dello Shogun a sentirsi più portata per le arti marziali, antichissima tradizione della casata, che per il matrimonio.

“Brava sorellina!” sorrise la dolce Kasumi, battendo le mani alla dimostrazione di forza della giovane. Nabiki invece sbuffò, impaziente... chissà dov'erano i giovani e soprattutto RICCHISSIMI rampolli, che di ritorno vittoriosi dalla guerra, avrebbero dovuto fermarsi per porre omaggio alla loro potente famiglia.

“Sempre la solita ragazza violenta!” commentò un'altra bella fanciulla dai lunghi capelli color lavanda.

“Ha parlato la docile!” le rispose Akane alterata e le due presero a guardarsi in cagnesco.

I giovanotti, che tenevano loro compagnia in quella splendida giornata, erano rimasti ammutoliti dalla forza di Akane … molti di loro l'avevano anche sperimentata sulla propria pelle, nel momento in cui avevano deciso di farle una corte che non era stata precisamente apprezzata.

Il carattere ribelle della ragazza era famoso, almeno quanto la sua bellezza, in ogni angolo del Giappone.

L'attenzione dello spensierato gruppetto fu attirata da un rumore di zoccoli.

Akane, in preda alla curiosità iniziò a correre a capofitto verso la direzione da cui il rumore proveniva, presto seguita da Ukyo e Shampoo, la giovane dai capelli viola.

Anche il resto del gruppo non si attardò: potevano essere in arrivo notizie importanti.

Ai piedi della bassa collina, sul sentiero poteva intravedersi un nugolo di polvere e le ragazze ridendo festosamente si avvicinavano velocemente, fino a quando videro la sagoma di un giovane a cavallo.

Il ragazzo trattenne le briglie del bell'animale e si trovò di fronte proprio le tre giovani che per prime gli erano corse incontro.

“Signore che notizie portate?” si fece avanti un'impaziente Shampoo.

“Invero, mia signora, porto liete novelle!” esclamò il giovane con tono allegro, mentre si detergeva dalla polvere e dal sudore il viso aperto e cordiale.

“Non teneteci sulle spine!” si aggiunse Ukyo, mettendosi a fianco della compagna.

Intanto anche il resto del gruppo aveva raggiunto il sentiero e ascoltava con attenzione ciò che il giovane era venuto a comunicare.

“Sono felice di informarvi che la nave del principe Tofu ha attraccato al porto di Okinawa e che stasera i nostri giovani festeggeranno la vittoria... nel castello dello Shogun Tendo!”

Si levò un coro di voci festanti e gli occhi furono interamente puntati sulla bella Kasumi, che sentendo il nome del principe si era istintivamente portata e mani giunte al petto e aveva mostrato il più bello dei sorrisi.

“E vorrei sapere, signore, abbiamo perso molti uomini in questa azione?” si fece avanti Nabiki, calcolando mentalmente il costo di quella battaglia.

“Pochi, mia signora e nessuno di chiaro valore! Si sono distinti per onore il duca Mousse e il conte Ryoga! Il principe non ha fatto che lodare le loro gesta!”

Il gruppo guardò prima Shampoo, che fece un gesto di noncuranza e poi Akane, che invece si dimostrò assai felice nel sapere che quei giovani fossero tornati sani e salvi, per di più coperti di gloria. Poi un pensiero sembrò infastidirla.

“Ma ditemi... il signor VINCO-LA-GUERRA-DA-SOLO è tornato?” chiese la piccola Tendo con uno sguardo indecifrabile.

“Mia giovane signora, temo di non conoscere nessuno con questo nome!” le rispose confuso il messaggero.

“Mia sorella si riferisce certamente al barone Ranma Saotome!” intervenne Nabiki.

Il resto dei presenti iniziò a sghignazzare e le giovani, soprattutto Ukyo e Shampoo si lasciarono andare a sognanti sospiri.

A quel punto erano stati raggiunti anche dal signore del castello, il magnifico Soun Tendo, che molto poco magnificamente, dopo aver ascoltato le parole del cavaliere, si stava esibendo in un pianto a dirotto!

“Ma mia piccola Akane, mia dolce Kasumi, mia cara Nabiki! Sono notizie meravigliose!” e si fece avanti soffocando in un abbraccio tutte e tre le figlie: non era un mistero che il potente signore desiderasse sistemare con quei valenti giovani le sue belle eredi!

“Padre, ora basta!” fece Akane, liberandosi dalla stretta dell'oppressivo genitore, che continuava a piangere come una fontana. Si rivolse quindi di nuovo al messaggero.

“Vorrei sapere quanti ne ha uccisi e mangiati... ma soprattutto quanti ne ha uccisi... ho promesso di mangiare ogni preda uccisa da lui! È assai nota la sua abilità nell'andar a caccia di ogni genere di creatura, soprattutto se di sesso femminile... oche e altri volatili cadono ai suoi piedi, trafitti da invisibili dardi!” il tono di Akane era chiaramente sarcastico, ma il povero messaggero era interdetto. E intanto la giovane Tendo guardava divertita una furente Shampoo.

