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Autore: DorotheaBrooke    01/03/2014    4 recensioni
Tyrion Lannister, moribondo dopo la battaglia della Acque Nere, sogna Eddard Stark. Un incontro impossibile, che da a Tyrion Lannister l'occasione per riflettere e riflettersi negli occhi del Lord di Grande Inverno
-“Al gioco dei troni si vince o si muore”, così mi disse Cersei- ricordò Stark
-Per quanto io detesti concordare con mia sorella, è così- disse Tyrion –Non c’è una via di mezzo. O si vince, o si perde e la sconfitta è morte e vergogna, quindi bisogna evitarla con ogni mezzo.-
-Con ogni mezzo?- Chiese Eddard inarcando un sopracciglio
-Con ogni mezzo- ripetè il folletto con un ghigno
- Dare consigli a un bastardo, ideare una sella per uno storpio, evitare che la figlia di un traditore venga punita e disonorata di fronte alla corte, schiaffeggiare il re che potrebbe mettere la tua testa su una picca, guidare l’attacco per difendere una città assediata. Oh sì, Lannister, vedo che usi i mezzi più turpi per conquistare il potere- Stavolta fu la bocca del Lord di Grande inverno a deformarsi in un ghigno
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eddard Stark, Tyrion Lannister
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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N.B. : La situazione descritta è ispirata all'opera teatrale "A porte chiuse"di Sartre, ma lo sviluppo è completamente differenta. Un'idea strana, partorita in una serata insonne e sviluppata nell'arco di un paio d'ore. Ho tentato di non snaturare i personaggi, ma non mi sembra di esserci riuscita pienamente (del resto è il pericolo intrinseco nel far interagire due personaggi così lontani) , per questo ho deciso di bollare questa fanfiction come ooc. Ispirandomi a un'opera teatrale, era ievitabile che la storia si concentrasse molto sul dialogo, cosa in cui - ahimé- sono sempre stata men che mediocre. Vi chiedo dunque di essere spietati e di darmi tutti i consigli che vi verranno in mente. Grazie!

-Sono morto?- chiese Tyrion
-tu cosa dici?- replicò Eddard Stark
-beh, sono certo che l’ultima volta che ho visto la tua testa era piantata su una picca, quindi posso affermare, con un certo grado di sicurezza, che tu sei morto e se sto parlando con te … - distolse lo sguardo, traendo un sospiro. Osservò la stanza in cui si trovava, non che ci fosse molto da guardare, a parte le due poltrone ricoperte di velluto nero su cui sedevano lui e lord Stark, un camino acceso era l’unica decorazione. Niente finestre, solo una porta. Curioso il fatto che non ricordasse di averla varcata.
-Chi ti dice che stai parlando con me?- Un  sorriso increspava le labbra del suo interlocutore
Tyrion inarcò un sopracciglio – non sono in vena di enigmi, mio signore – tagliò corto osservando le fiamme danzare a poca distanza da lui.  Il loro dolce tepore, riusciva a rendere accogliente perfino quel luogo spoglio. La loro luce era calda, accogliente, così diversa dallo spettrale bagliore dell’altofuoco – Stannis ha vinto? Approdo del Re è caduta? – si risolse a chiedere tornando a osservare lord Stark  
-Non credo che questa debba essere la tua preoccupazione principale ora- il tono di voce del signore di Grande Inverno non era cambiato, eppure qualcosa in lui fece lo fece rabbrividire.
-Non si potrebbe aggiungere un po’ di legna?- chiese tentando di dissimulare il suo turbamento tornando a osservare il caminetto.
-non ne vedo il bisogno-
-Fa freddo…-
-Perché l’inverno sta arrivando- replicò Eddard con un sorriso
-Una battuta scontata non trovi, mio signore? – Perché si trovava lì? Cos’era successo? Per quanto si sforzasse, l’ultima cosa che riusciva a ricordare era il velo di sangue che sgorgava da suo volto squarciato che gli offuscava la vista e la voce di Pod sempre più flebile nelle sue orecchie. Non poté fare a meno di chiedersi se si fosse salvato almeno lui. Quel ragazzo si era rivelato tanto valoroso in combattimento, quanto era timido nella vita quotidiana.
