Nome sul
forum: Bintou
Nome su EFP: Moore
Titolo storia: Un bacio carico di
ricordi
Coppia: Sirius/Alyssa
Pacchetto: Viola
I rami iniziano a scorticarmi la
pelle. Inizio ad essere stanco di correre, sono esausto. Mi faccio forza e
costringo le mie gambe, stremate dagli ultimi mesi da fuggiasco, a proseguire.
Gli abiti già logori mi stanno per abbandonare del tutto. Mi faccio strada in
quel luogo indefinito spostando i rami bassi degli alberi d’intralcio.
Ho una strana sensazione, come se
stessi sbagliando qualcosa.
Rallento il passo facendo calmare
il petto che mi si alza e abbassa velocemente. Per qualche minuto penso di
essere al sicuro, il frusciare che mi perseguitava si è attutito.
Butto un occhio a ciò che mi
circonda, analizzando fin dove mi sono spinto. All’improvviso capisco: sono in
prossimità del Lago Nero. Era impossibile per me non riconoscere proprio questo
posto, eppure mi accorgo solo adesso di dove sono.
Le immagini di qualche anno prima
iniziano a formarsi nella mia mente e inspiegabilmente si proiettano
tutt’intorno a me. Vedo James, con la bacchetta alzata, che proclama uno
smutandamento pubblico di Mocciosus; Lily è poco distante che lo guarda interdetta.
Remus e quello schifoso di Minus assistono divertiti alla scena. Ci sono anche
io (una mia versione più giovane, intendo) che incoraggio James.
Stranamente ricordo anche i miei
pensieri di quel preciso istante. Di Mocciosus non mi importava niente, lo
importunavo solo perché James non lo sopportava. La mia mente era concentrata
su un esile figura seduta contro uno degli alberi che circondavano la riva.
I capelli castani, adagiati
da una parte, che terminano in riccioli appena appena accennati. Alza lo
sguardo, corruga la fronte a e torna a armeggiare con il foglio che ha davanti,
probabilmente un disegno.
Nel corso della mia vita non ho mai
avuto tempo per l’amore o un qualche altro sentimento che lo implicasse, mi
importava solo della fratellanza e dell’onestà tra amici. Ma devo ammettere che
Alyssa mi piaceva proprio tanto. Quella piccola Tassorosso riusciva a catturare
il mio sguardo tra mille, ogni suo gesto era soggetto alle mie attenzioni.
Credo di non averle mai rivolto la parola durante i miei anni a Hogwarts.
Sono ancora immerso nel ricordo,
Alyssa è sempre appoggiata alla quercia , ma i suoi occhi sono incatenati ai
miei. Lentamente si alza. Il ricordo sfuma intorno a lei fino a scomparire
totalmente lasciandola nel buio della realtà. Sono sicuro che sia
un’allucinazione. Lei è morta, durante la prima battaglia contro
Voldemort. Lessi la notizia sulla gazzetta del profeta, lasciava marito e due
figli, fa male sapere che non sono miei.
Si avvicina. La sua figura esile si
trasforma, a mano a mano che accorcia le distanze, in una donna adulte. È
bella, no di più, è meravigliosa. I suoi occhi grigi si assottigliano e
illuminano quando gli si apre un sorriso sulla bocca rosea. È sempre stato uno
dei miei sogni proibiti baciare quelle labbra piene, ma evidentemente sono
sempre stato occupato a combattere le battaglie altrui piuttosto che prendere
il coraggio a due mani e conquistare la ragazza per cui mi sono
invaghito.
Avrei voluto passargli le mani tra
i capelli, tastare le sue guance, stringerla a me, averla così vicino da poter
studiare il neo che ha nell'angolo sotto il labbro inferiore.
Continua a avvicinarsi con
quel suo passo elegante e felino, sento il coraggio venirmi meno e indietreggio
inconsapevolmente fino quasi a toccare l’acqua gelida del lago.
Perché il lago è diventato
improvvisamente una lastra di ghiaccio? Eppure non fa così freddo, neanche per
me che indosso solo i sudici abiti strappati da detenuto (evaso) di
Azkaban.
Sento in lontananza la voce di
Harry, mi chiama, mi cerca. Non trovo la forza necessaria per rispondergli.
Sono steso a terra. Come ci
sono finito?
Alyssa è in ginocchio vicino a me.
La vedo chinare il capo affinché i suoi capelli non arrivano a solleticarmi la
guancia. Intuisco le sue intenzioni e inesorabilmente la codardia si fa spazio,
non credo di essere pronto per affrontare la donna che ho da sempre racchiuso
nel mio cuore vigliacco. Lei non sente ragioni, il suo viso è vicino,
molto vicino (come ho sempre voluto che fosse, ma in altre circostanza) e proprio
come nelle mie fantasie riesco ad analizzare quel neo che le attribuisce
un’aria aristocratica. Gli occhi semichiusi mi permettono di individuare ancora
un guizzo plumbeo che sta per scomparire completamente dietro le sue palpebre,
il naso leggermente all'insù è arrivato a toccare quasi il mio.
Chiudo gli occhi e mi arrendo alla paura, aspettando docilmente che le
sue labbra incontrassero le mie. Le sento, ma non sono come le immaginavo…
anzi.
Dovrebbero essere morbide,
delicate, dolci e invitanti tutto quello che sento io non ha niente a che fare
con ciò che mi ero sempre immaginato, però la sensazione è forte in egual modo.
È come se tutto dentro di me fosse in subbuglio, mi bacia senza muovere molto
le labbra, tenendole appoggiate alle mie e…succhiando?!
Il cuore non mi galoppa più,
si sta calmando. Qualcosa dentro di me se ne sta andando, il suo bacio riesce a
farmi sentire come se tutto ciò per cui vivo mi stesse lasciando.
Il dissennatore allontana le
sue labbra putrefatte da me, se ne va lasciando alle sue spalle il guscio vuoto
del mio corpo. La mia anima viene trasportata via, lontano dal suo legittimo
proprietario.
E così, con un bacio, io
muoio