“Si è comportato in maniera esemplare, al pari se non di più degli altri gentiluomini già citati!”

“Oh non ne dubito! In quanto ad essere esemplare lo è di certo! Un esemplare di pallone gonfiato! E scommetto che si sarà reso utile nel divorare ogni vettovaglia andata a male! Una vera forchetta valorosa... uno stomaco di ferro!”

“Signora, lo reputo un gentiluomo e un valente combattente, esempio di virtù e...!”

“Già esempio... di come NON dovrebbe essere un uomo! Ma vi prego, a chi si accompagna recentemente? So che ogni mese ha un nuovo... “compagno d'armi”!”

“Beh la maggior parte del tempo la trascorre con i valorosi signori Mousse e Ryoga!”

“Oh Kami! Bisogna offrire un tributo alla divina Amaterasu perché illumini la cecità di quei poveri gentiluomini, afflitti da una tale tragedia!” Akane accompagnava tutto il suo discorso con plateali gesti di teatrale disperazione.

“Non date peso a quanto dice mia figlia, buon uomo! C'è una specie di allegra schermaglia tra lei e l'egregio barone Saotome!” intervenne lo Shogun, che intanto si era ricomposto.

Il messaggero sembrò rilassarsi e sfoggiò un sorriso “Spero di tenermi sempre cara la vostra amicizia, mia signora!”

“Fatelo, buon uomo, fatelo!” suggerì Nabiki, guardando divertita la scena.

Improvvisamente si udì un fragore, più in basso, proprio all'entrata della città.

“Sta arrivando sua eccellenza Tofu!” esclamò il messaggero.

Tutte le fanciulle schizzarono verso il palazzo, per agghindarsi e ricevere degnamente i giovani di ritorno dalla guerra. Soprattutto un affascinante barone dagli occhi di cielo.

------------------------- ----------------------- -----------------

 

“Per i Kami Ryoga! Abbiamo perso tre ore, dico tre ore! E tutto perché ti eri perso al porto!” Ranma cavalcava a fianco dell'amico “E sono indegnamente ricoperto di sudore e polvere e voglio farmi un bagno!” disse un affascinante giovane samurai tormentandosi i capelli stretti in un codino.

“Bah! Ranma, ti lagni come una onna piagnucolosa! Che vuoi che sia per un po' di polvere!” il conte Ryoga ignorò l'accenno al suo proverbiale scarso senso dell'orientamento

“Su compagni, non fate come al solito!” intervenne un gioviale ragazzo dai lunghi capelli scuri, rivolgendosi a un albero.

“Guarda Mousse che siamo qui!” gli urlarono in perfetta sincronia Ranma e Ryoga.

Il loro amico aveva qualche problemino di vista, ma era comunque un valido combattente, esperto in ogni tipo di arma: le diottrie mancanti erano compensate da altri sensi sviluppatissimi.

Al loro fianco, il principe Tofu, rideva dei soliti battibecchi che non mancavano mai di animare i lunghi viaggi della loro compagnia d'armi.

Ranma si accorse, ad un certo punto, che il castello era ormai in vista.

Guardò il principe, che impaziente spronò il cavallo al galoppo e poi i due compagni, dopo di che, diede un colpo deciso ai fianchi del cavallo.

“Forza, maledetti perdigiorno! Ryoga ti conviene starmi dietro se non vuoi ritrovarti a Edo! E vale anche per te Mousse!” e partì al galoppo, ricoprendo ulteriormente di polvere i due amici, che già giuravano vendetta.

“Sempre il solito arrogante bastardo!” spronò a sua volta il cavallo Ryoga, seguito da Mousse.

I giovani arrivarono al boschetto alle porte del palazzo e abbandonati i cavalli, si spogliarono delle loro armature, lanciandosi con risate e schiamazzi nelle pozze di acqua termale.

“Ah finalmente un bagno! Era ora!”

Ranma si appoggiò mollemente con un braccio a un masso, mentre l'acqua calda gli lambiva il torace muscoloso.

Fu presto raggiunto anche dal principe e dagli altri due compagni.

“Bene signori... dovremmo renderci presentabili per apparire al meglio di fronte al nostro esimio ospite!” disse sorridendo l'onorevole Tofu.

“Soprattutto alle sue belle figlie, vero mio signore?” lo punzecchiò Ranma.

“Ehm...” il sempre gioviale principe sembrò perdere completamente la bussola, staccando un enorme masso dalla riva della pozza e abbracciandolo imbarazzato.

Erano alle solite: anche i muri sapevano che aveva un debole per la maggiore delle sorelle Tendo.

“Ranma, non dovresti essere così spudorato con il nostro signore!” lo riprese il conte Ryoga.

“Tu taci che appena vedrai quell'Oni che si fa passare per donna, farai come al solito la figura del maiale sulla graticola!” continuò imperterrito il barone Saotome.

“E tu allora? Sempre circondato da quel gruppo di fanciulle adoranti? E inoltre non ti permetto di parlare così della dolce Akane!”