- il coraggio fiorisce nei luoghi più improbabili- Disse Ned Stark, senza smettere di sorridere.
Tyrion rimase a bocca aperta – cosa? Tu… come fai a sap…?-   sospirò –ah già, visione dell’aldilà, soprannaturale, eccetera, eccetera- agitò la mano in aria come se potesse scacciare quel pensiero come una mosca molesta. Che senso aveva tutto ciò? Era davvero morto, oppure stava sognando tutto? E che cosa voleva da lui l’uomo che gli stava di fronte? Tutte queste cose avrebbe voluto sapere, ma per chissà quale motivo le parole continuavano a morirgli in gola – dove conduce quella porta?- si risolse infine a domandare, accennando all’uscio di legno della stanza.
-Ovunque tu voglia … -  Fu la risposta che ricevette.
-Anche in un posto dove io sono alto, forte, le fanciulle si strappano i capelli a vicenda per avere un posto nel mio letto e mio padre non mi considera la più grande sventura che si sia mai abbattuta sulla sua casa?- la bocca del Folletto si deformò in un ghigno, mentre le fiamme del caminetto lasciavano in ombra metà del suo volto.
-Sì … - rispose Ned –se tu lo volessi davvero-
Tyrion fissò gli occhi asimmetrici su di lui, rimanendo per un attimo a bocca aperta. Infine i suoi lineamenti si irrigidirono –non sono in vena di giochetti, mio signore, perché non dovrei voler andare via?  Perché non dovrei voler lasciarmi tutto alle spalle?- la sua stessa voce gli pareva calata di un’ottava – perché dovrei voler rimanere qui …  con te?-
-Non saprei, Lannister, dovresti chiederlo a te stesso, perché vuoi rimanere qui… con me? – Le labbra di Eddard Stark non avevano smesso di essere increspate dal medesimo calmo sorriso.
Tyrion storse la labbra nel sentirsi chiamare con il nome della propria famiglia. Lannister. Sulla bocca di un uomo del nord suonava quasi come un’imprecazione. Perché avrebbe voluto rimanere con un uomo che era stato rovinato dalla sua famiglia? Perché mai avrebbe dovuto desiderare la compagnia di quell’ingenuo, noioso, austero lord? – Perché assomigli a tuo figlio – La risposta era fluita dalle sue labbra senza quasi che se ne accorgesse.
Il sorriso scomparve dalla bocca di lord Stark per essere sostituito da una vaga espressione di sorpresa -Catelyn mi diceva sempre che Robb mi assomigliava ogni giorno di più-
-No, non lui- Tyrion scosse la testa, scacciando l’immagine molesta di Robb seduto su uno scranno di fronte a lui, mentre i lupi ringhiavano –L’altro tuo figlio …  quello simpatico-
Eddard inarcò un sopracciglio – Brann? -
-Jon-
Il lord di Grande Inverno rimase in silenzio, come se quel nome avesse rievocato nella sua mente qualche ricordo, qualche visione di un lontano passato.
-Ti assomiglia, sai?- continuò Tyrion –Insomma… anche gli altri tuoi figli ti assomigliano, ma in loro c’è troppo sangue Tully per i miei gusti… Jon è diverso, un vero uomo del nord .-
-Cosa ne sa un Lannister degli uomini del nord?- L’espressione di Eddard Stark ora era dura, severa, fredda come la neve che cade incessantemente sulla barriera.
-Niente … - Ammise il Folletto con noncuranza – Ma perfino un Lannister ha occhi per vedere- per l’ennesima volta distolse lo sguardo, rivolgendo la propria attenzione alle fiamme del caminetto – bruciano, crepitano, danzano, si avviluppano le une sulle altre- mormorò assorto.
