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Autore: _Almach_    01/03/2014    1 recensioni
Una discussione ha portato la Tempesta ad allontanarsi dal Cielo, e sarà proprio lui a rendersi conto del suo errore e correre per riportarlo indietro da se.
[Prima fic sul fandom di Reborn, siate clementi ^^"]
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: G, Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tempesta.
Secondo il vocabolario questa parola significa: perturbazione atmosferica di particolare violenza; ma può significare anche agitazione di sentimenti contrastanti oppure lite...
Quella parola Tsunayoshi Sawada la sottolineò non si sa quante volte.
Si sedette sulla poltrona sconsolato mentre il paesaggio fuori dalla finestra rispecchiava il suo stato psicologico interiore.
La tempesta più grande l'aveva provocata lui!
Lui che è stato catapultato all’improvviso nel mondo della mala senza potersi opporre, che ha dovuto affrontare ogni genere di battaglia, che ha visto i suoi più cari amici rischiare la vita anche per difenderlo, eppure non si era fatto scupoli quando aveva litigato con uno di loro costringendolo ad andare via… a lasciarlo!
Il vongola ring della tempesta, su quel freddo tavolino di vetro, era la prova di quanto aveva appena fatto.
Era stanco dei suoi modi prepotenti, del suo prendersela sempre con Yamamoto per ogni singola cosa, anche se provava solo a stare più di cinque minuti attaccato a lui, del suo prendere sempre a pugni Lambo solo perché mostrava troppa vivacità che un bambino di cinque anni non poteva tenere repressa.
Era stanco di sentire sempre la storia del braccio destro, un braccio destro che voleva fare sempre tutto lui non facendosi aiutare da nessuno.
Tsuna era stufo di tante piccole cose ma dopo l’ultimo fatto era come se il proiettile rosso dell’ultimo desiderio lo avesse impossessato facendo diventare la sua lingua una lama tagliente come non mai in vita sua, dando sfogo a delle parole represse che mai avrebbe sognato di dire, non a lui, non a colui che amava.
Si perché Tsuna criticava sempre Gokudera ma in verità lo amava e lo aveva lasciato andare via come se nulla fosse, come se non gli importasse niente di lui, e quell’anello del color del fuoco era la prova schiacciante della sua stupidità.
Si alzò da quella poltrona in modo da avvicinarsi al tavolino per prendere in mano quel piccolo oggetto per cui, in precedenza, avevano tanto lottato.
E in quel momento Tsuna ricordò… ricordò che Gokudera scelse la vita durante lo scontro contro Bel per lui, per lei sue parole, doveva continuare a vivere per vedere insieme i fuochi d’artificio e tante altre cose.
Gli occhi del decimo si riempirono di una strana malinconia, malinconia che presto si trasformò in tristi lacrime che lentamente rigarono le guance come due piccolissimi fiumi, lacrime che un Boss non doveva versare assolutamente, o almeno non per un motivo tanto banale.
Si avvicinò alla finestra, la aprì e scrutò il cielo già colmo di tristi nuvole grigie, nuvole di tempesta.
In quel momento finalmente capì.
Cielo e Tempesta sono molto diversi, ma non possono vivere uno senza l’altro.
E così come Tsuna sapeva di non poter vivere senza Hayato… Hayato sapeva di non poter vivere senza vedere quel dolce sorriso del suo Juudaime capace di scaldare e sciogliere anche il più duro dei cuori.
A quel punto il Decimo non resistette più e, incurante del temporale che sarebbe arrivato tra non molto, corse fuori in cerca del suo Guardiano, salvandosi da un calcio alla nuca da parte del tutor Reborn che aveva assistito all’intera scena e che si ritrovò a sorridere da sotto il suo enorme cappello, come faceva sempre quando il suo allievo faceva qualcosa che dimostrava il fatto che come Boss era maturato davvero tanto.
 