“Dolce quella? Nemmeno se si rotola nello zucchero di canna! È talmente orgogliosa, violenta e piena di sé che suo padre avrà un bel daffare a trovarle uno straccio di marito!”

Ryoga si afferrò con entrambe le mani il volto rosso e bollente “Oh se il nobile Soun Tendo mi accettasse come pretendente per quell'adorabile creatura!”

“Per quell'arpia infernale, vorrai dire!”

“Oh signori, per cortesia, piantatela! Lo sappiamo tutti che l'unica meritevole di attenzioni è la leggiadra Shampoo!” si fece avanti Mousse, parlando con due scimmie intente a farsi il bagno. Ranma rabbrividì: quella pazza di Shampoo le tentava tutte per incastrarlo in un matrimonio.

Intanto il principe galleggiava beatamente abbracciato al suo masso, mormorando “Oh, mia incantevole Kasumi!”

In un angolo un giovanotto ascoltava interessato tutto il dialogo del quartetto.

 

------------------- --------------------- ------------------------

 

Mentre i gentiluomini erano intenti a godersi le terme, nell'ala del palazzo riservata alle donne era in atto un vero e proprio putiferio!

“Ehi smorfiosa, guarda che quel kimono con gli aironi è mio!” urlò Shampoo con lampi omicidi negli occhi.

“Certo, come no! Infatti c'è scritto sopra GATTA MORTA!” le rispose Ukyo.

“Credi davvero che il valente Saotome darà anche solo una fugace occhiata a una sgraziata ancella come te? Tornatene in cucina!” rincarò la dose la giovane con i capelli color lavanda.

Akane in un angolo, faceva finta di nulla. E meno male che mancava all'appello quell'altra invasata di Kodachi Kuno, in visita a certi lontani parenti a Edo.

In realtà, la minore delle Tendo era certa che non volesse assistere all'umiliazione del fratello maggiore Tatewaki, cugino del principe, riappacificatosi recentemente con lui, dopo che aveva osato sfidarlo, alleandosi con certi suoi nemici: prima del finire della guerra era poi tornato sotto la bandiera del venerabile Tofu, ma la sua situazione era tutt'altro che limpida. Il fatto che anche il principe Kuno fosse stato invitato al castello dei Tendo, con il resto dei suo vassalli più fedeli, era prova della grande magnanimità del valente Tofu.

Akane fu scossa dai suoi pensieri dal rumore della zuffa scatenatasi tra le due ragazze, che dopo aver ridotto a brandelli il prezioso kimono con gli aironi, si stavano lanciando contro tutto ciò che capitava loro in mano.

La giovane Tendo aveva scelto, al contrario delle altre ragazze, un sobrio kimono bianco con piccoli fiori scarlatti e aveva acconciato i lunghi capelli neri con semplicità; non riusciva proprio a capire tutto quell'affanno per farsi notare da quel...quel...

Ricordava ancora la prima volta che suo padre glielo aveva presentato: era il figlio di un vecchio amico di famiglia, nobile decaduto che aveva molto viaggiato con il ragazzo tra la Cina e il Giappone, per perfezionare svariate tecniche di combattimento e per ripristinare la propria fortuna.

Entrambi i ragazzi allora avevano appena quindici anni.

In un primo momento Akane aveva pure pensato che l'aspetto del giovane fosse persino piacevole: alto, moro, prestante, con incredibili occhi azzurri che tradivano una discendenza da popoli lontani. Poi quell'arrogante aveva aperto bocca e da lì in poi tra i due era stata guerra aperta, che tutt'ora continuava anche se ormai erano alla soglia dei diciannove anni.

E quello scriteriato di suo padre le aveva pure espresso il desiderio in futuro che i due si unissero in matrimonio per dare nobili eredi che guidassero i suoi domini. Pura follia! Lei, quel fanfarone non lo avrebbe sposato nemmeno fosse stato l'unico uomo sulla faccia della terra!

 

------------------------- ---------------------- ----------------------

 

I gentiluomini, finalmente ritemprati e ripuliti dal bagno ristoratore, recuperarono vestiti puliti dai propri servi e si accinsero a presentarsi a palazzo, per rendere omaggio al loro nobile ospite. Le porte del palazzo furono aperte e i giovani nobili soldati fecero il loro ingresso in pompa magna.

Il seguito del nobile Tendo, guidato dallo shogun in persona, si presentò in giardino pronto ad accogliere il principe e il suo drappello.

“Mio caro Soun Tendo, sembrate ansioso di accogliere guai in casa vostra!” disse il nobile Tofu.

“Mio caro amico, mai guai entrarono nella mia dimora, indossando le vostre fattezze!” rispose lo Shogun con eguale cortesia.

Da dietro le spalle del nobile Tendo fecero capolino le tre giovani figlie, che si esibirono in una riverenza. Kasumi sorrise con calore al gruppo di gentiluomini.

A quel punto il valente Tofu, andò di nuovo in tilt! La visione dell'eterea Kasumi aveva amplificato di mille volte l'effetto provocato, poco prima, dalla semplice pronunzia del suo nome!