-Possibile che mi trovi così noioso, da ritenere un caminetto uno spettacolo di gran lunga più interessante della mia presenza? – Chiese Stark, tornando a sorridere.
Tyrion percepiva le sue parole come un eco che si diffonde dalla barriera per miglia e miglia. Anche i soldati di Stannis erano stati avviluppati dalle fiamme. Li aveva bruciati tutti quei poveri diavoli che erano sulle navi. Se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire le loro urla. Quanti erano i cadavere portati in braccio dalla corrente delle acque nere? Davvero non avrebbe saputo dirlo. –Perché li ho uccisi? Non riesco a ricordarlo- disse portandosi una mano alla fronte.
-A volte non si ha scelta-
Tyrion alzò lo sguardo, un complimento da parte di suo padre non sarebbe giunto meno inaspettato delle parole di Stark –Proprio tu dici questo?- lo guardò incredulo –L’integerrimo lord Eddard Stark che fa sempre la cosa giusta, che non accetta compromessi, che disprezza i giochi del potere in ogni loro forma-
-E’ questo che pensi di me? Questo ti dicevi di me mentre ti aggiravi nelle stanze che mi appartenevano e giacevi nel letto dove io avevo posato il mio capo- disse mentre sulla sua fronte corrugata si disegnavano linee parallele come in un pentagramma.
-Io…- Tyrion esitò, era prudente essere sincero? Anche se avesse mentito, aveva il forte presentimento che il suo interlocutore se ne sarebbe accorto. Del resto, perché avrebbe dovuto temere Eddard Stark? Il lord di Grande Inverno era defunto e anche lui era morto o stava per morire. Che male si poteva fare a dei cadaveri? – io mi dicevo che eri un uomo giusto…- disse -… giusto, ma stupido-
- Ma davvero? – chiese Ned con aria interessata
- Portandoti ad Approdo del Re, Robert ti aveva trascinato dritto all’inferno, davvero speravi di sopravvivere senza comprometterti? – chiese il Folletto con un ghigno –Davvero speravi che mia sorella si sarebbe fatta docilmente da parte? Quale demone ti ha posseduto per farti pensare che fosse una buona idea mostrare clemenza verso un leone pronto a sbranarti?-
-“Al gioco dei troni si vince o si muore”, così mi disse Cersei- ricordò Stark
-Per quanto io detesti concordare con mia sorella, è così- disse Tyrion –Non c’è una via di mezzo. O si vince, o si perde e la sconfitta è morte e vergogna, quindi bisogna evitarla con ogni mezzo.-
-Con ogni mezzo?- Chiese Eddard inarcando un sopracciglio
-Con ogni mezzo- ripetè il folletto con un ghigno
- Dare consigli a un bastardo, ideare una sella per uno storpio, evitare che la figlia di un traditore venga punita e disonorata di fronte alla corte, schiaffeggiare il re che potrebbe mettere la tua testa su una picca, guidare l’attacco per difendere una città assediata. Oh sì, Lannister, vedo che usi i mezzi più turpi per conquistare il potere- Stavolta fu la bocca del Lord di Grande inverno a deformarsi in un ghigno.
Tyrion rimase senza parole. Che cosa intendeva dire l’uomo che aveva di fronte? Che approvava le sue azioni? Non poteva essere. Aveva difeso la famiglia che l’aveva messo a morte e che ora minacciava la vita dei sui figli. Eddard Stark non avrebbe mai agito come un Lannister. E anche se così non fosse stato, chi se ne fregava? Chi cazzo gli aveva chiesto il suo fottutissimo consenso? – Che cosa vuoi da me? – sibilò ribollendo dalla rabbia.
