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Autore: _annizero    01/03/2014    0 recensioni
" E chi lo ha mai detto che i sogni che realizzi finiscano tutti bene? Insomma, guardaci, tu eri il mio sogno più grande. Eppure, ad amarti, sono finita nella merda più totale."
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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GIUGNO

 

"Mi dispiace ma noi non possiamo essere più amici" 

Lo dissi con una tale facilità che quasi me ne stupisco a ripensarci adesso.

Insomma, Sam era stato il primo ragazzo per cui avevo perso davvero la testa, e con quella anche due anni di medie che sembravano oramai interminabili.

Ma senza dilungarci troppo, la cosa che più mi sconvolse allora (ancora mi fa lo stesso effetto) fu il modo in cui rispose.


"Cosa? Ma sei impazzita?" 


Con la fronte corrugata e la bocca semi aperta, quasi per simulare uno stato d'animo sconvolto, si avvicino a me ancora di più di, lasciando pochi centimetri di distanza.

Ora, se proprio c'è una cosa che mi fa paralizzare del tutto è quando lui mi si avvicina, fin troppo. Era già capitato altre volte, e devo dire che per dei buoni cinque minuti rimanevo lì a fissarlo come un'ebete, quasi come se avessi visto un angelo. O una barretta di cioccolato milka. Dipende dai punti di vista. Resta il fatto che quella sera, in quel preciso istante, con quella luna perfetta di un normalissimo 26 giugno, avrei potuto fare qualsiasi cosa. E con qualsiasi cosa intendo baciarlo. Ma nulla di questo successe purtroppo, anche se sarebbe un bel modo per iniziare una storia dato che i baci, diciamoci la verità, inteneriscono qualsiasi buon'anima con un minimo di romanticismo. Quindi, anche se l'idea iniziale era quella di darvi già qualche piccola soddisfazione, devo deludervi.

Non rimasi affatto paralizzata, anzi, credo che quella sera, per la prima volta, riuscì a guardarlo in faccia senza subito abbassare gli occhi. Devo ammettere che lui era più bello del solito, e i capelli arruffati che lasciavano intravedere gli occhi color ghiaccio, non aiutavano affatto. Presi tutto il coraggio che ebbi in corpo e gli risposi secca, cinica, fredda, e chi più ne ha più ne metta:


“No, non sono impazzita. Ci stiamo facendo del male entrambi a stare vicini. Quindi se devo essere io la persona matura a risolvere la situazione allora lo farò. Mi dispiace, ma non possiamo essere più amici”.


Girai i tacchi e me ne andai verso il tendone dove stavano mettendo in tavola la torta, non che ne volessi un pezzo, ma mi parve la cosa migliore della serata dopo aver appena detto addio al mio migliore amico in una maniera fin troppo da copione di un film. Insomma, -Ci stiamo facendo del male entrambi?-, ma perfavore, lo stronzo è sempre stato solo lui. Ma questo ve lo spiegherò più avanti.

La serata passò e oramai, la 3F era pronta per i saluti.

Oramai erano già tutti in procinto di piangere, ma a me non andava affatto di mostrare qualche lacrima d'addio che sarebbe scomparsa dopo due secondi tanto che era finta. Perché ammettiamolo, nessuno di noi riesce a tenere stretti i rapporti con gli amici delle medie. Ma per quei visini sorridenti, mentì per una sera: 

“Non ci lasceremo mai vero?” 

“No, mai” 


Risposi io ad Anna con un tono che ancora ricordava un addio da film. Accidenti.

L'orologio segnava le 11:35 e io avevo abbastanza sonno e già qualcuno stava indossando i giubbotto per tornare a casa. Iniziai ad abbracciare tutti quanti, da Rita ad Anna, fino ad arrivare Martina, che mi strinse più forte di tutti. E poi però qualcosa mi fece scendere di nuovo l'umore sotto i piedi: Sam era a braccia aperte di fronte a me e mi chiedeva un abbraccio. No, non stava parlando, ma io oramai avevo imparato a capire ciò che voleva dal modo in cui storceva le labbra. E quando voleva un abbraccio, iniziava a morderle ripetutamente.