“Spero ci farete l'onore di partecipare alla festa in maschera di stasera, miei signori!”

“Ma... ma certamente nobile Tendo!” disse il principe stringendo con calore la zampa di un cane che transitava per il giardino.

“Ma come sono cresciute le vostre belle figlie... come vi somigliano!” continuò il valoroso Tofu, inchinandosi a delle statue panciute raffiguranti Budda.

Ranma andò a recuperare il suo signore e fece in modo di ricondurlo alla presenza del nobile Tendo.

“Beh mio principe non credo che le ragazze vorrebbero avere i baffi del padre nemmeno per tutta Edo!” cercò di sdrammatizzare il giovane barone Saotome.

“Perché parlate, barone? Nessuno vi presta attenzione!” la voce di Akane si levò chiara e limpida nel giardino. Subito Shampoo, che alla vista di Ranma era andata in brodo di giuggiole, le lanciò una occhiata assassina.

“Ma guarda chi si vede? Lo Sdegno in persona! Siete ancora viva?” rispose Ranma.

“Difficile che lo sdegno muoia quando si trova di fronte gente come voi, signor Saotome!”

“Tutte le donne mi amano eccetto voi... ma perdonate, tendo a dimenticare che voi NON siete una donna!”

“Mi ritengo fortunata in tal caso: preferirei udire i ragli di un asino alla luna che le vostre profferte amorose!”

“E sempre siano ringraziati i Kami! Ciò mi eviterà di andare in giro con la faccia pesta!”

“Sarebbe un miglioramento per la vostra faccia, credetemi!”

“Se il mio cavallo fosse veloce come la vostra lingua, sarebbe di certo un dragone alato! Ma, per i Kami, andate dove vi aggrada! Ho finito con voi!” concluse Ranma, voltando le spalle ad Akane, che senza aggiungere parola, sollevò una pesante statua del Budda e gliela scaraventò in testa, per poi andarsene sbuffando come un toro inferocito. Le persone intorno a loro sembravano abbastanza abituate a quelle scene.

“Te la sei proprio cercata!” gli rise in faccia il conte Ryoga “Ben ti sta!”

“E voi nobile Kuno, non volete unirvi a noi?” Soun Tendo si rivolse al giovane che non aveva ancora detto nulla.

“Vorrei porgervi i miei più sentiti ringraziamenti... La vostra ospitalità, nobile Tendo, è per me fonte di enorme piacere e come giovane puledro domato, mi rimetto alla vostra saggia mano per essere condotto alla...”

Il giardino si stava rapidamente svuotando e l'unico rimasto ad ascoltare il logorroico nobile era il suo fedele servo, Sasuke.

Ranma si stava allontanando con il resto del gruppo massaggiandosi la testa, indirizzando a Kuno uno sguardo piuttosto eloquente.

“Il solito esaltato! Ma perché ce lo siamo portati dietro?” disse il giovane barone tra sé e sé “E a proposito di gente che non cambia mai... la piccola Tendo è sempre la solita violenta ragazzina di un tempo!”

 

------------------------- ---------------------- --------------

 

“Mio fidato amico, posso dirti qualche parola?” il principe si avvicinò al giovane Saotome, seduto su albero del grande giardino interno.

“Dite pure, mio signore!” il giovane scese con agilità, pronto ad ascoltare attentamente il suo principe.

“Beh ecco io... cioè....” il principe non si era ancora ripreso dall'apparizione della bella Kasumi.

“ E' fin troppo chiaro dove volete andare a parare! La maggiore delle Tendo, vero? Il mio signore ha dunque intenzioni serie?”

“Beh ecco la guerra è finita e forse...”

“Non credo alle mie orecchie! Avete intenzione di sposarvi? Non vedrò mai uno scapolo di sessant'anni o uomini che non temano di andar a capo scoperto, senza paura di mostrare le corna!”

“Suvvia, nobile Saotome! Non potete davvero essere così allergico al gentil sesso!”

“Al gentil sesso no, ma all'amore... Non credo faccia per me... con tutto il rispetto mio signore!”

“Eppure potreste cogliere un fiore come la bella Akane, così intelligente e di buon carattere... so per certo che il padre si augura ardentemente che la vogliate in moglie!”

“DI BUON CARATTERE?FIORE? Quel cespuglio di rovi, vorrete dire! No, mio buon principe. Anche mio padre vorrebbe queste nozze, ma è chiaro che per ciò che riguarda i due diretti interessati, da ambo le parti vi è solo astio! E se dovessi cambiare idea appendetemi in una gabbia con sotto un cartello con la scritta QUI FA MOSTRA DI SE' RANMA SAOTOME, COLUI CHE FU RIDOTTO IN SCHIAVITU' DA UNA VIOLENTA ONI!” ironizzò il giovane Saotome.

“Mio signore, Ranma... come mai state indugiando?” il conte Ryoga uscì di nuovo in giardino tallonato dal duca Mousse, che finì per andare a sbattergli addosso.

“Si discorreva di matrimonio... il nostro nobile principe vuole chiedere in moglie la santa figlia dello shogun!” lo aggiornò Ranma.

