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Autore: dawnraptor    02/03/2014    0 recensioni
In una notte speciale, una grande pasticciona si aggira nel Bosco Fatato. E' davvero nei guai... Chi la aiuterà?
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La befana Sbadatella    


Nella notte limpida e fredda, appena illuminata da una piccolissima falce di luna, il Bosco Fatato dorme e sogna.
Tutto appare nero, avendo perso i suoi colori naturali: perfino gli abeti, smentendo il loro appellativo di sempreverdi, sembrano scuri senza rimedio. Effetto della notte, che cancella ogni punto di riferimento.

Come si può orientarsi in questa oscurità che sembra rendere uguale ogni ramo, ogni foglia, che cancella ogni sentiero?
Difatti c’è una persona stanotte, nel bosco, che ha perso la strada. La befana Sbadatella è incappata in un brutto incidente: sfiorando troppo da vicino le cime degli alberi ha rovinato la sua scopa. Ha perso un sacco di fili di saggina, così si è vista costretta ad un atterraggio di fortuna nel bel mezzo del Bosco Fatato.
 
Il guaio è che lei è sempre stata abituata a sorvolarlo, il bosco, e ora che si trova sul terreno, senza l’aiuto della fida scopa, si sente un po’ sperduta. Che diamine, si è perduta proprio! Nel tentativo di trovare una strada per uscire dalla selva, si aggira disordinatamente facendo un sacco di rumore, tanto che sta svegliando tutte le creature che, dopo una giornata di impegni e faccende, si stanno prendendo un po’ di meritato riposo. Ad una ad una accendono le lanterne e fanno capolino dalle loro casette per scoprire chi sia a fare tutto questo baccano nel pieno della notte.

“Ma che succede?” Biascica sbadigliando Feverick, lo spiritello dell’Abete Grosso.
“Non lo so proprio” Gli risponde l’amico Goriz, ma sembra più occupato a cercare di rimanere in piedi, visto che, trascinandosi ad occhi semichiusi, ha inciampato in una radice e ha rischiato di capitombolare come una castagna matura…
“Ma insomma chi è che fa tutto questo baccano?” brontola Fifur, lo gnomo che abita sotto il Sasso della Doppia Punta.
“C’è qualcuno laggiù!” Esclama a un tratto Feverick.
“Ma è un gigante!” Goriz ha spalancato finalmente gli occhi, vedendo muoversi i cespugli.

Di lì a un attimo nella piccola radura sbuca una creatura enorme: è alta quasi come gli alberi più giovani, ha due gambe immense, grosse come tronchi, e la testa lassù in cima coperta da un buffo cappellone a punta, così in alto che viene da domandarsi se non sia un abete travestito.
I nostri piccoli amici restano a bocca aperta, poi cominciano a fuggire in tutte le direzioni al grido “Si salvi chi può! Scappate! Date l’allarme!”.

La befana Sbadatella, perché ovviamente è lei il gigante, vede delle minuscole creature fuggire nell’oscurità e si ferma immediatamente: diamine, e se ne calpestasse qualcuna senza accorgersene? Poi pensa che per quanto piccoli, quegli esserini del bosco potrebbero conoscere la strada per uscirne e grida: “Aspettate, vi prego! Non abbiate paura! Mi sono persa, ho bisogno d’aiuto, non vorreste aiutarmi, per favore?”
Dai cespugli ai margini della piccola radura spuntano, timidi, minuscoli visetti: ci sarà da fidarsi?

La befana, intanto, per cercare di rassicurarli si è seduta per terra. Resta sempre gigantesca, ma almeno non si muove più con tutto quel fracasso, e non rischia di schiacciare nessuno.
Pian piano, i piccoli abitanti del bosco si fanno coraggio ed escono dai loro rifugi.

Sono proprio minuscoli!
E’ proprio gigantesca!
“Ti sei persa?” chiede Feverick un po’ incredulo. “Ma sei enorme, come è potuto succedere?”
Sbadatella mostra sconsolata la sua scopa, delle dimensioni di un piccolo albero “Vedete? Sono una befana, ho rovinato la  mia scopa ed ho dovuto atterrare quaggiù. Non conosco questo bosco ed è così buio!”
“Perché non aspetti l’alba?” propone Fifur “Con la luce riuscirai sicuramente ad orientarti meglio.”
“Non posso proprio!” esclama la befana, agitandosi. “Devo andare di corsa a prendere i sacchi con i doni e il carbone per i bambini, altrimenti non farò mai a tempo a consegnarli… sono già in ritardo, molto in ritardo, sarebbe terribile se quest’anno non potessi rispettare la tradizione! Oh, davvero, non vorreste insegnarmi la strada per uscire di qui?”