-Che cosa vuoi da me?- ripeté Stark sorridendo
-Non prenderti gioco di me, mio signore- replicò il Folletto –Io non voglio niente da te-
-E allora perché siamo qui, io e te?-
-Odio gli indovinelli- disse Tyrion, passando ripetutamente la mano sul velluto della poltrona, tentando di calmarsi – Non ho idea del perché siamo qui. Tu sei uno Stark e io sono un Lannister. Tu sei meglio che il nord potrà mai partorire, io il peggio del sud. Non c’è niente che abbiamo in comune, niente che ci avvicini. Tra le nostre famiglie non ci sarà mai amicizia, perché i leoni non possono tollerare che i lupi contendano loro il primato sulla foresta-
-Sei un Lannister? Sei il peggio del sud? E allora perché tenti così disperatamente di agire in modo giusto?-
-Me ne frego della giustizia!- Se le pietre avessero potuto urlare, avrebbero avuto la voce di Tyrion Lannister –Io non sono uno dei tuoi lupachiotti! Io mento, minaccio, uccido per raggiungere i miei scopi! L’ho fatto fin dal mio primo giorno in questa terra, quando mi sono guadagnato il respiro uccidendo la donna che mi stava concependo!- Sorrise – E’ per questo che io sopravvivo e voi morite. Voi pretendete di elevarvi ad altezze inarrivabile, irrespirabili per i comuni mortali, ma non importa quanto siano alte le vostre aspirazioni, tutto finisce col ridursi a vanità e orgoglio del cazzo allo stato puro. Io penso solo a me stesso e mi accetto per quel che sono. Io sono un mostro!-
-Tu vorresti essere un mostro- lo corresse lord Stark – i mostri non hanno rimorsi, non sono tormentati dalla propria coscienza, non soffrono per il disprezzo del prossimo-
-Dove vuoi arrivare, Stark?– Non riusciva più a controllarsi, tremava di rabbia. Avrebbe voluto schiaffeggiarlo, chissà se fosse stato abbastanza veloce, ci sarebbe potuto riuscire, solo che poi ne avrebbe dovuto subire le conseguenze, ma che male poteva fargli un morto?  -Io ho ucciso migliaia di persone!-
-E quante altre ne hai salvate?- chiese Eddard, osservando il nano con sguardo comprensivo.
-Non sono disposto a giocare questo luogo- replicò Tyrion –Me ne frego delle tue domande! Me ne frego di te e della tua cazzo di assoluzione-
-Assoluzione?- Ned Stark inarcò un sopracciglio –Io non ho mai parlato di assoluzione-
Per un attimo Tyrion fu certo che sarebbe davvero saltato alla gola del proprio interlocutore. Tuttavia infine si limitò ad abbandonarsi contro lo schienale della poltrona, come se quel dialogo avesse prosciugato le sue forze – Perché sei qui?- mormorò
-Sono qui, perché tu lo vuoi-
Scosse la testa –ti assicuro  che parlare con te, non rientra nei miei desideri- inclinando il capo di lato – e ti assicuro che sono molte le cose che voglio: avere tutte le donne che desidero e magari un drago, essere forte come mio fratello Jaime, bello come mia sorella Cersei e astuto come mio padre. -  
-Tu vuoi essere come il resto della tua famiglia?- chiese Eddard Stark osservando il folletto.
- Non è quello che vogliono tutti?- si limitò a replicare stancamente
- Per lo più, ma tu già sei come il resto della tua famiglia- affermò l’uomo che gli stava di fronte.
Tyrion scoppiò a ridere, una risata stanca, dolorosa, come se ogni volta che il petto si alzava e si abbassava una lama gli si infilasse fra le costole – ma mi hai visto? –
Ned  scosse la testa – non mi riferivo all’aspetto esteriore.- Fissò lo sguardo sul nano – In te c’è più di tuo padre di quanto tu e lui ammetterete mai. Forse Jaime avrà ereditato l’abilità bellica, ma in quanto all’ingegno politico, tu sei come Tywin Lannister.-
-Mezzo Tywin- replicò il folletto, ma la risata si era congelata sulle sue labbra –ma mettiamo che tu abbia ragione, mettiamo che io sia il più Lannister dei Lannister. Perché diavolo dovrei parlarne con te? –
- Perché pensi che se gli dei fossero giusti, sarebbero quelli come me a vincere-
– se gli dei fossero giusti, non nascerebbero nani – sogghignò Tyrion Lannister, ma fu colpito nel vedere il suo stesso ghigno riflesso sul volto dell’integerrimo Ned Stark.