“ Kasumi?La fanciulla ne è ben degna!” concordò Ryoga.

“Ma mio buon Ryoga come fai a...” il principe era assai interdetto.

“Mio signore, credo che lo sappia anche il garzone dello stalliere con tutti i cavalli che amate quella ragazza!” intervenne Ranma “Temo però che abbiamo un problema!” continuò il giovane.

“E quale sarebbe?” chiese Ryoga.

“Oh Kami! Ma lo vedi come si comporta il principe quando è presente Kasumi? Credi che sarebbe mai in grado di farle, non dico una proposta di matrimonio, ma una qualsiasi domanda sul tempo atmosferico? Questo è il motivo per cui dobbiamo aiutarlo!”

“Io avrei un'idea!” disse Mousse dopo aver ascoltato tutto “Tra poche ore ci sarà una festa in maschera... ora... se uno di noi si fingesse il principe...”

“...E facesse la corte a Kasumi in sua vece... Direi che potrebbe funzionare! Eccellente pensata, Mousse! Rimane da decidere chi di noi gentiluomini sia il più adatto!” concluse Ranma.

Tre paia di occhi gli si piantarono addosso.

“Eh?! Io? E perché di grazia, signori?” Ranma non sembrava molto d'accordo.

“Ehm... io pensavo di intrattenermi con la dolce Shampoo... spacciandomi per te, approfittando del volto coperto! In questo modo, forse non verrò malmenato come l'ultima volta!” disse Mousse.

“Ecco io... potrei provare a far tesoro dell'anonimato offerto dalle maschere per chiedere alla dolce Akane cosa pensa del sottoscritto!” gli fece eco Ryoga.

“Insomma lasciate a me la patata bollente? Davvero dei begli amici!” rispose Ranma scocciato, guardando i due e incrociando le braccia.

“Mio buon Saotome, davvero lo faresti per me?” lo guardò speranzoso il principe.

“Ma tu guarda che gente... i grandi guerrieri a cui va in pappa la materia grigia, quando si tratta di sottane! D'accordo lo farò, principe Tofu!”

Detto questo presero accordi sul da farsi.

 

------------------------ ------------------- ------------------

in una delle stanze del castello due uomini stavano conversando a bassa voce.

“Mio signore, cosa vi angustia?” chiese timidamente Sasuke.

“Oh mio fido Sasuke... la mia anima è un mare in tempesta divorato da cupi presagi. Si strugge preda delle più tristi...”

“Ehm... credo di capire signore! Voi volevate sconfiggere il principe per poi avvicinarvi alle sorelle Tendo e arrivare a governare sullo shogunato!”

“Nella mia mente si muove diafana l'immagine dell'avvenente Akane...”

“Signore non è detto che i vostri piani siano andati totalmente a monte!”

“E i profondi occhi di Nabiki Tendo mi tengono sveglio la notte...”

“Troveremo un modo per guastare tutta la felicità che permea queste terre!” riprese Sasuke.

“Senza parlare della maggiore delle sorelle... un fiore di gentilezza e bontà... Oh mio buon Sasuke, come vorrei far di loro le mie concubine!”

Era chiaro che non erano sogni potere a togliere il sonno al nobile Tatewaki.

“Ehm...tutte e tre?”

“Come scegliere in un giardino incantato il fiore più bello?... la mia sensibilità non me lo consente...” concluse il nobile.

“Porto notizie interessanti, padrone!” un ragazzo smilzo e con le occhiaie fece la sua apparizione con la discrezione di un'ombra.

“Gonsunkugi! Quali novità?” si rianimò Kuno “Qualcuna delle Tendo chiede di me, rattristandosi del fatto che non le ho offerto le dovute attenzioni? Oh care ragazze... rimedierò su...”

“No padrone! Però ho sentito che vostro cugino sta seriamente pensando di sposarsi!”

“E con chi di grazia?” fece supito Kuno.

“Possibile che non vi siate accorto... pazienza... comunque egli è perdutamente innamorato di Kasumi Tendo praticamente da sempre.”

“E questo potrebbe essere utilizzato per scopi a vostro vantaggio!” intervenne Sasuke.

“Già! Perché sarà il nobile Saotome a intercedere presso la ragazza, facendo le veci del principe.”

“Mi state forse dicendo che dovrei tramare nell'ombra? Io, il nobile Kuno? Giammai, miei infidi servitori.”

“Allora signore noi ci ritiriamo!” dissero i servi in coro.

Fecero per andarsene, ma qualcosa li stava trattenendo.

“Dunque? Cosa hanno pensato di fare le vostre argute menti?” disse Kuno, tirando entrambi i servitori per le vesti.

L'incoerenza del loro signore era storia nota.

“Beh, il fatto che la festa di stasera sia in maschera apre una vasta gamma di possibilità...” rispose sfregandosi le mani Gonsunkugi.

“Bene, miei fidati consiglieri... pensiamo attentamente al da farsi!” e il nobile Tatewaki proruppe in una risata soddisfatta.

