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Autore: Seiryu    24/06/2008    2 recensioni
"Un breve racconto, una storia, un pensiero, per raccontare quei sentieri comunicanti che, intrecciandosi, creano e smontano le situazioni e gli incontri, modificano la nostra vita. Sono la vita."
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Semaforo Questo racconto partecipa ad un concorso tenuto dalla mia università riservato agli iscritti, per cui questa che segue è la traccia ed il resto è tutta farina del mio sacco..

"Un breve racconto, una storia, un pensiero, per raccontare quei sentieri comunicanti che, intrecciandosi, creano e smontano le situazioni e gli incontri, modificano la nostra vita. Sono la vita."


Semaforo



L’Italia è uno dei pochi paesi in Europa che ancora non ha sostituito i suoi incroci con delle rotonde. L’ho letto ieri in un articolo di non ricordo più che giornale…
In Italia abbiamo ancora i vecchi semafori ad imporci dall’alto un colorato dominio sulla nostra fretta ed irruenza.
O forse sono i francesi e i tedeschi che amano prenderla facile, girare in tondo al problema, avere a disposizione più tentativi per tornare indietro e scegliere diversamente?
Noi siamo più coraggiosi, o forse più impulsivi, seguiamo una linea dritta e se sbagliamo dobbiamo fare capriole infinite per tornare al punto giusto, o anche solo per ammettere di aver sbagliato.
Anche i nostri pensieri sono “a semafori”: si fermano davanti al rosso delle etichette, diffidano col giallo dei pregiudizi, superano il limite di velocità con il verde della complicità.
Il vero semaforo è nella nostra testa.
Una sola parola detta in un momento qualsiasi, in un posto qualsiasi, ci spalanca nuovi orizzonti o ci chiude strade per sempre, e se per chiudere c’è un momento inevitabile dovuto al nostro essere carenti di fronte all’eternità, sia di spazio che di tempo, per aprire è sempre il momento giusto e il posto giusto, e magari al limite della fortuna è anche la persona giusta.
L’altro giorno pioveva, e come al solito ero senza ombrello. Tipico.
E’ una legge universale come quella che sancisce la fine dell’eterno pacchetto di fazzoletti perennemente nella borsa quando sei raffreddato, o che l’autobus passi dall’altro lato della strada quando sei maledettamente in ritardo e lo attendi con ansia, saltellando sui piedi.
Insomma ero lì, con le mie “converse” nere, a causa del brutto vizio che ho di non guardare mai fuori dalla finestra prima di vestirmi, bagnata come un pulcino che tentavo di raggiungere la fermata della metro senza dover necessariamente nuotare, magari il più presto possibile per riuscire a prendere il treno, quando mi ferma un ragazzo.
Di colore. Sotto un ombrello. Un sorriso tra il falso ed il timido-impacciato.
Un altro venditore di chissà cosa, che pizza.. Oggi tutte a me!
Rosso.
Stavo per dire un “non mi serve nulla, dai lasciami in pace” quando lui, prendendomi di sorpresa, mi fa: “Vuoi un passaggio sotto l’ombrello?”
Ah, peggio mi sento! Ci mancava giusto un maniaco, a quest’ora, con questo tempo e io non posso nemmeno scappare e/o urlare! Mi sono infilata in un bel guaio, come al solito!
Giallo.
Devo aver fatto una delle mie facce, quelle che faccio sempre quando non dovrei, che mi scrivono in fronte tutto quello che penso facendomi fare figuracce allucinanti, perché lui mi ha guardato un po’ male, socchiudendo gli occhi scuri, e poi ha aggiunto a mo’ di spiegazione, forse un po’ piccato, “Ti ho vista uscire di corsa dalla facoltà, senza ombrello.. ero a lezione di Economia Internazionale anch’io”
Perfetto.
Se per ogni figuraccia avessi avuto un euro, oggi sarei più ricca della regina d’Inghilterra o di J. K. Rowling!
“Davvero frequenti Economia Internazionale?” fare la finta tonta mi riesce così bene che a volte mi chiedo se io non lo sia realmente.. finta e tonta, intendo.
“Si.. ma tu sei sempre al primo banco, non guardi mai dietro di te.”
1 a zero per te, cioccolatino.
“Si, beh.. è che sono miope e la lavagna è già sfocata al primo banco figurati dietro.. Poi la materia mi interessa e la prof è brava a spiegare..” farfuglio presa in contropiede.
“Si, piace anche a me.. Anche se la matematica non è esattamente il mio forte..”
“Neanche il mio!!Avevo la bellezza di un 4 al liceo.. e facevo pure lo scientifico, pensa un po’!”
Fa quasi un salto, forse ho usato un tono di voce troppo squillante.. Un altro euro immaginario per il mio conto in banca!
“Anch’io facevo lo scientifico.. Però me la cavavo con un 6.. Ma l’economia mi piace perché è concreta, qui dietro l’angolo, un po’ come l’immigrazione e l’invecchiamento della popolazione..”
Faccio finta di non aver colto il rimprovero implicito in questa frase, magari è solo la mia paranoia.. ‘Nega sempre, anche l’evidenza’ è il mio motto!
“Segui anche Demografia, eh?!”
Cerco di fare la persona ricettiva che non sono..
“Si, e anche tu..”
2 a zero. Di questo passo finisco in serie B.
“..sempre al primo banco!”
Bene, appurato che sono un’asociale e una secchiona, che non si guarda in giro quando cammina e non si rende conto del mondo circostante.. adesso che dico?
“Se ci sbrighiamo facciamo in tempo a prendere il treno delle 18 e 58.. andiamo?”
Battuta sul tempo anche questa volta! Cioccolatino è una scheggia nelle conversazioni, altro che timido-impacciato!
Io invece come al solito sembro un pesce appeso all’amo…
“Ehmm…sì! Andiamo.. Tanto è sempre in ritardo, ce la faremo! Volere è potere!”
“Adesso tiri in ballo anche la filosofia, miss-primo-banco?”
“Che vita sarebbe senza filosofia, cioccolatino?”
2 a 1. Almeno perderò con dignità.. Ed anche col primo vero sorriso della giornata sulle labbra!
Verde.




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se avete voglia di votarlo contattatemi pure dalla mia pagina qui in efp!!
E' ovvio che ogni commento è ben accetto!!^_-
  
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