“Sei proprio quella befana!?” sgranano gli occhi i nostri piccoli amici.
A Feverick intanto, è venuta un’idea. “Senti… già, com’è che ti chiami?”
“Sbadatella.” Risponde affranta la befana.
“Allora Sbadatella, forse possiamo fare di meglio che aiutarti semplicemente ad uscire di qui. Avresti comunque la scopa in panne e come faresti coi sacchi?”
“Ci avevo pensato, ma fuori dal bosco potrei almeno cercare aiuto per aggiustarla.”
“L’aiuto per la scopa te lo diamo noi!” Esclama tutto giulivo lo spiritello. “Svegliamo i nostri amici e vedrai che tutti insieme riusciremo a fare qualcosa per la tua ramazza!”

Detto fatto, tira fuori da sotto il cappello un campanello e comincia a urlare con quanto fiato ha in gola:
“Emergenza! Emergenza! Adunata alla Radura Verde! Sveglia! Sveglia!” 
Ben presto cominciano ovunque ad accendersi piccoli lumi e da tutti gli angoli della radura si vedono spuntare visetti assonnati, che subito diventano allarmati non appena vedono il gigante seduto. Ma la presenza di Feverick che continua a correre intorno urlando e suonando il campanello li rassicura.

Finalmente lo spiritello si ferma e comincia a parlare alla piccola folla:
“Amici! La nostra amica, qui, la befana Sbadatella, è in missione e ha un grosso problema. Un guasto alla scopa, amici. Ha perso quasi metà dei fili di saggina. La consegna dei doni di quest’anno è in pericolo, dobbiamo aiutarla!”

Un mormorio di meraviglia serpeggia fra le piccole creature del bosco.
“Ma come possiamo fare?” Chiede infine una voce.
“Dovremo organizzarci, amici” Risponde deciso Feverick. “Faremo ognuno la nostra piccola parte e tutti insieme salveremo la Befana!”
“Sìììì” gridano tutti insieme.
“Qualche proposta?”
“Io cercherò dei lunghi aghi di pino!” propone uno gnomo. “E io lo aiuterò!” si associa un altro.
“E noi li intrecceremo!” esclama un gruppo di fatine “Anche noi, anche noi!” Si sente gridare da ogni parte della piccola adunanza.

In quattro e quattr’otto comincia un movimento apparentemente disordinato, ma che ben presto si rivela per essere un’organizzatissima catena di montaggio. File di piccoli esseri portano aghi di pino alti quasi quanto loro, e una batteria  di improvvisati tessitori li intreccia fino a farli diventare della lunghezza giusta. Altre creature li ancorano alla scopa della befana, la quale guarda tutto quel lavorare con tanto d’occhi e un sorriso che pian piano le si allarga sulla bocca sdentata: forse nulla è perduto!

E’ ancora notte fonda quando Feverick, che non ha smesso un attimo di saltellare qua e là per coordinare tutto il lavoro, annuncia:
“Finito!”
Tutti sono esausti: è stata un’impresa veramente faticosa. Ma non si vedono che sorrisi. Anche Sbadatella sorride: è veramente felice.
“Amici, non so proprio come ringraziarvi…” comincia a dire.
“Neanche a parlarne!” La zittisce Feverick. Ora devi correre più che puoi per recuperare il tempo perduto: ci sono bambini che ti aspettano!”
“E’ vero, mi aspettano, e questa notte non posso più fermarmi, ma…”

Intanto Sbadatella è salita cautamente sulla scopa: sì, sembra che risponda bene ai comandi, funziona!
Mentre lentamente si innalza fra gli alberi, la befana saluta con una mano e da lassù grida:
“Grazie amici! Non mi scorderò di voi. Tornerò ancora a ringraziarvi. Arrivederci!” E sparisce.
La radura lentamente si svuota: tutti tornano alle loro case. Sono veramente stanchi! Ma sono anche felici.

Il giorno dopo trascorre tranquillo, il bosco sembra essere tornato alle sue normali occupazioni. Del resto, non succede mai nulla nel Bosco Fatato…

Ma quella notte, quando tutto è tranquillo e silenzioso, e tutti dormono pacifici nei loro letti, un’ombra scura si allunga sugli alberi, e una silenziosa pioggia di misteriosi pacchettini cade dal cielo…
La mattina dopo, che sorpresa! In ogni casa gli abitanti trovano un regalino: è passata la befana!

Ed è così che, da quel giorno, la befana passa sul Bosco Fatato un giorno dopo che negli altri luoghi e a tutti, non solo ai bambini, lascia i suoi regali. Per ringraziare per l’aiuto ricevuto e per ricordare che grande amicizia e grande aiuto possono venire anche da creature piccole piccole.

  
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