 

---------------------- ------------------------ -------------------

 

 

“Chissà se il nobile Kuno si è pentito delle sue azioni?” riflettè Kasumi.

“Ma chi? Quella patetica imitazione di un principe? Sarebbe meglio si desse al teatro piuttosto che star a pianificare congiure!” intervenne Nabiki.

“Certo che il principe Tofu si è dimostrato un uomo di grande bontà nel perdonarlo!” aggiunse Kasumi.

“Sono d'accordo. Anche se molto spesso gli stupidi fanno più danno dei malvagi!” si intromise Akane, che più e più volte in passato, aveva tentato di far capire cordialmente al nobile Kuno di non nutrire il benché minimo interesse nei suoi confronti, ma la stupidità del principe e la sua insistenza non avevano limite.

Le giovani, accompagnate dal seguito di ancelle e amiche stavano attraversando il cortile nord del palazzo, per raggiungere il giardino esterno dove si sarebbero tenuti i festeggiamenti.

Giunte al grande portale di legno, videro che le attendevano alcuni servi a guardia di una enorme rastrelliera piena di maschere.

“Io prenderò quella da Amaterasu!” urlò Shampoo, facendosi avanti e spintonando le compagne.

“Te lo scordi! Per te andrà benissimo quella da ubriacone!” disse Ukyo, afferrandola per i capelli.

“Come si vede che quelle due sono ottime amiche!” sorrise la dolce Kasumi.

Akane sospirò e scelse la sua maschera, ringraziando cortesemente il giovane servo che gliel'aveva porta. Altrettanto fecero le due sorelle e si apprestarono a uscire nel bellissimo giardino, mentre Ukyo e Shampoo seguitavano a strapparsi i capelli a vicenda. Uno dei servi porse a Kasumi la maschera della dea Amaterasu, dicendole che lei, la fanciulla più dolce e affascinante del regno era l'unica degna di indossarla.

Le due litiganti non ebbero più nulla da obbiettare.

----------------------- -------------------- ------------------------

 

“Allora, signori è tutto deciso!” disse Mousse.

“Ma se voi praticamente non dovete fare nulla!” protestò Ranma.

“Non capisci la genialità del piano, Ranma!” intervenne Ryoga.

“Bah! Capisco benissimo che baderete come al solito ai vostri affari, signori miei!”

“Grazie, mio fidato Ranma per ciò che fai!” aggiunse il principe Tofu.

“Allora, mie nobili amici, mio principe.... che inizino i festeggiamenti!” affermò il duca Mousse, assaporando il momento in cui avrebbe potuto discorrere amabilmente con la sua Shampoo, senza rischiare le ire della ragazza. Per l'occasione aveva cercato di imitare la pettinatura del barone Saotome, in modo da trarre in inganno la fanciulla.

I giovani nobili erano nascosti su un alto albero del giardino nord e avevano potuto appurare le maschere scelte dalle ragazze, senza farsi scorgere.

“Allora Mousse hai capito? Shampoo è quella con il kimono viola e la maschera da gatto!” gli ripeté Ryoga per la centesima volta “E Kasumi invece ha la maschera da Amaterasu.” disse il giovane conte rivolto a Ranma.

“Akane non poteva scegliere maschera più consona al suo carattere!” malignò Ranma, riferendosi alla scarlatta maschera da Oni scelta dalla sua violenta nemesi.

A tale commento fu fulminato da un'occhiata di Ryoga, che cercò di centrarlo con un calcio, con il risultato di creare confusione e far cadere tutti dall'albero. E per fortuna che le ragazze erano già uscite dal portone e non si erano accorte di nulla.

 

-------------------- ------------------ -----------------

 

La festa era stata preparata in grande stile: ovunque tavoli riccamente imbanditi, presentavano i cibi più raffinati. Alcuni musicanti allietavano l'atmosfera con allegre melodie mentre giovani e meno giovani, si intrattenevano ballando, chiacchierando e mangiando e il profumo della frutta sugli alberi, ormai matura, perfezionava la cornice di quella notte incantevole.

Appena entrate le ragazze, furono trascinate via da una folla di persone che le coinvolse nelle danze, che per parecchio tempo sembrarono assorbirle completamente.

Dopo così tanto movimento le giovani furono presto preda della sete e si staccarono dal gruppo danzante.

Akane vide suo padre, inconfondibile anche mascherato, in lontananza parlare con dei giovani uomini, che non riconobbe per via del volto coperto; non vi badò più di tanto, anche se notò che l'espressione del genitore era più che soddisfatta.

Le sue sorelle intanto erano sparite dalla sua vista, così come Ukyo e Shampoo.

Si sedette su una grande panca di legno e mentre stava consumando il suo sakè venne avvicinata da un misterioso giovane con la maschera da maiale.

“Buonasera incantevole fanciulla!” si fece coraggio il ragazzo, che altri non era che il conte Ryoga.

“A voi, signore! Vi state divertendo?” intavolò una conversazione Akane, pronta però a disilludere qualsiasi aspettativa del ragazzo.