-Forse gli dei non sono giusti, ma tu sai riconoscere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato- Disse il lord di Grande Inverno – Lo sai e non riesci a ignorarlo. Non importa quanto siano ciniche le parole di cui ti riempi la bocca, non importa quanto siano basse le azione cui ti spinge la disperazione. Sei condannato ad ascoltare la tua coscienza.-
Tyrion si voltò verso la porta, perché stava ascoltando quelle parole? Che utilità avevano quei discorsi? Perché non se ne andava ovunque portasse quella maledettissima porta?  -Un Lannister non perde tempo ad ascoltare la propria coscienza- disse con voce atona
-Ma davvero?- Eddard Stark scosse la testa – puoi mentire a me, ma non a te stesso-
Almeno quello era vero – e allora? – si passò   una mano sulla fronte – che cosa vorresti dire, che io sono come te? Un uomo giusto con un grande peso sulle spalle?- rise
-No, non sei come me, questo è chiaro- replicò Stark – Ma per quanto tu lo neghi, non sei neanche il mostro che tutti si aspettano da te e non lo sarai mai. –
 
 
Tutto svanì. Il sorriso del Signore di Grande Inverno, il caminetto acceso, la porta, tutto venne inghiottito dal buio. Aprì gli occhi e si ritrova in una stanza oscura, dominata da un odore acre di sudore e orina. Contrasse la bocca  in una smorfia e si accorse che il volto, avvolto da bende, bruciava come il fuoco. Mugugnò per il dolore e la rabbia. Dopo tutto ciò che aveva fatto, l’avevano portato lì a morire. Da un angolo buio emerse Podrick. Dunque non era morto, almeno di questo poteva dirsi sollevato.
-Mio signore, le tue ferite sono molto gravi, devi bere –
Lasciò che il ragazzo infilasse una specie cannuccia tra le bende e inghiotti il liquido senza pensare. Solo troppo tardi si accorse che era latte di papavero.
 
 
Eddard Stark gli stava di nuovo innanzi.
Prima che iniziasse a parlare, Tyrion scosse la testa – Robert era un ubriacone lascivo, due qualità che io apprezzo con tutto me stesso- portandosi la mano destra al cuore – ma non riesco proprio a capire cosa trovasse in te, ora se vuoi scusarmi – alzandosi in piedi – devo andare… - guardò la porta -… da qualche parte,  a mai più rivederci – fece un profondo inchino – mio signore-
Tyrion Lannister si diresse verso la porta, avesse anche portato nel peggiore dei sette inferi, sarebbe stato meglio che quel luogo dove, se non l’avessero ucciso le ferite, sarebbe morto di noia. Perché Eddard Stark gli aveva parlato in quel modo? Perché le sue parole avevano fatto arrabbiare tanto una parte di lui? E perché un’altra parte di lui ne aveva goduto come di un balsamo su una ferita.  Pose la mano sulla maniglia, ma subito la ritrasse. Perché fra tutte le persone possibili vedeva proprio Eddard Stark? –Perché?- mormorò voltandosi
-Perché io sono l’unica speranza che hai di riuscire ad accettare te stesso…- Lo stesso calmo sorriso illuminava quel volto nobile.
-Accettare me stesso?- tornò verso la poltrona, era davvero possibile che riuscisse ad accettare se stesso? - … Al passato, solo al passato-
Si lasciò cadere indietro, solo qualche istante più tardi si accorse con profonda angoscia che il lord di Grande Inverno era scomparso, lasciandolo solo, a porte chiuse.
 
 
 
  
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