Il Decimo dei Vongola cominciò a correre a perdifiato, come non mai in vita sua, e non gli importava niente della fatica che in quel momento stava provando, aveva qualcosa di più importante da fare, qualcuno di più importante da riportare indietro insieme a lui.
E finalmente lo vide, qualche metro davanti a lui che camminava con la testa bassa e con le mani in tasca come faceva sempre come quando era nervoso.
Tsuna a quel punto si fermò, la stanchezza a un certo punto si fece sentire, piegò il busto un po’ più avanti piegandosi leggermente in modo da appoggiare le mani sulle ginocchia.
“Gokudera-kun!” Sussurrò all’inizio in un modo talmente flebile che se qualcuno fosse stato accanto a lui in quel momento non lo avrebbe sentito di sicuro, ma più perdeva tempo e più Hayato rischiava di allontanarsi e non poteva permetterlo.
Chiuse gli occhi ricacciando indietro le lacrime, si alzò nuovamente in posizione eretta e prese fiato per parlare un po’ più forte.
“Gokudera-kun!” Affermò questa volta in modo più sicuro, tanto che ebbe la reazione che tanto sperava, Hayato infatti si era girato per guardarlo, ma quello sguardò durò pochi secondi in quanto il Guardiano della Tempesta si era girato nuovamente per poi andarsene via.
Quella reazione ferì profondamente Tsuna ma non voleva arrendersi era deciso ad andare fino infondo, quindi corse nuovamente verso Hayato riuscendo ad abbracciarlo da dietro arrestando la camminata dell’argenteo.
“Aspetta… Gokudera-kun non andare via!”
“Perché? Infondo a voi non importa niente se rimango o meno… andandomene vi sto facendo un favore Juudaime!”
“Non è vero! Gokudera io quelle parole le ho dette senza pensare, non so nemmeno io cosa mi sia preso… ti prego non andare via, io ho bisogno di te, non mi lasciare.” Nel dire quelle parole Tsuna riprese nuovamente a piangere, non doveva farlo però non riucì proprio a trattenersi.
“Juudaime… voi state piangendo per un inutile braccio destro come me?” Chiese Hayato girandosi, finalmente, in modo da guardare il suo Boss finalmente negli occhi.
“Tu non sei inutile… non lo sei mai stato… sto piangendo perché non ti voglio perdere Hayato perché per me sei importante, senza di te io non saprei più che cosa fare…”
Tsuna voleva continuare a esternare parole senza senso ma Gokudera glielo impedì mettendogli un dito davanti alle labbra, quelle dolci labbra che finalmente lo avevano chiamato per nome e tanto bastò alla Tempesta per dimenticare l’arrabbiatura di prima.
“Juudaime vi ringrazio per queste parole, ma sono stato stupido ad andare via in questo modo facendovi preoccupare, voi avete fatto tanto per me quindi perfavore riprendetemi come vostro Guardiano.”
Tsuna sorrise dolcemente e spostò delicatamente il suo dito dalle sue labbra e frugò nella tasca della felpa un oggetto che apparteneva di diritto all’italiano.
“Non ti avrei riportato questo altrimenti.” Affermò mostrandogli il Vongola ring della Tempesta, gli prese la mano e glielo mise al dito, era quello il suo posto dopotutto.
Hayato era talmente felice per quel gesto che per una volta non sapeva esattamente cosa dire, il suo boss era capace davvero di tante cose, e i suoi gesti erano così spontanei e semplici che non si poteva non amarlo e proteggerlo.
Quindi lo abbracciò tenendolo stretto carezzandogli dolcemente la schiena restando così per diversi minuti.
“Arigatou Juudaime per tutto quello che siete e fate per me.”
“Gokudera-kun posso chiederti un piccolo favore?”
“Certo Juudaime… ogni vostro desiderio è un ordine per me.”
“Potresti chiamarmi con il mio nome almeno una volta?”
Gokudera lo guardò curioso per quella semplice domanda e scosse delicatamente il capo.
“Sapete che non posso farlo Juudaime, non sarebbe rispettoso nei vostri confronti.”
“Ma sono io che te lo chiedo… te lo chiedo perfavore, poi tornerai alla tua solita etichetta, ma ti prego voglio sentire il mio nome pronunciato dalla persona che amo di più al mondo.”
Quelle parole risuonarono incessanti nella mente dell’argenteo, non poteva credere ai suoi occhi, non poteva credere che il suo Juudaime avesse appena confessato di amarlo con una tale innocenza da far comparire un dolce sorriso sul suo volto.
“Anche io ti amo Tsuna!”
“Ti amo anche io Hayato.”
A quel punto si baciarono, un bacio all’inizio casto che bel presto si trasformò in uno più passionale, e nel mentre si stavano baciando la pioggia cominciò a cadere suggellando l’inizio di quella tenera storia d’amore che aveva come protagonisti Gokudera e Tsuna.


Angolo autrice: Ed ecco a voi un nuovo arrivo xD
Allora iniziamo le presentazioni, il mio nick richiama il clima vero e proprio di Reborn e si capisce anche chi è il mio personaggio preferito, ma io mi chiamo Deborah o Debby come volete chiamarmi.
Ho incominciato per caso a vedermi Reborn, avevo sentito tanto parlare di questo anime e quando l'ho visto su Man-Ga ho deciso di vederlo, risultato? un amore a prima vista e più o meno in due o tre settimane l'ho visto tutto, ora devo trovare il tempo di leggermi il manga.
Questa fic l'ho scritta agli inizi di ottobre, quindi perdonate gli eventuali errori che potranno esserci e perdonate anche per l'eventuale OOC, ma chi di voi, amanti della 5927, non ha mai desiderato che Hayato chiamasse Tsuna per nome? Ed era una mia fantasia che dovevo assolutamente far avverare.
Hayato e Tsuna sono i miei due personaggi preferiti, e ci farò un giorno anche il cosplay, ci sto lavorando xD
Ho scritto anche una 8059 che presto pubblicherò.
E niente, spero che la fic vi sia piaciuta e spero mi accoglierete bene sul fandom, perchè io ho letto quasi tutte le storie e devo dire che ci sono scrittori bravissimi da cui avrò tanto da imparare.
   
 
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