“Ora che sono in vostra presenza... sì.” continuò un impacciato Ryoga, che però traeva coraggio dall'anonimato.

Mmmm... la situazione stava già prendendo una brutta piega. A quelle feste fioccavano proposte di matrimonio e amori clandestini... e ovviamente lei non voleva né l'uno né l'altro.

“I giovani arrivati oggi sono davvero quanto di meglio possa vantare la nostra patria, non credete?” riprese il conte.

“Certo, se escludete quel fanfarone del barone Saotome!”

Ryoga rimase interdetto.

“D'altra parte una festa non è tale se non scambio qualche battuta arguta con lui... così per intrattenere i presenti!” si affrettò a specificare la giovane.

Ryoga stava per chiederle cosa ne pensasse del valoroso conte Hibiki, quando lei continuò.

“Chissà se è qui in giro o si sta intrattenendo con qualcuna delle oche che gli muoiono dietro... ” detto questo sospirò, toccandosi distrattamente la maschera e non prestò più nessuna attenzione al giovane. Prese poi ad allontanarsi senza nemmeno salutare.

Dall'altro lato del giardino intanto si udirono prima un colpo, poi uno schianto e infine delle urla a pieni polmoni.

“E SECONDO TE, BRUTTO STUPIDO MIOPE, POTREI MAI SCAMBIARTI PER L'AFFASCINATE E NOBILE SAOTOME?!” la voce di Shampoo sovrastò persino la musica.

Ryoga pensò che anche l'astutissimo piano di Mousse era stato un buco nell'acqua. Il conte dal canto suo, aveva capito molte più cose di quelle che desiderasse sapere, a partire dal significato della maschera da Oni indossata dalla ragazza dei suoi sogni.

 

 

---------------------------------- --------------------------------

 

Ranma non aveva ancora raggiunto Kasumi per dar vita al piano e farla convolare a giuste nozze con il suo principe: stava osservando, senza sapere nemmeno il perché la scena tra Ryoga e quella ragazzina violenta, mentre al contempo cercava di sfuggire alle attenzioni di Ukyo e Shampoo.

Vedendo poi che Akane si allontanava piuttosto in fretta dal suo compagno, decise che era venuto il momento di attuare il loro piano.

Scorse Kasumi intenta a chiacchierare con Nabiki, che indossava una maschera da iena, e si avvicinò con fare galante, omaggiando con fiori selvatici appena colti entrambe le ragazze, che si inchinarono graziosamente,

“Mia bellissima Amaterasu posso avere l'ardire di chiedervi di passeggiare con voi, rubandovi per un momento alla vostra compagna, che spero, non me ne avrà!”

“No signore, anzi.. Stavo giusto pensando di riprendere le danze. La lascio alle vostre cure!” Detto questo Nabiki si diresse verso il gruppo di ballerini, pensando “Mmmm... il prode Saotome e Kasumi... qui qualcosa non quadra!” ovviamente l'aveva riconosciuto subito, il bel barone... poi notò il padre ancora impegnato in chissà quali macchinazioni con un altro uomo, che per tutta la sera non aveva danzato. “Ora capisco!” Nabiki aveva avuto un'illuminazione e compreso al volo il piano del principe Tofu e dei suoi vassalli.

 

-------------------- ---------------- ----------------------

 

“Chissà dove è andato a cacciarsi quel buffone?” si stava chiedendo Akane. In quel momento fu raggiunta da un uomo che riconobbe come Sasuke, uno dei servi del principe Kuno. Possibile che non la lasciassero in pace? Giurò che se fosse stato l'ennesimo tentativo di quell'esaltato di chiederla in moglie, lo avrebbe conciato per le feste.

Il nobile Ryoga intanto guardava sconsolato il focolare che ardeva al centro del giardino bevendo a sorsi lenti dalla sua coppa.

“Avete l'espressione di uno a cui le cose non sono andate per il meglio, mio signore.”

La voce era giovane e gentile, ma anche piena di comprensione.

“Vedete la mia espressione sotto questa maschera?” chiese Ryoga.

“Beh più che vederla la intuisco... conte Ryoga!” rispose la fanciulla.

Il giovane conte riconobbe la maschera da geisha... Ukyo.

“Anche per voi la serata non sembra delle migliori, mia signora!”

“Beh le uniche parole che sono riuscita a scambiare con il barone Saotome da quando è arrivato, riguardavano insulti rivolti alla mia padrona, la signorina Akane... E per quanto possano parlare male l'uno dell'altro in ogni occasione...”

“Già... L'ho capito anche io... mentre eravamo in guerra, non c'era giorno in cui Ranma non tirasse in ballo la piccola Tendo.”

“Solo loro due non se ne rendono conto... E nell'incertezza noi patiamo le pene di un amore non ricambiato!” concluse Ukyo con tono triste.

“Amore non ricambiato... ma... ma... di che parlate, mia signora?” fece un imbarazzatissimo Ryoga.

“Suvvia, non fate finta di non capire!” lo punzecchiò Ukyo.

Dopo di che rimasero in silenzio a fissare le fiamme, anche se stranamente la serata non sembrava più così grama a nessuno dei due.