Sarei potuta, e avrei voluto, correre ad abbracciarlo, ma i miei erano già in auto e il clacson della macchina mi aiutò a non cadere di nuovo in errore. Magari avesse potuto salvarmi le volte seguenti. Dannato clacson.

Tornai a casa e mi infilai subito sotto le coperte. Quanto cavolo avrei voluto piangere, ma non ci riuscivo. Così mi rassegnai e chiusi gli occhi, sperando di riuscire a dormire.

 

Se la memoria non mi inganna, passò una settimana dalla cena di fine anno e quel giorno di domenica io commisi, ancora, lo stesso errore. Presi il telefono e iniziai a rileggere le vecchie conversazioni con Sam. Si, lo so; le avrei dovute cancellare molto prima per evitare qualche ripensamento ma...troppo tardi.


"Ehi..scusa per sabato sera.."

“Ehi..scusa per sabato sera, non so che mi sia preso

Lo inviai immediatamente perché sapevo che avrei potuto passare delle ore davanti a quel telefono, chiedendomi se inviarlo o no. Non ricordo se la risposta fu immediata ma arrivò:

 

“Tranquilla, è tutto apposto principessa”


Seguirono altri messaggi come questo, su quanto fosse difficile stare separati e bla bla bla. TUTTE CAZZATE. A lui non importava nulla, e io lo sapevo, ma ci stavo troppo bene in quel momento che fingevo di esserne allo scuro. Un po' come quando sai che sei a dieta, ma quel cucchiaio di nutella te lo perdoni, dimenticandoti dei rotolini in più di pancia.

 

“Ti va di uscire Lunedì principessa?”

 

A pensarci bene, quando ricevetti quel messaggio caddi letteralmente dal divano per i troppi salti di gioia. Ma chi se ne fregava, insomma io e Sam saremmo usciti. E anche se sapevo che come tutte le altre volte non sarebbe successo nulla, bhe mi bastava vederlo per stare bene.

 

Arrivò tardi quel giorno, perché per la troppa esaltazione non riuscivo a pensare ad altro. Forse lui non ne era così entusiasta ma, rimanevo a sguazzare nel dubbio che forse a lui importava qualcosa di me. Alla faccia di tutte le malelingue. Mi ero appena vestita eppure mancava un'ora perché uscissi di casa per raggiungerlo, ma non riuscivo a stare senza far nulla. Fortuna volle che Lisa mi chiamò e mi tenne occupata:


“Guarda che stai facendo ancora una volta la stessa cazzata Vale, lo sai come andrà a finire”


Mi disse dall'altra parte del telefono una Lisa fin troppo stanca di ripetermi sempre le stesse cose (parole sue).


“Lo so, ma io proprio non ci riesco a stare senza di lui”

“Ovvio, perchè uno che ti tratta così da schifo ti merita vero? Merita tutto il tempo che passi a prepararti o ad aspettare il momento in cui lo vedrai. O abbraccerai anche solo per un secondo?”.


In effetti aveva ragione, così chiudemmo la chiamata facendo un accordo: avrei detto a Sam come stavano le cose, gli avrei detto tutto quello che non avevo mai avuto il coraggio di dirgli.


“E che dio me la mandi buona”

Sperai tra me e me.

 

“Ehi, principessa..devo dirti una cosa..”
 

Note dell'autore:
Grazie a tutti per la lettura del primo capito, spero che vi sia piaciuto e che continuiate a seguirlo. Ci tengo molto a questa storia. 
Non voglio dilungarmi troppo perchè scoprirete molto su di me anche solo leggendo la storia quindi, alla prossima.

 

 
_annizero
  
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