 

--------------------------- ------------------- -------------------------

 

 

“Cosa avete detto?” Akane non poteva credere alle proprie orecchie.

“Mia signora, sono sicuro che abbiate inteso alla perfezione... l'esimio barone Saotome, ingannando il nostro adorato principe Tofu, sta chiedendo a vostra sorella di sposarlo, ben sapendo cosa il nobile Tofu provi per la ragazza.”

Akane furibonda si guardò intorno per cercare il fedifrago e dargli quanto si meritava.

Vide da un lato quello che doveva essere il barone Saotome in ginocchio, ai piedi della sorella maggiore e dall'altro suo padre che piangeva abbracciato a un altro uomo, anch'egli in lacrime, che dedusse essere il giovane principe distrutto dal dolore per il tradimento dell'amico e vassallo.

La sorella aveva porto la mano a Ranma, che si era tolto intanto la maschera, e si era espressa in un cenno di assenso, al che il ragazzo le aveva sorriso.

Akane nera di rabbia, raccolse il primo oggetto contundente che trovò sulla propria strada, una enorme panca di legno, e si diresse con chiare intenzioni verso i due.

“CHE COSA CREDI DI FARE A MIA SORELLA, BRUTTO MANIACO!”

La panca con un lugubre tonfo si abbatté sul cranio dell'ignaro Ranma, che si accasciò a terra dolorante.

La musica cessò all'istante e il terzetto fu raggiunto da molti dei partecipanti alla festa.

Ryoga e Ukyo, alla quale il giovane conte aveva raccontato dei propositi del principe Tofu nei confronti della bella Kasumi, non riuscirono a trattenersi dalle risate: quei due testardi avevano davvero bisogno di chiarirsi.

“Akane, sorellina, ma che stai facendo?”

“Questo verme ti stava importunando, Kasumi! Ha solo ricevuto la giusta punizione!”

affermò decisa la piccola Tendo.

“Ma mia piccola Akane, hai completamente frainteso!” intervenne Soun Tendo.

“E... quando... mai... no?” bofonchiò Ranma da sotto la pesantissima panca.

“Vedete, mia signora...” si fece avanti il principe Tofu “Il mio prode amico, il venerabile Saotome, stava... Oh Kami!”

“ Nobile Akane, Ranma stava corteggiando vostra sorella per conto del principe Tofu!” fu Ryoga a dipanare quell'enorme malinteso.

“È vero sorellina... Ho accettato, dopo aver ascoltato da questo simpatico ragazzo quanto profondo e onesto sia l'amore che il principe prova per me, di... diventare sua moglie!” Kasumi appariva raggiante, anche più del solito.

Il principe Tofu abbracciò la panca e poi svenne, trovandosi di fronte gli occhi della creatura amata, la quale amorevolmente pose la testa di lui sulle proprie ginocchia.

Akane non sapeva che dire e arrossì violentemente.

Ranma dal canto suo si stava rialzando a fatica aiutato da Shampoo.

“Oh mio carissimo barone! Che sventura finire tra le grinfie di una ragazza così violenta! Aspettate, vado a prendervi qualcosa di freddo da mettere sulla testa!” e detto questo sparì tra la folla e squadrò la piccola Tendo con superiorità.

La più giovane delle figlie dello shogun, afferrò senza dire una parola, il barone per il codino e lo trascinò via, sotto lo sguardo attonito dei presenti.

FINE ATTO PRIMO.



note di Faith.
Surprise!! a qualcuno avevo accennato qualcosina!
Ciao a tutti! avevo questa ideuzza che mi girava per la testa e non voleva saperne di lasciarmi in pace!
Devo assolutamente ringraziare Aron perchè l'ispirazione mi è venuta leggendo la sua bellissima one shot in stile Jane Austen... da qui, questo altro piccolo colpo di testa, che nei mie programmi sarà davvero molto breve! tranqulle che non vi lascio orfane di Tragicommedia! Sto anche seriamente pensando a tutte le idee che mi fioccano in testa per quella che resta sempre la mia prima FF, e siccome sono parecchie voglio vagliarle tutte attentamente.

Alcuni piccoli appunti su questa storia... ho letto l'opera di Shakespeare (che spero non si stia rivoltando nella tomba con Dante!), ho visto il film almeno 20 volte ( e non in senso metaforico!), visto lo spettavcolo a teatro di almeno tre compagnie teatrali diverse! Insomma vado matta per questa storia. Se volete entrare in contatto con l'originale, vi consiglio la visione del film (dato che non a tutti può piacere leggere un copione teatrale) di Kennet Branagh con l'attrice Emma Thompson.
La poesia iniziale è stata anche musicata, ma è in inglese... ho messo subito la traduzione italiana perché la versione originale è scritta in inglese shakespeariano.
Insomma non volevo creare confusione.
Spero apprezzerete. ;) ;) A presto. ne approfitto per ringraziare ancora Aron e ovviamente tutti quelli che daranno un'occhiata a questo piccolo colpo di testa. 

 

  
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: faith84